La documentata incapacità del Governo etiopico a frenare la turbolenza sanguinaria delle tribù

La documentata incapacità del Governo etiopico a frenare la turbolenza sanguinaria delle tribù Dono il massacro del lago JLbbè La documentata incapacità del Governo etiopico a frenare la turbolenza sanguinaria delle tribù Parigi, 23 notte, l - / giornali francesi continuano adi occuparsi del massacro della colonna Bernard in Somalia. A giudizio di alcuni di essi le contraddizioni estetenti fra le varie versioni ufficiali o ufficiose date dell'avvenimento del 18 gennaio giustificano l'impressione che la tesi sostenuta dal Governo francese non sia in tutto autentica. Il Quotidien nota, per esempio, che mentre la versione ufficiale assicura che il Bernard si sarebbe recato al Lago Abbi, perchè avvertito di una incursione di Aissa Mara e col proposito di assumere la-difesa delle popolazioni aggredite, l'ultimo dispaccio, giunto da Gibuti la notte scorsa, dice che il Bernard venne accerchiato di sorpresa. Quest'ultimo dispaccio sembra all'organo radicale più verosimile del primo, non fosse altro che per la scarsa credibilità che un amministratore si ponga in marcia per castigare una banda di razziatori portando seco soltanto cento uomini. Ma c'è un'altra discordanza fra le due versioni. Secondo il Governo gli assalitori non erano più di ottocento. Secondo il dispaccio da Gibuti essi erano almeno duemila. Da tali discordanze il Quotidien crede poter desumere ancora una volta che il Governo voglia ad ogni costo attenuare la gravità dell'incidente, lasciando nell'ombra tutto quanto potrebbe rivelare l'esistenza di responsabilità abissine. Tragico risveglio Nell'insieme, ad ogni modo, l'opinione francese, per quanto propensa a non aggravare l'incidente e ad eviture nuove complicazioni diplomatiche, sente sempre meglio che la causa abissina di fronte a Ginevra è ormai gravemente compromessa e che la prova indiscutibile dell'impotenza del Negus a mantenere l'ordine in casa propria non è per lui un argomento favorevole nella contesa che lo divide dall'Italia. Un foglio quotidiano, la London Paris Agency, irritata dal credito che le affermazioni di Addis Abeba sembrano trovare negli ambienti ufficiosi parigini, scrive: 4 Al momento dell'affare di Ualual, siccome alcuni colleghi criticavano in nostra presenza la severa risposta italiana, noi dicemmo loro: « Non comprenderete che il giorno in cui la vita dei francesi sarà in giuoco ». Gli eventi ci hanno dato ben presto ragione. Ecco quello che costa onorare con una ammissione alla Società delle Nazioni una nazione primitiva, in modo manifesto, inorganizzata, ove il potere centrale, non ha nessuna autorità. Bisogna essere saliti fino ad Addis Abeba, avere preso contatto con quel popolo fondamentalmente xenofobo, perfino nelle sue parti più elette, avere subito le vessazioni e gli insulti per apprezzare tutto quello che ha di ridicolo la partecipazione di un delegato del Re dei Re, Leone di Giuda ed altri titoli roboanti, alle discussioni internazionali. All'indomani di un intervento conciliatore della Francia nel conflitto italo-etiopico la riconoscenza di S. M. Hailé Selaissié si manifesta con un colpo di mano, in cui noi lasciamo più di cento morti. Naturalmente, noi ci limiteremo a rimostranze diplomatiche amene anziché usare rappresaglie severe ed esigere una riparazione solenne e il prezzo del sangue. Ci si spiegherà verosimilmente che il delitto fu commesso da una banda di Issas non sottomessi, ai quali le truppe regolari danno la caccia. Questa caccia sarà effettuata da un pugno di uomini scalzi, recanti il fucile col calcio in aria e più preoccupati di