Torino-Palermo (0-0) di Enzo Arnaldi

Torino-Palermo (0-0) Torino-Palermo (0-0) In una partita priva di ogni pregio tecnico i " granata „ non riescono a spezzare la tattica difensiva degli avversari Torino: Maina.; Zaccone e Zanaio;\ nAllasio, Janni e Prato: Spinola. Baiai I quIII, Lattutida (Silano), Buscatili» e, teLattuada iSUa.no). IdiPalermo: Proverà; Faotto e Ziró/j; caGruden, Santino e Capitario; Castel-\ sblani, Bonesini, Palumbo. De Manzano e Piccaluga. Arbitro: Gianni di Pisa. Quella parte del pubblico — e si fa sempre più numerosa che * ncn si vede più giocare al football •> deve avere lasciato il campo del Torino con la sua poco lieta opinione rafforzata. Teri, infatti, si è giocato solo a dar dei calci nel pallone: il che non ha niente a che fare co! gioco del calcio. • oNtuil "affermante I fi'gltilaa larileSappiamo anche noi che non era co-, rpiSf?! -^J^ft^^ I *Tutto vi congiurava contro. Il terreno. | teduro per il gelc., spezzava gli scatti dei | dgiocatori e dava rimbalzi inattesi al pallone. Il Palermo seguiva una tat- —tica eminentemente, se non esclusivamente, difensiva, tesa più a distrag- | gore quel che gli altri cercavano d combinare, che non a costruire qualco¬ sa che avesse attinenza con un'azione ; collettiva. Ma, nonostante tali elementi negativi, si avrebbe avuto il diritto di assistere almeno a qualche tentativo, per parte di entrambe le squadre, di domare le difficoltà create dalle condizioni del terreno, e, per parte de! Torino, di annullare l'ostruzionisticc sistema avversario. Alen , . , .... ne(jUanOO SI qiOCa SOlO COI Piedi VT ' "". invece, niente di niente. Fatte rare strecezioni (Zaccone, De Manzano. Spi- 'scela, Santino, Palumbo, Zanelle) tutti j tihanno tirato avanti, come se una par- tita di calcio non richiedesse che l'ini- piego dei piedi e non comportasse an-1 che l'intervento del cervello e della ila• statrdaztefantasia, Sull'infido terreno si praticò coslan temente un gioco alto, quasi che le re ti si libassero sulle nubi, anziché esse re solidamente piantate per terra. Ap- cnpena iniziate, le azioni 'offensive mo- rerivano, cosi, invariabilmente col ri- tamando dei difensori a cui gli attaccan-li ti porgevano costantemente l'arma per vincere; se qualcosa riusciva ari'riattecchire, pallone swv« u«a, FUS«, tuo uav« (tutempo ai terzini ed ai mediani di piaz- zarsi o di intervenire efficacemente. " Si ebbe, così, per novanta minuti, un;vesusseguirsi di attacchi spezzati sul na- vascere," di rinvìi potenti ma senza in-'sadirizzo, di mischie inutili, di uscite la- cr.« ai ,„;,,,„ _i~i,„i. «„, ' ,,„, tre, ai primo nmoaizo raisp elei risubiva una pausa, che dava|tudove-i it^ncolo; il tutto accompagnato da una stinfinita teoria di piccoli falli di ogni varief. P snpcip mvanetà e specie usContro un Palermo fisso nel propo- tasito di mirare al pareggio, il Torino 1 deferali, di tiri alle nuvole o privi di pe- che non a Spinola, il quale pure non i'À *Sr„"!qIr!_.P^,-"0.!! faha, poi, adottato il sistema più sicuro !s,per non farne saltare la barriera di- vafensiva. Lasciatosi trascinare nel eie- co senza luce di cui .bbiamo detto, il"i>v,o ,_„.„mf„ " .i . ..,!tclha ancora impiegato nel modo più Uinfelice; dirigendolo, cioè, sul centro mdel fronte attaccante. A parte il fattoi agcile Lattuada non è uomo da poter jresostenere l'onore di stoccatore fisso, è i pnoto anche ai ragazzini che control puna squadra raccolta in difesa il pas-|asaggio al centro è fatica quasi sem-1 dipie inutile. In tali casi, non c'è altro! da fare che allargare il gioco alle ali ,pin modo da ampliare il campo di ma- PntìvrTe dkSonare le^ora dei l* rho,!Jt ^it , i ? • mtensori. Questa regola elementare e napparsa quasi costantemente lettera i pmorta ai mediani ed agli interni in sumaglia granata. Se qualche passaggio bscappò alle ali, fu più per caso che per Zintenzione, e andò più sovente a Si- nlano che combinava poco di hunnn mche non a Spinola, fi qGale pure non manco di dimostrarsi come tutfaltro mche innocuo Ad un'offensiva aggiran- ftesi preferì, insomma, l'attacco fron- staie al centro, destinato .nevitabilmen- pte all'insuccesso. t „ —-m • ■ j- aLa mediana, poi, invece di assecon- vdare e vivificare l'opera dei suoi a- cvanti e di cercar di trarre il massimo nutile possibile dalla tattica imposta ^ben chiaramente dagli avversari, se 5ne stette nella sua metà-campo. Ot tenne, così, il risultato di perdere