Guida a "I Capuleti e i Montecchi,,

Guida a "I Capuleti e i Montecchi,, Domani riapertura del Regio Guida a "I Capuleti e i Montecchi,, Accordato al Keniani il plauso peil libretto energico e patetico de / Caputeti e i Montecchi, si riconosca subito a Bellini l'alta e sicura intuizione del dramma, quindi la pronta determinazione d'una forma accaldatad'una tecnica essenziale. Non persone che dissimulino il loro essere o le loro passioni, non agnizioni tardive e colpi di scena, come nelle opere precedenti. Qui il travestimento di Romeo non è soltanto un espediente melodrammatico, ma anche un atto scenico e logico, verosimile e di breve durata. Il dramma, senza divagazioniconciso nei monologhi, nei dialoghinei cori, è già chiaro nelle prime scene, procede rapido verso la catastrofeAmbiente e persone Comunque abbia il Romani distinto numericamente le scene, la tragedia musicale risulta contesta soltanto di tre vasti episodii. Primo: l'arrivo di Romeo nella città dei Capuleti, il rifiuto della pace e della sposa. Secondo, l'incontro di Romeo con Giulietta, l'invito alla fuga respinto. Terzo, la morte degli amanti. Dall'uno all'altroepisodio son trapassi o necessarii o non del tutto pleonastici, quali il pietoso intervento di Lorenzo, i cori soldateschi, nuziali e funebri, lo scontro dei rivali. La dosatura di tali episodii riesci perfetta. Il compositore seppe trascorrere, indugiare, fermarsi, come il dramma richiedeva, intonare con giusta misura di spazio e di profondità le azioni interne e le esterneQuesta è la valutazione dell'organicità de'i'cpera. Non minore pregio rivela l'osservazione dei singoli episodii, dell'inspirazione, dei modi dell'espressione. Nella sinfonìa, in un solo movimento, Allegro giusto, con due motivi principali e altrettanti sccondarii, domina soprattutto la concitazione. Più dell'invenzione melodica e dcll'elaborazicne la dinamica incalzante e la ritmica sottanziano questo preludio. Il primo episodio è sonoro d'armi e d'amore, è ambientale e personale. Il conflitto dei capuleti e dei montecchi non sopraffa il nucleo drammatico, cioè l'infelice disunione degli amanti, ma ne costituisce quasi lo sfondo. Al breve coro dei partigiani di Capellio seguono i drammatici recitativi -— l'aggettivo dovrebb'essere cento volte ripetuto, discorrendo dei recitativi di quest'opera --di Tebaldo, di Capellio, di Lorenzo. I loro discorsi sono variamente accentati. Meglio, non era forse possibile, tanta è vigile la cura del recitativo melodico, si, ma formulato quasi alla maniera secca. La varietà discorsiva impronta anche i frammenti cantabili di Tebaldo guerresco ed affettuoso, e, si noti, non enfatico nè banale, di Capellio severo, di Lorenzo perplesso e infingitore. Si noti anche che la cabaletta di Tebaldo «L'amo, l'amo », sente già del gusto e della maggior maturità dei Puritani. In questo ambiente accaldato e violento si inseriscono omogeneamente il discorso di Romeo, le repliche dei capuleti. La presentazione del Montecchio è nobilissima, con il suo primo saluto, recitativo solenne e non accademico, con le otto battute dell'Andante, dove la melodia drammaticamente si flette e adatta ai periodi verbali, fa pausa nelle agitazioni. La cordialità di Romeo vigoreggia virile e commossa nel bellissimo larghetto cantabile « Se Romeo t'uccise un figlio ». Qui c'è un che di verdiano, nelle interiezioni al coro che impetuosamente grida <: Guerra », nella cabaletta c La tremenda ultrice spada », cui non si può negare un accento « marziale », secondo la didascalia, e non banale. Giulietta In questo ambiente accaldato, dunque, e violento appare Giulietta. Purtroppo qui cambia la scena. Può darsi che gli spettatori perdano il lilo del discorso drammatico. Ma si osservi intimamente il dramma. Qui Bellini ventinovenne presenta il suo più bel saggio di composizione patetica e austera, romantica e classica insieme, precisa il suo stile, prelude alla Sonnambula, evolve dal drammatico al lirico