UN MIRACOLO DI DEGRELLE

UN MIRACOLO DI DEGRELLE Inchiesta nel Belgio rexista UN MIRACOLO DI DEGRELLE Oggi, in piena Fiandra, si verifica un fenomeno ritenuto fino a ieri impossìbile : quello di una folla fiamminga che esalta un uomo che parla francese (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) GAND, dicembre. Dicono che in Belgio piove sempre. Non è vero: è già un'ora abbondante che nevica. Qui, in piena Fiandra, la neve, aiutata com'è da un vento teso che la fa volteggiare e ve la spinge giù per il collo e su per le maniche, cade con più perfidia in confronto alquella del Brabante. A Bruxelles] fiocchi cadevano svogliati e bo-\ naccioni; per istrada hanno cominciato a torneare i?ttorno alla macchina; a Gand turbinano minuti duri insolenti come quando c'è bufera. Nonostante la combinata offensiva di freddo, vento e nevischio, molte migliaia di persone si sono radunate a Gand per assistere a un' comizio di Degrelle. L'appuntamento è per le quattro nella sala di Floralien, situata in mezzo al parco della città. La polizia di Gand, pare incredibile che in una città così piccola ci sia tanta polizia, è mobilitata: quasi tutte le vie di accesso al parco sono bloc catc da agenti con la carabina in spalla e pieni di freddo. I pochi passaggi aperti sono strettamente controllati. Bisogna mostrare, uno due tre volte, le proprie car- te e dire che non si hanno nrmiindosso. Chi non è autentico zoppo deve lasciare il bastone. Zoccoli e calze di seta Mascherati fra il grigiore degli alberi e quello della sera che cala presto, ci sono interi plotoni di poliziotti a cavallo con elmetto sciabola carabina e sfollagente. All'ingresso dell'enorme capannone altra esibizione di documenti personali: dippiù qui mostrano di dare meno credito alla dichiarazione negativa circa il vostro armamento e palpano, discretamente ma sapientemente, mi uomo ogni dicci. L'interno della sala è tutto ornato di bandiere rexiste — rosse col distintivo Rex nero bordato di bianco: — l'influenza cromatica] della « svastica » si sente subito Sulle bandiere grandi manifesti e striscioni: « Rex Zal U Redden ». Rex vi salverà »; « Rex tot het Volk - Bea; è per il popolo ». Gli altoparlanti, in attesa di diffondere la voce degli oratori, si con¬ tentano di moltiplicare i suoni di {una musichetta di dischi; una mu-, sica che non aiuta a far passare\l'attesa e non riesce a riseci-idare, neanche metaforicamente, l'ambiente. L'uditorio aspetta tranquilla¬ mente: è vero che pestano i pie-\di sulla terra battuta, ma è sol-.tanto un tentativo di riscaldarli;] è vero che portano le dita alia bocca e soffiano sulle punte, ma \non hanno nessuna intenzione di | fischiare. E' gente di ogni età ceto sesso. Pellicce, cappelli duri, baschi, berretti; calze di seta, zoccoli. Alle quattro e mezza si inizia il comizio: tremila persone, tutte in piedi, cantano il* Vlaamische Leew, l'inno nazionale fiammingo. E' un canto lento, freddo come il paese, duro come la linea dei tetti di Gand. Ed è un po' anche]canto di chiesa: un coro di roci| basse dichiara tre volte «finché iliLcone di Fiandra avrà artigli... »? Alla quarta ripresa le voci alte si! uniscono alle prime e, poi, tutte]insieme, assicurano: «...il popolo> fiammingo avrà vita ». Quattro oratori prendono la pa-Urola: il primo legge il suo discor-iso in fiammingo; il secondo fa al-\trettanto ma parla con voce pini calda, con oratoria più convincen-\te e l'uditorio finalmente comincia ad applaudire, a sottolineare con dei lunghi «buu!» le stoccate contro questo o quell'avversario del Rex. Il terzo oratore parla anch'esso in fiammingo, ma improvvisa e l'en!usiasmo del pubblico sale di un'altra ottava. Il quarto