Juventus=Brescia 0=0 di Luigi Cavallero

Juventus=Brescia 0=0 Juventus=Brescia 0=0 Una brutta e sterile partita con disordinati attacchi dei bianco-neri ed una implacabile difesa degli azzurri Juvmtus: Vallnasso; Rosetta, Foni; Ramella, Varglien I, Depetrini; Varglien U, Cesarini, Borei II, Ferrari, Orsi. Brescia: Perucchettd; Marino, Duo; Gasperini, Valenti, Braga; Reggiani; Chiecchi, Rier, Bianchi, Correnti. Arbitro: Barlassina. Di male in peggio. La partita di Ieri è stata la brutta copia del già scadente incontro di otto giorni prima fra la Juventus e la Fiorentina. Anche ieri non è mancata una sconfortante confusione nel giuoco delle due squadre, punteggiata da scorrettezze che hanno portato poi, proprio per un fallo di nessun rilievo, alla espulsione di Cesarini e di Chiecchi. Anche ieri alla ostinata difesa del Brescia ha fatto riscontro una disordinata pressione della Juventus. Sole varianti la cornice di pubblico, questa volta ridottissima, e 10 stato del terreno, sdrucciolevole per 11 maltempo degli scorsi giorni. Colpe e scusanti La Juventus non è riuscita a passare. Ha colpe e scusanti. Colpe: la prova negativa di parecchi suoi elementi che sembrano aver scordato il modo di giocare con semplicità ed efficacia. La prima linea non produce azioni che permettano a questo od a quell'attaccante di sbucare avanti al portiere con il pallone da goal. Varglien II è impacciato ed Impreciso; deve mancargli la fiducia se in area non tira in porta, ma cerca i compagni con passaggi che risultano, il più delle volte, destinati agli avversari. Cesarini è un freno per tutto il reparto. Con la palla combina bellissimi scherzi, ma finisce, a furia di baloccarsi, di permettere l'intervento di quei difensori che preferiscono agire piuttosto che ammirare i suoi virtuosismi. Borei sconta gli errori dei compagni. Egli ha bisogno d'aiuto in quell'«area del terrore » che è la zona del goal avversarlo. Invece finisce coll'aver sempre tre avversari di contro, ma nessun compagno a lato. Ieri, le poche volte che ha potuto avere la palla e puntare verso Perucchetti, ha dovuto lottare di forza per aprirsi una via. Quando c'è riuscito — assai di rado — s'è visti neutralizzati i tiri dal bravo portiere bresciano, ma più spesso è finito a terra, travolto in un modo o nell'altro da quei difensori che, decisi ad impedirgli di segnare, fidavano con ragione nella indulgenza dell'arbitro. Il ritorno d IFerrarl non ha sanato senz'altro i mali del reparto. Ferrari accusa il lungo riposo ed ha bisogno di gluocare qualche po' prima di essere nuovamente un elemento d'ordine ed un punto di forza del quintetto. Ieri l'attaccante che ha fatto meno peggio è stato Orsi, che ha provocato le situazioni più pericolose per Perucchetti, ma che ha avuto brutti gesti di stizza, che, anche se motivati dal contegno provocante di certi avversari, non possono essere accettati da un giuocatore che ha una lunga esperienza in fatto di giuoco. Il risultato è un innegabile successo del Brescia, ma ci manca il coraggio di elogiare il comportamento della squadra azzurra. Riesce relativamente facile difendersi quando si utilizzano otto uomini per distruggere 11 giuoco degli avversari e se ne lasciano tre soli, le estreme ed il eentro attacco, a dar noia agli avversari. L'area resta sempre presidiata a dovere e magari per pura combinazione, co¬ me appunto è accaduto ieri, si salvano situazioni disperate. Il Brescia ha poi avuto un portiere ottimo sotto tutti 1 punti di vista, e due mediani laterali che hanno lavorato senza tregua in collaborazione con i terzini. Di giuoco d'attacco degli azzurri non è il caso di parlare. Valinasso non ha dovuto fermare un solo pallone pericoloso e Rier ha addirittura sbagliato il bersaglio il paio di volte che è passato oltre o sbarramento dei terzini bianco neri. Gli altri, nelle loro rade incursioni, hanno finito con l'impappinarsi e gettar via la palla tanto per perdere tempo. Due tempi confusi. La Juventus è scesa in campo in una formazione rabberciatissima. La mediana non aveva che uno del suoi titolari, Varglien I, che non è, neppure ui, in felici condizioni di forma. Battuto il calcio d'inizio, i bianco neri hanno attaccato senz'altro, ma il primo episodio notevole non lo si è avuto che all'8.0, nell'area torinese, però, perchè Rier, ingannati i difensori juventini, è arrivato con la palla sino a pochi passi da Valinasso. Pareva non ci fosse ormai più difesa possibile per il portiere, ma Rier ha risolto la situazione calciando nettamente a lato. La Juventus ha risposto a questa minaccia bresciana con un'offensiva che solo il caso ha reso infruttuosa. Su centro di Varglien II, Borei ha calciato improvvisamente in porta, ma la palla ha picchiato contro una gamba dell'immobile Perucchetti ed è tornata in giuoco; Cesarini ha ripreso, ma nella precipitazione ha mandato fuori di fondo. Calci d'angolo, tiri di punizione, mischie e avanzate non permisero alla squadra, tutta protesa all'attacco, di avvantaggiarsi su quella che si difendeva. Ferrari, urtato una volta che si era portato in posizione propizia per segnare, finiva a terra, ed al 36.o l'estremo difensore degli ospiti afferrava in presa la palla saettata fortissimo da Borei. Parata degna di un portiere di gran classe; una delle poche cose degne di rilievo della partita. A metà gara, mentre già qualche spettatore faceva le prove per la fischiata finale, le squadre rientravano negli spogliatoi senza goals nè all'attivo nè al passivo. Nella ripresa il Brescia accentuava la prudente tattica difensiva, accrescendo le difficoltà per l'attacco juventino. All'8.o Duo «bucava » la palla, della quale s'impadroniva svelto Borei. Scatto e tiro che il montante respingeva a mezza al tezza. Al 15.o minuto un ben mi aurato spintone evitava a Varglien II la preoccupazione del tirò quando già s'era portato davanti al portiere bresciano. Al 28.o Barlassina ne combinava una in armonia con la partita mandando... energicamente negli spogliatoi Chiecchi e Cesarini, che in quel momento proprio non avevano commesso alcunché di riprovevole. Niente. Barassina fischiò a più riprese, ingiunse ai due di andarsene (e dovettero entrare in campo dirigenti delle rispettive parti per convincerli) e poi rimise in giuoco la palla. Nel quarto d'ora che chiuse l'Incontro, Perucchetti salvò ancora la sua squadra, mentre il giuoco immiseriva sempre più e perdeva d'efficacia la pressione juventina. Al 45.0 Borei potè scartare uno dei suoi guardiani e scoccare un tiro da goal, ma il portiere bresciano parò ancora, in presa. Tutto finito. Il fischio dell'arbitro fu allora il segnale per quelli del pubblico. Luigi Cavallero.

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