Grandiose manifestazioni nella Saar II Consiglio della Lega per la immediata consegna alla Germania

Grandiose manifestazioni nella Saar II Consiglio della Lega per la immediata consegna alla Germania ifii ll S Grandiose manifestazioni nella Saar (Dal nostro Inviato speciale) Saarbrllcken, 15 notte. La Wartburg che per tutta la notte aveva presentato lo spettacolo di tutte le sue innumeri finestre ardenti, ha rivelato alle 8,15 il segreto del plebiscito, il segreto alquanto ormai pulcinellesco. Perchè — nome già vi avevo fatto capire nei miei fonespressi di icrisera — una stragrande maggioranza era ormai assicurata ai partigiani del passaggio della Saar alla Germania. Alle 3 del mattino era già stato compiuto lo spoglio di circa 600 urne, e prevedevo che le operazioni di scrutinio si sarebbero esaurite alle 6 del mattino. Ho sbagliato di pochi minuti. La fine dello scrutinio è stata registrata alle 6,15. La scena, fra i continui lampi al magnesio degli operatori cinematografici, ha un aspetto quasi fantomatico. Il giorno cova appena quando il Presidente della Commissione del plebiscito signor Rodhe, fiancheggiato dai membri, si dispone a dare l'annunzio dell'esito. E' un momento di silenziosa attesa. Invitati e giornalisti si protendono alle ringhiere. Alle 8,15, con precisione quasi cronometrica, il Presidente della Commissione annunzia la fine delle operazioni elettorali e comunica i risultati che conoscete. In sostanza, coloro che non hanno aderito alla tesi del ritorno immediato della Saar, compresi i 12 mila astenuti, risultano, sommando tutte queste cifre, 62.871, vale a dire circa i due decimi dei votanti. Quanto agli scrutini parziali, la più alta percentuale di statuquo-isti è stata offerta dalla città di Neukirchen. Essi risultano 3.321, ma contro 25.530 votanti per il ritorno al Reich. L'annunzio <h questi risultati non ha prodotto grande impressione: ha dato soltanto una precisazione aritmetica, giacchè l'esito approssimativo della votazione era ormai trapelato alle 3 di notte, come vi avevo annunziato a quest'ora. E bisogna dire che anche nella città questi risultati fossero attesi, perchè l'imbandìeramento delle vie è cominciato prima che i risultati stessi fossero ufficialmente conosciuti. La mattina, illuminata anche da un pallido sole, ha visto Saarbriichcn trasformata in una enorme parata di bandiere del Reich e di rosso-neri stendardi hitleriani. E non vi era negozio in cui il ritratto di Hitler non apparisse inghirlandato di verde e segnato da strisce con i colori tedeschi. Profughi a Ginevra Mentre la folla andava lievitando, silenziosamente su autocarri scortati du soldati inglesi, baionetta in canna, le urne contenenti le schede già spogliate, venivano trasportate alla stazione centrale, dove le attendeva un convoglio composto di due carri merci, di una vettura per le truppe di scorta, e di un bagagliaio. Era questo il treno che avrebbe dovuto trasportare nel pomeriggio le urne contenenti le schede a Ginevra, alla sede della Società delle Nazioni. Così veniva annunciato che alla sera alle 19 anche la Commissione del plebiscito, esaurito il suo compito, sarebbe partita alla volta di Ginevra. Ma un'altra partenza nella stessa direzione era già — secondo voci correnti — avvenuta, e precisamente quella di Max Braun e di Pfordt, capi del Fronte statuquoista. A Ginevra infatti essi si sarebbero recati per portare al Consiglio ginevrino le loro formali proteste circa l'atmosfera di \ intimidazione, di minaccia e di violenza che — secondo essi — avrebbero determinato la votazione in massa dei sarresi per il ritorno della Saar al Reich. Invece i vittoriosi aderenti del Fronte tedesco sostengono che Max Braun, Pfordt e i loro compagni hanno trovato un motivo legale per mettersi al sicuro. Ed essi si