Il petrolio ha cominciato a scorrere per 1850 km. in una condotta metallica da Mossul al Mediterraneo

Il petrolio ha cominciato a scorrere per 1850 km. in una condotta metallica da Mossul al Mediterraneo Un' impresa titanica Il petrolio ha cominciato a scorrere per 1850 km. in una condotta metallica da Mossul al Mediterraneo Kirkuk, 1-1 notte. |sRe Gazi dell'Irai;, la vecchia Mesó- llpotamia ribattezzata dai suoi domina- ! ctori, ha inaugurato oggi in questo pie- j rcolo centro di civiltà orientale e mec- ! ccanica al contempo, la colossale con- ;Ndotta metallica destinata a trasportare ! a4 milioni di tonnellate all'anno di pe- ' Strolio dalla deserta regione a sud d; :sMossili fino alle orifk- e soleggiate co- gste del Mediterranea orientale. Mini- i vste in divise multicolori, rappresen >tanti diplomatici in feluca, militari, in- i rgegneri e la variopinta folla di arabi te di beduini hanno fatto circolo intorno !tal Sovrano quando egli si avvicinò ad i duna modesta lastra di marmo ed ha opremuto un bottone. : n1 fComa si è evitata una querra lr, lCerimonia semplicissima concentra rta tutta in un gesto della mano; ma ; cerimonia che, appunto per questo, ha gsimboleggiato tutta la tecnica moder-, Mna. Poi, come si conviene in occasioni | di questo genere, ie notabilità sono passate allo scambio di complimenti e ai discorsi dai quali, naturalmente, erano assenti gli accenni a tutte quelle amarissime contese che hanno caratterizzato la eroica corsa al petrolio delle massime potenze capitalistiche. Francia e Inghilterra, anche se non se n'è parlato oggi nelle perorazioni dl etichetta, si sono quasi dilaniate attorno ai giacimenti petroliferi di Mossul e ci è voluto del tatto e della diplomazia per evitare una guerra del petrolio sul territorio strappato dalle mani della Turchia. Il bottone, premuto da Re Gazi, ha azionato le pompe e immediatamente il liquido prezioso, il liquido motore della civiltà moderna, si è precipitato con irruenza nella condotta intorno alla quale durante due anni hanno lavorato e penato migliaia di uomini e di tecnici fra i più competenti del mondo. Nei discorsi si ù molto parlato del beneficio enorme che dallo sfruttamento dei pozzi di Kirkuk deriveranno a cinque contrari?: Irak. Siria, Libano, Palestina e Transgiordanla, benefici più che altro risultanti dal fatto che un'impresa co-i colossale come questa condotta di petrolio non può essere abbandonata agli incerti del deserto, del clima, uno fra i più instabili del globo, e degli uomini. La condotta, lunga 1850 chilometri, sii fa strada tra le sabbie del deserto siriaco, laddove funzioneranno giorno e notte dodici pompe che correggeranno le irregolarità del terreno, sorgeranno piano piano centri di vita civile, posti di sorveglianza con strade che uniranno queste vere e grandi iniziatrici del progresso. Fatte le strade, incominceranno in queste regioni desertiche i traffici, si costituiranno i mezzi di controllo delle tribù sempre turbolente e sempre In lotta fra loro deviando le energie de!'e popolazioni IocpIì dalle piccole contese a mano armata alla sorveglianza dil questa gigantesca opera di ingegneria I In realtà coloro che se ne avvantaggeranno sul serio saranno in parte ! il Governo dell'Irak e in parte Incom- ! parabilmenle maggiore l'Irak Petroleum Company, il gruppo Shell, la Compagnia francese dei petroli, l'Anglo-Persian, il gruppo americano. Dieci milioni di sterline sono stati] raccolti da queste potentissime orga-1 nizzazioni che dominano il mercato pe- ' trolifcro del mondo allo scopo di co- j struire questa condotta. I più possenti capitalisti del globo si sono organizsati per condurre a buon termine quella impresa