Nella vittoria norvegese nella "gran fondo,,

Nella vittoria norvegese nella "gran fondo,, GLI "ASSI „ DELLO SCI A GARMISCH PARTENKIRCHEN Nella vittoria norvegese nella "gran fondo,, Stupenda affermazione degli "azzurri,, di cui Scalei è stato il migliore Garmisch Partenkirohen, 28 mattino. Nonostante l'enorme sforzo fatto dai tedeschi, sia dal punto di vista numerico che della preparazione atletica, il primo atto della riunione preolimpica di Garmisch Partenkirchen indetta sotto il segno dei campionati tedeschi si è risolta al di fuori dello sci di Germania. La grande partita impegnata sulla bianca pista dei cinquanta chilometri si è giocata unicamente tra e genti dell'estremo nord d'Europa, norvegesi e finlandesi. Il tentativo di sorprendere una buona volta questi imbattibili avversari con un percorso estremamente accidentato, con numerose durissime salite e vertiginose discese, non ha servito allo scopo, dato che i nordici hanno saputo tenere ugualmente la testa e dato che l'unico risultato e stato quello di agevoare la vittoria degli sciatori norvegesi sui rappresentanti di Finlandia. Contro le previsioni Questa è la clamorosa conclusione della gara odierna, che ha sconvolto tutte le previsioni della'vigilia: la Norvegia infrange la tradizione stabilitasi n questi ultimi quattro anni e riafferma autorevolmente i suoi diritti anche nella più tipicamente atletica delle discipline sciistiche. Non si tratta di abbandonarsi alle solite più o meno giustificate deduzioni generalizzatrici, in seguito all'esito' di una sola gara: il risultato conseguito oggi dalla rappresentanza norvegese ha un carattere cosi compatto — tre uomini in gara, tre primi posti in classifica — e cosi risoluto è stato il comportamento di questi atleti dal principio alla fine della competizione, da apparire evidente che a spiegazione non va soltanto trovata nel fattore percorso. Tutti i tecnici sono concordi nel riconoscere che la vittoria dei norvegesi sui inlandesi dimostra in primo luogo una più accurata e più lunga preparazione. Si tratta di una ripresa in pieno dello ci norvegese nella specialità del gran ondo, ripresa destinata infallantemene a ripetersi, non soltanto, quel che pare ormai certo, nel prossimo concorso della F.I.S. nei Tatra, ma anche alle Oimpiadi del 1936, ove da parte finlandese non si sappia correre subito ai ripari, rinnovando in parte i quadri. Per quanto famosi appaiano i nomi dei componenti il sestetto finlandese, non si può, infatti, fare a meno di rilevare che oltanto tre di essi hanno saputo rimanere in lizza con energia fino alla fine della grandiosa battaglia: Nurmela, Karpinnen, Husu Mikko, i quali hanno uttavia terminato in condizioni visibilmente affaticate. Saarinen. Likkanen e Heikkinnen sono andati via via scomparendo dalla competizione per motivi apparentemente diversi (Saarinen, partito sesto, stanco di aver dovuto fare la pista; Likkanen per una rovinosa caduta in discesa, Heikkinnen senza giustificazioni speciali), motivi che si possono, però, tutti riassumere nella coscienza di aver perduto la partita. Tutti i ritiri hanno avuto, infatti, per protagonisti degli elementi che già si trovavano in ritardo e che devono aver avuto conoscenza di questa loro sfavorevole posizione da parte degli allenatori dislocati sul percorso. Il successo dei nostri Ma neppure questa tattica di togliere dalla competizione tutti gli elementi che potessero facilitare una qualsiasi affermazione dei « Meridionali » nei confronti dei « Nordici », è riuscita ad evitare il pericolo: al sesto posto della gara odierna, subito dopo il terzetto norvegese e i due migliori finlandesi, con un vantaggio di quasi cinque minuti sul terzo uomo di Finlandia rimasto n gara, si piazzava un rappresentante di un paese del centro alpino, e proprio del più meridionale, un italiano, l'a* zurro Giacomo Scalet. Anche se si astrae dal fatto di aver battuto un rappresentante di Finlandia e di aver diminuiti in modo