ii!?couegamento^eo, suo .reparto di pun- ta e di permettere all'attacco avversario una certa libertà di manovra. L'unico che ieri aveva possibilità di impostare e di mettere in atto un gioco organico, perchè ne ha i mezzi e perchè avrebbe fatto il suo interesse, era il Torino. Il Palermo non lo può fare, perchè non possiede in'inquadratura adatta, e, ieri, non lo voleva fare, perchè non lo riteneva convenien Rte. Toccava agli altri. Questi non har. voluto mettersi su questa via o non ne sono stati capaci Non han'quindi che da chiamar se stessi colpévoli del mezzo insuccesso ^ t a t-nt-Hti r> i » i^a paruia coi Palermo e, del re- ato, segnata per il Torino. In tre an- ni non è riuscito che a racimolare! tre punti. C'è anche una tradizione negli infortuni. Fra mediocrità npnpralp na la HlCUIUtlIld yCIICrdie Crediamo di aver detto abbastan- za del gioco e delle squadre e di aver fegato 11 risultato.-Qualche uomo merita la citazione Eaottn « 7>mii etotta vL^^L^^fn r:ti™ri™w l badato solo a \ tirar lontano e non hanno fallito un|pallone. Santillo, De Manzano e Pa- lumbo han cercato di richiamare il gioco su un terreno tecnico e co- struttivo. Lo stesso dicasi per Zacco- lvo. L,o stesso dicasi per Zacco-ine e Spinola, mentre di Zanelle e Baldi va lodata la decisione e l'atti- j vita. Un "zero a zero» dà già, di per sè solo, poco campo alla cronaca Ouan-ìdo poi ci si arriva con una partita «mrniiw con una partita. come quella di ien, le occasioni di prendere la matita in mano per an-!notare qualcosa si riducono ancora, Spulciamo, quindi, qua e là per i no-J vanta minuti, alla ricerca di quel po-1 chissimo che non si è perso sulla ge-inerale mediocrità ' a non riusci'neT a non riuscì nep-1 palla in campo. Ci son voluti ben sei minuti prima ! che la palla uscisse daile linee di i fondo. I reparti attaccanti ebbero,. così, un esordio degno del seguito, Fu il Palermo ad ottenere un calcio d'angolo e Piccalu pure a mettere la Poco dopo Baldi lanciò Spinola e j Gruden si liberò in « angolo ». Spi-1 noia ebbe ancora uno scatto perito-iloso, poi si tornò al niente di fatto. \ II Torino, benché con il sole di fron-ite ebbe una certa prevalenza, ma I , ' ,. ~. f _. „, ifurono gli avversari a piombare pe- ricolosamente sotto la porta di Mai-' na: Palumbo allargò a Piccaluga e questi sparò fuori. I «granata» ot tennero un altro calcio d'angolo, Baldi e Lattuada tirarono senza troppa cattiveria su Provera, De Manzano sbagliò una bella occasione, ma fu- • ono quisquiglie senza importanza. Niente altro di deciso, di incisivo, in tutto ciò Al quarantunesimo minuto il Torino ebbe un sussulto: partì a fi,e coniPIete Per l'attacco, asseragiiò gli avversari nella loro area con un tiro di punizione, Baldi cercò di tosta la via del goal. Provera dovè inviare a malapena e corto. Spinola concluse la sfuriata tirando fuori. Lo scatto rimase senza seguito, come se tutte le energie si fossero in esso esaurite. I uata » ora col sole in favo- rp aumentaron'o nella ripresa, la lo- I *> Passione e, dopo dieci minuti, po-terono anche avere la consolazione di imbasttre m &tt ch inizia. —- -~ ~ to da Silano e continuato da Lattuada, fini con un tiro di Baldi che mandò la palla appena sopra la traversa. Al quarto d'ora Lattuada e Baldi si trovarono ancora in una buona situazione che il secondo rivolse sparando fuori. Un calcio d'angolo ed una punizione contro il Palermo ed un'occasione d'oro persa da Lattuada furono gli unici avvenimenti (ohi quanto piccoli!) che accompagnaro m , , no l'arruffato svolgersi della contesa\fino al quarantunesimo minuto. Qui, | come già nei primo tempo il Torino I corse all'assalto. Lunga preparazione ai limiti dell'arca, tentativo inutile! ,. _., • . . .d- Silano, tiri corti di Allssio e Bai- j di e, finalaiente, la palla arriva a Pra-; to, appostato a venti metri dalla por- ta; il mediano scocca il tiro e la pai-! la saetta \"a raso terra verso l'aneo- Tlo destro Prove-i è conerto e pare Inio aesiro, .rrove.a e coperto e pare!battuto; piomba, invece, sul pallone proprio mentre questi sta per varcare la linea fatale. Fu l'unico tiro degno di pretendere il successo. Foi si rica| scò nella nebbia e noli a indecisione. s j fin quando l'arbitro non fischiò la fi-1 I ne. Il discreto pubblico presente se | no- 11 discreto pubblico presente j nf_:??_d° imbronciato. E con pi. Enzo Arnaldi I ragione. ena j ts

Luoghi citati: Palermo, Pisa, Prato, Torino