La solenne chiusura dei Litoriali invernali che hanno visto trionfare Milano sulla neve e Torino sul ghiaccio di Enzo Arnaldi

La solenne chiusura dei Litoriali invernali che hanno visto trionfare Milano sulla neve e Torino sul ghiaccio La solenne chiusura dei Litoriali invernali che hanno visto trionfare Milano sulla neve e Torino sul ghiaccio Bolzano, 4 mattino. Bóle, sole in tutta Bolzano, ieri mattina. Sole e bandiere. Bandiere in ogni balcone, ad ogni finestra. E manifesti inneggianti al Duce, al Fascismo, alla gioventù fascista. Manifesti che ovunque avevano trovato lo spazio da dove lanciare le loro parole di fede, di passione, dalle colonne degli edifici pubblici al piedistallo della statua al barbuto menestrello Walter. Ovunque l'occhio si volgesse vedeva un segno nuovo dell'italianità di Bolzano latina. Alle 10,30 era terminato il movimento delle vie cittadine: ognuno aveva raggiunto, disciplinatamente, il suo posto nelle file. L'ammassamento era compiuto. Gli smaglianti costumi degli universitari, le balde divise dei Giovani Fascisti, gli abiti severi delle organizzazioni del Regime erano raccolti all'ombra dei gagliardetti e delle fiamme, segnando il percorso della sfilata, dal monumento della Vittoria alla Piazza Vittorio Emanuele. Romanità e Fascismo Candido, stagliantesi sulla verde parete della Mendola, il monumentale arco romano che il Fascismo ha elevato sul confine della Patria, alla memoria dei Caduti, raccoglieva intorno a sè le autorità politiche e militari e le schiere elette della gioventù sportiva. Innanzi alle sublimi effigi dei martiri Battisti, Filzi e Chiesa sventolavano i gonfaloni delle università, i gagliardetti delle organizzazioni fasciste di Bolzano, ed un'ondeggiante scritta che sovrastava la salda legione del GUF di Padova. Gli alfieri facevano cerchio al tavolo su cui scintillavano i premi dei vincitori dei Littoriali. Un irrompente grido di « Duce! Duce! » ha accolto il gruppo delle autorità, mentre saliva la scalinata. Attorno al Dott. Cardini, membro del Direttorio del Partito, che rappresentava S. E. Starace, erano il prefetto di Bolzano S. E. Mastro Mattei, il comandante la divisione del Brennero gen. Gerbino Promis, il Segretario federale di Bolzano Tallurigo; S. E. Dompieri Commissario prefettizio di Bolzano, il comandante la 45.a Legione Alto Adi-, ge, gli on. Dalla Bona, Miori, Carretto e Chiesa, i federali di Trento, Verona e Vicenza, nonché, naturalmente, il Vice segretario dei GUF Console Poli. Il Console Poli, appena il dott. Gardini ebbe asceso il vertice della scalinata, comandò il « saluto al Duce! », a cui fece eco il triplice « A Noi! » fedele ed appassionato delle legioni giovanili. Suonò, quindi, nell'aria tersa, la parola del rappresentante del Partito, che parlò da giovanissimo gerarca, da pioniere del movimento universitario fascista, da profondo conoscitore della gente dei monti dell'alto Adige, quale egli è. Ai goliardi rivolse l'elogio per la disciplina e la saldezza morale e fisica affermate nella gara di Ortisei; ai Giovani F<iscisti inviò l'incitamento di continuare, durante le prove che in Val Gardena li attendono, la missione cosi lodevolmeìite compiuta dai camerati universitari; agli sportivi ricordò le recenti imprese di Demetz è Holzner, sciatori di queste vallate. Con voce squillante il Console Poli chiamò poi i vincitori delle gare di Ortisei a ricevere dalle mani del rappresentante del Partito il premio del loro affermato valore. Salirono per primi i rappresentanti dei GUF di Milano e Torino, che hanno conquistato il diritto di fregiare l'asta dei loro gagliardetti della fiamma azzurra di Littore negli sport della neve e del ghiaccio. A loro seguirono i vincitori delle varie gare individuali e di squadra. Tutti ricevettero, insieme all'elogio del gerarca, l'applauso cameratesco dei compagni di GUF e di coloro con cui, nei giorni scorsi, combatterono la leale battaglia sportiva. Parata sportiva Terminata