impresalo nante il distacco di Lake Placid, l'affermazione di questo nostro atleta ha per noi un valore assoluto: primo dei rappresentanti dei Paesi non appartenenti al gruppo nordico. Evidentemente, conviene tener presente il fatto — e ciò soprattutto in vista della prossima riunione della F.I.S. nei Tatra — che alla competizione odierna non erano presenti 1 cecoslovacchi, i quali possiedono dei buoni specialisti nel gran fondo. In compenso, però, oltre al finlandese Mikko e a tutto il lotto dei tedeschi, il nostro Scalet ha battuto il campione di Polonia, Karpiel. Ma l'importanza dell'affermazione italiana è accresciuta dalla magnifica prova fornita da tutti gli altri nostri rappresentanti, che si classificano compatti fra i primi quattordici (ad eccezione di Stefanon riuscito 26.0.), ciò che è tanto più notevole se si tiene conto del fatto che 1 concorrenti assommavano oggi a quasi novanta. Particolarmente buona la prova di Demetz, che ha fatto sfoggio durante tutta la gara di un passo elastico e ritmato, quale soltanto i nordici hanno dimostrato di possedere. Vincenzo Demetz, che è ere-sciuto alla scuola del fratello Matteo, ha dominato nel gruppo immediatamente susseguente ai nordici per oltre i tre quarti della gara. Al 33.o chilometro il suo tempo era appena di otto minuti inferiore a quello del norvegese Vestad, che ha comandato la gara fino a questo punto. Ancora fino al 40.o chilometro Demetz ha continuato a marciare alla stessa poderosa andatura; successivamente, forse per la sua giovane età e la mancanza di esperienza in gare di questo tipo, egli ha alquanto ceduto, arrivando tuttavia al traguardo in ottima posizione e in condizioni di perfetta freschezza. De Zulian come pure Scilligo, alquanto lenti ad attaccare a fondo, hanno ripreso bene a partire dal 30.o chiometro, come dimostra il loro piazzamento all'arrivo: rispettivamente 13.o e 14.o. Dei tedeschi, battuto in pieno il detentore ufficiale del campionato di Germania sui 50 chilometri, Soemisch, finito al 22.0 posto, due soli hanno saputo inserirsi fra il nostro Scalet e Demetz, il bavarese Ponn e Rieke. Fra gli altri immediatamente successivi, troviamo al 14.0 posto, ex-aequo con Scilligo, un membro della squadra tedesca al Trofeo Mezzalama 1934: il dott. Ziegler. L'automobile battuta dallo sci La prova ha avuto inizio alle ore 8 allo Stadio Olimpico. Nella notte il cielo, da limpido che era, si è andato coprendo di nuvole e un'ora prima della competizione, appena in tempo per cambiare sciolina, incomincia a nevicare. Dopo aver assistito alla partenza del grosso — spettacolosa l'andatura iniziale dei finlandesi e, fra i nostri, quel la di Demetz — ci spostiamo con una automobile messa a disposizione dal Comitato organizzatore, per seguire la sponda opposta della vallo di Kaltenbrunnen. Nonostante il fatto che questo privilegio, che finora non ci era mai toccato in sorte, di correre in automobile sulle tracce dei concorrenti di una gara di fondo, sia riservato soltanto ad un piccolo gruppo di tecnici e di giornalisti, non crediamo sia il caso di menarne vanto: l'avanzata sulla via ingombra di neve e di autotreni militari è talmente lenta che all'arrivo a Klais, all'll.o chilometro, ci accorgiamo di essere stati... battuti da un terzo dei concorrenti. Arriviamo appena in tempo per veder svoltare lontano il duo finno-norvegese Nurmela-Vestad, partiti rispettivamente 45.o e 47.o, in piena battaglia. Passano, quindi, una serie di tedeschi pieni di volontà, ma privi di stile, a parte Rieke e qualche altro, poi transitano il polacco Karpiel e il finlandese Heikinnen, entrambi ottimi. Col numero 74 avanza quindi Demetz, che solleva viva ammirazione per la bellissima falcata del suo passo. Il percorso ripassa al 21.o chilometro nelle vicinanze di questa stessa località, in un punto estremamente interessante per il brusco succedersi di un breve tratto di discesa con un'erta salita. Saarinen scende accoccolato sugli