dicono informati anche della partenza per l'estero del commissario Max e degli altri sottocapi di polizia che come è noto, essendo ex Schupo del Reich e rifugiati politici, avevano tutte le ragioni per temere le rappresaglie degli avversari il giorno in cui si fossero installati nella Saar. A questo proposito ho voluto anche dare un colpo d'occhio al Conso^ lovsadsosClesdetmdSzccpscmgfLdpdsdssplstvpsmall\lato francese, dove stazionava fin da\ieri in attesa febbrile una discreta,folla dall'aspetto triste e dimesso inUattesa del visto sui passaporti. Si trattava in gran parte di persone af- fermanti di esser state già bersa- ìgliate dalle oscure minacce di eie-,menti nazisti, che avevano intimato. i a e i o . ù è l n a o a o o a n a ri a r rri o, anà a a ri pe ra to ne la sì le ibsa rte pi ra er ro di \ obin la eno mesi rio ia po no pin no^ loro di lasciare il Territorio entro ventiquattro ore, se volevano aver salva la vita. Il Consolato francese di Saarbriicken aveva infatti affisso la seguente comunicazione: « Per rispondere a certe voci che si sono sparse tra la popolazione, il Consolato di Francia fa sapere che le misure prese dal Governo francese non sono di natura tale da impedire le relazioni normali tra la Saar e la Francia. I visti sono eseguiti nel termine di ventiquattro ore, e le formalità necessarie soho a disposizione del pubblico in tutti i municipi, e a Saarbrucken all'ufficio della circolazione come a quello del Consolato ». E' inutile aggiungere che questo comunicato ha rassicurato parecchia gente già decisa a rifugiarsi al più presto in Francia, via Forbach. Un corteo di 350 mila persone Nel pomeriggio, mentre le radiostazioni tedesche riversavano sulla città una serie di musiche evidente- dedascglglinpacoranee lai tealnincadipprarie mente nordiche e allusive, dal Lohen-\ngrin all'Evangelium di Schubert, la'\ ofolla è andata straboccando nelle vie.ìtrLe formazioni hitleriane, non facen-\ddo ormai più nessun mistero deUaiqpropria entità e del proprio hìqua-j dramento, hanno continuato inces-. santemente a sfilare, con passo cadenzato, al rullo dei tamburi, allo' squillare delle trombe, e tra uno\msventolìo di gonfaloni. Tutte andavano a raggiungere i punti di concentramento, fissati per la fiaccolata indetta dal Fronte tedesco per le 18. Contemporaneamente tutte le vie e tutti gli edifìci andavano illuminandosi di innumeri lampadine, di torcie, di simboli luminosi, sicché nella prima oscurità della notte Saarbrucken sembrava l'immenso focolare di uìi incendio. Parimenti riflettori cominciavano a fugare le tenebre facendo rotare i loro enormi ventagli di luce nel cielo brumoso. Spettacolo pittoresco, cui è venuta a dare un significato anche più vasto e in un certo senso inquietante, l'annunciata fiaccolata. Iniziatasi alle diciotto, nei pressi della stazione centrale, la manifestazione è continuata fino ad ora tarda nel cuore della notte. Un corteo valutato a oltre 350 mila persone, fiancheggiato da portatori di torce che tingevano di sanguigno la notte, ha sfilato ininterrottamente con musiche e fanfare di ottoni e di pifferi, per le vie della città, mentre giungevano i rombi dei mortaretti sparati in segno festivo tutt'in\lorno nel Territorio. Il continuo passare e ripassare per le stesse vie della città di questa gigantesca colonna — che procedeva in formazione militare emettendo ritmicamente le grida di rito — ha dato la impressione di una folla anche più vasta, di un carosello gigantesco che non sembrava esaurirsi mai. La Commissione è partita La Commissione del plebiscito, partendo alle 19 per Ginevra, ha invitto naturalmente aprirsi un varco sulle proprie automobili attraverso questa marea umana chiazzata di bagliori se ha voluto giungere alla stazione centrale in tempo per