Un equivoco una necessità di Alfredo Signoretti

Un equivoco una necessità Un equivoco una necessità Le note francese e inglese a proposito del non intervento in Spagna non costituiscono davvero una felice iniziativa, per contribuire al rasserenamento dell'atmosfera europea. Non è il caso di drammatizzare un simile passo; ma un preliminare giudizio sommario non può essere che negativo, trattandosi per lo meno di un errore, se non di una colpa. L'avere messo sullo stesso piano l'Italia, la Germania e il Portogallo da una parte e la Russia dall'altra rivela già nella impostazione la assurdità formale dell'atteggiamento di Londra e di Parigi. Naturalmente il Governo fascista, che guarda sempre alla sostanza dei problemi, non si è scandalizzato del singolare modo di procedere. La nota è stata ricevuta, sarà studiata con la sincera volontà di evitare perturbamenti più vasti, coerentemente alla nostra linea di condotta, rivolta fin dall'estate a bloccare gli interventi di ogni genere nella penisola Iberica; ma l'esame ha bisogno di essere guardingo e cauto, anche in considerazione di parallelismi che conservano piena la loro capacità funzionale; la nostra risposta non potrà quindi avere carattere di immediatezza, che del resto non crediamo potesse essere pretesa da chi non aveva saputo adottare misure lineari e decise quando era il momento opportuno per tagliar netto sul groviglio di equivoci e di complicità. Si vogliono chiudere le stalle quando i buoi sono già scappati... E' un proverbio abusato, ma esattissimo nell'attuale situazione spagnuola; ora che Madrid e Barcellona rigurgitano di formazioni regolarissime e di diecine di migliaia di comunisti di tutti i Paesi, cosa significherebbe un accordo per impedire l'afflusso dei volontari in Spagna, ammettendo anche una sua leale ma molto problematica applicazione? Un eventuale accordo di tale specie equivarrebbe alla legittimazione di una ingiusta posizione di inferiorità a vantaggio dei regimi rossi di Valenza e di Barcellona, che senza dubbio sarebbero già stati travolti qualora ncn fossero entrati in giuo co gli infiniti aiuti passati at traverso le larghissime maglie della frontiera francese. Si afferma una verità inoppu gnabile quando si dice che la continuazione dell'incendio spagnuolo ha un colpevole diretto: la Russia, un complice altrettanto diretto: il Governo francese. E allora noi italiani, che amiamo le posizioni nette e logiche, noi italiani che non possiamo convincerci della lealtà di chi contemporaneamente avanza proposte di rigida neutra' lità, mentre favorisce con tutti i mezzi i rifornimenti e gli arruolamenti per gli anarchicocomunisti, siamo indotti a rite nere che l'obiettivo vero dei dirigenti attuali della politica francese, sia esclusivamente quello di tentare di salvare le sorti dei « compagni » spagnuoli. Le tendenze personali di Blum sono notissime dopo tante dichiarazioni e rivelazioni; e oltre Blum vi sono i comunisti francesi per cui, gli ordini del Comintern non possono essere discussi, vanno eseguiti. Gli ondeggiamenti di Delbos non debbono più illudere; anch'egli è legato a una catena il cui primo anello è Mosca. La Francia è parte in causa; l'equanimità esigerebbe che la nota del Quai d'Orsay fosse rimessa in primo luogo al Presidente del Consiglio Leon Blum, al Ministro dell'Aria Pierre Cot, al Segretario della C.G.T. Leon Jouhaux oltre che agli esecutivi del parti' to socialista e del partito comu nista. Verso l'Inghilterra l'angolo di visuale deve essere differente, pur giungendo l'esame a delle conclusioni negative e in fondo pericolose. Il Governo di Londra ha svòlto una politica di neutralità abbastanza rigorosa, sebbene i mercanti di cannoni britannici non siano rimasti inattivi e malgrado che sia di ieri la notizia di numerosi cittadini inglesi militanti nelle, fila comuniste e uccisi dai legionari di Franco; in un certo senso se Londra avesse compiuto il passo da sola e avesse incluso Parigi nell'elenco delle capitali, si poteva dare atto di una iniziativa ispirata da buone intenzioni. Ma come mai il Foreign Office si è affiancato o, peggio, si è fatto rimorchiare dal Governo francese, che nell'affare spagnuolo non ha le mani pulite? Si parla molto di una manovra della Gran Brettagna preoccupata sì delle voci di una vasta spedizione tedesca in Spagna, ma altrettanto preoccupata degli interventi continui di Russia e di Francia; dando a Parigi la soddisfazione diplomatica di una nota comune per rafforzare la neutralità, essa avrebbe maeèèvcvmsvseLecccudpbiltmpun mirato a far rientrare nell'ordine soprattutto il Governo francese con l'alleato Governo russo. E' una ipotesi molto benevola, ma ad ogni modo troppo complicata. Siamo giunti a una tale tensione che non permette più lo sviluppo di piani alla Talleyrand. In realtà, la posizione più equivoca nel problema spagnolo è la posizione dell'Inghilterra; è un equivoco determinato da varie e magari legittime preoccupazioni, ma è sempre un equivoco che, sia pure involontariamente, alimenta d'incertezze, sbandamenti, incognite. 11 Governo di Londra vuol mantenersi al di sopra della mischia; ciò era forse concepibile all'inizio della lotta quando sembrava che gli Azana, i Martinez Barrio, ecc., potessero svolgere una funzione di protagonisti ; ma ormai simili eventualità sono superate e siamo dinanzi ad una necessità precisa, inesorabile: la vittoria di Franco Che riunisca sotto un Governo forte tutta la Spagna; altrimenti la lotta continuerà con tutti i suoi orrori e le sue devastazioni, mentre principalmente nelle Provincie mediterranee si stabiliscono dei regimi bolscevichi che non potranno essere tollerati. E1 l'Inghilterra disposta ad adattarsi all'idea di una Catalogna indipendente e comunista, pedina di Mosca, focolaio permanente di sommosse e di guerre? Non lo crediamo e perciò non sappiamo renderci conto perchè la politica inglese si perda nel regno delle astrazioni, sia pure attraverso abili tortuosità di¬ plomatiche. E' ìm'astrazione ri-tenere che esista una soluzione di pace e di integrità della Spagna, che non si identifichi nella vittoria dì Franco. Quanto pri- ma gli inglesi si arrenderannoall'evidenza d'i questa afferma-zione, tanto più rapidamente si arriverà alla fine della crisi spa- gnola, che è crisi europea e che è crisi mediterranea. Al Mediterraneo, soprattutto, guardiamo in questo momento; da infinite indiscrezioni e anti-cipazioni sembra che siamo aliavigilia della firma del gentle- 1 ma quell'accordo non potrà lamen's agreement tra l'Italia e llnghilterra. Sara un pypntn| che non potrà non influire fecondamente negli sviluppi della situazione europea e mondiale; sciare ombre proprio in un problema squisitamente mediterraneo quale è il problema della Spagna. Fra le anticipazioni del. ÌVagreement si accenna spesso al 1 rispetto dello statu quo nel Me diterraneo. Lo statu quo ha molte fronti e non solo quella | che accenna presunte a spira zi o ni italiane; la formazione di i Stati bolscevichi agli ordini del |la Russia, viola l'auspicato staUu qua e perciò va impedita ad i ogni costo, ì Alfredo Signoretti

Persone citate: Aria Pierre, Blum, Delbos, Leon Blum, Martinez