saccheggiare 1 villaggi che non di castl- l gare i colpevoli. Già si sente che non - it/,wi lo i-nnl 5 r. o Pili ì n ao n Via Y\r\l di o i l e o e a l a e e à n i o o o n a i o a a e a e n e ol, n ama ti o ma o, e, sre ae stie, i, oa a ié n ti. ihé re el te nle eo ol j strielle : verrà la replica fulminea che noi vor remmo, che ci impegoleremo nelle pratiche diplomatiche, anziché sferzare il leone che vuole mordere e danneggiare. Con questo fantasma di impero attorno a cui si aggirano le brame britanniche e dove pullulano gli agenti dell'Intelligence Service non vi è che un solo metodo di protesta: la forza. Vi è ad Obock e a Gibuti un aeroplano capace di andare a bombardare gli assassini nel loro covo, per Insegnare loro a rispettare la Francia. Noi abbiamo nella stessa capitale un rappresentante che può bussare alla porta del palazzo imperiale e presentare le nostre condì 'zioni. Con la ferrovia noi teniamo l'Abissinia: diamole una severa lezione. A Ualual gli abissini si sono scontrati con gli italiani pronti a riceverli e la correzione rimarrà viva nel loro ricordo. Questa volta essi hanno aggredito vilmente, alla stessa guisa dei razziatori del Rio de Oro. Una spedizione aerea punitiva, una denunzia a Ginevra e delle riparazioni morali e materiali; in caso di rifiuto, misure di ritorsione economica, ecco quello che noi auguriamo, n Leone di Giuda attacca l'uomo bianco che l'ha colmato di benefici; l'uomo bianco non ha paura di lui. L'Italia e la Francia, egualmente insultate, si accordino e agiscano ». Azione irresponsabile Fino a questo momento non si ha tuttavia alcuna conferma delle intenzioni della Francia di citare l'Abissinia davanti al Consiglio della Lega delle Nazioni. « La Francia — si limita a scrivere VExcelsior — non ha le stesse preoccupazioni dell'Italia nell'Africa orientale. Le sue relazioni, vecchie di oltre mezzo secolo, con il Negus, sono sempre state cordialissime senza essere intaccate da un'idea di espansione territoriale avente per base i nostri territori di Obock e di Gibuti occupati nel 1885 e 1888. Questi territori non costituiscono per noi che un punto di collegamento d'importanza capitale fra la metropoli, l'Indocina e il Madagascar. « Le nostre forze, molto inferiori a quelle che possiede l'Italia nell'Eritrea e nella Somalia, non comprendono, all'infuori dei militi, che una compagnia di senegalesi ed una mezza squadriglia di aeroplani. La politica francese preconizza il rispetto dell'indipendenza e dell'integrità territoriale dell'Etiopia. E' il fondo stesso del trattato francoanglo-itallano del 1906, ed è il senso dell'appoggio che il Governo francese ha dato all'Etiopia per la sua entrata nella Società delle Nazioni nel 1923. Ed è pure quello che spiega, con le condizioni geografiche, come la Francia abbia potuto costruire la ferrovia francoetiopica da Gibuti ad Addis Abeba inaugurata nel 1917 e che costituisce l'unico vero ponte gettato fra la fortezza etiopica e il mondo esterno. Non bisogna dunque scorgere nel sanguinoso affare del 18 gennaio se non un'azione di tribù abissine che sfuggono al potere centrale. Se diversamente fosse il prossimo rinnovamento dell'accordo franco-anglo-italiano del 1906 creerebbe una situazione delicata per l'Etiopia che si trova già in difficoltà con l'Italia ». Su qualche giornale continua intanto a trascinarsi non sappiamo con quanta sincerità una pretesa po/e-mica intorno alla gravità delle con- cessioni coloniali fatte dalla Francia cl- all'Italia per gli accordi di Roma.Non abbiamo dato sin qui nessun ri- fiero alla cosa: ci accontenteremo di citare a riprova del carattere asso- ■ „ lutamente tendenzioso della campa-gna