Il vivaio delle spie nella Russia dello Zar di Italo Zingarelli

Il vivaio delle spie nella Russia dello Zar Ime memorie dtel generale JMiaar Jtoujje Il vivaio delle spie nella Russia dello Zar VIENNA, gennaio. L'interesse suscitato dal suo famoso libro « Spionaggio di guerra e industriale » ha indotto il generale Max Ronge — ultimo capo del delicatissimo servizio informazioni dell'esercito austro-ungarico — a pubblicare coi tipi dell'editore Johannes GUnther, in Vienna, un nuovo volume dal titolo « Meistor der Spionage ». Il Ronge scrive da militare: il suo stile talvolta apparo arido, ma la narrazione ha il pregio della fedeltà minuziosa. Un generale che voglia fare della storia non può e non deve essere un romanziere. La maniera di Edgard Wallace non può e non deve essere quella di Max Ronge. Inventino altri i casi mai verificatisi, creino altri le figure mai vissute: il Ronge parlerà di casi e di individui da lui studiati. Su! fronte russo Nella sua narrazione egli non rispetta neppure l'ordine cronologico: così come gli vengono sotto la penna, racconta episodi della guerra o del dopoguerra. La sua vera attività di guerra ebbe inizio nell'agosto del '14, sul fronte russo, a Przemysl. Va avvertito che la Monarchia non aveva preparato tutto con la necessaria diligenza: 10 studio fotografico dell'ufficio spionaggio di Przemysl bisognò montarlo in fretta e furia in una stanza della Questura, e per trovare una tipografia locale in grado di stampare manifestini in russo, un funzionario perde mezza giornata. Lo studio fotografico serviva ad eternare le effigi di persone sospette, o di confidenti, e a riprodurre documenti. Il Ronge ricorda di avere interrogato 11 primo ufficiale russo prigioniero, un capitano di Stato Maggiore, ai 24 di agosto: nella nebbia mattutina, il capitano era partito in automobile per il fronte assieme al generale del quale era aiutante di campo; cammina cammina, le linee dei propri avamposti erano state bellamente superate, e d'improvviso gli austro-ungheresi avevano aperto il fuoco, uccidendo il generale e il guidatore. L'ufficiale ed un ussaro si erano salvati per miracolo. Mesi dopo, il Ronge si trasferì a Teschen, dove l'I. r. Comando supremo aveva posto le sue tende. Durante le feste di Natale, l'ufficiale di collegamento tedesco, generale von Cramon, comparve un giorno alla mensa con l'aviatore tenente Rieger, esaltandone le imprese. Siccome il Rieger doveva proseguire, il Cramon pregò Ronge di rilasciare i documenti necessaril ed il Ronge ebbe l'impressione che non si trattasse di un ufficiale. Il Comando della piazza sbrigò tuttavia la pratica più presto dì quanto il Ronge non avesse voluto e la sollecitudine colla quale 11 Rieger si affrettò a partire costituì un nuovo motivo di sospetto. Venne allora diramato per telegrafo l'ordine di arrestare il valoroso aviatore tedesco, che infatti fu rintracciato e fermato: era un calzolaio, specialista per la confezione delle tomaie... Data l'alta competenza dello scrittore, dobbiamo ritenere giustificate le lodi alle quali egli fa segno l'organizzazione curata dai russi in tempo di pace nei terrltorii austro-ungarici che essi si ripromettevano di occupare e nei propri, a ovest della Vistola, destinati ad essere evacuati. In questi territori, che poi vennero effettivamente sgombrati, nel '14, i russi lasciarono molte spie, e siccome la popolazione polacca era per la massima parte russofoba ebbero cura di farla vivere nel continuo timore che gli eserciti zaristi, ritornando al più presto, avrebbero severamente punito quanti nel frattempo avessero rivelato simpatie per le Potenze centrali. Il Ronge deve confessare la sua sorpresa per il fatto che questo gruppo d'indivìdui, Irrilevante in confronto col totale della popolazione, sia riuscito a tenere a bada i polacchi e ad impedire che essi confidassero nulla al corpo d'occupazione. Del resto le autorità russe di Varsavia ebbero modo di rimanere in continuo contatto con 1 confidenti nella zona evacuata perfino mentre bì svolgevano azioni belliche importantissime. Quanto ai territorii austro-ungarici invasi in Galizia, 1 russi potevano coniare sulla benevolenza