maestosa allo scono di combattere il gruppo azionisti del Canale di Suez. La vittoria è stata celebrata oggi da Re Ghazi premendo il minuscolo Bottone metallico a Kirkuk. In luogo di assoggettarsi alle esagerate richieste degli amministratori del Canale di Suez per il passaggio del petrolio dall'Irak al Golfo Persico al Me-diterraneo, le grandi compagnie del pe-trolio hanno costruito questa condottache automaticamente e ininterrotta-mente trasporta il petrolio dalle alture di Kirkuk a Tripoli della Siria e a Calta nella Palestina. Le contese politiche hanno spesso ritardato il progresso. E' giocoforza ri-i conoscere che nel caso dell'Irak lo hanno accelerato poiché per contenta- re l'ingordigia petrolifera della F.-an-eia e dell'Inghilterra la condotta del petrolio da Kirkuk al mare dovette essere biforcata allo scopo di innrf- iregli assetati francesi di Tripoli della Siria e i non meno assetati inglesi di Caifa. E' così che la condotta oggi inaugurata parte da Kirkuk e giunge ad Haditha, ove traversa l'Eufrate e si di!vide in un ramo settentrionale, che raggiunge Tripoli di Siria, traversa Palmira e Homs, e in una branca meridionale, la quale raggiunge Caifa passando per Kubta e Amman. Le difficoltà dell'impresa Due anni di indefesso lavoro sono stati necessari per condurre a compi mento questa immensa oliera di Ingo gneria. Occorse anzitutto statiiliro ac-cordi fra i vari interessi e solo nel 11)25 s si potè incominciare ad elaborare sulH carta i primi piani dell'impresa. Diciotto mesi furono spesi in una esploraziono geologica dell'intera regione, cne 'a condotta doveva attraversare. I Nel 1931 i tecnici inglesi e americani avevano praticato sondaggi nella reSione di Kirkuk e calcolato all'ingrosso Ia sua ricchezza in petrolio. Poi; giunsero sul posto gli specialisti del; vecchio e del nuovo mondo; si recluta>ono fra le popolazioni l'elemento ope-! raio, si costituirono su 1850 chilome- i tri di percorso posti di controllo, cen-1 tri dl rifornimento di materiale ospedaliero e baracche per i tecnici e gli operai. Venne infine il telegrafo a riu- ! ni'-'e fra loro questi sparsi centri di frenetica attività e poi, ultimo, giunseraer°p,ano a tenere vivi i contatti tra la costa, Bagdad e Kirkuk. Le espio-razioni geologiche dettero sulle prime esito tale da calmare l'entusiasmo de-! gii ingegneri. Il deserto fra le coste del Mediterraneo e Bagdad non offriva al l'immensa condotta metallica quel soffice letto che si era sulle prime immaginato. La sabbia era profonda dieci metri in qualche punto, in qualche altro aveva lo spessore di pochi centimetri, i quali coprivano enormi diste- ! se di roccia nella quale la dinamite ha dovuto scavare trincee. Il deserto inoltre non era tutto sabbia. Si sono incontrate vastissime zone di lav-a, zone coperte di macigni neri che migliaia di operai rimossero ad uno ad uno con le mani per aprire il varco non solo I alla condotta ma agli autocarri e ai trattori a cremagliera che da Caifa o| da Bagdad andavano a distribuire sul percorso i segmenti della condotta. Due fiumi sono traversati da questa condotta, il Tigri e l'Eufrate, e per deporre nei fondi dei loro letti i tubi, laddove non esistevano ponti e dove l'uso di barche era per buona parte dell'anno reso impossibile o dall'irruenza delle piene o dalla carestia d'acqua si dovettero erigere enormi p.loni da teleferica. Altre difficoltà impreviste vennero incontrate nel deporre i tubi di ferro attraverso i fiumi Giordano e Oronte, ma disperarono di giungere al termine delle loro pene gli ingegneri inviati nella regione vulcanica della Transgiordania. L'inferno del suolo Le operazioni tra Burqua e TJmalgimal, su un percorso