o meglio fa più drammatica la lirica e più lirica la drammatica. Ma, obbiettcrà qualcuno, questo è un vecchio pezzo dell'Adelson e Salvini! Appunto; si osservino le variazioni, le aggiunte imposte a quella romanza. Il Eellini del '30 è tanto più esperto e fine e commosso del Bellini del '24 e '25. Fermiamoci a considerare questa romanza. Nel preludio s'ascolta la frase grave e patetica che più avanti accompagna un frammento recitativo. E il recitativo melodico, senza accompagnamento, è bellissimo per la forza del divenire drammatico. <: Eccomi in lieta vesta... » Giulietta è subito presentata nell'acme della sua dolorosa tensione, e pur si distinguono i gradi della sua pena. Ella è la vittima dell'odio di parte, costretta a nozze detestateallontanata dall'amante suo. Nelle poche battute del recitativo, toccante quanto una melodia, ella s'effonde a cantare il dolore, ascende rapidamente, ma con mirabile continuità psicologica dal riconoscimento dell'impotenza al desiderio della morte, e scaglia in un rivolo di note, (e tutte sembrano essenziali, tanto derivano dall'intimo cuore), la sua invettiva alla morteRecitativo degno di Norma. Arde, avvampa (e qui ritorna la melodia strumentale dell'esordio), ingenuamente chiede alla natura un alito che la calmi e l'immagine di Romeo le ritorna dinanzi. Arpeggiamenti lievi, (anche Rossini ne usò v.eìYOtcllo), invocazioni, sospiri preludiano alla romanza. Ecco in sol minore quella v; Dopo l'oscuro nembo che unii'Adelson suonava, in fa minore. Che c'è di diverso, di analogo? Analogia sentimentale. Nelly e Giulietta cercano entrambe riposo nelle ansie e vagheggiano l'amante. L'andante e flebile ■■/ è cangiato in - sostenuto .. L'accompagnamento degli archi, ch'era interrotto da pause, procede invece in terzine collegato! i bassi lo rendono più corposo, più sonoro. I ritocchi alla cantilena vocale s:"no sottili, minuziosi, mirano alla più solvibile grazia drammatica, con piccole fratture ritmiche, con accenti commoventi, con fioriture essenziali. La melodia diventa più ondulata, più modulata, più ricca di note vitali, più patetica, preannunzia le più belle e- a i . . — e i , l o à d è n o o , , e e a l e o , e i , e l e e a a a o e, e a spressioni del romanticismo propriamente belliniano. Invece dell'impacciata cadenza dell 'Adelson si ha quuna mirabile chiusa vocale, con la fioritura « a piacere », in cui passa non so che dolcezza melopeica di pianto d: desiderio. Il duettoNelle poche misure d'un dialogo incalzante Romeo dice la sua infelicità e, subitamente deciso, il proposito della fuga. Il duetto consta di tre partiUna, allegro moderato, l'invito alla fuga, reca dapprima la concitazionnell'accompagnamento orchestrale una quasi spianata vocalità, « A nonon resta ». La concitazione passa alla voce, con un atteggiamento da cabaletta, « Miglior patria », mentre l'accompagnamento è semplice. Nella seconda parte, andante un poco sostenuto, si ascoltano parimenti due frasi, e la prima « Ah, crudel, d'onor ragioni » è divinamente soave, d'un bellinianesimo purissimo (sul rado basso, sulla più semplice armonia pausata, la voce di Romeo eleva il suo dolce rimprovero e rammenta l'amarezza della sua condizione « Quando a me tu sei rapita»), e la seconda incita l'amante ad arrendersi all'ardente preghiera. Anche nella terza parte, allegro, si trovano due frasi, e ambeduincalzanti e travolgenti nell'invocazione « vieni ». Questo è il primo grande duetto belliniano, in cui la bellezza delle melodie, l'intensità dedramma, la precisione della composizione si armonizzino compiutamenteUna pari elevatezza drammaticama con una minore vaghezza melodica, si ritrova nel sincopato monologo di Giulietta « Tace il fragor * e, con un forte impeto melodico, nella risposta di Romeo « Io te lo chiedo », dove la « passione », raccomandata dalla didascalia belliniana, trova una viva eco. Nel secondo atto domina il doloreLa sola speranza è nella simulaziondella morte. Non più luci, nè