Il ministro degli Esteri francese in Vaticano

Il ministro degli Esteri francese in Vaticano Il ministro degli Esteri francese in Vaticano Cordiale visita alla Casa dei Mutilati Roma, 7 notte. La terza giornata romana del signor Lavai ha avuto inizio, come avevamo annunziato, con la visita al Pontefice. Verso le 11,30, tre automobili della Città del Vaticano — con bandierine francesi e pontificie — si sono recate a rilevare l'illustre ospite all'albergo ove alloggia. Il signor Lavai, il quale era accompagnato dalla figliuola, dall'Ambasciatore di Francia Charles Roux, dal sig. Léger segretario generale al Ministero degli Esteri, dal signor De St. Quintin vice direttore generale allo stesso Ministero per gli Affari d'Africa e del Levante, dal signor Rochat caco di gabinetto, da un giureconsulto del Ministero, dal consigliere della Ambasciata signor Truell e lai consultore canonista monsi*. . Vidal, è giunto nella Città del Vaticano poco prima delle ore 12, ed è stato incontrato al suo ingresso nel palazzo apostolico da monsignor Caccia Dominioni, maestro di camera di Sua Santità. A ricevere l'illustre visitatore si trovavano, inoltre, i due camerieri segreti di spada e cappa conte Blunt e marchese Rosselli del Turco, con le scorte d'onore dei sediarii agli ordini del decano di sala, e del picchetto della Guardia Svizzera, nonché di un picchetto di gendarmi in alta uniforme. Il Ministro Lavai portava le insegne della Gran Croce dell'Ordine Piano, conferitagli stamane dal Sommo Pontefice. Nella Sala Clementina un reparto di Guardie Svizzere ha reso gli onori militari. Nelle altre sale dell'apnartamento pontificio erano schierati i sediarii. i gendarmi nontifici, le Guardie Palatine, ufficiali dei vari Corpi armati e la Guardia Nobile. , o . a e L'udienza Dopo essere stato annunziato dal cameriere segreto monsignor Confalonieri, il Ministro Lavai è stato introdotto nella Biblioteca privata del Pontefice, da monsignor Caccia Dominioni. Il colloquio è durato esattamente 50 minuti. Al termine dell'udienza, è stata introdotta nella Biblioteca la signorina Lavai, alla quale il Papa ha rivolto alcune benevoli narole e ha fatto dono di un artistico e ricco rosario in corallo e oro. Quindi il signor Lavai ha fatto omaggio al Santo Padre di alcune preziosissime pubblicazioni. Si tratta di tre rari volumi del Secolo XVII. finemente rilegati in cuoio con fregi d'oro e cioè: «Le sacre de Louis XV », « Lea croniques de France v, e " Les delices de Paris ». Il Pontefice ha ammirato a lungo le bellissime pubblica-ioni rilevando sovratutto i pregi delle antiche stampe che vi abbondano, e ha manifestato all'illustre offerente la sua viva gratitudine. Il signor Lavai ha infine presentato i personaggi che lo avevano accomnagnato, presenti anche l'Am- e ; basciatore ed il personale dell'Ami | hasciata, e per tutti e ciascuno il o e o o o à a e l i a o o i e e , , ¬ l Santo Padre ha avuto amabili parole di augurio e di benedizione. Terminata l'udienza nontificia si è riformato il corteo. Sul limitare della Sala Clementina, monsignor Caccia Dominioni ha preso congedo dal Ministro, il auale accompagnato da monsignor Arborio Mella di Sant'Elia, dai camerieri segreti di spada e canna e scortato dai sediarii con il decano di sala e dalle Guardie Svizzere è disceso nella Basilica vaticana, entrandovi per la porta centrale All'ingresso, trovavasi monsignor Pellizzo, economo segretario della Fabbrica di San Pietro, con il cerimoniere monsignor Rossi. Avendo a destra monsignor Pellizzo e a sinistra l'Ambasciatore di Francia, il Ministro ha percorso tutta la navata centrale sostando per brevi istanti dinanzi al Sacramento e alla Confessione. Con i personaggi del seguito è poi disceso presso la tomba di San Pietro che gli è stata illustrata da monsignor Pellizzo. Alle 13,25 il Ministro Lavai lasciava la Basilica, accompagnato dai personaggi della Corte Pontificia sino al termine della scalinata. II Ministro con la figliuola risaliva allora nell'automobile, mentre una grande folla, che faceva ala al passaggio, lo salutava con