La valorizzazione economica dell'Impero
La valorizzazione economica dell'Impero La valorizzazione economica dell'Impero Caratteristica della Rivoluzione è stata ed è il tempismo nel settore economico. Senza fretta, ma con decisione, quando, dopo il necessario periodo di esperienze e discussioni, è stata prescelta la via ed è stato fissato l'obiettivo. Cosi nell'Impero. Fase sperimentale Gli attuali indirizzi, le attuali realizzazioni, insomma, l'esperienza che si sta compiendo — anche se si dovessero verificare degli errori, inevitabili, in ogni realizzazione umana, ma ad ogni modo sempre pochi rispetto ai molti compiuti dalle altre grandi Nazioni colonizzatrici — quest'esperienza, ripeto non potrà non influire sulle discussioni e posizioni di oggi; come queste non potranno non contribuire alla definitiva fissazione dei principii e dei mètodi della colonizzazione italiana nell'A. O. I., che, intanto, devono essere orientati nel senso di non creare degli schemi rigidi, degli interessi solidi, delle strutture complesse, che, domani, potrebbero, se non ostacolare, forse ritardare, coscientemente o involontariamente, l'applicazione del piano e delle concezioni definitive, che la Rivoluzione ritenesse necessario realizzare sul piano dell'Impero. In breve, il criterio della elasticità, dell'intelligente, fascisticamente ragionato empirismo e il criterio che oggi non può non prevalere nella valorizzazione economica dell'Impero: esso è 1". premessa, la base contingente degli ulteriori sviluppi duraturi. Quindi, anche se oggi, si sta attuando un'economia coloniale, disciplinata "e controllata da organi governativi e di Partito non senza il concorso però delle organizzazioni sindacali e degli enti economici metropolitani rappresentati nelle Consulte, e si sta concedendo una certa libertà d'azione all'iniziativa privata, sin da questo momento, è, tuttavia, chiaro che, salvo le ulteriori necessarie precisazioni dovute all'ambiente e alla situazione dell'Impero, l'obiettivo finale non potrà non essere un'economia coloniale corporativa, un'economia realizzata cioè da organi corporativi, sotto il controllo e con la collaborazione dei Governi e delle Federazioni fasciste. La Rivoluzione non può intendersi limitata alla madrepatria; universale, per natura e per definizione, essa è un principio, è una idea che, nella sua sostanza, tende a orientare il mondo civile verso concezioni politiche interne e internazionali diverse da quelle sorte dalla rivoluzione francese. Non può quindi non permeare lo spirito informatore del nostro imperialismo e della nostra opera colonizzatrice. Questa fatale estensione della Rivoluzione all'Impero, questa creazione di una nuova società e di una nuova economia coloniale corporativa contraddistingueranno l'imperialismo italiano dagli altri. I metodi da seguire Se questo è l'obiettivo che bisognerà raggiungere, quali i metodi? Ecco il punto su cui più utile potrà svolgersi la discussione, se fatta serenamente, senza irrigidirsi nelle proprie posizioni, con la coordinazione e fusione delle tendenze e degli interessi, con quella elasticità che il caso richiede. Mentre il tempo lavora sul terreno dell'esperienza e, per suo conto, dà il proprio contributo positivo, è necessario che parallelamente si compiano i necessari scambi d'idee, nel seno delle Consulte coloniali, che oggi sono al centro del sistema, ma anche fuori, con spirito obiettivo e costruttivo. Prospettare, nella sua interezza, il problema dell'iniziativa privata in colonia e delle forme che deve assumere. Nell'industria e, in parte, anche nel commercio, è preferibile, per determinati rami di attività, la grande impresa? E se si (sono già in funzione delie grandi compagnie), quale la sorveglianza da attuare su di esse, onde evitare monopoli, coalizioni e guadagni sproporzionati? Quale la posizione delle cooperative e delle medie e piccole imprese? Esaminare la questione della estensione dell'ordinamento sindacale all'A.O.1., il che vuol dire risolvere anche il quesito: i futuri organi sindacali coloniali dovranno essere autonomi rispetto a quelli metropolitani, come è in Libia, oppure dovranno da questi dipendere, come chiedono le organizzazioni interessate ? Rivedere, per coordinarle, le attribuzioni qualche volta non ben definite o interferenti dei vari organi creati o da creare (è annunciata la costituzione dei Consiglie degli Uffici coloniali dell'economia corporativa, è stata richiesta la creazione di un Ispettorato corporativo nell'A.O.I.). StudiaTe a fondo il problema dei rapporti tra economia metropolitana ed economia coloniale, nei principii generali e nei problemi particolari, alla luce di esigenze politiche, oltre che economiche. La soluzione di questi problemi, come di altri, riveste un particolare interesse: l'esperienza e la coordinazione dei vari punti di vista o il prevalere di uno di essi, risultato il migliore, potranno agevolarla. Allora la Rivoluzione avfà realizzato un'altra grande tappa: la creazione di un sistema economico corporativo in terra d'Africa, la dilatazione dei suoi principii in questo continente, che si apre ora alla civiltà e che non potrà sottrarsi all'influe«za che fatalmente eserciterà la creazione della base italiana in Etiopia. Carlo Giglio
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