Anarchia e brigantaggio in Abissinia

Anarchia e brigantaggio in Abissinia Dorè i secoli sono passati invano Anarchia e brigantaggio in Abissinia L'episodio di brigantaggio avventi- pto sulle rive desolate del lago Abbc,\sncila Somalia francese, è giusto che\cabbia suscitato, in Francia e fuori,'sun'ondata d'indignazione. ì AMa non altrettanto giusto sarebl>e rsbalordire di meraviglia nel vedere mche un atto brigantesco possa essere scondotto, come questo, da una forza', gdi quasi duemila uomini tutti rego- zlarmente armati come una milizia1 dstatale. I semplici d'animo e di cer-\Rvello, o anche soltanto coloro che non han proprio speso il loro maggior tempo a studiare le cose etiopiche, e tanto meno a passeggiare l'Etiopia, scEpbisogna che si decidano a compiere Ungrosso sforzo che ci vuole per ammettere, e credere possibile, che esista ancora al mondo, e in pieni rapporti ufficiali con tutte le più grandi Nazioni civili, un Paese nel quale la distanza che normalmente passa altrove tra l'espressione brigantaggio e l'espressione Stato è ridotta così al minimo da arrivare, molte volte, a confondere quasi insensibilmente l'una cosa con l'altra. Questo Paese ltsvcpmda nera favola, che viceversa è una\, ìprecisamente lo stesso effetto che [avrebbe un Paese ove la legge della ! boscaglia o della strada maestra fos ; se legge del Re, tangibile realtà compresa entro la rosea cornice ginevrina, è appunto l'Etiopia, La quale, per quel rispet-l Mto protocollare che si deve a tuttiì&ipoteri costituiti, potrebb essere raf-i figurata cosi: un Governo di galanA Utuomnii ermeticamente chiuso da■ cuna profonda fascia di predoni. Ciò, iche, allatto pratico, per quel chc\d\riguarda, i con atti coi vicini (di dnord, di sud eh est, di ovest) ha\bCome dieci secoli fa Quadretti. Nel febbraio del 1928 io m'imbarcavo a Massaua per Gibuti, ed era con me, sul « postulino » italiano che fa la spola fra Suez e Das es Salam, ldTgcspcd portando e raccogliendo gente, polsta, merci, in tutti i porti e porti- \ ciuttoli d'Arabia e d'Africa, compresi' su quella rotta, quel Ras Gugsa. Araià, signore di Macallè, di cui fu-\ rono già universalmente narrate lei molte spiacevoli avventure di vas-ì salto del Negus e di nemico del Ne- gus, culminate poi con il suo divor- zio dalla Uitzerò Sciasc Work, pre- diletta cugina dell'Imperatore. Queh Ras Gugsa Araià, morto due anni ori sono, di tisi, mentre si avviava ancora da Macallè al Mar Rosso, via Eritrea, sperando d'arrivare in tempo a condurre il suo organismo sfi- nito sino alle miracolose aure del l'alta montagna europea Qui, intanto, cade opportuno sottolineare il fatto, d'apparenza così strana, che il Governatore d'una provincia etiopica, per andare alla sua capitale, sia costretto a servirsi del passaggio attraverso un possedimento straniero, una navigazione di quattro giorni, e uno sbarco in un'al tra terra non sua (se avete una carta sott'occhio fate correre il dito da \Macàaè an>Asinara, dall'Asinara Massaua, poi giù giù per tutto il Mar Rosso del sud, fino a Gibuti) Metro questa apparente "assurdità &è forse u ìà efficnce fm tutte le ibm rivcUtsÌQn[. di aueu0 ohe sia UEtio ia dal to di vista delìe sue comunicaz[oni interne. Rivelazione se ne , ta automaticamente dietro un>aUra. qxiem cìoè) d>lmo dei iu clamorosi indisu della sua barbarie costuUzionale. Sono secoli sccolorum, ormai, che la Civiltà s'è identificata con la Strada. E il Governatore d'una parte