colorlieti. Anche il conflitto di Romeo e Tebaldo si risolve in sfogo di piantoL'odio reciproco si converte in pentimento. L'azione procede verso la catastrofe. Sosta soltanto dove è necessario, per l'intreccio o per le effusioniUna di queste, strumentale, è all'inizio dell'atto, preludio malinconicoNon bella è la frase di Giulietta « Morte io non temo », ma toccante è l'altra « Ah non poss'io partire ». Si notla distinzione dei caratteri, benché lo sviluppo dell'azione sia sintetico. Capellio appare torvo, inesorabile, vecchio e dispotico. Romeo, febbrile e generoso, giovane e amante. Tebaldoodiatore livido, impulsivo. La risoluzione della tensione fra i rivali è spontanea e umana. L'elegiaAnche nell'episodio ultimo l'intensità e la concisione procedono InsiemeLa cupezza della scena, le tombdei Capuleti, è come velata d'una parj ticolare malinconia, femminile, pieto|sa, per la fine di Giulietta. Anche la voce di Romeo canta la pietà, oltrche il dolore. La squisitezza dell'episodio sta appunto in questo accento femminile, della morte, del lutto. Il recitativo di Romeo è intieramente plasmato nella psicologia di lui. Solennità non accademiche, ma imposte dagli eventicome « O del sepolcro profonda oscu acui oon e o ntà elti. la ne e oi la aceeaaelsace za tu aeeue amo elel sie. a, digo un ta la ae. ne ri eo. tiasni. 'io. raloti lo aceo, onrità » e « L'urna m'aprite » s'alternano a dolcezze intime, come « Il mio ricevi più doloroso » e « Cedi un istante ». All'azione esterna, alla scena, è lasciata evidenza, come nel punto in cui Romeo scorge Giulietta riposante nell'urna. L'invocazione è quasi un grido cordiale: •? Sorgi, mio ben ». E quanto delicatamente le si associa il coro consolatore! La vita psicologica di Romeo è evidente attraverso i trapassi sottili, le fluttuazioni graduatissime. E' questa la prosa lirica d'un alto romanziere, ohe, la mano sul cuore della persona da lui creata, ne crea ì palpiti e li consacra all'arte. Dal sentimento della solitudine e della perdita irreparabile l'amante trae la forza fantastica dell'illusione, e invoca non la resurrezione di lei, ma la morte sua e la suprema congiunzione degli spiriti. Invocazione, che è soltanto un lamento, una preghiera, quasi mormorata fra i paurosi echi sotterranei, qua3i sussurrata all'orecchio dell'amata. Ma l'illusione è vinta dalla realtà. Troncata l'elegia, senza speranze, Romeo s'avvelena. Rapido, agitato, il recitativo è la formula essenziale del primo dialogo fra lei, che miracolosamente, sembra, rivive, e colui che s'è condannato alla morte. Poi la concitata rivelazione, l'addio supremo, grande dolcezza d'amore, in una tenera, meiodia, nel dialogo rotto dai singulti, ralle.itato dagli spasimi, troncato nell'ultima invocazione della vita e dell'amata. A. Della Corte blbtd1sDbr«La Direzione del « Regio » comunica: « E' confermata per domani sera, alle ore 21 precise, la prima rappresentazione de / Capuleti e i Montecchi a celebrazione del centenario di Vincenzo Bellini. L'opera, con la quale s'inizia la stagione lirica del « Regio » e che costituisce una novità per il pubblico, dato che dal 1870 non riapparve sulle scene del nostro massimo teatro di musica, sarà diretta da Franco Ghione ed avrà ad interpreti: Adelaide Saraceni (Giulietta), Anna Masetti Bassi (Romeo), Fiorenzo Tasso (Tebaldo), Giulio Tornei (Capellio), Vittorio Baldo (Lorenzo). I cori furono istruiti dal maestro Roberto Benaglio; le scene dei sei quadri sono di Leandro Cavalieri, che aveva disegnato anche i bozzetti <'. La rappresentazione di domani sera è in turno di abbonamenti dispari, come prima della serie. La vendita dei posti continuerà dalle 10 in poi alla Segreteria del Teatro. « Come è già stato annunziato, martedi sera in turno d'abbonamento pari, sarà data la prima rappresentazione del Werther di Massenet, protagonista Tito Schipa ». dfcsmvdssdgrdTozglpvezgI GIULIA e GIUDITTA GRISI nei « CAPULETI » GIUDITTA PASTA Romeo, nel « CAPULETI »