Si parla dei francesi al Giro d'Italia ma degli italiani al Tour si parlerà a giugno

Si parla dei francesi al Giro d'Italia ma degli italiani al Tour si parlerà a giugno QUANDO ImE PARTI SI INVERTONO Si parla dei francesi al Giro d'Italia ma degli italiani al Tour si parlerà a giugno PARIGI, dicembre. Le porti .sono nettamente invertite. Sino all'anno scorso erano {ili Italiani che venivano accaparrati per primi dagli organizzatori del «Tour» e il Giro ciclistico d'Italia veniva lasciato elegantemente in un cantuccio discreto. Ora, invece, si parla in pieno di iscrizioni francesi al Giro d'Italia, mentre, per fortuna, nessun «a.zurru » subisce l'opera di monopolio dei gran pontefici del Foubou.ro Montinari re. Spentasi l'eco delle ultime battaglie estive, articoli sul «Tour» del 1935 non se ne son più visti, mentre al contrario, fervono addirittura polemiche parigine e dipartimentali sul Giro di Italia dell'anno venturo. Decisamente, c'è qualcosa di mutato nel clima ciclistico ~a cavaliere delle Alpi. « Vincete la grande corsa a tappe 'talìana, e magari non vincetela, se così vi fa piacere, ma corretela e vi garantisco due posti nella squadra francese del « Tour », dichiara il vecchio Desgrangc a tutti i suoi giovani compatrioti. E lo dichiara dopo precisi colloqui che il comm. Federico ilioino ha avviati a Parigi con innegabile tatto di fine diplomatico. Inevitabile si delinca, perciò, la « race vers l'Italie» dei vari campioni consacrati o consacrandi; e vediamo altresì delinearsi una situazione molto più curiosa: la presenza nella nostra penisola di due squadre di giovanotti che parlano la favella di Molière. Battaglia in famiglia La situazione, oltre ad essere curio-, sa, sembrerebbe quasi il frutto di una', bellissima trama. Le due squadre non ! correranno sotto gli stessi colori. Una ■— e la cosa è nota — sarà diretta,': equipaggiata, assistita dalla ditta He-\ lyett, di cui è direttore amministrati-1 vo il sig. Picard e direttore sportivo il sig. André Trialoux. Quest'ultimo ac-\ compagnerà di persona i suoi ragazzi] in Italia. La. seconda correrà per uno soltomarca italiana, ed anche attesto abbiam detto. Sarà ben difficile che tutti questi j corridori di Francia si aiutino frater-\ namente, tra il maggio eli giugno, Slitte strade del nostro Regno. Per, questi motivi: li II carattere degli' sportivi di Francia è essenzialmente] individualista; ciascuno procede per conto proprio, con le proprie gambe e, soprattutto, con la propria testa. 2) Ognun d'essi ambirà a superare i propri connazionali, nella speranza di piazzarsi meglio al termine della gara e di aggiudicarsi il diritto di partecipare in seguito al « Tour ». 3) Gli uomini della ditta Helyett non potranno che essere concorrenti e, quindi, rivali dei Francesi ingaggiati dall'industria italiana. Leon Level, l'ex « porteur de journaux » del quotidiano ippico serale Paris Sport, rivelatosi encomiabile arrampicatore da oltre un paio di stagioni, ha firmato il suo contratto per l'Italia venerdì 21 dicembre e farà parte della squadra Helyett, di cui sarà capofila René Vietto. Il signor Trialoux, partito il 22 dicembre per la Costa Azzurra coi contratti in mano pronti per ricever le firme di Vietto, Lesueur, ecc., sta ancora trascorrendo laggiù le feste in corso. Capitato il giorno di Natale a Cannes, è disceso, come il canuto e barbuto vecchione natalizio, nella casa del suo gran « crack » Vietto, e ci si trova benissimo, con tanto sole, con l'aria pura e il mare azzurro di fronte. Pare che Trialoux voglia distoglier Vietto e compagni dalle lusinghe muliebri di Nizza e dintorni e sembra che abbia il fermo proposito di trascinarseli seco a Parigi per sottoporseli a vita semiclaustrale. A letto alle otto di sera. Pare, soprattutto, che intenda toglier dalla testa del giovane Rene le fisime del volante. Tanto per cominciare, ha venduto, illieo et immediate, la vettura sport, del suo bollente « poulain ». Risulta che Trialoux lm regolato con Lesueur e Vietto la partecipazione al Giro d'Italia (Desgrange però, prima di darne l'annuncio, aspetta di avere i contratti in mano). Risulta altresì chsiznostoGrstadapogianae vafracule RomecotesinnnoSpbadicsechtagrCasitstnocesodejuconabatoegco«prmfa« tabimcignaldegnritate« togluglasqnitao chratudinmroisfrssszvlitmiseigeq he lo stesso Trialonx ha. preso dispozioni coi due corridori sunnominati, onché con Buttafuochi. Minardi, Paorelli, in vista della loro presenza nel rand Prix del Journal (che aprirà, la agione francese) e nella Parigi-Nizza a disputarsi fra tre mesi. Si riceve oi da Nizza che il Trialoux ha ingagato nella sua scuderia il nizzardo Araldi, l'alsaziano Veck, André Rolland il giovane Giorgctti, di Cannes, nuoa, gloria locale. Allenamenti e contratti Tutta questa, gente verrà a Parigi a breve, maitre si conferma un'inursione imminente di «parigini» sul rive del Mediterraneo. Già il belga onucin Gijssels s'allena coscienziosaente da qualche settimana sul perorso da