la breve e severa cerimonia, il gruppo delle autorità lasciò, a passo militare, il monumento alla Vittoria e, percorrendo le vie di Bolzano, tutte palpitanti di fede fascista, si recò, dopo una sosta alla sede del Fa scio « Arnaldo Mussolini », in piazza Vittorio Emanuele, dove un podio fasciato dai colori della nostra bandiera era stato eretto. Appena i gerarchi ebbero asceso il palco, si iniziò la sfilata, che fu aperta dalle bande dei Carabinieri e dei Giovani Fascisti di Bolzano e da reparti della Divisione «Brennero ». Passarono per prime le falangi universitarie, reduci da Ortisei, con alla testa i drappelli delle Accademie Militari di Torino, Modena, Livorno e Caserta ed il manipolo del G.U.F. degli studenti all'estero; poi venne la balda e variopinta falange dei Gruppi Universitari. Meravigliosa parata di forse sportive, giovanili, che ogni anno i « Littoriali » adunano e che, ora è una settimana, già aveva gridato a Umberto di Savoia la sua fede fascista e il suo vigoroso entusiasmo. Ad essa fece seguito un'altra legione di goliardi sciatori, quella dei G.U.F. del Veneto, Vicenza, Padova, Trento, Verona, Bolzano, Merano. Poi ecco apparire le aquile d'oro delle Federazioni di Bolzano e di Verona, scortate dai Giovani Fascisti di quella città, e, di seguito, le fiamme giallorosse dell'Alto Adige, Bressanone, Fortezza, Chiusa, Vipiteno, Val Venosta, Pusteria, Gardena, Di Sole, Passiria, Isarco, Brennero. Sono i giovinetti di vent'anni che aprirono gli occhi alla vita quando una bandiera straniera sventolava sulle loro case, che sentono nella nuova Italia il fragore delle armi, che conobbero presto quale era la loro vera Patria a loro ridonata dal sangue degli Eroi. E, dietro a loro, gli Avanguardisti, i Balilla e le Piccole Italiane, chiamati sotto il segno della nuova stella, già tutti nostri, già con l'anima ed il cuore educati alla fede ed alla disciplina del nuovo verbo. Quindi le associazioni combattentistiche e patriottiche, il Nastro Azzurro, i Volontari di Guerra, gli alpini delle Alpi Retiche, i fanti gloriosi, i bersaglieri leggendari che passano di corsa con la fanfara in testa, gli arditi che sguainano il pugnale levando il braccio nel saluto romano. Due idealità Poi i Gruppi rionali, i veterani del lavoro, i Sindacati con i cartelli: « La Patria non si nega, si conquista! » e «Viva il Duce, primo operaio d'Italia». Le bande dell'Alto Adige; chiù dplpdseltpFcthcReggsvdmcgdddsc i vigili e i dono l'imponente corteo pompieri di Bolzano. Quanto è durata la meravigliosa sfilata t Mezzogiorno è suonato da un pezzo. Quanti volti di eroi, di goliardi, di adolescenti, di valligiani sono passati davanti ai nostri occhi, abbacinati e sbalorditi? Ventimila! Forse di più. La manifestazione grandiosa, sbalorditiva, ha affermato in modo concreto, inequivocabile, l'imponenza delle opere difficili e grandiose compiute dal Fascismo nell'alto Adige. Si dica quél che si vuole oltre i confini, non ci interessa. Noi abbiamo visto. E con noi ha visto il rappresentante del Partito, che, partendo da Bolzano, porterà a Roma il ricordo e le prove del lealismo e della fede dell'italianissimo Alto Adige di Claudio Druso. Di fronte a tanta grandezza e bellezza, il nostro cuore di sportivi ha esultato, che ancora una volta una manifestazione di sport ha dato spunto ad una meravigliosa affermazione politica. E, quasi a tenere congiunti i due concetti, mentre a Bolzano il raduno grandioso si svolgeva, sul trampolino di Vallelunga, a Selva, i saltatori chiudevano i Littoriali della neve con le loro gare. Nel pomeriggio, poi, le squadre di hockey di Roma e di Padova ripartivano col dott. Gardini per Ortisei, dove disputavano la finale del torneo, mentre quelle di Torino e di Milano rinunciavano alla loro partita, dividendo cameratescamente il terzo posto; tanto il risultato non avrebbe potuto portare mutamenti alla classifica collettiva, ormai chiusa con la vittoria dei torinesi. Enzo Arnaldi