Seconda giornata

Seconda giornata Seconda giornata ~>era <Jia iniziata quella dei giornali S(j c de.; fotografi italiani e strame ri, che alle 8 erano già scaglionati per l'atrio ed i corridoi dell'albergo gRoma, 5 notte. Prima ancora che s'iniziasse la giornata- romana di Lavai, stamane, di Via Veneto, dove il Ministro alloggia, in attesa di vederlo apparire. L'appostamento è stato per lungo tempo infruttuoso. Per un'ora e mezza circa, non c'è stato nulla da sapere e nulla da fotografare. A Palazzo Venezia Solo alle 9,30 è arrivato all'albergo l'Ambasciatore De Chambrun, il quale si e subito diretto all'appartamento riservato al Ministro. Pochi minuti dopo giungeva il cupo del cerimoniale del Ministero degli Affari Esteri conte Senni, il quale veniva immediatamente ricevuto da Lavai. Esattamente alle 9,50 discendevano nell'atrio Lavai, De Chambrun, il conte Senni, ed il signor Rochat, capo di gabinetto del Ministro. Quindi è salito in automobile insieme con il conte Senni, mentre in un'altra macchina prendevano posto l'Ambasciatore De Chambrun e il Rochat; attraversando Via Veneto, Via del Tritone, il Corso Umberto, gli illustri personaggi sono giunti a Palazzo Venezia alle ore 9,55 precise. Alle 10 si è iniziato il primo col loquio tra il Capo del Governo ed il Ministro Lavai. Al colloquio, che è durato due ore, erano presenti l'Ambasciatore di Francia ed il Sottosegretario di Stato agli Esteri S. E. Suvich. Nel frattempo il signor Leger, segretario generale al Ministero degli Esteri francese, ed il signor St. Quentin sottodirettore politico per l'Africa, si sono recati a Palazzo Chigi per la trattazione delle questioni in corso. Cinque minuti prima di mezzogiorno, terminato il primo colloquio, il Ministro degli Affari Esteri di Francia, accompagnato dal suo capo di gabinetto e dal conte Senni, si è recato al Quirinale. A mezzogiorno S. M. il Re ha ricevuto in udienza il Ministro. Nel cortile d'onore il reparto della Milizia ferroviaria che oggi prestava servizio di guardia alla Reggia, schierato sotto il portico con il la-'barp della Legione, ha presentato Giarmi al passaggio del Ministro frali- cese. Lavai è stato ricevuto dai mae- stri delle cerimonie di servizio ed cÌstato introdotto alla presenza del]Sovrano dal primo maestro delle cerimonie conte Di Sant'Elia. Alle 12,30 S. M. il Re ha offerto una colazione in onore dell'ospite. Alla colazione hanno partecipato S. M. laRegina eS. A. R H^ffpessa Maria di Savoia, il Capo del Governo, i Sottosegretari di Stato alla Presidenza e agli Affari Esteri, le personalità del seguito di Lavai, l'Ambasciatore di Francia presso il Quirinale e quello d'Italia a Parigi, Alle ore 15, il Ministro Lavai, accompagnato dal seguito, si è recato al Pantheon dove ha reso omag-ìgìo alle tombe dei Re d'Italia e dove ha fatto deporre due grandi corone Nel discendere dalla scalinata èdi fiori freschi. Tanto all'arrivo che all'uscita dal Tempio, egli è stato fatto segno al deferentc omaggio della folla che si stipava dietro i cor-doni. Quindi il Ministro con il se-guito si è recato all'Altare della Patria, dove ha reso omaggio alla tomba del Milite Ignoto e dove ha ] fatto deporre un'altra grande coro- ino di fiori freschi. A questa cerìmo-nia erano presenti, oltre a varie au- torità e a funzionari dell'Ambasciata dì Francia e del Ministero degli Affari Esteri, anche i rappresentanti delle varie Armi dell'Esercito. stato indicato al signor Lavai l'ono- revole Del Croix, che era in prima fila in un gruppo. Il Ministro si e! avvicinato ed ha scambiato con Von. ,dDel Croix cordiali parole, Il Ministro col seguito si è poi di sretto all'albergo, dove si è fraMe-'Rmito fino alle ore 18; quindi si è r^l^calo a Palazzo Farnese dove ha ri- rcernito la colonia francese residente G« Roma. Lavai ha ricevuto pure, nel RcidffSES de7'Coliate> laà- prane(a ,_ , " . . Nel pomeriggio sono seguiti