Il prolungarsi dei negoziati per il viaggio di Flandin e Laval

Il prolungarsi dei negoziati per il viaggio di Flandin e Laval Il prolungarsi dei negoziati per il viaggio di Flandin e Laval Londra, 29 notte. Il prolungarsi dei colloqui fra Flandin e Lavai ed il signor Campbell Consigliere dell'Ambasciata d'Inghilterra a Parigi, convince il pubblico inglese che la preparazione del convegno anglo-francese di venerdì prossimo non è ancora completata. Londra, dal canto suo, passa in rassegna i problemi che dovranno essere discussi, ma sembra che qui si attenda con impazienza il rapporto dell'Ambasciata di Parigi onde conoscere le precise intenzioni della Francia, e giudicare quali probabilità di successo avranno le conversazioni imminenti. Si riconosce francamente che si tratterà qui di conciliare un massimo ed un minimo, ossia, il minimo delle esigenze francesi in fatto di sicurezza, col massimo delle concessioni che a queste esigenze potrà fare l'Inghilterra. Secondo alcuni scrittori il Governo inglese si proporrebbe di sormontare molti degli ostacoli esistenti, proponendo che si discutano simultaneamente le questioni della sicurezza francese, del riarmo della Germania e delle garanzie della pace internazionale. Secondo il collaboratore diplomatico della Star il governo britannico farebbe alla sicurezza europea le seguenti concessioni: 1) Riaffermerebbe gli impegni di Locamo mediante promessa di immediata assistenza aerea; 2) Approverebbe i principi del Patto di Roma e parteciperebbe ai consigli delle Potenze in caso di minaccia dell'indipendenza austriaca; 3) Parteciperebbe ad un piano di garanzie collettive destinate a controllare l'esecuzione di un eventuale accordo sulla liquidazione degli armamenti. Lo stesso scrittore aggiunge che allo scopo di imporre quest'ultimo punto il governo inglese contemplerebbe un piano di azioni graduali, diplomatico finanziario economico, piano che condurrebbe, in ultima istanza, a sanzioni navali contro la Potenza violatrice dell'accordo. Vi è ragione di credere che l'informatore della Star pecchi di ottimismo. Non si scorge alcuna intenzione da parte dell'Inghilterra di assumere impegni precisi di intervento ; non si esclude che l'Inghilterra consenta ad impegnarsi ad intervenire con la sua aviazione nel caso in cui aeroplani nemici bombardino il territorio francese; ma Lavai, al tempo stesso potrebbe essere avvertito che questo impegno non contraddice il Patto di Locamo in quanto si applica alla Francia qualora sia aggredita dalla Germania ed alla Germania qualora sia aggredita dalla Francia. Riuscirà, Lavai, a fare pencolare la bilancia del Patto di Locamo dalla propria parte? Si potrebbe dubitarne se però Berlino non continuasse ad accentuare le inquietudini francesi, senza riuscire ad impedire che eBse si comunichino anche all'Inghilterra. Oggi il corrispondente da Berlino del Times avverte i lettori che le forze militari della Germania ed il suo senso di indipendenza stanno costantemente aumentando. « I termini — dice il giornalista — della concezione tedesca della uguaglianza, aumentano rapidamente come le cifre di un tassametro ». Lo scrittore aggiunge che a Berlino si parla già di abolizione della Bona demilitarizzata sul Reno, della rimozione delle misure restrittive della navigazione ufficiale e della restaurazione delle colonie. Non si può quindi in alcun modo escludere che anche l'Inghilterra, a dispetto della sua serenità, non finisca per essere colta da inquietudini e per riconoscere il buon fondamento di quelle fran. cesi. Si pretende stasera che la presenza del Presidente del Consiglio Flandin ai colloqui di Londra è dovuta alla intenzione della Francia di condurre a Londra trattative parallele. Flandin intenderebbe esaminare qui a Londra la