dell'opposizione francese, quantoscrii'e in proposito la Journée Indù- « Che le nostre concessioni siano sostanziali, nessuno ne dubita. Ma è ne- i ' cessarlo, per farle apprezzare, di dire, di gridare che esse metttono in pericolo il nostro patrimonio coloniale africano? Quando noi diciamo che abbiamo * ceduto all'Italia il controllo dello Stretto di Bab-El-Mandeb », noi male ci difendiamo da un movimento di scet ticismo. Questo controllo al quale accede effettivamente l'Italia, appartiene ormai, come lo segnalavamo il giorno della firma dell'accordo, a tre Potenze europee: l'Italia, la Francia e l'Inghilterra. Delle tre è l'Inghilterra che, geograficamente parlando, era e rimane per lo meno immediatamente a portata dello stretto stesso. Si crede per questo che il controllo inglese sia e rimanga meno effettivo? « Ecco qualche cosa che dovrebbe far riflettere. In realtà l'importanza di una posizione costiera è, secondo l'opinione degli specialisti, accusata sovratutto dalla presenza o dalla possibilità di stabilire basi navali su quelle coste. Ora Gibuti come Aden rimane una base navale di prim'ordine che l'accordo non sembra avere per nulla diminuito. Gli stessi eccessi si riscontrano in alcuni apprezzamenti relativi alla, nuova frontiera del Tibesti. Non si rievoca a tale riguardo un accordo franco-tedesco del 1912 relativo al Camerum per dire che noi siamo stati questa volta eccessivamente generosi con l'Italia ? Non bisogna esagerare nulla. Quello che la Francia diede alla Germania nel 1912 furono due lunghe e larghe strisele di territorio che attraverso la nostra Africa equatoriale davano alla Germania l'accesso al iìume Congo, spezzando senza contestazioni possibili il nostro dominio africano. Nell'insieme delle questioni verso la soluzione delle quali l'accordo di Roma segna un progresso le nostre cessioni coloniali hanno una sufficiente contropartita. Soltanto imo studio attento e imparziale può apprezzarlo ». C. P. Nuove condanne in Russia per l'assassinio di Kirow mosca, 23 notte. Si è svolto dinanzi alla ^orte suprema militare il processo contro altre dodici persone arrestate in connessione con l'assassinio di Kirow, ed è terminato con la condanna di Medved, ex capo del Commissariato degli Interni del dipartimento di Leningrado, a tre anni di prigione per negligenza nel suo dovere di proteggere lo Stato. iJn altro imputato dello stesso dipartimento è stato condannato a dieci anni di prigione, e due a 3 anni di prigione ciascuno. Tutti, inoltre, al confino in un campo di concentrazione. j nana » Ottone Gabelli nuovo Federale dei Fasci dell'Asinara Roma, 23 notte. Il Foglio di disposizioni del Segretario del P.N.F. in data 22 gennaio XIII reca: « Il Duce, su proposta del Segretario del P.N.F., ha nominato segretario per la Federazione dei Fasci di Combattimento dell'Asmara il fascista Ottone Gabelli, vice-Governatore dell'Eritrea (iscritto nel P.N.F. dal 1921) in sostituzione del fascista Riccardo Astuto, che ha cessato dalla carica di Governatore. Lo scambio delle consegne sarà effettuato domenica 27 gennaio XIII dinanzi all'Alto Commissario per le Colonie dellAfrica Orientale Ita- \ Con lo stesso Foglio di disposizioni, | il Segretario del Partito ha richiamato l'attenzione dei Segretari federali sul ! >e ^posizioni, a suo tempo impartite dalla presidenza del Consiglio dei Mi- \ nistri, riguardanti l'assunzione del per\SOTiaXe temporaneo e giornaliero degli ' stabilimenti ed uffici dello Stato, che, in ogni caso e senza alcuna eccezione, deve essere effettuata attraverso i [competenti uffici di collocamento.

Persone citate: Aissa Mara, Duce, Leone Di Giuda, Negus, Ottone Gabelli