ha appena comincia-1 to allorché un ondeggiamento di!folla verso il fondo del capannone)e qualche «Degrelle! Degrelle! »lanciato qua e là, lo costringono asinterrompersi. I tre o quattromila: presenti si alzano, voltano le spalule alla tribuna, montano sulle se-'die e sulle panche per veder mc-\ glio e più lontano. Corre per un momento il dubbio che si tratti di un falso allarme, che Degrclle non sia ancora arrivato. Ma laggiù gli applausi si fanno più intensi, la folla si stringe intorno a un piccolo gruppo che fa cerchio intorno a un uomo. Ora tutta la sala applaude; quando non applaude fa il saluto rexista c grida, scandendo le sillabe, il nome del suo capo. Eccolo. Avanza tra la folla che fa siepe intorno a lui, protetto da vicino da alcuni fidatissimi e da un paio di giovanotti che hanno le spalle larghe così e tengono costantemente la mano destra in tasca. La folla e il suo Capo E' sulla tribuna. Invita l'oratore interrotto a riprendere il filo del discorso; ma ormai si sente benissimo che la folla ha orecchie soltanto per l'ideatore e il condottiero della battaglia rexista. Se ne avvede anche l'uomo che finora aveva tenuta impegnata con la parola la folla e si affretta a trovare una chiusa e il pubblico gli dimostra la propria riconoscenza con un nutritissimo battimani che si fonde e si sovrappone a quello 'tcol quale saluta Degrclle Ecco il capo ai microfoni. Ecco a sè per sè con la folla, questo grande animatore, questo grande dominatore di moltitudini. Trenta anni e appena suonati. Statura poco supcriore alla media. Bei lineamenti. Voce armoniosa. Gesti avvincenti. Egli stabilisce subito, prima ancora di pronunciare una parola, uno stretto contatto con la massa: con un largo, gesto delle braccia, con una vibrazione breve ma nettamente percepibile delle dita, egli sembra voler frenare l'applauso « di entrata » o di voler raccoglierlo: e, a raccogliere, riesce non soltanto l'applauso ma la stessa folla, che il suo gesto mi sembra non dissimile da quello con cui un direttore d'orchestra ri ] c^ama gu strumentisti, li ferma fi Zi avvince a se stesso. Degrclle comincia subito in tono maggiore. Parla in francese e la folla, cento per cento fiamminga, scatta dopo la prima battuta, in un erompente applauso. Tre quarti d'ora di discorso {Nessun segno di stanchezza tra la , f0ua che pare aver dimenticato, \per u suo oratore, anche il frediao, Degrelle improvvisa: in un an¬ no ha tenuto quasi mille discorsi; nè ha mai preparato tre righe di essi. E sono discorsi di responsa- \hilità e di peso: l'origine del mo.vimento rexista, le basi spiritua] u di esso, il programma di lotta, u terreno della lotta, la critica — \uno per imo — di tutti gli avver | sari, le basi su cui dovrà sorgere ]ne Degrelle. | Eppur questi continua a tenere iduc discorsi al giorno, in Vallo? nja 0 („ Fiandra: calmo impertur! boto dalle polemiche che dieci ]giornali avversari scatenano ogni > giorno contro il suo ultimo artico j0j imperturbato dagli attacchi che U contradditori hanno preparato ipor 0gni comizio. Degrelle legge \0 ascolta, poi risponde o ribatic: i sembra che non conosca — o più \probabiimente — non ha bisogno lo stato corporativo rexista. Tut ti questi argomenti impegnano a fondo la folla, ma impegnano tremendamente anche l'uomo che li tratta, quando ogni sua parola è pesata da dieci avversari consumati alla lotta politica e che dispongono di organizzazioni, di alleanze, di esperienza enormemente superiori a quelle di cui dispo di praticare tattiche difensive, Egli è sempre all'offensiva o alla controffesa. Conosce la scherma di ogni avversario, sa penetrare nella loro guardia, e lascia sempre invariabilmente l'avversario