Il piano di Roosevelt

Il piano di Roosevelt PA NAMISRICA. Il piano di Roosevelt NEW YORK, dicembre. La Conferenza Pan-Americana svoltasi a Buenos Ayres e il progetto ad essa sottoposto d'un trattato di pace tra le nazioni di questo Continente devono essere considerati come un principio, un asj sai modesto principio in verità, di | un programma assai più vasto alla cui realizzazione hanno sempre j ardentemente mirato gli Stati Uniti. Il Pan-americanlsmo non è stato mai altro finora che una I frase, un motto politico la cui i i t ' principale funzione consisteva nel i mascherare gli aspetti più offen|sìvi della Dottrina di Monroe ri1 sultanti soprattutto dalla maniera i unilaterale com'essa veniva appli cata- La Dottrina si risolveva in una specie di protezione non rl chiesta che gli Stati Uniti esten devano a tutte le altre nazioni del , Continente americano. I paesi di sotto del Rio Grande si trovavano 1 nella situazione assurda di sentirsi umiliati da tale protezione e di non ritenersi In grado dì rifiutarla realizzandone l'immenso valore che li metteva al sicuro dal disegni aggressivi degli imperialismi europei ed asiatici. Ma il Panamericanismo non approdò a nul- o r ! la di pratico e non superò mai lo a | à i o e e a o e e ae u < i o o i a i i i i d e e i e stadio di un vago sentimentalismo che dava la stura ai discorsi e alle belle frasi nelle riunioni solenni. Negli effetti, l'Americe Latina rimaneva remota dagli S'p.I Uniti geograficamente, culturalmente e in fatto di costumi, di maniera di sentire, di reciproca conoscenza Jntima. Gli stessi rapporti economici non erano così intensi e serrati da promuovere una più stretta intesa. Alcune nazioni dell'America del Sud si sentivano assai più vicine all'Europa con la quale mantenevano attivi scambi culturali e commerciali. Delle voci affermanti questi sentimenti si sono già sollevate alla Conferenza di Buenos Ayres: vari delegati hanno dichiarato con grande franchezza che i loro paesi non intendono troncare bruscamente le antiche cordiali relazioni con i paesi europei. Il presente tentativo di Roosevelt di far uscire l'Internazionalismo del Continente americano dal vago e nebuloso stadio sentimentale e d'infondere in esso un soffio di vita è fondato su basi essenzialmente realistiche. La situazione politica In Europa e In Asia è vista, qui, come assai oscura e pericolosa. Si temono conflitti che facilmente potranno dilagare in. una conflagrazione generale. La Lega delle Nazioni, alla quale %'S Stati Uniti non appartengono a non apparterranno mai, ha dimostrato la sua miserevole impotenza a stornare una catastrofe. Il popolo degli Stati Uniti è fermamente determinato a non lasciarsi coinvolgere in una nuova apocalittica battaglia delle nazioni, ma nello stesso tempo si rende conto dell'enorme difficoltà di mantenersi neutrale. Occorreva un passo determinato per uscire da questo impasse. Il Presidente Roosevelt crede di aver trovato la via giusta in una comune azione delle Repubbliche americane quale base per il mantenimento della pace. Egli si è convinto che istituendo una specie di Lega delle Nazioni americane ne deriverebbero conseguenze della massima importanza. In primo luogo l'effetto morale che se ne otterrebbe per l'esempio che la Lega offrirebbe al resto del mondo. Ma si conterebbe su due risultati ben più sostanziali e positivi del motivo Idealistico. Se le nazioni europee ed asiatiche fossero fermamente persuase di non ottenere aiuti militari e finanziari nè rifornimenti di alcun genere o materie prime dalle Nazioni americane potrebbero indursi a non impegnarsi in una guerra. In caso una guerra scoppiasse in tutti i modi e gli Stati Uniti si decidessero a tagliare ogni rapporto con belligeranti, tale corso sarebbe assai più facile a seguirsi e imporrebbe sacrifici infinitamente minori quando le Nazioni dell'emisfero occidentale restassero fermamente neutrali e stringessero saldamente le loro relazioni commerciali e finanziarle In modo da formare un formidabile compatto organismo capace di resistere a tutte le scosse, le pressioni e gli assalti che venissero dal di fuori. Il mutare di rotta della politica degli Stati Uniti verso le Nazioni dell'America Latina non si deve solo all'equanimità e alla larga visione del Presidente Rooselevt. Oramai comincia a penetrare l'idea tra gli uomini politici come tra le masse popolari che gli Stati Uniti tanto dai punto di vista tecnico quanto da quello economico hanno bisogno delle altre Nazioni del Continente per lo meno nella stessa misura che dette Nazioni hanno bisogno del Colosso del Nord. Essi non sono più protetti come durante la guerra europea dalla immensità di due oceani, l'Atlantico e il Pacifico. Le grandi Nazioni asiatiche ed europee hanno aeroplani di tremenda portata, capaci di disseminare la morte e la distruzione nei maggiori centri abitati d'America. Occorre che i paesi occidentali si leghino in un patto di mutua assistenza per poter far fronte a una crisi che qui si ritiene assai vicina. Ma sarà possibile l'attuazione di un programma simile? Roosevelt con l'occhio fisso alla mèta ultima cercò fin dagli Inizi della sua amministrazione di eliminare ogni ragiona di diffida»»

Persone citate: Monroe, Roosevelt