altri colloqui a Palazzo Chigi ai quali hanno partecipato il signor Lavai e; sl'on. Suvich. Il brindisi di Mussolini Questa sera il Capo del Governo ha offerto a Palazzo Venezia un pranzo in onore del Ministro fran- èFrancia al completo. cese. Vi sono intervenuti, oltre ai membri del Governo e alle più alte cariche del Regime, l'Ambasciatore dì Francia conte De Chambrun con \ la contessa De Chambrun, il signor Leger, Ambasciatore, segretario ge- nerale del Quai d'Orsay, il conte De Dampierre Ministro plenipotenziario consigliere dell'Ambasciata di Fran- cia con la contessa De Dampierre,, il conte di Saint-Quintin Ministro plenipotenziario vice-direttore poli- '. r „. , . 7 „ . 1 fico per l'Africa alQuaidOrsay, il Capo Gabinetto del Signor Lavai e il personale dell'Ambasciata di ' SuQ iUustre itc fl seguente brin. . dtsl: Il Capo del Governo ha rivolto al « Signor Ministro, l'Italia e il suo Governo sono lieti di salutare in Roma, dopo molti decenni, quale ^^^^JLÌ^"^. nÉn h£rari Esteri di Francta, già Capo del Governo di Francia. La vostra ve- Ruta, signor Lavai, rappresenta un concreto segno di ravvicinamentoitalo-francese che il vostro illustre predecessore e voi da un lato, e io dall'altro, abbiamo a lungo perse italo-francese che il vostro illustre comuni, i quali, trascendendo la sfera dei rapporti italo-francesi, as guito, avendo di mira alcuni scopi surgono a un significato più vasto in senso europeo. « Noi abbiamo lavorato avendo come mèta una sistemazione di que- stioni contingenti che concernevano i nostri due Paesi e anche una con- sacrazione di quei valori ideali che ci vengono dalla comunanza delle origini c di cui i Popoli hanno mas- simamcnte bisogno in epoche di di- sagio e di incertezza, come l'attuale. Desidero, in questa gradita occasio- ne, precisare in qual modo questo nostro incontro riaffermi alcuni princìpi di ordine generale ai quali la politica italiana si è costante- ment.e «spiata in quest ultimo de- cenmo- * Non f.', J,1*3"8, p£r fluanto sl rJ* fens9e ^ìS"SSSi-iS^S&^i^rt" nunciare alle nostre rispettive ami- izi si t u di armonizzare nel bacino danubiano gli interessi e lenecessità vitali dei singoli Stati con quelle che sono le esigenze di ordine . I generale ai fini della pacificazione I europea. « Da questo più ampio angolo vi- ; suale, io credo che voi, signor Mi- i nistro, converrete con me che i no- [ stri accordi non possono nè devono essere interpretati come contrari o' anche semplicemente esclusivi nei ! confronti di altre Potenze che desi- ; derino aggiungere la loro collaborazione a quell'opera che noi intendiamo di iniziare. «Con l'augurio che questa intesa fra i nostri Governi possa presto vedere attuato, in ogni suo particolare, il contemperamento delle esi- ! genze della Francia e dell'Italia e rappresentare il primo punto di in- ! contro delle politiche di due grandiPaesi, levo il bicchiere alla salute del Presidente della Repubblica,! signor Lebrun, alla vostra, signor] Ministro, e alla prosperità della Francia ». I La risposta di Lavai Il signor Lavai ha così risposto: « Signor Presidente, io Vi ringrazio delle Vostre parole che suscite-] ranno in Francia una eco profonda.: « Io Vi porto il saluto del mio Paese. Sono felice che le circostanze mi abbiano permesso di far Vi questa visita, di cui io avevo — Voi ve nei ricordate — già concepito il progetto nel 1931. « E' la voce del mio eminente predecessore Luigi Barthou che Voi avreste dovuto ascoltare oggi, ed è con emozione che io evoco il ricordo di Colui che è caduto servendo la nobile causa che ci riunisce. « Alcuni giorni addietro, dinanzi al Senato, io ho proclamato la mia fede nel successo dei negoziati che avevamo intrapresi. L'accordo dell'Italia e della Francia era necessa| rio. Noi stiamo per sancirlo per il jmaggior bene dei nostri due Paesi e | nell'interesse della pace del mondo. Noi abbiamo voluto regolare