Una visita alla officina della Quadriennale

Una visita alla officina della Quadriennale Una visita alla officina della Quadriennale Roma, 26 notte. Il 31 di questo mese, la stampa italiana e straniera sarà ammessa alla vernice della seconda Quadriennale di arte e gli ultimi giorni di preparazione della importantissima Mostra italiana sono caratterizzati da una febbrile attività, oltreché per collocare quadri, stampe e statue, anche per trasformare nuovamente il palazzo dell'Esposizione, alla cui decorazione interna hanno sovrainteso gli architetti Pietro Aschieri ed Eugenio Montuori. Un nuovo portale monumentale è in via di costruzione sotto il grande arco d'ingresso, e nell'interno i lacunari dell'architettura di Pio Piacentini scompaiono gradatamente sotto i rivestimenti, svaniscono dietro velari che diffondono una luce uguale in tutte le sale. Pietro Aschieri cui si dovette l'indovinata rotonda centrale della prima Quadriennale, si è quest'anno orientato verso un più deciso senso scenografico, volgendo nella rotonda una semicupola modellata di chiaroscuri violenti, quali non c'è mai stato dato di vedere nella sua architettura. L'effetto scenografico è raggiunto in pieno, sebbene non si veda ancora quale sarà il definitivo carattere di questa cupola tagliata alla sommità, quasi come se mancasse della lanterna, e chiusa da un semplice velario a modo stesso delle altre sale. L'intonazione scura data alle pareti della rotonda sarà come un punto di partenza per giungere alla luminosità, alla ricchezza di colore delle sale dell'esposizione, a cui per ora è rigorosamente vietato l'ingresso. Fra pialle e martelli Si stanno appendendo quadri e collocando sculture; e attraversando i corridoi, si intrawede il balenare di qualche colore violento, si scorge una mezza figura, un semi paesaggio che sembrano ingegnarsi di farsi vedere il più possibile, nonostante il formale divieto; in certe sale deserte e silenziose, le sculture riunite in circolo sembrano continuare una placida conversazione, approfittando della pace che regna oltre le vietate soglie. Ma nella rotonda dell'antica « galleria delle nicchie », che quest'anno ha invece le pareti liscie e nude e accoglierà come la volta scorsa le sculture del Martini nel giardino in cui si sta montando una fontana di Paolo Venini, la pace regina è stata da un pezzo spodestata, e non si sente che martellare segare piallare, tutto il vociare, tutto il tramestare di cui può essere capace un mezzo battaglione di operai, anche disciplinati come questo che è agli ordini del generale Oppo. H quale, addaffarato, e seguito da un codazzo di ufficiali dello stato maggiore, marcia perennemente da una sala all'altra per seguire l'ammassamento dell'esercito delle opere d'arte, sulla linea di battaglia. Le sale del palazzo, così come si presentano, sembrano, in verità, quasi un campo di battaglia. Bocche di lupo, e ostacoli di tutti i generi a ogni passo, casse abbandonate in ordine sparso o allineate, come a formare un baluardo, mucchi di segatura che danno l'idea di scoppi di bombe, ogni volta che uno sbadatamente vi inciampi. E infine, a rendere più realistica la impressione, qualche... ferito portato sulle barelle o sulle carrette d'ambulanza: certe statue che sono state inviate smontate, e che vengono condotte alla loro sede con le braccia e le gambe pietosamente adagiate accanto al tronco. L'impianto generale dell'esposizione è identico a quello della prima Quadriennale, con la sola variante che quest'anno anche al piano superiore vi saranno alcune salette personali; un'altra dedicata ai bianconeristi, e con la aggiunta di alcune sale ricavate nel cortile adiacente alla caserma dei pompieri. Anche la disposizione di quelle che potremmo chiamare le navate laterali, è stata mutata, e in luogo della divisione non troppo razionale, dato che queste sale ricevono la luce di fianco, sono state realizzate delle pareti di pianta triangolare, che permettono di sfruttare al massimo la luce delle finestre. la cura posta dagli organizzatori per la perfetta riuscita della Quadriennale è veramente degna di lode piena. Da mesi le commissioni lavorano continuamente per la scelta delle ope- re e gli esami di ammissione sono stati frutto di lunghe discussioni, e gli esaminandi sono passati attraverso il Sobrietà e semplicità Al pari della volta scorsa, l'architettura ha avuto il compito di sistemare l'atrio, la rotonda, le scale, i corridoi intorno alla rotonda e il bar. La caratteristica principale di queste sistemazioni è l'assoluta semplicità e l'impiego di pochi e sobri toni di colore, quasi per sottolineare maggiormente che il regno del colore è nelle sale di esposizione. Sembra, per altro, che l'atrio debba essere decorato di pitture di Corrado Cagli, di cui per ora non ho visto traccia. Nella galleria trasversale, dove tre anni fa era stata ordinata la mostra delle principali Case editrici italiane, non si è trovato quest'anno posto per i libri. Non si sa con quanto vantaggio, poiché la galleria non può essere illuminata che artificialmente, e avrebbe potuto benissimo accogliere, come la prima volta, libri e sculture, dato che mettere là dentro dei quadri significa condannarli. Ma vi saranno certo delle ragioni che giustificheranno questo ostracismo alle librerie, dato che vaglio di commissioni di prima e seconda istanza, quando non sono andati addirittura in Cassazione. Non sono mancate le critiche premature sulla formazione o addirittura sul giudizio delle commissioni, il che a dire la ve- rità, mi sembra un po' esagerato, . tt . . '. er cne' a"raver- ' n- Renato Pacini li, il risultato di certi esami sembra sia stato reso noto prima del tempo, e questo può aver portato alle conseguenze delle critiche anticipate; ma può anche darsi che tali informazioni siano venute dà quei soliti « bene informati » che, a ragion veduta, ne sanno meno degli altri. Del resto, buoni o no, i giudizi delle commissioni; buone o no le critiche, la curiosità degli artisti, dei critici, del pubblico sarà ben preste soddisfatta. Ma già qualche occhiata indiscreta, gettata qua e là, per le sale, mi fa pensare che la seconda Quadriennale si presenta più fresca, più giovane, più interessante della prima.

Persone citate: Corrado Cagli, Eugenio Montuori, Oppo, Paolo Venini, Pietro Aschieri, Pio Piacentini, Renato Pacini

Luoghi citati: Roma