di 160 chilometri, vennero iniziate a più riprese e a più riprese abbandonate. L'accavallamento di macigni era tale da resistere alla volontà più ferrea degli uomini. Per giunta in alcuni tratti di questo inferno del suolo emergevano strati di basalto che la stessa dinamite mordeva a fatica. Bande di arabi lavorarono durante sei mesi sotto la neve e la pioggia nell'inverno e sotto 11 torrido calore dell'estate, rimuovendo ad una ad una le pietre e aprendo con la dinamite un varco alla condotta. Ma il lavoro non potè essere metodicamento intrapreso fin tanto che non si condus se a termine una strada larga dieci metri, la quale permettesse ai trattori di portare sul posto l'esplosivo. Del lavoro formidabile, costato dieci milioni di sterline, poco o nulla è visibile. Un leggerissimo rilievo del terreno che le tormentate sabbie del deserto fra qualche anno cancelleranno del tutto indicano il passaggio della condotta. Accanto le corrono i fili del telefono che uniscono Kirkuk a Haditha e questa al mare. Le statistiche per questa condotta sono spettacolose. Per la condotta principale sono state utilizzate 123.000 tonnellate di ferro in tubi del diametro variabile dai 20 ai 30 centimetri a seconda dell'inclinazione del terreno, tubi cioè a diametro minore lungo i terreni a forte pendenza onde arginare l'irruenza del liquido, tubi a diametro maggiore nei tratti orizzontali o nelle salite che conducono alle pompe di aspirazione. Vari settori della condotta furono saldati insieme mediante 175 mila saldature autogene effettuate con tale una perfezione che, a lavoro terminato, quando si procedette al collaudo dell'intera linea, tre sole su questo numero enorme si rivelarono difettose. Attraverso il solo Eufrate passarono, sino al maggio 1934, 50 mila tonnellate di materiale trasportato tutto per mezzo di cavi della teleferica. Problemi complicatissimi si incontrai ono nella valle del Giordano, una parte della quale si trova a 800 metri al di sopra del livello del mare mentre l'altra, la maggiore, è a 300 al di sotto. L'opera dei medici A migliaia si contano poi gli scavi effettuati nell'Irak e nella Trans-giordania per rinvenire vene d'acqua senza le quali questa opera gigantesca sarebbe forse stata abbandonata. Si dovette poi, specie per gli europei, lottare contro i vertiginosi cambiamenti di temperatura, la quale d'inverno scende al di sotto dei 15 gradi sotto lo zero e in estate si mantiene giorno e notte ad un livello variabile tra i 42 e 50 centigradi. L'impresa potè essere condotta a buon termine in un periodo inferiore a quello stabilito dai contratti, non solo grazie allo spirito di sacrificio degli ingegneri e dei loro uomini ma ad un'organizzazione sanitaria addirittura perfetta al punto che. a lavori ultimati, i medici addetti ai lavori stessi possono con giustificato orgoglio annunciare che le perdite di , giornate lavorative a causa di malati tie sono state trascurabili. Su un totale di oltre sette milioni di giornate lavorative infatti la perdita è stata soltanto di 30 mila; e si pensi che i modici dovettero lottare contro i! tracoma, operare centinaia di casi di ernia e medicare 5 mila feriti dei quali appena 130 dovettero abbandonare il lavoro. L'opera gigantesca è ora compiuta: il suo avvenire trascende tutte le previsioni. Resisterà la condotta al logorio degli anni, agli incerti del clima e alle insidie degli uomini? Recherà essa armonia tra gli interessi rivali del vecchio e del nuovo mondo tra i potentissimi gruppi perpetuamente in lotta, l'anglo-olandese della Shell e quelli francese e americano? Nessuno può dire. Gli ingegneri hanno compiuto la loro opera. Lo diranno il futuro, la storia. G. R.