delle i questioni- che ci sono proprie. Noi abbiamo voluto anche ricercare l'ar|monia delle nostre vedute su difficili i problemi della politica generale. Il Imondo ha seguito il nostro sforzo con un interesse appassionato. Tutti coloro che sono animati da un ideale di pace, hanno oggi gli occhi rivolti verso Roma. Nessuno, infatti, poteva ingannarsi sul vero significato I dell'azione nella quale ci siamo risoilutamente impegnati. « Io parlo in nome della Francia, che non persegue nessun scopo egoista. Essa ha la preoccupazione legittima della sua sicurezza, ma essa inj tende assumere la sua parte nell'opera necessaria di riconciliazione dei Popoli. « Voi siete il Capo di un grande Paese al quale avete saputo, con la [Vostra autorità, dare il posto legit! timo che gli spetta nel concerto delle Nazioni. « Voi avete scritto la più bella pajgina della storia dell'Italia moderna. ] Mettendo il Vostro prestigio al servizio dell'Europa, Voi porterete un concorso indispensabile al mantenimento della pace. « Recentemente, a Ginevra, dei rischi di conflitti sono stati scartati, ma la pace resta precaria. Essa richiede le nostre attente cure. I popoli non vogliono più attendere. Essi vivono nell'incertezza e troppo spesso nella miseria. Ognuno di noi ha il dovere di difendere, anzitutto, la sua Patria, di volerla più forte e più bella. Ma non è tradire l'amore che si deve al proprio Paese, il fargli assumere il suo dovere di solidarietà internazionale. So che questo dovere , è talora difficile a compiere. Ma il l coraggio si impone a coloro che hanno la responsabilità del destino dei Popoli. « Noi abbiamo fatto nascere una grande speranza. Noi non la deluderemo. La pace deve essere mantenuta, consolidata. La nostra civiltà non può scomparire. Ascoltia- l n e £1 «o""a lezione"de^a Stona : e sempre l neUa gucml che S(mo 30^^ le - civiltà. Saremmo noi a un momento n dei[a storia dell'uomo in cui, con le o. sue mani brutali, egli penserebbe di e distruggere ciò che il suo genio ha o e dist costruito? « Dinanzi alle vestigia di Roma a i antica, facciamo insieme il giuramento di non lasciare l'umanità ri- . cadere nell'oscurità che tanti secoli o hanno conosciuta, « Levo il mio bicchiere alla salute o di S. M. il Re, di S. M. la Regina, - delle LL. AA. RR. il -Principe c la o Principessa di Piemonte. Bevo alla - i felicità personale di Vostra Eccele ' lenza e alla prosperità dell'Italia . e | Al ZQ è SClJuUo UH brillanti -: -\ncevme,lt0> .! Domani alle ore 10 urrà luogo a - j Palazzo Venezia un secondo colloo quio fra il Ministro Lavai e il Duce, i. Lunedì 7, alle ore 12, Lavai sarà i ricevuto dal Sommo Pontefice, c ai- ;e ig s; recherà a far visita al Car- dj}!a/e paceUi Segretario di Stato; alle 21 prenderà parte al pranzo of- * ferto in suo onore a Palazzo Taverna "U^AitiJ&c«eIa««iiw di Francia presso - ■ « . o-j. l r5("ìft Seder. . , „ .. ei Laval ripartirà martedì 8 alle ore n '12 dalla stazione di Termini, con e l'espresso di Pa. .gì. II messaggio di Simon Roma, 5 notte. Il Ministro degli Affari Esteri di Gian Bretagna, Sir John Simon, ha mandato, per il tramite dell'Ambasciatore britannico a Roma Sir Erric Drummond, un messaggio augurale al Capo del Governo italiano e al signor Lavai, per il successo dei negoziati in corso. Soddisfazione inglese Londra, 5 notte. Si annuncia questa sera che John Simon ha dato istruzioni all'ambasciatore di Inghilterra a Roma di comunicare all'on. Mussolini ed a Lavai i suoi più calorosi auguri per il successo delle trattative romane, aggiungendo che l'accordo che sarà concluso costituirà un felice augurio per più estesi accordi europei. In un messaggio radiotelefonico alla nazione MacDonald dichiara a sua volta che i negoziati fra l'Italia e la Francia spianeranno la via a grandi passi verso la tranquillità della Europa e ì'Observer poi, in un breve commento sulle trattative romane, commento