d'una buona parte degli abitanti. Finto contadino e finto monaco Leopoll fu nelle loro mani dai 4 di settembre del 1914 ai 20 di giugno del 1915 e durante quei dieci mesi il capitano della gendarmeria Alessandro Alessandrovic Alessandroff che la¬ sciò Leopoll colla retroguardia delle truppe russe al 21 di giugno del '15 — svolse un'attività formidabile. Uno degli agenti dell'Alessandroff era tal Damiano Drebicz, abilissimo nel travestirsi da contadino, da infermiera o dal monaco. A Przemysl, la piazzaforte |che si era difesa valorosamente, orga-; nizzò il servizio informazioni il capitano della gendarmeria principe Eristoff, il quale si serviva volentieri dell'elemento femminile. del russi non ùn¬ pedivano però agli austriaci di fare! dei discreti colpi. Ai primi di settem- bre del '14, essendo le truppe austro- i ungariche in ritirata, il capitano di ca- j Le larghe risorse valleria Gustavo Pollach volle accertare di persona quale minaccia costituissero i russi dalla parte di Stryj, e travestitosi da contadino, s'incamminò sopra un carro verso quella località. Fermato dai cosacchi a Koniuchoff, | tornò indietro e riprese la via di Bo-i lechoff, dove altri cosacchi, dubitando, dell'onestà dei suoi propositi — dare-;mo loro torto? — non gli lesinarono j colpi di nagaika. Per fortuna anche questi cosacchi lo lasciarono poi libero, e così il Pollach potè raggiungere Stryj, appurare sul conto dei russi ciò che gli premeva e ripartire munito di un foglio di via rilasciatogli dal nemico... Per essere definiti >< maestri dello spionaggio », qualche cosa al proprio attivo bisogna averla. L'ammirazione del Ronge per il servizio informazioni zarista non sì esten- de all'impiego di ragazzi e ragazze fra 1 dieci e i diciassette anni. Per istruire questi giovanetti nel difficile lavoro, ilrussi avevano organizzato delle scuole presso i varii corpi d'armata. Termi- nata l'istruzione, i ragazzi venivano mandati a sostenere dietro le linee nemiche la parte di orfani, di pastorelli 0 di compiacenti servitori dei soldati: 1 più anziani si travestivano da contadini, o addirittura indossavano l'uniforme, per potersi presentare agli avamposti austro-ungarici come disertori. Ugualmente i russi si servivano dei profughi: quando un suddito nemico, pur di ritornare in patria, si dimostrava disposto a rendere dei servigi, e si sapeva ch'egli avrebbe avuto ogni ragione di tacere, gli si permetteva di partire con un convoglio di profughi, ove si fosse impegnato a far pervenire comunicazioni scritte o orali ad agenti zaristi. Però questi profughi arrivando al paese venivano perquisiti e controllati a dovere, sicché il metodo spesso riuscì utile alle autorità austroungariche, le quali poterono smascherare confidenti tenutisi a lungo nascosti. Il sei-vizio russo di controspionaggio appare al Ronge piuttosto dottrinario: il che probabilmente si spiega con la natura stessa del popolo. Durante la guerra le truppe austro-ungariche fecero bottino di tutta una serie di circolari diramate dal Comando supremo nemico, e fra queste una portava il ti tolo: « Istruzione per organizzare ed | eseguire segretamente il controllo di persone sospette di spionaggio». I compiti più difficili andavano riservati agli osservatori anziani, i quali, quando si fosse trattato di controllare una per- sona, avrebbero dovuto essere almeno |In due e agire rispettando regole enun- ciate in ben quaranta paragrafi. Giunto alla fine della parte che riguarda la Russia, il generale Ronge esita a pronunciarsi in merito ai successi riportati durante la guerra dall'organizza- zione nemica: informatissìmo sui det-1tagll delle truppe avversarie, lo spio-1nagglo russo non sarebbe stato all'altezza del suo compito nelle fasi decisive. Scrittori russi hanno d'altronde dichiarato che al principio della campagna lo Stato Maggiore imperiale ignorasse il raggruppamento austroungarico. Altri ha scritto che il servizio fu ottimo solo nell'epoca anteriore all'offensiva di Brusslloff. Non parliamo poi di ciò che avvenne dopo la rivoluzione bolscevica. I maestri dello spionaggio La parte dedicata alla Serbia è interessante per lo studio della mentalità di