Verso il Patto dell'Europa Centrala Il ricorso dell'Abissinia rinviato

Verso il Patto dell'Europa Centrala Il ricorso dell'Abissinia rinviato LA SESSIONE GINEVRINA ESAURITA Verso il Patto dell'Europa Centrala Il ricorso dell'Abissinia rinviato Ginevra, 19 notte. Benché il martello di presidente del Consiglio che il signor Tevfik Ruschdi Hras brandisce con tanta visibile compiacenza, non abbia battuto oggi i tre colpi sacramentali che segnano la chiusura, la 83.a sessione societaria si può considerare terminata. Le sole questioni rimaste in sospeso sono quelle riguardanti i profughi della Saar e la vertenza insorta tra i Governi finlandese e inglese a proposito di residuati di guerra, alcuni bastimenti sequestrati nei porti inglesi e non mai liquidati... Circa la questione dei profughi della Saar, appare ormai certo che essa sarà evocata nella seduta di lunedì sulla base di un memoriale presentato da parte francese: il Governo di Parigi vorrebbe che la Società delle Nazioni si interessasse della sorte di questi rifugiati e ciò non soltanto da un punto di vista politico, ma soprattutto da quello finanziario dato che la Francia si ritiene già abbastanza gravata dal fatto di dover sovvenire i rifugiati di nazionalità francese. In complesso si tratta però di questioni che non possono ormai più offrire grande interesse politico, cosicché — ripetiamo — la sessione si può ormai considerare praticamente chiusa. Burrascoso Incontro Beck-Laval Anche l'attività diplomatica che si svolge in margine al Consiglio appare terminata con la giornata odierna. Le prime partenze che si registrano stasera, quelle di Litvinoff e di Beck, dimostrano chiaramente che per uno dei più importanti argomenti della suddetta attività diplomatica, quello del Patto orientale, questa nuova fase di conversazioni ginevrine è da considerarsi veramente chiusa. E' inutile insistere circa l'insuccesso che si è registrato in proposito. Nonostante le dichiarazioni che il commissario sovietico ha lasciato partendo al rappresentante dell'Agenzia Havas, per riaffermare la sua fiducia nella riuscita del Patto orientale, addossando alla Germania e soltanto ad essa tutta la colpa della mancata firma di questo documento, da parte polacca non si esita a mettere in luce ancora una volta come non si intenda assolutamente impe> gnarsi in un tentativo di questo genere. Si precisa stasera che a seguito di un ultimo burrascoso incontro LavalBeck, il Ministro francese avrebbe seccamente dichiarato al rappresentante polacco che se il Governo di Varsavia insisteva nel suo atteggiamento negativo, la Francia avrebbe proceduto alla conclusione del Patto orientale disinteressandosi dell'adesione o meno dello Stato ex-alleato. Il modo col quale il signor Litvinoff ha insistito nelle sue dichiarazioni sul concetto che « la solidarietà di tutti i partigiani dei sistemi dell'organizzazione della sicurezza europea per mezzo di patti regionali uniti con uno scopo comune, è stato potentemente rafforzato grazie alle conversazioni di Ginevra », dimostra eloquentemente, a parte ogni motivo polemico a proposito del Patto orientale, che il commissario sovietico apprezza pure i progressi effettuati nell'organizzazione internazionale sulla base degli accordi di Roma per un Patto dell'Europa centrale. Ieri, rilevando il fatto che i rappresentanti delle grandi potenze, liberatisi ormai di ogni motivo di preoccupazione a proposito della Saar col voto della risoluzione proposta dal Comitato dei Tre, erano in grado di dedicarsi alla trattazione degli altri argomenti rimasti alquanto in sospeso in questi giorni, avevamo posto in luce, a proposito del Patto dell' Europa Centrale, 1' opportunità che fosse posto un freno a taluni movimenti disgregatori comandati dal terzetto Tevfik-Titulescu-Maximos. Nonostante il molto agitarsi di questi signori, con lusso di riunioni e consultazioni, sotto l'egida della cosidetta intesa balcanica, il tentativo è stato infranto, non appena si è sfdda i e scontrato appunto con la