sci e riparte veloce, rifiutando il rifornimento. Al passaggio del duo Nurmela-Vestad, il tempo di Saarinen, che ci era parso ottimo, è superato di 3' da quello del suo compatriota e di ben 4' da quello del norvegese. Subito dopo transita Scalet, con soli 2' di distacco da Saarinen. Scilligo, che segue, si lamenta che i suoi legni non scivolano sufficientemente. Passano altri tre finlandesi, minuscoli e sorridenti come dei giapponesi, Heikinnen, Nusu Mikko e Karpinnen, seguiti da un codazzo di supporters che appaiono preoccupatissimi e che gridano informazioni e consigli. Col numero 77 passa il norvegese Hatte Kaare, la cui andatura in salita è stupefacente. Demetz è fresco e pieno di slancio: agli incoraggiamenti rivoltigli dai connazionali, tra i quali i rappresentanti della nostra delegazione militare in divisa, col. Peroglio, tenenti Tornasi e Bosl, risponde con un crescendo pieno di brio. De Zulian (n. 78) è staccato da Demetz di quasi 8', che per altro saranno recuperati in buona parte. Infine 6 la volta di Stefanon, che appare in assai cattiva forma. Ci ricacciamo in macchina e via alla volta dello Stadio Olimpico, dove il percorso ripassa al 33.o chilometro. Qui abbiamo notizia del ritiro di Saarinen, che il finlandese giustifica col fatto di essere stufo di battere la pista: il suo tempo a questo punto (33.o chilometro) era di 2,26'57", contro 2,24'4" di Brodahl, 2,22'6" di Nurmela, 2,20'43" di Vestad. Quest'ultimo stabilisce a questo punto il miglior tempo assoluto. Il suo compatriota Hatte, che sarà il vincitore della prova, impiega 2,21*55". Demetz ha appena 8' di ritardo sul tempo migliore: 2,28'40"; Scalet 2,32'12". Lo Stadio Olimpico è ormai rigurgitante di pubblico: nelle tribune erette di fronte all'arrivo prendono posto alte personalità del Governo nazista: il ministro Goebbels e l'aiutante di campo di Hitler, generale Bruckner, nonché il capo supremo dello sport tedesco, ba- rone von TschammeE-Osten. Quest'ulti- mo, dopo avere assistito al passaggio spettacoloso di Demetz, scende sul campo per congratularsi personalmente col capo della nostra delegazione, ing. Albertini. Il primo a tagliare il traguardo è il norvegese Brodahl .accolto dagli « hurrà » dei suoi compatrioti, fra i quali figurano i famosi saltatori Birger Rund e Soerenssen. I finlandesi rimasti in gara fanno una pietosa figura nel corso delle ultime discese, che superano seduti sugli sci, quando addirittura non rotolano per il pendio. Il forte distacco che si registra fra i primi arrivi e gli ultimi dei tedeschi, fra i quali figurano diversi rappreseli tanti della classe dei veterani, i quali impiegano oltre cinque ore per coni- piere il percorso, fa sì che la giuria sia costretta a rimanere nello Stadio Olim- pico fin oltre le 14. La classifica, compilata con molto ritardo, vede, come si è detto in testa, con notevole distacco, i due norvegesi Hatte Kaare e Vestad. La brillante affermazione di Scalet e di Demetz ha vivamente rallegrato i dirigenti della nostra delegazione, i quali ne hanno tratto i migliori auspici per la prossima gara dei 18 chilometri, nonché per le prove di discesa. Guido Tonella Ordine d'arrivo 1. Hatte Kaare (Norvegia) in ore 3,38*46"; 2. Vestad Slcurd (Norvegia) 3,40'10"; 3. Brodahl (Norvegia) 3,47'7"; 4. Nurmela (Finlandia) 3,51'12"; 5. Karpinnen (Finlandia) 3,51*20"; 6. Scalet Giacomo (Italia) 3,58*24"; 7. Ponn (Germania) 4,1*17"; 8. Husu Mikko (Finlandia) 4,3'11"; 9. Rieke (Germania) 4,4'12"; 10. Demetz Vincenzo (Italia) 4,5'57"; 11. Karpiel (Polonia) 4,10' e 38"; 12. Freyse (Germania) 4,11'40"; 13. De Zulian Francesco (Italia) 4,14' e 12"; 14. Scilligo Sisto (Italia) 4,16' e 33"; 14. Ziegler (Germania) 4,16'33"; 16. Lenze (Germania) 4,16*41"; 17. Lesch (Germania) 4,17*50"; 18. Mayer (Germania) 4,19*31"; 19. Gaiser (Germania) 4,21*38"; 20. Olbrich (Germania) 4,22*27". Seguono altri sessanta classificati, fra cui Stefanoni Giuseppe (Italia) al litì.o posto, in 4,32'47".