possibilità di creare circostanze commerciali così favorevoli da permettere la stabilizzazione delle valute. Si attribuisce al Presidente del Consiglio francese il proposito di addivenire ad un'intesa prima con l'Inghilterra ed in un secondo tempo di comporre un patto a Washington allo scopo di persuadere Roosevelt di non procedere ad ulteriori svalutazioni del dollaro. Questi propositi di Flandin erano stati smentiti in Francia, ma qui si ritiene che tali problemi saranno affrontati, basandosi sul fatto che si troveranno a discutere, insieme, MacDonald e Chamberlain. Su tali problemi, in vista della visita dei ministri francesi, è stato oggi dettagliatamente informato il nostro Ambasciatore Dino Grandi, nel corso del suo colloquio, avuto nel pomeriggio al Foreign Office, con Simon. Il Governo inglese ha posto il governoitaliano — per il tramite di Grandi — pienamente al corrente dello stato attuale delle conversazioni anglo-fran- cesi- _ _ R. P. vdhilstepGrsdcnpGnmslataactpcndlFtnsszMdzscGndrspps9P?wiflni di Lavai a àia Camera Parigi, 29 notte. In fine di seduta, avendo l'onorevole Franklin Bouillon domandato alla Camera di fissare la data della discussione dell'interpellanza da lui presentata sulla politica estera, il Ministro degli Esteri ha chiesto ed ottenuto il rinvio della medesima. Dov)o un breve intervento dell'interpellante per esortare il Governo alla prudenza nei prossimi colloqui di Londra, Lavai salì alla tribuna e fece, applauditissimo, le seguenti dichiarazioni : * Una Francia indebolita conterebbe meno amici, una Francia isolata sarebbe meno forte. La pace non ci guadagnerebbe. « Noi vogliamo prendere la nostra parte — una larga parte — nell'organizzazione solida della pace in Europa; ma non concepiamo la pace senza le garanzie della sicurezza. Non abbiamo nessuna concezione egoistica. Questa sicurezza, alla quale tutte le Nazioni hanno lo stesso diritto, noi la chiediamo per tutti. Raramente la politica estera fu più attiva che non nelle ultime cinque settimane. Importanti accordi sono intervenuti, dei conflitti sono in via di pacificazione, una nuova atmosfera che deve rendere più facile il riav- SdntptBRnlpfntazsdqmlrtotpslcrbsqrmcaptilatsvurfsvrmclmllabumzscrp vicinamente necessario tra i popoli tende a crearsi. « Oso dirlo con fermezza: la Francia ha rappresentato in questa circostanza il compito che la sua tradizione le insegna. Alcuni giorni fa, a Roma, è stata suggellata in modo solido e che devo essere duratura l'intesa fra due grandi popoli fermamente decsi, come i loro Governi lo hanno solennemente dichiarato, a * collaborare con spirito di scambievole fiducia al mantenimento della pace generale ». Le conversazioni che avremo a Londra fra qualche giorno si ispireranno all'amicizia sempre più stretta che deve unire Francia e Gran Bretagna. Noi sappiamo che la nostra sicurezza è indispensabile al mantenimento della pace in Europa, sappiamo, e lo si sa pure all'estero,- che la Francia è sempre pronta ad apportare il suo concorso reale ed effettivo a qualsiasi sforzo internazionale per il consolidamento della pace ». Le dichiarazioni di Lavai sono state, come dicevamo, vivamente applaudite e in particolare là dove concernono gli accordi di Roma. I giornali continuano intanto ad occuparsi del viaggio a Londra, accennando fra l'altro ai negoziati finanziari che Flandin condurrà col Governo britannico, similmente alle conversazioni Laval-Simon. Il fatto che il Consiglio dei Ministri di questa mattina sia stato preceduto da una conferenza tra Flandin, il ministro GermainMartin, il governatore della Banca di Francia ed uno dei più alti funzionari di quest'ultima, induce questi ambienti finanziari a supporre che a Londra i rappresentanti dei Governi britannico e francese