pren- engpdvscèsdmEmninanCmsSicvqetReonuzSldèqsepfcozdere il treno per Ginevra. Ad osse quiare il Presidente Rodhe e i mem da\hri della Commissione si sono tro ta,vate adunate le autorità civili e miinUitari che rimangono ancora a Saar-1pSi briicken. Così pure verso sera aonvìaf- partite per Ginevra le urne conte j a- ìnenti tutte le schede del plebiscito e-,che devono essere sottoposte aliai to.revisione e al controllo della Società' elle Nazioni prima che essa prena le sue decisioni. Sul treno deliechede era una scorta di soldati inlesi, baionetta in canna e mitraliatrici. A Sarreguemines i reparti nglesi hanno avuto il cambio da rearti francesi che presiederanno il onvoglio fino a Basilea dove saanno a loro volta rilevati da un erbo di truppe svizzere. Nonostante lo scoppio di petardi l'infiammato corteo che sta circoando per la città coi suoi canti e suoi ritmi ululati, nessun incideìie benché minimo si è verificato fino ll'ora in cui telefono. Soltanto staotte, secondo una notizia diffusasi n città, sarebbe avvenuta in una aserma della polizia municipale una iatriba piuttosto violenta tra agenti artigiani dello statu quo e agenti artigiani del Fronte tedesco. Ma il apido intervento delle autorità ha icondotto immediatamente l'ordine e la calma sicché non si registra neppure una scalfittura. Sono stati operati però parecchi arresti. Conrariamente alle voci corse l'incidente va quindi ricordato entro ti quadro di questa modesta realtà, Gli StatuqUOisti... evaporati... Lo spazio è troppo limitato e la ma attenzione in questo momento vpdprCdndgdqmCse ancora troppo attratta dalla ma ni f est azione che sta per finire e rigurgita nelle vie di Saarbrucken perchè io possa raccogliere e riprodurre i commenti che l'esito della votazione plebiscitaria ha suscitato specialmente tra i giornalisti esteri che si trovano a Saarbrucken. Certo è che l'esito della votazione ha fatto sfumare di colpo tutte le congetture di coloro che prevedevano un'alta minoranza del Fronte statuquoista. E' una verità più lampante dell'illuminazione e della fiaccolata che stanotte tingono di sanguigno la città; i partigiani dello statu quo sembrano essere quasi evaporati di fronte alle urne. Le stesse zone ove erano numerosi gli aderenti all'Unione Cattolica e quelle ritenute social-comuniste hanno votato quasi in massa per il ritorno della Saar al Reich. Sarebbe troppo lungo ora indagare i remoti motivi di questo fenomeno che molti definiscono un effettivo voltafaccia. Qualcuno attribuisce questo passaggio dagli stessi operai e dei minatori nelle schiere del Fronte tedesco alle promesse fatte dal Reich per un futuro miglioramento economico. Certo nella situazione oltremodo chiara d'oggi il fenomeno costituisce un nuovo mistero. Può darsi che a spiegarlo occorrano un volume come una pagina sola. Non bisogna esagerarne l'importanza, ma neppure trascurarlo. Se la Saar non è tutto il Reich e la sua breve storia dal 1919 al 1935 non è la storia né dell'Europa né del mondo in questo periodo trilustre, essa è tuttavia un importante e scottante scacchiere della carta europea in questo nostro tempo cruciale. Dallo stato d'animo della Saar può anche emergere il termometro di una temperatura politica che è generale. Un fatto balza e rimane indubitabile: che contro tutte le previsioni, e ad onta di tutte le polemiche, all'iniziarsi della battaglia finale quasi tutte le forze avverse hanno comunque solidarizzato costituendo il vero pyo^g"^^ . merita questo nome, E> ÌQ stesso fenomeno che è avve nella Germania del 1914. Curio Mortati Come hanno votato negli otto distretti elettorali: il primo numero indica I voti per l'unione alla Germania, il secondo per lo « Statu quo »; il terzo per l'unione alla Francia. In basso a sinistra, le sigle «G» « S.Q. » e F mostrano percentualmente