San Raffaele a Mentane, alla sta d'un gruppetto di volenterosi ed namorati della strada. Costoro stano per esser raggiunti da Georges peichcr e da Maurice Archambaud. Abhinwo annunciato che Archamaud ha firmato a Parigi venerdì 28 cembre (anch'egli di venerdì...) il roeo contratto della Gazzetta dello Sport he l'impegna a disputare il Giro d'Ialia. Abbiamo voluto chiedere al seretario generale del «Tour», Lucien azalis, qualche ragguaglio in propoto. — Sapete bene — ci ha egli rispoo di buon grado — che Archambaud on corre in Italia per un ditta franese, ma. con materiale italiano. Non o ancora se si tratterà della Bianchi, ella Maino, della Legnano, della Freus o d'altro. Il certo è che, stando al ontratto, in caso di vittoria o di buoa affermazione da parte dì Archamaud sulle strade italiane, siamo auorizzati in Francia a pubblicare che gli ha vinto o ha compiuto una bella, orsa usando la bicicletta Lcducq. — Nessun ingaggio d'italiani nel Tour», almeno pei- ora? — Nè per ora, nè fino all'estate rossima. Avete visto che, contrariamente a quanto si fece anche un anno a, l'incarico di aprire le iscrizioni pel Tour » del 1935 non è toccato stavola a un italiano. Il 27 dicembre abiamo pubblicato sull'Auto, come prima iscrizione ufficiale, quella di Franisco Ezquerra, l'arrampicatore spanolo rivelatosi in Francia superiore lla vecchia « pulce » Vicente Trueba. — f ! r — Abbiamo voluto concedere l'onore ella prima designazione a uno spanolo, sia perchè Ezquerra se la meitava, per essere stato per parecchie appe del suo primo Giro di Francia in esta alla classifica del migliore grimpeur » precedendo a lungo Vieto, da lui lasciato indietro nel Galibier gigante, sia anche perchè abbiamo vo uto in tal modo incoraggiare gli spa gnoli, die nel 1935 parteciperanno paa prima volta al « Tour » con una quadra completa — accanto a Italia i, Belgi, Tedeschi e Francesi —, da a l'esclusione della compagine intera mista di corridori elvetici. Confermo he i partecipanti alla nostra corsa saanno 9b: 40 assi, 2b individuali e SO uristi « routiers ». Gli svizzeri li vedremo stavolta forse soltanto fra gli ndividuali. Confermo altresì che, immediatamente dopo il termine del Gio d'Italia, saranno automaticamente scritti alla 7iostra corsa a tappe i due rancesi meglio classificati, qualunque ia il loro posto in classifica generale. — Di guisa che, anche se arrivassei-o ventesimi o trentesimi, sarebbe la stessa cosa. Un inconveniente evitato — Assolutamente la stessa cosa. — E come vi regolerete per gli « azzurri » del prossimo « Tour » f — Semplicissimo! Non ho sentito nè vorrei sentir parlare della squadra itaiana prima della fine della gara indet ta dalla Gazzetta dello Sport. Rammento che l'anno scorso, ad esempio, scrivemmo per primo al Giro di Fran eia il vostro Camusso. Ritengo che non l solo corridore piemontese, ma tutti gli altri da noi ingaggiati fra l'inverno e la primavera, abbian fatto su per giù questo ragionamento: « Noi si corre il «ancNAfeqaMdcciismmpdtSMrsnppessnlgclsFdlclgmEbqv « Tour »; quindi non è indispensabile ammazzarsi nel Giro d'Italia». Il danno per la. gara organizzata dal nostro collega Colombo era. troppo evidente. Noi non ne avevamo nessuna colpa. Abbiamo voluto dimostrare anche coi fatti questa nostra innocenza. — Le doglianze del comm. Colombo e dei dirigenti della F.C.I. non erano, quindi, infondate... — Comunque sia, anche in seguito all'incontro da noi avuto col comm. Moiìio a Parigi, nessuno degl'italiani del Giro d'Italia sarà sicuro di partecipare al «Tour». E', quindi, sperabile che ognuno dei vostri uomini compia intieramente il proprio dovere. Per gli italiani che correranno da noi ci si penserà il 10 giugno e non un giorno prima. Ripetendo quel che lui già fattto, mi riprometto — avendo ricevuto in proposito fin da ora istruzioni precise dal « patron » — di seguire le ultime tappe della corsa della, Gazzetta dello Sport. Il 10 giugno mi abboccherò a Milano con Federico Momo. Si sceglieranno lì per li gli otto assi. E la sera stessa del 10, o al massimo l'indomani, faremo pervenire all'Auto la composizione esatta della squadra italiana pel Giro di Francia. Riteniamo che queste dichiarazioni era necessario conoscerle. Ora che Sì sa il punto di vista dell'Auto, ora che s'ha la certezza che l'ombra del «Tour» non s'abbatte più per dieci mesi dell'anno sulla corsa a tappe italiana, suggerimenti, dibattiti, eventuali polemiche in materia, non avranno più una loro irreprimìbile ragion d'essere. Ma soltanto da parte italiana. Che qui in Francia, invece, è cominciata la danza delle polemiche sul Giro d'Italia. E, se la faccenda progredirà anche in futuro nel senso del nostro punto di vistaciclistico, questa delle discussioni sulla partecipazione francese alla grande gara italiana sarà coinè un pezzo di musica rossiniana: « crescit eundo ». E' un destino che così sìa, e noi l'abbiamo sperimentato. Ma vedete, dunque, come le parti sono davvero invertite! D. L. Pariset