Le nuove realtà a base dei nuovi accordi di Giuseppe Piazza

Le nuove realtà a base dei nuovi accordi Le nuove realtà a base dei nuovi accordi Berlino, 23 notte. La negoziazione prudente e — secondo tutte le voci e previsioni che la stampa tedesca mette in valore — fortunata per il gentlemen's agreement con l'Inghilterra, continua a destare qui ampii commenti intesi a valorizzare l'avvenimento imminente come uno dei massimi c fondamentali apporti alla pace generale d'Europa nel senso e nello spirito dalla Germania voluto ed auspicato; e nello stesso tempo a controbattere talune interessate versioni ed interpretazioni che vengono segnalate dai corrispondenti parigini, nelle quali si tenta già di forzare l'avvenimento per quanto riguarda almeno la condotta e la parte che vi ha l'Italia in un senso immancabilmente antitedesco. Nè sottovalutazione nè sopravalutazione L'agreement in sè, quale già si preannuncia nei suoi termini concreti, trova pacati e ragionevoli illustratori che si sforzano di evitare cosi come ogni possibile sottovalutazione anche ogni eventuale sopravalutazione esagerata nella misurazione di ciò che realisticamente, cioè storicamente, in esso è solo possibile raggiungere. Uno di questi più ragionati commenti è quello della KoelnUche Zcitung la quale fa una dettagliata storia di come si è venuti alle trattative rifacendosi dalle dichiarazioni mai cessate da Mussolini, di essere pronto a trattare con la Inghilterra ed a tranquillizzarla su ogni punto che riguardasse i suoi legittimi' interessi, salvo sempre la condizione fondamentale posta dal Capo del Governo italiano che furono prima l'abolizione delle sanzioni, poi la revoca degli accordi di assistenza mediterranea antiitaliani, poi, infine, il riconoscimento dell'Impero: condizione, quest'ultima, che ora è in qualche modo formalmente eliminata dopo che il riconoscimento pratico della conquista, a mezzo della trasformazione della Legazione in Consolato, ha tolto di mezzo la questione rendendo possibile, per un riguardo di estrema finezza diplomatica — che tutta la stampa rileva — di escludere formalmente ogni rapporto possibile di condizione fra questa questione ed il fatto delle trattative mediterranee in corso. Mussolini non ha tralasciato nulla per rendere possibile l'accordo; ha assicurato l'Inghilterra dei suoi legittimi interessi sul Tana, l'ha assicurata riguardo all'Egitto, il Sudan, la Palestina, la costa araba lasciata all'influenza britannica, nonché circa l'esercito coloniale, e, in fine, anche sulle Baleari. D'altro canto però le due parti non si sono lasciate reciprocamente illusioni su certi punti fermi dal quali esse non possono decampare: e. cioè l'Italia non ha nascosto che essa non ha alcuna possibilità di diminuire i suoi armamenti che anzi Mussolini ha detto che dopo la guerra vinta e in forza proprio di questa, l'Italia è e deve essere più forte di prima. E, corrispondentemente, l'Inghilterra anche non ha fatto mistero della sua necessità di rinforzare, nonché diminuire, talune sue posizioni mediterranee. Il giornale trae da questa constatazione la conclusione che in ogni modo non si potrà trattare di un ritorno alle condizioni precedenti bensì si tratterà soltanto di una situazione nuova mediterranea. I due punti di vista sono, secondo il giornale, nettamente stabiliti dal discorso di Milano e dalla risposta che Eden gli dette alla Camera dei Comuni, nel quali due documenti i due Ministri caratterizzarono il Mediterraneo come l'arteria vitale per 1 propri interessi. Tutte e due sono Potenze grandissime e fortissime, ma è chiaro che quanto più una Potenza è forte e grande tanto maggiore può anche essere la sua], vulnerabilità: di qui l'interesse re ciproco dell'accordo che tutte e due le Potenze saggiamente vogliono. • Nostalgie fuori della realtà La Germania è poi uno dei giornali che, discorrendo dell'accordo imminente, colgono al balzo, per farne giustizia, a talune delle sopraccennate interpretazioni parigine, come quelle che, ad esempio, si riferiscono « ad