applausi e con acclamazioni. Alle 13,30, il Ministro Lavai è rientrato all'albergo, dove si è trattenuto per la colazione poco più di un'ora. Ouindi si è recato a rendere visita all'Ambasciata d'Inghilterra, e subito dopo ha fatto ritorno all'albergo dove ha ricevuto alcuni rappresentanti della stampa francese. Nel pomeriggio alle ore 16, il si- gnor Lavai si è recato in Piazza Adriana per visitare la Casa Madre dei Mutilati. Sul piazzale prospiciente la Casa Madre era schierata la Legione Mutilati della M.V.S.N. con banda e labaro agli ordini del console onorevole Mazzetti. Ad attendere il Ministro francese erano i rappresentanti di tutte le Associazioni combattentistiche con i rispettivi labari e gagliardetti, fra i quali le medaglie d'oro onorevole Rossi e De Cesaris per i Combattenti, l'onorevole Ezio Garibaldi per i Garibaldini, l'onorevole Coselschi per i Volontari di guerra, il console Del Vecchio per il Nastro Azzurro, un folto gruppo di medaglie d'oro con a capo S. E. il principe Gonzaga, il comm. Carolei, una larga rappresentanza di ciechi guidati dalla medaglia d'oro Tognoni e tutti i presidenti delle Associazioni d'Arma. Erano pure presenti il conte Dampierre in rappresentanza dell'Ambasciatore di Francia, tutti gli addetti militari francesi con a capo il generale Parisot, ed un numeroso gruppo di Combattenti francesi convenuti a Roma da diverse parti d'Italia con il loro presidente nazionale Mirauchaux e con il presidente della sezione romana Mutilati Berne de Chacannes. Il saluto dell'on. Del Croix Ai piedi della scalinata della Casa Madre attendeva l'onorevole Delcroix, con il Comitato centrale dell'Associazione. All'arrivo del signor Lavai, la musica della Legione Mutilati ha intonato la Marsigliese, alla quale hanno seguito la Marcia Reale e Giovinezza, mentre i reparti schierati rendevano gli onori militari. Accompagnato dagli onorevoli Delcroix, Baccarini, Romano, Igliori, Colbertaldo e Mari, il Ministro Lavai ha passato in rassegna i reparti, e quindi è entrato nella Casa Madre. Nel salone sul cui portale è incisa la frase dettata dal Duce: «Qui la Vittoria è vivente » gremito dei più eminenti rappresentanti del combattentismo italiano, l'on. Delcroix ha fatto omaggio a S. E. Lavai dell'opera in bronzo « Il Fante caduto », dello scultore Ernesto Masuelli, cieco di guerra, rivolgendogli il seguente saluto: « Signor Ministro, io vi saluto in nome di tutte le associazioni di guerra qui rappresentate; vi saluto anche a nome del Combattenti francesi, che vedete fra noi e con i quali, l'avete visto ieri a Palazzo Farnese, noi abbiamo utilmente lavorato e lavoreremo anche meglio nell'avvenire. Noi consideriamo 11 vostro viaggio a Roma e il vostro incontro con il Duce, che di Roma è l'anima e il volto, come 11 felice inizio di un'opera che deve essere proseguita fino in fondo. In ricordo del vostro viaggio e della vostra visita, vi preghiamo di accettare questo bronzo che un soldato cieco ha modellato al buio, con le sue mani vedenti: è l'Italia Combattente che offre a Voi l'immagine triste e glo riosa del sacrificio compiuto per la Vit toria comune. Voi avete giustamente affermato che l'amor di Patria non deve impedire ai popoli l'adempimento dei loro doveri di solidarietà umana; noi ci permettiamo di aggiungere che l'a more della pace non deve impedire a noi di custodire i ricordi della guerra che abbiamo combattuto per la giustizia che della pace è al tempo stesso il principio e l'onore. I soldati della Marna e di Verdun, del Carso e del Piave, serbando i ricordi della guerra, intendono servire anche le idee che li sostennero nel pericolo e nel patimento della trincea. Noi soldati sappiamo che la pace non è solo il premio della guerra ma è anche il supremo aspetto della gloria ». Il ringraziamento dell'ospite Il signor Lavai ha risposto ringra- i ziando della manifestazione e delle j parole che lo hanno profondamente 'commosso e dichiarando che, se egli avesse avuto ancora un dubbio di avere, con la sua venuta a Roma, servito l'interesse del suo Paese, dopo questa cerimonia ogni