il numero dei voti attribuiti alla Germania, allo «Statu quo» e alla Francia. II Consiglio della Lega per la immediata consegna alla Germania Ginevra, 15 notte. Benché non si possa proprio dire che le campane della vecchia cattedrale di San Pietro si siano messe a suonare a distesa, per il risultato del Plebiscito della Saar — risultato veramente sorprendente per tutto il mondo diplomatico e giornalistico ginevrino, per la maggioranza addirittura schiacciante a favore della unione alla Germania — è giusto riconoscere che 1 accoglienza è stata a Ginevra In generale favorevole, considerando preferibile, per la Società delle Nazioni, che il vot0 abbia avuto un carattere netto in modo da spianar la via ad un decisione rapida e definitiva e togliere al Consiglio della Lega U rischio inerente all'esame di problemi troppo complessi e delicati quali sarebbero risultati da un voto di carattere equivoco. La situazione politica appare senz'altro chiarita, e Ginevra esprime senz'altro, stasera, arditamente, la speranza che la più grande ripercussione del voto della Saar sarà quella di richiamare la Germania « alla voce della saggezza e del buon senso ». « Il successo che ha riportato il Reich — scrive cosi 11 Journal de Genève — impone a questo paese una grande responsabilità morale e politica; durante la sua volontaria assenza da Ginevra la Società delle Nazioni gli ha reso giustizia». La comunicazione ufficiale del risultato del Plebiscito è stata fatta per via telefonica, direttamente dal presidente della Commissione de'. Plebiscito, al Segretario generale della Lega Signor Avenol. Il telefono ha cominciato a funzionare alle ore sei; alle sei e trenta tutti i dati erano stati stenografati ed il. servizio di copiatura ha quindi incominciato a funzionare. Tutti i tentativi fatti dai giornalisti per potere arrivare fino agli Uffici del Segretariato, dove questo lavoro veniva compiuto, sono stati infranti dalla vigilanza rigorosissima degli uscieri societaria I giornalisti hanno dovuto attendere pazientemente, dalle sei e mezzo alle otto ed un quarto, nella Sala Stampa del Palazzo del Disarmo. Alle otto ed un quarto in punto veniva diramato un comunicato di sei pagine, contenente i risultati per circoscrizione e per comune e nello stesso tempo da Saarbrucken e da Ginevra i risultati stessi-venivano diffusi, via radio. Ufficialmente il Consiglio non ha ancor preso nota del risultato. Di fatto però, nel corso di una breve seduta privata, che ha preceduto l'odierna seduta pubblica, dedicata ad un nuovo esame del conflitto fra la Persia e l'Irak a proposito della linea di frontiera (conflitto rinviato per il momento all'esame della Corte di Giustizia dell'Aja) i membri del Consiglio hanno preso di fatto conoscenza del risultato del Plebiscito. Si è però deciso, in considerazione dell'importanza dell'avvenimento, di tenere una seduta speciale, di carattere particolarmente solenne, nella giornata di domani. In questa seduta il Consiglio prenderà nota dei risultati stessi, su comunicazione diretta del Presidente del la Commissione del Plebiscito. Succes sivamente parlerà a nome del Comitato dei Tre il Barone Aloisi, prospettando quali sono le misure di carattere immediato che dovranno essere prese dal Consiglio. In seguito a questo il Consiglio Societario proclamerà solennemente che la sovranità della Germania viene di nuovo ad esercitarsi sul Territorio della Saar. Una conseguenza diretta del risultato del plebiscito appare il fatto che fin da stasera è stata fissata la data del viaggio del presidente Flandin e del signor Lavai a Londra, viaggio che si effettuerà, come ha annunziato lo stesso Lavai, il 31 corrente e che avrà una durata di due giorni. g. t.

Persone citate: Barone Aloisi, Conso, Hitler, Max Braun, Mortati, Schubert