Un colloquio di due ore tra Mussolini e Laval di Alfredo Signoretti

Un colloquio di due ore tra Mussolini e Laval Un colloquio di due ore tra Mussolini e Laval Un messaggio di Simon per il auro tei negoziali • I cordiali brindisi del Dnce e del MiniSiro Irancese MUSSOLINI: "Scopi comuni i quali, trascendendo la sfera dei rapporti italo-francesi, assurgono a un significato più vasto in senso europeo,, LAVAL: "Mettendo il Vostro prestigio al servizio dell'Europa, Voi porterete un concorso indispensabile al mantenimento della pace,, UH i Roma, 5 notte. Due ore di colloquio a Palazzo Venezia tra il Duce e Lavai ; non ci si serve di una frase fatta scrivendo che gli occhi di Europa e del mondo erano fissi nel cuore di Roma. Fuori dai miracolismi, fuori da ogni esaltazione rettorica, si compie uno degli avvenimenti diplomatici più importanti del dopo guerra; in questa Roma fascista erano venuti i Ministri di tutti gli Stati, è la pri ma volta che vi giunge il Ministro I degli Esteri di una grande Potenza! con cui maggiori e più intensi sono | i contatti di ogni genere po itici, economici, demografici, culturali. E'|■ che non ammette più riserve o pre- < giudiziali. Quante delle innegabili divergenze di ^ natum aromatica ; la fine di una palese incomprensione, è il riconoscimento di una realtà sono state acuite e avvelenate da una simile mentalità schiava di false ideologie. La verità si era fatta strada; e l'umanità del nostro Capo e della nostra Rivoluzione si era già imposta contro la propaganda faziosa; ma era opportuno, era necessario per dei rapporti più schietti e leali che un atto ufficiale consacrasse una situazione di fatto. Un altro peso morto nelle realizzazioni tra l'Italia e la Francia era costituito dalle cosiddette pendenze coloniali; bisognava decidersi una buona volta a chiudere questa partita che purtroppo fu sostanzialmente perduta a Versailles per l'inabilità e la incoscienza dei governanti di allora. Come dimostrano i precedenti accordi con l'Inghilterra, le nostre richieste di compensi furono sempre modeste, molto al di sotto dello spirito e della lettera dell'Articolo 13 del Trattato di Londra, che in altri momenti e in altre occasioni che non in quelle maturate dopo l'avvento del Governo fascista, avrebbe dovuto avere la sua applicazione; quello che ci inaspriva era il continuo, sistematico metodo di far apparire la limitata riparazione a una ingiustizia, come delle concessioni collegate a condiscendenza di portata internazionale. Per|le frontiere tripolitane e eritree, per | gli italiani in Tunisia, il giuoco era!durato troppo ; bisognava porvi un | I termine. E' un risultato questo che, oltre il suo valore intrinseco, avrà quello di rischiarare l'orizzonte per la vasta opera di collaborazione che due grandi Potenze, quali l'Italia e la Francia, debbono svolgere nei problemi decisivi della vita europea e mondiale. Lavai è stato forse il primo Ministro francese che sia riuscito a definire felicemente una simile necessità di ordine psicologico, ma essenziale per comprendersi e agire, quando un mese fa così si esprimeva sulle trattative italo-francesi: « Esse tendono a rafforzare e rendere più intima l'amicizia delle due Nazioni Latine e devono restituire ai due grandi Popoli che hanno già unito i loro destini eroici, la piena libertà di spirito che è loro necessaria per incontrarsi spontaneamente e per marciare insieme in una quotidiana partecipazione in responsabilità europee ». Per la prima volta il dirigente responsabile della politica del Quai d'Orsay faceva apertamente giustizia sommaria di una tradizione che aveva accumulato errori su errori, in quanto si era sempre rifiutata di riconoscere che la politica dell'Italia è una politica di grande Potenza, cioè di primo piano, libera nei suoi movimenti al pari di quella francese. E poiché spesso, molto a sproposito, si legge di una recente evoluzione della politica fascista, non per amore polemico, ma per amore di chiarezza, sarà bene precisare che nessuna evoluzione c'è mai stata da parte nostra; che, anzi, l'esito felice delle trattative si deve, tra gli altri fattori, alla coscienza dimostrata dal signor Lavai delle imprescindibili esigenze di dignità e di indipendenza di movimenti di una grande Potenza come l'Italia. Roma e Parigi possono incontrarsi in una politica di collaborazione; ma ciò può avvenire solo spontanea- «ente per l'azione di interessi e forze storiche che guidano la vita dei grandi Popoli. Quando si operano tali incontri, spetta ai governanti regolarne gli sviluppi di solidarietà in modo che, eliminati gli equivoci e i lati secondari dei problemi, resti In possibilità di una efficiente azione comune. E' il caso della sovranità della Repubblica Austriaca, ritenuta elemento basilare dell'equilibrio e della pace di Europa tanto dall'Italia quanto dalla Francia; la concordanza di aspirazioni e di interessi certamente condurrà ad atti diplomatici che rafforzeranno le garanzie dell'indipendenza dell'Au- I g^ria ! La queslione è scottante per l'in | terferire di desideri unilateraU di tQ 0 Uo stat ma la statu. |„ dell.Italla è qUella della Francia sono tali che tempestivi contatti sa■ pranno sempre prevenire lo scoppio < inaccioso di rivalità particolari, n Campo di un'attività concorde potrà allargarsi. Nè 1>uno nè l'altro Paese perseguono degli scopi esclu; sivisti ; in una Europa tranquilla v'è lavoro per tutti. L'Italia fascista ha lottato sempre per realizzare intese che non si bilanciassero in pericolose contrapposizioni di blocchi; così, facendo perno sull'indipendenza austriaca, tutti possono, tutti debbono collaborare e i Protocolli del marzo scorso sono aperti a ogni adesione; cosi, riaffermando l'insostituibile principio della parità, si debbono ricercare le soluzioni più adatte e più pratiche per ristabilire un minimo di accordo sul problema degli arma menti. • Le condizioni presenti dell'Europa non consentono esclusioni o fratture; con quel senso realistico che è proprio della nostra gente, con la virtù di esperienze anche recenti, Roma ammonisce che la collaborazione delle grandi Potenze è alla base di una tanto difficile, ma indispensabile opera di ricostruzione. Alfredo Signoretti I t |j|iII ij [! j] L'OMAGGIO DI LAVAL ALLA TOMBA DEL MILITE IGNOTO. (FOTOGRAFIE TRASMESSE PER FILO ALLA STAZIONE TELEFOTOGRAFICA DE LA STAMPA)

Persone citate: Duce, Laval, Mussolini