stoccato. Oratore irruente senza dubbio, 1 ma più àncora oratore persuasivo, !La voce non perde armoniosità an)che se l'intensità ne fa alzare o abbassare il tono. Mentre parla i stratti del suo volto assumono di : raro un atteggiamento severo, eudò soltanto quando pronuncia il 'nome di qualche avversario: co- \mc tutti i grandi oratori politici, egli preferisoe sorridere alia propria folla quanto più, gUè possibile. Lo dicono un channeur, Non è vero: le folle oggi non si lasciano incantare. Le folle oggi vogliono dei capi che vivano con. esse e per esse, che combattano con esse per toglierle da certi ceppi che — quelli sì — furono imposti da incantatori che han fatto fortuna durante il secolo chiuso dall'anno 1914. Per un quarto d'ora almeno ho dedicato più attenzione alla folla che all'oratore: ho voluto seguire e fissare le ftsonomie e le reazioni. In prima fila — guardati da vicino da un gruppo di gendarmi — c'era una buona schiera di giovani operai. Senza cappotto, col collo protetto da un fazzoletto colorato anziché dalla convenzionale striscia di tela con o senza amido. Qualcuno ha le scarpe della festa, gli altri quelle che conoscono da lungo tempo l'olio e la polvere delle officine. Hanno le mani infilate nella cintura dei pantaloni. Una rapida metamorfosi i"° una folla fiamminga che ascolta applaude esalta un oratori c'le parla francese, ] Leo Rea Durante la prima mezz'ora non hanno mai applaudito. La loro presenza e il loro atteggiamento di riservatezza era stato notato tantocliè uno dì quei giovanottoni con le spalle larghe settanta centimetri e con la mano destra sempre nella tasca della giacca è venuto a mettersi proprio fra Degrelle ed essi. Il gruppetto, intento com'era ad ascoltare l'oratore, non si è accorto di questa piccola misura precauzionale. La guardia del corpo resta li per un poco: poi se ne va. Questi operai hanno cambiato completamente il proprio atteggiamento: prima uno ha lanciato un grido di approvazione; nessuno dei suoi amici lo ha guardato per rimproverarlo. Alla successiva battuta dell'oratore quattro o cinque assentano con cenni del capo. Poi applaudono. Alla fine tutti grideranno con. Degrelle: Rex vaincra! E saluteranno il capo, gridandone, sillaba per sillaba, il nome. Si dice che Degrelle sia politicamente impreparato per guidare un movimento che si propone di riordinare e restaurare il Belgio. Si dice che è troppo giovane. Che commette errori su errori. Che il compito è più grande di lui. Che ha dovuto compromettere con altri partiti perchè le basi del Resi non si allargavano e non si radicavano nel popolo. Che le Fiandre sono antirexiste perchè Degrelle è vallone. Che la Vallonìa è antirexista perchè Degrelle è fiammingo filo. Ma Degrelle non ha colpa se ha soltanto trent'anni e, in ogni caso, la gioventù è una di quelle malattie dalle quali purtroppo tutti guariscono presto. Che Degrelle abbia commesso degli errori è possibile e che il termometro, del successo rexista abbia segnato durante gli ultimi due mesi una notevole discontinuità è un fatto. Ma che abbia fatto alleanza con i cattolici e i nazionalisti fiamminghi non vuol dire che abbia compromesso con essi e, comunque, cogliere il momento e dosare la misura per compromettere è segno di maturità, piuttostochè di impreparazione politica. Quanto alla parete divisoria che si vuol mettere fra rexismo vallone e rexismo fiammingo, io posso rispondere e garantire di aver assistito a Gand, in .piena Fiandra, a quello che tutti mi hanno descritto come un fenomeno ritenuto fin poco tempo addietro impossibile e incredibile. Il fenome- DEGRELLE ORATORE largo gesto delle braccia raccoglie

Luoghi citati: Belgio, Bruxelles