che sarà pubblicato domattina, dice che l'evento importante del giorno è la intesa franco-italiana. Qualunque debba esserne il risultato concreto la situazione europea ne risulterà alterata. « Il signor Hitler ha costantemente persistito sul rispetto della indipendenza austriaca. Egli è ora posto nelle condizioni che gli sarà impossibile essere incoerente. L'appoggio britannico è assicurato Il corrispondente del Daily Mail rl- ! ferisce che Lavai gli ha fatto le seguenti dichiarazioni: : a Sono estremamente lieto di avere : l'onore di discutere con Mussolini in uno spirito così amichevole i problemi che interessano i due paesi. Attribuisco il massimo valore al sempre più stretto riavvicinamento fra l'Italia e la Francia ed alla possibilità di porre le basi di una durevole amicizia fra i due paesi. L'intesa fra l'Italia e Francia ha i il massimo valore per il mantenimento , della pace fra i paesi danubiani e quindi per il mantenimento della pace ne! | mondo. La Francia e l'Italia debbono restare legate dalla più stretta amicizia e questa amicizia decisiva per il ! mantenimento della pace dovrebbe i comprendere tutti coloro che della pa- I ce sono amici sinceri ». Il corrispondente del Exchange scrive che Lavai gli ha dichiarato: « Raramente nella mia vita sono sta• to cosi felice. Ho traversato l'Italia coI me in un sogno ed arrivando a Roma ho provato la sensazione che si trova quando si arriva nella patria nativa. In un lungo articolo espositivo delle questioni che hanno tenuto separate nel dopoguerra l'Italia e Francia, VBco' nomisi scrive che è evidente che su tutte le questioni un accordo di massima è stato raggiunto Compiacimento francese Parigi, 5 notte. Nell'attesa di informazioni attendibili intorno all'andamento dei colloqui fra Mussolini e Lavai, anche i commentatori francesi meglio intenzionati sono costretti a segnare il passo e a confinarsi nelle considerazioni generali. La 'stampa si rifà abbondando in partico1 lari sulla prima giornata romana del Capo del Quai d'Orsay, mettendo in rilievo la cordialità dell'incontro alla stazione di Termini e lodando il perfetto servizio predisposto dalla frontiera sino a Roma. ] Circa il carattere e la portata politica del viaggio, il Temps nota che la collaborazione delle due grandi Potenze latine non basterà certamente a far tornare del tutto limpido il cielo euro! poo, ma eliminerà buona parte delle nubi che lo ingombravano. Secondo il corrispondente romano dell'organo ufflcioiso, il quale si fa eco delle impressioni i raccolte negli ambienti diplomatici della capitale italiana, la collaborazione fra l'Italia e la Francia non ha un carattere esclusivo, giacchè l'Inghilterra h-t già chiaramente manifestato la vo! lontà di associarvisi e anche la Germania è invitata a partecipare all'opera di pace sulla base di una comunanza di intenti fra le grandi Potenze. La certezza che Italia e Francia seguiranno . la stessa strada per pacificare l'Europa è un fattore destinato a contribuire e a diffondere fiducia nel domani. Secondo l'Informution, non bisogna dure troppo peso ai dettagli dei problemi in discussione, ma tenere d'occhio sopratutto le buone prospettive dischiu: sesi dalla ristabilita fiducia tra Francia c Italia. < Noi non vogliamo sapere — scrive questo giornale — se le conversazioni di Roma sono o no capaci di spegnere I le irritazioni e i risentimenti che covano nell'Europa centrale; noi non entreremo nella discussione degli atti che saranno firmati; noi non diremo neppu!re che un'era felice, tranquilla e proi spera comincia perchè le mura del Palazzo Venezia hanno accolta infine la spiegazione cosi a lungo attesa. E' vero che ogni Paese ha la sua vocazione tradizionale determinata dalla storia e dalla geografia e alla quale, nell'insieme, quali che siano le vicissitudini della loro politica estera ed interna, 1 Governi rimangono fedeli, ma è doma-