un'effimera creatura diplomatica che non potè sopravvivere al conflitto abissino » e che « pare sia rimasta per taluni dei suol aderenti come un miraggio nostalgico, stabile » Ma il giornale nota che il mondo invece cammina e che al conflitto abissino è succeduto il conflitto spagnolo con una nuova sfera di GgspzqiscpvglmgmnrnnC interessi, in cui nuovi interessi evidentemente dividono l'Italia ancora dalle Potenze di occidente: basta guardare ai giusti rimproveri che l'Italia può fare alla politica di non ingerenza francese, \ che è una stretta dipendenza dei rapporti diplomatici franco-sovietici. « Anche il problema tedesco — scrive 11 giornale — ha nel frattempo, in forza del consolidamento politico-militare del Reich e della costituzione della collaborazione italo-tedesca, assunto un carattere nuovo di fronte alle Potenze di occidente, e se, senza dubbio, la costituzione dell'asse Berlino-Roma ha potuto rinforzare l'Italia nelle trattative con l'Inghilterra, la collaborazione italotedesca costituisce anche nella questione spagnola una realtà politica di fronte alla quale Londra e Parigi non hanno ancor preso una chiara decisione. La Germania, che non prese parte alla follìa delle sanzioni, ha poi rotto il ghiaccio sulla questione del riconoscimento dell'Impero e non è stato dunque che una,logica con fl^crmlnikqo^\alacuale ier la aua politica'romana non ha tras curato i suoi rapporti con l'Inghil terra, abbia subito posto un vero 5!nlJSh,!Y?ìe,_in,te-re?se alla dlsten- sione italo-inglese ». Imprevidenza britannica Il giornale conclude dicendo che ! esso vede nella prospettiva felice i i n è . o e a n i e i i n 1 o a di questo accordo per il consolidamento dei rapporti italo-inglesi, la eliminazione di uno dei più gravi ostacoli che si frapponevano alla sistemazione d'Europa nel suo settore di occidente. Su quest'ultimo punto e sull'insieme della politica britannica, riguardo alla Germania, la Frank furter Zeitung fa oggi, in una sua nota, i conti col Times, il quale ha scritto un articolo in cui pre tenderebbe dare la colpa di tutto l'attuale pandemonio europeo al l'improvviso elemento disturbatore messo in campo dalla Germania nel Congresso di Norimberga, alla nota cioè antibolscevica! « Quasi che prima di Norlmber ga tutto andasse nel migliore del modi e l'Europa fosse un paradiso terrestre! Ma perchè allora l'Inghilterra non approfittò di quel paradiso per fare cose utili e I preveggenti, dal patto di occiden| te per esempio alla questione della restituzione delle colonie alla Germania? E' proprio sicura l'Inghilterra di avere fatto tutto il suo dovere verso la Germania, sia per quanto riguarda le sue esigenze diplomatiche generali che per quanto le sue esigenze vitali? Ora il Times se la piglia con l'antibolscevismo della Germania, con la autarchia del piano del quattro anni e, ancora, con gli armamenti che aggravano l'economia dei popoli. Ma che cosa ha fatto l'Inghilterra per evitare intanto questi mali che la Germania non sceglie già per elezione ma soltanto come rimedio tardivo a situazioni dalla imprevidènza altrui create malgrado gli avvertimenti da essa dati in tempo? ». E per quanto riguarda In fine il settore coloniale di questa imprevidenza generale, tutti i giornali oggi ritornano a battere il chiodo dell'assoluto bisogno tedesco di territori coloniali approfittando dell'articolo di Lord Cecil. Ed il Boersen Zeitung in più risponde a un articolo pubblicato sul Times dall'ex-segretario alle colonie inglese Amery, riaffermando la necessità tedesca di territori coloniali per il proprio rifornimento di materie prime indipendentemente dalla spendita di divise. Il prò gramma coloniale della Germania non è politico, nè è un program ma di prestigio, è soltanto economico. Si obbietta che il valore e conomico delle ex-colonie tedesche non sarebbe sufficiente a risolvere il problema economico a cui accenna la Germania. Ma allora se esse valgono cosi poco, perchè si stenta tanto a lasciarle? Giuseppe Piazza

Persone citate: Amery, Lord Cecil, Mussolini