esamineranno il problema monetario mondiale in rapporto al momento per il ritorno all'oro, che sembra delinearsi a Washington. In sede politica le posizioni franco-britanniche restano press'a poco quali le abbiamo esposte sino a ieri. La rinascita militarista tedesca Si chiede il servizio obbligatorio per tutto il popolo Berlino, 29 notte. Alla vigilia del viaggio di Flandin e di Lavai a Londra, i giornali continuano ad esprimere il punto di vista e l'at teggi amento della Germania che è sempre della più diffidente e scettica attesa di fronte alla politica dei patti. Un importante articolo pubblica "il Borsen Zeitung sul programma della Reichswehr nel 1935, dovuto alla penna del maggiore Jost del ministero usila Reichswehr, articolo che, sia per la personalità a cui è dovuto, sia per il fatto che è riprodotto da parecchi giornali, va messo in un certo rilievo. L'au tore, mettendo in rapporto il secondo anniversario della fondazione del nazionalsocialismo con il quarto anniver sario della nascita della conferenza del disarmo, dice che lo scopo effettivo di quest'ultima era in sostanza quello, come i fatti hanno dimostrato, di tenere la Germania in uno stato di minor diritto, di limitata libertà e di permanente insicurezza; il contrasto fra questi obiettivi della conferenza e la rinascita nazionalsocialista è quello che ha portato al fallimento della conferenza stessa e all'uscita della Germania dalla Società delle Nazioni. Si vuole ora che la Germania torni a Ginevra e si riesuma perfino la formula del dicembre 1932, dimenticando però che questa formula contiene un paragrafo il quale chiede alle Potenze una conside revole riduzione degli armamenti, dimenticanza che è comprensibile dato che da allora in qua la situazione degli armamenti è totalmente mutata. Dappertutto si è potentemente armato intorno' alla Germania e alla rete quasi inestricabile degli accordi e delle alleanze militari si sono aggiunti altri accordi e altre alleanze dal Patto orientale a quello di Roma. « Ora — osserva lo scrittore — è strano che si adoperi il metodo di spaventare la Germania con lo spettro di un isolamento; 11 concetto della sicurezza di uno Stato non è un concetto fisso, ma dipende sempre dai fattori di sicurezza militari e politici degli Stati vicini; se questi sono incessantemente rafforzati e allargati, ciò non può a meno di avere ripercussioni nelle richieste di sicurezza di uno Stato il quale si trovi in una posizione centrale come la Germania. Queste verità lapalissiane dovrebbero tener presente coloro che senza posa armano e chiedono alla Germania come anticipo per l'abolizione della quinta parte del Trattato di Versailles la sua firma sotto il Patto orientale e sotto quello della garanzia per l'Austria ». I giornali poi mettono in rilievo oggi un opuscolo del maggiore Foertsch del ministero della Reichswehr su «Le for ze armate nello Stato nazionalsociali' sta », pubblicazione che riassume una conferenza tenuta tempo fa dall'autore davanti alle organizzazioni del par tlto. L'opuscolo è preceduto da una prefazione del ministro della Relchs wehr von Blomberg. La tesi dello scritto è che vi è una perfetta fusione e una assoluta unanimità di intenti fra la Reichswehr e il partito nazional socialista. Degna di nota è anche la conclusione che « l'avvenire chiede il servizio obbligatorio generale nel più largo senso della parola, il servizio obbligatorio per tutto il popolo, il dovere della difesa e il diritto della difesa stessa ». G. P. davbCbdLmsindsidemumcineveducodi4lae laepdiexchagTMne seacacadteqogsacodsostdannnbpdradmsvnvdgcqcsctcinistasccgradFmggTlzfiftnssddpsnhltsdtbglrtdcmfictcsdpts

Persone citate: Campbell Consigliere, Chamberlain, Dino Grandi, Franklin Bouillon, Jost, Laval, Macdonald, Roosevelt