L'Italia e gli accordi di Londra

L'Italia e gli accordi di Londra L'Italia e gli accordi di Londra Adesione di massima al patto aereo di mutua assistenza -- Soddisfazione per la posizione assunta dalla Gran Bretagna nei confronti della indipendenza austriaca e degli accordi franco-italiani del 7 gennaio Roma, 9 notte. Gli ambienti responsabili italiani | hanno seguito con grande attenzione le conversazioni svoltesi recentemente a Londra fra i Governi francese e inglese, conversazioni delle quali è stato minutamente tenuto al corrente il Governo Italiano. Tali ambienti guardano con simpatia al complesso della dichiarazione conclusiva di detti colloqui e stimano che in essa è contenuta una possibilità di una intesa con la Germania e quindi l'inizio di un periodo di collaborazione tra le Potenze interessate. Per quanto riguarda più precisamente il patto aereo di mutua assistenza, la posizione dell'Italia sarà prossimamente fissata nel senso di una adesione di massima salvo a considerare la speciale situazione dell'Italia nei confronti della Gran Bretagna e viceversa. Gli ambienti responsabili italiani hanno preso atto con soddisfazione della posizione assunta dalla Gran Bretagna nel confronti dell'indipendenza au striaca e degli accordi franco-italiani dei 7 gennaio. Soddisfazione francese Parigi, 9 notte. L'adesione di principio dato dall'Italia alla convenzione aeronautica occidentale è commentata e con viva soddisfazione L'Agenzia Havas, in una nota datata da Roma, crede dover riassumere il pensiero del Governo italiano nei termini seguenti: « L'Italia — dice — è stata tenuta al corrente del negoziati man mano che si svolgevano e del loro risultato non appena terminati. Questi contatti hanno avuto luogo a Roma per il tramite delle ambasciate di Francia e di Gran Brettagna e in modo più preciso a Londra per il tramite dell'Ambasciata d'Italia. L'Italia non ha come la Germania da far conoscere una risposta d'insieme. Si conosce fin d'or.a l'opinione del Governo fascista; essa è nettamente favorevole a quanto ora si è fatto a Londra, ma per quello che riguarda il patto aereo nessun testo, nessun progetto d'accordo propriamente detto è stato sottoposto all'Italia. Sembra che presso gli stessi negoziatori franco-britannici il progetto sia stato preso in esame successivamente sotto forme diverse. Sono queste modalità di discussione che l'Italia, per il tramite di Dino Grandi, discute attualmente con spirito amichevole con l'Inghilterra, garante come essa del patto di Locamo. L'idea di un doppio patto Francia-Germania-Inghiltcrra-Belgio da un lato, Francia-Germania-Italia dall'altro si spiega, a quanto si pensa a Roma, con ragioni di politica interna dell'Inghilterra. L'opinione inglese concepirebbe difficilmente che la Gran Brettagna allargasse i suoi impegni in Europa al punto di pro-|mettere il suo appoggio militare non |soltanto alla Francia o alla Germania ma anche all'Italia. Si suppone che sia!questa, considerazione, assai più che leconsiderazioni geografiche, che ha fat- to nascere .a Londra l'idea di un doppio patto « Ma. per ragioni analoghe, l'opinione italiana male comprenderebbe che 1 Inghilterra, accettasse di impegnarsimilitarmente per clilendcre il Belgio, la Francia, la Germania e che rihutas- se il suo appoggio ali Italia minaccia-ta. Se si aggiungono a questi argo-menti politici, degli argomenti tattici (l'Italia può difendere l'Inghilterrasenza che i suoi aeroplani vadano inInghilterra) e degli altri giuridici (un doppio patto aereo rischierebbe di op porsi al patto di Locamo anzi che rin forzarlo) si comprende perchè l'Italia preferisca un patto unico tra le cinque Potenze occidentali. Ma nello stesso tempo, siccome essa comprende le dif-ficoltà che il governo britannico incon-trerebbe per far accettare questo pat- to unico dalla sua opinione pubblica, essa considererebbe la possibilità d'unsecondo documento, o meglio di un an-nesso al primo, col quale l'Inghilterra e l'Italia fisserebbero le condizioni del loro scambievole aiuto. Con questaformula si avrebbe un patto impegnan- te su un livello di perfetta eguagliai za le cinque Potenze firmatarie, es- sendo convenuto che l'aiuto italiano in favore della Gran Brettagna verrebbe condizionato in modo speciale. Ad ogni modo non si tratta di un progetto sta- bilito, ma semplicemente di un'ipotesi che verosimilmente è stata discussa » In quanto ai colloqui fra Simon e Flandin, svoltisi nella serata di ieri e nella mattinata di oggi, gli informatori assicurano che essi non hanno rivestito grande importanza non fosse altro che in ragione dell'assenza di Lavai. I due interlocutori si sa rebbero occupati sopratutto di procedura, ossia dei mezzi migliori per avviare la discussione sugli accordi auspicati a Londra. Come accennavamo già ieri, Flandin, riferendosi agli impegni assunti dalla Francia verso la Russia e la Piccola Intesa, avrebbe detto al collega inglese che Parigi non può acconsentire a discutere in una conferenza a quattro e neppure a cinque o a sei. Secondo la Francia il meglio è che i negoziati si svolgano per via diplomatica tra le Cancellerie interessate in modo che nessuno degli alleati o degli amici dei vari governi abbia ragióne di temere di vedersene escluso. Se questo metodo sembra troppo lento o complicato, l'unica soluzione sarà di portare i negoziati a Ginevra in seno alla Conferenza del disarmo. Sembra strano che questi dettagli elementari di procedura non fossero stati contemplati sino dalle riunioni idi Londra, ma VEcko de Paris sostie- ne che la cosa non deve fare specie giacché, se si pubblicassero i processi verbali di quelle riunioni, il pubblico sarebbe stupefatto di tutto quello che essi presentano di vago. In quanto alla Francia non meno grande è la sua fretta di veder concretate le sorti del Patto orientale, alle quali sono sospesi i suoi rapporti con la Russia, nonché la conclusione del Patto danubiano che in seguito alle promesse fatte a Mosca, Praga, Bucarest, Belgrado e Angora, non dovrebbe veder la luce se I non dopo concluso il primo. Di con- j seguenza i due interlocutori avrebbero opinato che occorre ottenere j una decisione entro il prossimo set-1 tembre. Simon tuttavia non avrebbe nascosto a Flandin di non aver la menoma fiducia nell'accettazione delle proposte franco-britanniche da parie del Reich. Nel caso che tale ipotesi negativa si avveri, i francesi confidano che ogni opposizione britannica alla conclusione di un'alleanza franco-russa cadrà naturalmente. Queste previsioni pessimistiche non hanno impedito ai due uomini di Governo di pronunziare al banchetto della Camera di Commercio britannica parole non esenti da fede. C. P.

Persone citate: Dino Grandi