resistenza; ferma dei rappresentanti delle grandi Potenze, secondati efficacemente è giusto riconoscerlo — oltre che dal principale interessato, il Ministro austriaco degli Esteri Berger Waldenegg, dal cecoslovacco Benès. Il Patto dell'Europa Centrale, che ormai ha assunto una sua forma ben definita, rimane quello che è sulla base degli accordi di Roma. La constatazione che il progetto di Patto dell'Europa Centrale, a questo primo contatto col più vasto mondo diplomatico, dopo le ormai storiche conversazioni italo-francesi della prima settimana di gennaio, si sia rivelato in così perfetta coincidenza con le necessita di tempo e di luogo, per cui fu concepita, senza una deviazione dalla sua linea ordinaria, è certamente uno dei fatti più notevoli di questa sessione. Manovre sventate Su un altro punto delicato l'attività diplomatica esercitatasi in questi giorni ha dato oggi un buon risultato. Un comunicato ufficiale diramato dalla Società delle Nazioni a proposito della seduta privata tenuta oggi nel pomeriggio dal Consiglio, informa che l'Esecutivo societario si è occupato della vertenza tra l'Italia e l'Etiopia. « Dopo lettura da parte del Segretario generale delle comunicazioni emananti dalle delegazioni d'Italia e d'Etiopia, il Presidente del Consiglio ha sottoposto ai suol colleghi un progetto di risoluzione che constata che i due Governi, essendosi dichiarati disposti a proseguire il regolamento della vertenza e a prendere tutte le misure opportune per evitar dei nuovi incidenti, rinvia alla prossima sessione la discussione della questione stessa. Ciò che il Consiglio ha approvato all'unanimità ». Nella stessa seduta privata il Consiglio ha poi proceduto a diverse nomine di rappresentanti sovietici in seno ai diversi organismi della Società delle Nazioni, designando così i signori Rosenblum, Svarzei e Brunner come membri dei comitati economico, finanziario e d'igiene della Società delle Nazioni. Circa la Saar era corsa oggi la voce che il Comitato dei Tre avesse già preso delle decisioni circa il ritiro delle truppe internazionali dislocate in quel territorio. Si tratta però di una notizia assolutamente prematura, G. T< »♦« • ! Ripresa di intransigenza serba Vienna, 19 notte. Per dare un'idea della situazione interna jugoslava e soprattutto di quel che si pensa in Croazia, vale la pena riferire qualche brano di un discorso pronunciato a Zagabria dall'ex Ministro del Commercio Demetrovic, un croato anche lui. L'oratore ha detto di credere fermamente nella missione del popolo jugoslavo; la Jugoslavia è un fatto, e l'intera Europa le ha riconosciuto la necessità della sua esistenza per il mantenimento della pace in Europa. Il partito nazionale jugoslavo vanta un programma che gli permette di affrontare la lotta. E' però necessario — ha aggiunto l'oratore — che le file del partito portino ad una organizzazione omogenea, specialmente nel momento attuale mentre il nemico torna a levare la testa. La politica inaugurata ai 6 di gennaio del 1928 non verrà abbandonata; potranno forse avvenire dei mutamenti nei capi, ma il programma resterà lo stesso, tanto più che oggi i nemici interni dello Stato, i cui capi si trovano all'estero, riprendono a svolgere una agitazione parlando del « libero Stato di Croazia ». Demetrovic ha dichiarato concludendo che i vecchi partiti appartengono irrimediabilmente al passato. Dopo di lui ha preso la parola il Ministro Auer il quale ha detto che di un ritorno all'antico non si può parlare In nessun caso. I partecipanti alla Conferenza, tornando a casa, avrebbero fatto bene a comunicare alle rispettive popolazioni che la lotta iniziata ai sei di gennaio del 1928 sarà fermamente seguita, A Ginevra dopo il Plebiscito cteT. 33 gennaio: Knox, presidente della Commissione di governo della Saar, si intrattiene nel corridoi della S. d. N. con Herr Roechling (due sciabolate sulla guancia sinistra.) presidente del « Fronte tedesco »•

Persone citate: Auer, Beck, Berger Waldenegg, Brunner, Herr Roechling, Knox, Laval, Rosenblum