del Tigre, cioè d'una delle Provincie più gelosamente care della storia etiopica, per rispondere alla chiamata del suo Sovrano, fa assai più presto a passare per lungìie complicate strade dell'estero, che non a filare, pur con tutti i mezzi di privilegio a sua disposizione, per linee interne. Le strade che avviluppano e interse» cono tutto il mondo, i mezzi di tra sporto moltiplicati al quadrato, le ali che solcano tutti i cieli, si suol dire che abbiano ormai ridotto la superficie terrestre a proporzioni da, far ridere. Ed è vero. Soltanto, bi sogna fare una eccezione per l'Abis sinia. Essa è ancora oggi così gran de come era (salvo le amputazioni fattele subire dall'Europa) cinque e dieci secoli fa. La disavventura di Franchetti Ma volevo parlarvi d'un tipico episodio di vita politica abissina; a contatto del quale si vedrà di che strani colori si vesta la parola brigantaggio quando si abbia a che fare con gente di laggiù: sudditi o Principi che sieno. Ero dunque partito da Massaua con Ras Gugsa Araià, che aveva al suo seguitò il degiacc Belai e il degiace Negussé; due grossissimi pez- zi della gerarchia etiopica. Degiaco vien subito dopo Ras. Fra- Massaua ed Assdb, con punta a Hodeida, avevo avuto modo di accostarmi a più riprese all'ambiguo enigmatico spirito dell'Abissinia più vera: quella, cioè, per la quale i secoli sono inutilmente passati sul quadrante della storia umana. Ma ad Assab la mia diretta conoscenza con questa psicologia tutta fatta di sotterfugio e di malizia, doveva essere servita da un « documento » illustrativo come pochi altri. Questo. Da parecchie settimane, nell'immediato retroterra di Assab, si trovava accampato il Barone Raimondo Franchetti, l'avventuroso gentiluomo che alla tragica Dancalia doveva poi donare uno dei libri più coloriti e istruttivi. Egli era sbarcato su quella costa col proposito di spingersi nell'interno, verso il Sultanato dell'Aussa, per compiervi un'esplorazione di carattere scientifico. Conoscendo bene di che panni vestissero i varii capi abi-ssiiii di quel territorio, il Franchetti si era munito di tutti i possibili sacramenti ufficiali, che andavano dal passaporto italia, no, che qualificava il viaggiatore co| »ie un privatissimo borghese qua'■ lunque, al sigillo del Negus: l'allora Tafarì Maconn'vn, Così fornito, l'esploratore aveva creduto lecita la : speranza di poter subito attraversare il confine tra la Dancalia italiana ' e quella etiopica, confine che corre ; (sulle carte) a sessanta chilometri \ dalla costa. Speranze buttate. Da dodici setti! mane giuste, egli era bloccato nelle j vicinanze d'Assab in attesa che il ! Governatore dell'Eritrea gli faces| se pervenire l'autorizzazione a muo■ versi; e il Governatore, per darglieli la, aspettava, a sua volta, che da | Addis Abcba lo informassero della | fine di una grave nuova crisi di brigantaggio scoppiata, da oltre quattro mesi, in tutto il territorio confinante. Le razzìe seguivano alle razzìe, gli assa-ssinii agii assassina, e nessuno avrebbe dato due soldi per la pelle d'un europeo che si fosse avventurato in quella plaga d'inferno. Tanto meno per la pelle d'un italiano. Tra i più feroci cerberi di quella porta etiopica primeggiava il Sultanello del Biru, diretto dipendente di Ras Gugsa Araià. Così stando le cose vi sarà facila NELL'INTERNO DELL'ETIOPIA SI VIAGGIA COSI' m QUANDO UN CAPO ABISSINO VIAGGIA: Soldati e schiavi al seguito d'un Ras allo sbarco di Gibuti.