questo avversario. Secondo il Ronge, 1 serbi sono maestri in fatto di propaganda e di spionaggio, mentre il loro controspionaggio è favorito dalla ripugnanza naturale del serbo a fornire allo straniero una informazione di qualsiasi natura. Il far penetrare degli stranieri nella zona di guerra serba si è dimostrato, durante l'ultima campagna, quasi impossibile, nè in tempo di pace la situazione era stata diversa. Per darne la prova, 11 generale cita il seguente episodio : nell'anteguerra un tale, viaggiando a piedi, al vide arrivare addosso una banda di contadini guidati da un uomo a cavallo; l'uomo era vestito per metà da contadino e per metà da soldato e doveva probabilmente essere un cavalleggero della riserva: essendo lui stanchissimo e ricoperto di polvere, ed il cavallo sfinito e gocciolante sudore, certo doveva venire da lontano. Raggiunto il forestie¬ ro, i contadini lo bastonarono senza pietà, quindi lo trascinarono al cospet- to del sindaco del più vicino paese, che incominciando ad interrogarlo gli disse di ritenerlo un ufficiale austroungarico. Il forestiero rispose protestando e negando, e il sindaco gli af fibbie uno schiaffone; il forestiero di chiaro poi un'età che al sindaco non parve esatta, e giù un secondo schiaf fone. Il viandante venne poi scortatoda membri della Narodna Odbranu, che prestavano servizio di gendarmi, ad un posto di polizia. Una spia serba che per- anni ed anni diede da fare alle autorità austro-un- gariche fu Dragoslav Kuzelj. Raccon tava di essere arrivato a Vienna ven tenne e di essersi subito innamorato della bella città imperiale. Una delle sue prime imprese consistè nell'anda- re a rivelare alla Legazione di Serbia un attentato contro Re Pietro Karageorgevic: la Legazione gli consegnò sollecita una lettera per il Ministero e danari per il viaggio a Belgrado, ma il Kuzelj prese il largo coi quattrini e la Legazione serba dovè denunziarlo alla Questura viennese. Verso la fine del 1909, si lesse nei giornali che il Kuzelj fosse stato condannato a Nisch a quindici anni di carcere duro per spionaggio a favore dell'Austria-Un gheria... però assolto dal tribunale miutare supremo! Nell'ottobre del '13 il Kuzelj comunicava alla Legazione di Serbia in Atene di essere in grado didenunciare i confidenti in Serbia dello Stato Maggiore austro-ungarico, e per farlo credere esibiva una commendatizia rilasciatagli dal ministro d'AustriaUngheria a Berna per il Consolato d'Austria-Ungheria a Salonicco; non ostante la bontà della commendatizia, 11 Governo belgradese declinò l'offerta, considerando il Kuzelj un imbroglione. Di prigione in prigione Passando di prigione in prigione, l'avventuriero arrivò a Parigi; da li, scoppiata la guerra, si trasferì a Zurigo, e da Zurigo scrisse in Austria assicurando che se gli avessero mandato come collaboratrici certa Marietta, diVienna, e certa Clara, di Praga, avreb- be sbaragliato lo spionaggio russo nel-la Svizzera. Espulso dalla Confedera- zione elvetica, passò in Italia; dall'Ila- .. , i . „ , , ' A..j„ Ha fu scaraventato a Salonicco. Auda-cissimo, rimise piede in Serbia, dovefu arrestato e buttato in carcere a Kragujevaz: le truppe tedesche, conquistata la città, lo liberarono, rilasciandogli documenti che gli permisero di raggiungere Vienna. A Vienna, tentando di procurarsi un passaporto spagnuolo, ricadde nelle mani della polizia, che l'internò in un paese della Bassa Austria; il Kuzelj seppe comun- que farsi rimandare a Vienna come cumenti falsi fabbricati coli aiuto di una^ certa signora Ravic, formtrice di operaio per una compagnia di navigazione fluviale, e al terzo giorno di lavoro fluviale si trasformò nel suddito greco Risto Hagl-Stoikoff, grazie a do Nelsettembre del '16, essendosi scoperte in Serbia altre compromettenti carte, la polizia di Vienna dovè ancora una volta darsi alla ricerca del Kuzelj e lo trovò che commerciava in lardo... La'18, il Kuzelj si risparmiò l'emozione dell'ascesa sul patibolo. Italo Zingarelli istruttoria andò per le lunghe: soprav venuta la catastrofe dell'autunno del

Persone citate: Dragoslav Kuzelj, Jmiaar Jtoujje, Johannes Gunther, Max Ronge, Pietro Karageorgevic, Rieger