Il Gabinetto francese esprime il suo plauso a Lavai

Il Gabinetto francese esprime il suo plauso a Lavai Il Gabinetto francese esprime il suo plauso a Lavai e e i l i ; . e o r ^ à è e l . . , o Parigi, 8 notte. Il Consiglio dei Ministri, informato stamane dell'esito dei negoziati franco-italiani, ha approvato l'opera esplicata da Lavai ed ha incaricato il Capo del Governo di trasmettere al negoziatore il plauso del Gabinetto. A questo plauso si uniscono oggi quasi senza eccezione tutti gli organi parigini di qualche importanza, non esclusi quelli che più acerbamente avevano combattuto il progetto del viaggio a Roma, a cominciare dal Journal des Débats e dal collaboratore diplomatico del Petit Parisien notoriamente ligio ai suggerimenti dei circoli della Piccola Intesa. «Nella nobile lotta combattuta in questi giorni — scrive quest'ultimo — nessuno dei due campioni è rimasto vinto. Ognuno di essi ha dato tutto quanto ha potuto ma con la consapevolezza che quello che dava gli verrebbe restituito al centuplo ulteriormente, grazie ai buoni frutti dell'amicizia. La Sala del Mappamondo non aveva mal assistito ad un avvenimento di pari importanza: la celebrazione di una vittoria comune -sui campi aridi della diplomazia. Quello che Mussolini e Lavai hanno debellato sono 15 anni d'incomprensione e la freddezza assurda, l'inerzia di due popoli che non avevano mai cessato d'amarsi ma che per orgoglio o per prestigio avevano preso la cattiva abitudine di non riconoscerlo ». In quanto al Journal des Débats, il suo collaboratore diplomatico ammette che i negoziatori che hanno saputo concludere un accordo tutt'altro che facile, meritano una lode sincera, e ne conclude che « da ambo le parti si è fatto quello che si doveva per riuscire: Lavai dando prova di un senso politico accorto, e Mussolini mostrandosi un interlocutore disposto a facilitare l'intesa desiderata ». Il Temps si rallegra che la latente rivalità franco-italiana, la quale da molti anni metteva in pericolo l'ordine europeo, non sia più oggi se non un ricordo. Perfino Leone Blum sul Populaire è contento, sebbene la sua soddisfazione abbia motivi particolari, ossia non esca dal limiti della possibilità o meno di vedere l'accordo di Roma servire alla ripresa dei negoziati sul disarmo. La Républìque nota che alla prova dei fatti, l'accordo non è stato poi difficile quanto si temeva; prova di come fossero fondate le insistenze dell'organo radicale affinchè Lavai non si lasciasse prendere la mano dagli avversari del suo viaggio a Roma. La stessa Ere Nouvelle, abbandonando una volta tanto il proprio malumore, scrive che l'esito dei negoziati di Roma costituisce per i diplomatici francesi un successo di cui occorre felicitarli senza riserve. I commenti più calorosi sono quelli del Figaro e dell'/n/ormatton. Il primo di questi due organi, richiamandosi all'accenno fatto da Mussolini nella sua dichiarazione alla stampa, tiene a ricordare le benemerenze di Henry De Jouvenel e a lodarlo per la conclusione di quel Patto a quattro cui molti commentatori parigini non sembrano più tanto lontani dell'attribuire una parte del merito della nuova situazione oggi determinatasi. «Come avevamo voluto e previsto, - J m^c^°Mm^rR comi l i promise punto in un accordo pericoloso a a a i a, e l naie — poiché giustifica le speranze che r I non si osavano accarezzare ancora - j qualche mese fa. Fra poco, se il regoa j lamento della Sarre non provocherà con la Germania ma favori potentemente il riavvicinamento franco-italiano e, con l'aiuto di Hitler spianò la via all'accordo concluso ieri. E' giusto rendere omaggio all'energia e alla tenacia di cui diede allora prova 11 nostro ambasciatore a Roma Henry De Jouvenel. Fu lui a rompere il ghiaccio delle Alpi. La sua missione fu spesso ingrata, ma fu marcata dal segno che onora maggiormente un uomo: il coraggio. Perciò ha portato dei frutti di cui ha il diritto d'essere oggi fiero ». Anche VInformation, associandosi alle parole del Figaro, scrive che fu la « lenta e paziente bisogna iniziata con la conclusione del Patto a quattro che permise di far succedere alle contestazioni di ieri l'accordo di oggi. « Risultato felice — prosegue il gior- l nessuna complicazione e se la Germania darà prova della buona volontà di cui i suoi Capi tanto parlano, ci si i potrà avviare a quella politica effettiva di collaborazione in vista del mantenimento della pace di cui Mussolini rivendica di essere stato costantemente l'audace protagonista ». Su questo punto VInformation crede di poter anzi esprimere qualche cosa di più che una semplice speranza, ed in una noticina stampata in grassetto afferma di * non temere smentite nell'assicurare che, salvo eventi imprevisti, la Germania risponderà affermativamente a o . a i , o .! e j all'invito di Lavai di aderire al Patto di garanzia dell'indipendenza austriaca ». Sotto il rispetto francese, il lato ancora non ben chiarito ma suscettibile appunto per questo di maggiori sviluppi negli accordi di Roma, sarebbe quello riguardante gli armamenti. La ufficiosa Agenzia « Havas » ha smen| tito che tra i protocolli firmati ieri ce e I - ! -, o -1 , - o I ne sia uno relativamente alla questione e i del disarmo, ma la smentita non troe ] va finora qui se non scarso credito ei L'« Echo de Paris» mantiene le nro- Prie affermazioni in senso contrario e -1 lo stesso « Temps , 8crlve stasera ch6f sebbene nessun protocollo al riguardo sia stato firmato, la questione ha però formato oggetto di studio fra Lavai e Mussolini sulla base della dichiarazio- , e

Persone citate: Henry De Jouvenel, Hitler, Leone Blum, Mussolini, Petit