LA MEDICINA

LA MEDICINA LA MEDICINA paquscsigmereCura della paralisi infantile Il prof. Pettit, dell'Istituto Pasteur e membro dell'Accademia francese di medicina, ha riportato alla ribalta — in un'importante seduta della Reale Accademia di Medicina di Torino — il problema della cura di una grave ma-. lattia che predilige i bambini al di sotto sodei dieci anni e, quando non uccide, !nasuole lasciare gravi postumi nei colpiti: inela poliomielite anteriore acuta o para- ! " Usi spinale infantile. ' paFortunatamcnte tale malattia, che è chcontagiosa e per lo più a carattere ep:-rìl demico, da tempo in Italia non compare : nuche sotto forma di casi sporadici, tanto scche le voci messe in circolazione, tal- i apvolta verso l'estate, di epidemie nei mpressi di stazioni climatiche, sonoi sempre risultate all'atto pratico com-|di pletamente destituite di fondamento e prdettate dalla malafede della concorren- ìvoza alberghiera straniera. Ciò non toglie che contro tale malattia debbano essere sempre appron l'ereco: dotate le misure profilattiche opportune. '11 nella disgraziata ipotesi di una sua im-1 spportazione dall'esterno, e che il pubblico sia informato del suo subdolo modo di insorgere, per non trascurare di portare tempestivamente i piccoli malati al medico, cui spetta pure di conoscere e mettere in attuazione al più presto le cure risultanti più idonee alla luce attuale della scienza. La poliomielite è dovuta ad un'infezione provocata da un virus specifico. .u, I che predilige come sua roccaforte il j L'midollo spinale, insediandosi in quella] parte anteriore di esso, che è costituita da sostanza grigia, particolarmente là donde si dipartono certi nervi, che prc-|21siedono al movimento degli arti info-1 Pariori e superiori, infiammazione ta raS»la inpoi " lEliterazione e distruzione proprio di quei; (Pnuclei che costituiscono le origini deiiTocitati nervi di moto; sicché, mozzate! (Fle loro radici, anche quei nervi cadono!min degenerazione. A loro volta, i mu- [scscoli destinati al movimento, non rice- ' riovendo più impulso nervoso, a poco a dopoco si atrofizzano; sicché le gambela più non reggono, le braccia si paraliz- snano mLa malattia può venire trasmessa 21non soltanto da inalato a sano, ma an-jGche per mezzo dei cosidetti portatori sadi virus, vale a dire di individui, che, seessendo stati a contatto di ammalati. :casi sono inquinati del virus, senza tut- zi tavia ammalare. pogiL agente della poliomielite penetra aenell'organismo umano attraverso l'ap- parato respiratorio e forse anche per il digerente e raggiunge più tardi il .io(o° „ „„„ ,.„ ,T t • T >• Rsistema nervoso centrale. I periodi di ,amaggiore diffusione si hanno nell està-1 alte ed in autunno; l'inverno col suo ri- ragido freddo pare che attenui l'azione | zinociva del vinta Come si è detto, il punto d'arrivo dei nefasti della malattia, quando non uccida, per lo più attraverso la paralisi del respiro, consiste nella paralisi dei movimenti di qualche arto, sia di una gamba o di un braccio o di più membra. Ma prima di arrivare a provocare tali conseguenze, il male attraversa uno stadio iniziale, che, peraltro, non ha sicure caratteristiche evidenti e può essere confuso come segno preannunciatore di un'altra malattia, quando non sia in corso un'epidemia che vi richiami l'attenzione. Difatti, dopo pochi giorni di incubazione, la poliomielite esordisce con male di capo, febbre, abbattimento generale; qualche volta anche con vomito e diarrea, oppure con manifestazioni bronchitiche o simulanti un'enterite. Talora si inserisce nel quadro sintomatologico un'angina. I malati sono sovente agitati e mostrano una partico'are ipersensibilità, mentre hanno tendenza a sudori prò fusi. Sono questi ultimi disturbi. mqucumqndtoaptddzLaqanttcpz«lrpjn dvero non specifici, che avviano per lo|cpiù, quando esistono, alla diagnosi precoce, che ha maggiori probabilità di essere stabilita se contemporaneamente compaiono certe contrazioni spontanee alle gambe ed alle coscie dei piccoli malati, in quei punti, cioè, che bsssono destinati a cadere poi inerti nella'|forma oaralitica. Le paralisi sono'sempre-preeedute da una dimmuzionc del tono dei muscoli, da una certa de- C'bolezza di essi, che per lo più comincia dopo la caduta della febbre. Succede poi un periodo di relativo miglioramento, in cui si può avere persino la regressione di qualche forma paralitica: infine si perviene al cosidetto stadio terminale nel quale si rilevano i postumi definitivi dell'infezione, consistenti nella perdita di funzione di un intero arto o di una parte di esso, e per lo più della muscolatura di una gamba o di una coscia.Ne conseguono disturbi gravissimi nella deambulazione, talora deviazioni nella impalcatura scheletrica, specie per anormali incurvamenti della colonna vertebrale, piede equino. I tentativi di cura fin'ora sono stati numerosi." Óltre "al migHoramento "dei ! mezzi di ordine chirurgico-ortopedico per la correzione degli esiti finali della malattia, era naturale che si pensasse a scoprire la cura per impedire proprio l'insediarsi di tali alterazioni. Si è arrivati, così, a constatare che le iniezioni di siero ottenuto dal sangue prelevato a soggetti che avevano su "lperato la poliomielite, eseguite 1»^ cemente, sono sovente atte ad arresta-re il male. E' evidente, dunque, che il | virus infettante è capace di stimolare la formazione nel sangue del colpito di sostanze antitossiche specifiche, al pari di altri agenti per altre malattie. La difficoltà della raccolta di grandi quantità di siero di convalescente per scongiurare eventuali epidemie ha consigliato il Pettit a produrre artificialmente tale siero, infettando animali recettivi alla malattia. A ciò è riuscito iniettando loro una soluzione di poltiglia di midollo spinale dl mortl di poliomielite, prelevato nei Punti ove si annida di preferenza " virlla invisibile. Oggi il Pettit prepara e distribuisce gratuitamente an- che ai nostli ospedali, con alto senso rìl solidarietà umana, siero antipolionuelitico proveniente da cavalli e da scimmie, siero che, per una scientifica applicazione terapeutica, viene esattamente titolato. Secondo il Pettit e le testimonianze di altri studiosi, tra i quali il Casazza, primario dell'Ospedale Amedeo di Savoia Pcr malattie infettive di Tonno, 'effiracia del siero cosi preparato sa rebbe superiore a quella del siero di ! convalescente, e per lo meno avrebbe dosabile. Dott. V. 1 pregio di essere più facilmente a disposizione del medico e più esattamente DgSGacpcSansnlrpldcsldnov

Persone citate: Pettit

Luoghi citati: Italia, Torino