dubbio gli sarebbe stato tolto. Nella pace come nella guerra, l'amicizia della Francia e dell'Italia cementata sui campi di battaglia resta come pegno di felicità per i nostri due Popoli e come il pegno più sicuro della pace d'Europa. Ringraziando del magnifico bronzo che gli è stato donato, il Ministro Lavai ha dichiarato che esso costituirà un perenne ricordo di questo viaggio, tanto più caro al suo cuore in quanto offertogli nella Casa dei Mutilati da Carlo Delcroix, che è veramente il simbolo vivente del sacrificio italiano in guerra. I discorsi, spesso interrotti da vivi applausi, hanno dato luogo a vibranti manifestazioni che hanno assunto il più alto tono, quando è stato intonato il canto di Giovinezza. All'uscita dalla Casa Madre, il Ministro Lavai, visibilmente commosso, ha abbracciato l'onorevole Delcroix, mentre tutt'intorno, anche da parte della numerosa folla radunatasi da- vanti alla Casa dei Mutilati, si rinnovavano calde dimostrazioni all'indirizzo della Francia, dell'Italia e del Duce. Dopo la visita alla Casa dei Mutilati il signor Lavai è ritornato in automobile all'albergo. La visita al card. Pacelli Questa sera, alle 17,30, in automobile, il Ministro Lavai, accompagnato dall'Ambasciatore di Francia Charles Roux, ha fatto ritorno alla Città del Vaticano per la visita al Cardinale Segretario di Stato. Sotto la pensilina dello scalo nuovo del Cortile di San Damaso erano a riceverlo, quale scorta d'onore, il sottodecano di sala con quattro sediarii. All'ingresso dell'appartamento del Cardinale Segretario di Stato, il Ministro veniva ricevuto dai membri dell'anticamera del Cardinale, mentre nella Sala delle Comunicazioni è stato ossequiato dai monsignori Pizzardo ed Ottaviani. Quindi tanto il Ministro quanto l'Ambasciatore sono entrati nello studio, ove trovavasi in attesa il Cardinale, che li ha intrattenuti in affabile colloquio per trenta minuti. Il Ministro Lavai ha consegnato al Cardinale Pacelli la Gran Croce della Legion d'Onore, conferitagli dal Presidente della Repubblica. Dati i molteplici impegni che il Ministro Lavai aveva in serata egli ha dispensato il Cardinale dal resti tuirgli la visita. Alle 18,30 il Papa ha ricevuto i giornalisti francesi, venuti a Roma in occasione del viaggio del Ministro Lavai. Il Pontefice ha dato ai presenti la mano a baciare e poi ha ri volto loro un breve discorso in fran cese. Pio XI ha dato il suo più cor diale benvenuto a tutti ed a ciascu no, tenendo a rilevare l'importanza di quella cara visita al vecchio Padre, a colui che tutti i fedeli del mondo amano chiamare il Padre comune. La stampa è certamente una grande potenza, se non la più grande potenza dei nostri giorni. Qual cuno ha detto che tale potenza è la opinione; è un manifesto errore, Grande potenza è la stampa perchè è la stampa che fa l'opinione, che la interpreta, la diffonde, la ripete in tutto il mondo; ne è quindi la causa e la causa è sempre più forte che i suoi effetti. Dire però grande potenza, equivale a dire grande dovere, vasta e formidabile responsabilità. Queste cose, il Papa ne è sicuro, sono sempre dinanzi allo spirito dei giornalisti e la sua compiacenza perciò aumenta per essi perchè egli sicuramente viene compreso. A ricordo di quella visita così gradita, ad essi, che sono i portatori, anzi i signori, i grandi signori della parola, voleva dire la bella parola che un grande scrittore, Alessandro Manzoni, soleva ripetere come base più vitale dell'arte stessa della parola. Chiudeva con una grande benedizione, che è la sola cosa di cui il Papa può disporre senza misura. Per le loro persone, per i loro così importanti e nobili lavori, per tutte le persone e cose care, e poi in modo speciale per tutta la loro, ed a lui cara Francia. Questa sera alle 20,30, a Palazzo Taverna, l'Ambasciatore di Francia presso la Santa Sede ha offerto un pranzo di gala in onore del Ministro Lavai, al quale sono intervenuti i Cardinali Pacelli, Fumasoni, Biondi, i monsignori Caccia, Pizzardo e Ottaviani, i membri del Corpo diplomatico, ed altri dignitari della Città del Vaticano.