Indietro non si torna

Indietro non si torna Indietro non si torna Le nuove possibilità di restituire un equilibrio alla comunità europea Parigi, 23 notte. Segnalando la profonda impressione prodotta in tutti i circoli internazionali dalla decisione della Francia e della Gran Bretagna di trasformare le loro Legazioni ad Addis Abeba in consolati generali, ciò che implica la constatazione della situazione di fatto in Etiopia, preludio logico al riconoscimento de iure del nuovo ordine di cose in Africa Orientale, il Temps, mettendo in rilievo come questa iniziativa sia considerata in generale come molto opportu na, si sofferma con insistenza sui commenti della stampa tedesca per ribadire la sua vecchia tesi e cioè che gli interessi italiani non sono efficacemente garantiti da una politica il cui risultato più evidente è stato di ricondurre la Germania al primo posto della scena nell'Europa centrale, mentre l'Italia non può risolversi ad abbandonare il compito che le spetta in quella parte del continente. Insistendo in modo singolare sul fatto che la politica del Governo di Roma è una politica integralmente ed esclusivamente italiana, che si ispira unicamente alle circostanze del momento e che, appunto per questo, evita sempre di vincolarsi definitivamente da una parte come dall'altra, l'organo del Quai d'Orsay scrive che i tedeschi anche questa volta hanno mancato al più elementare senso psico logico se hanno nutrito la speranza di trascinare l'Italia nel solco del Relch e di ridurla al compito di brillante secondo, in vista della rapida realizzazione degli obbiet tlvi tradizionali del pangermanesimo nell'Europa orientale e centrale. Berlino, a giudizio del Temps, vuole assolutamente Inter pretare l'accordo italo-tedesco come una macchina di guerra, direi ta di fatto, al di là di ogni ero ciata anticomunista, contro la Francia e l'Inghilterra, mentre in nessun momento l'azione solidale anglo-franco-italiana ha avuto una punta diretta contro 11 Relch nè mai si è trattato di accerchia re la Germania o di escluderla dalla cooperazione europea. Anzi tutti gli sforzi di Londra, di Parigi e di Roma hanno costantemente teso a ricondurla nel cir culto delle Potenze occidentali < facilitare il suo ritorno a Ginevra. Obbiettivo altamente dichiarato dalla diplomazia delle tre Potenze prima della guerra d'Etiopia era, secondo il Temps, un regolamento generale, col quale ,la Germania avrebbe ritrovato il suo vero posto nella comunanza europea, sulla base della.pace solidamente organizzata per tutte le Nazioni egualmente. . « L'obbiettivo — continua il giornale — resta lo stesso, malgrado le complicazioni sopravvenute in seguito alla crisi etiopica e che hanno cosi profondamente sconvolto la situazione generale in Europa. La liquidazione delle difficolta con Roma che il problema abissino ha lasciato sussistere noa ha per oggetto la ricostruzione di una fronte diplomatica per fronteggiare la Germania. L'idea è, invece, di creare circostanze più favorevoli a negoziati di insieme, sufficientemente ampi per far rinascere la fiducia e risolvere con piena sincerità i problemi che si presentano attualmente sui punti più sensibili del continente. Del resto, senza il concorso attivo dell'Italia e della Germania, nulla di duraturo può essere costruito in Europa. Ed è appunto ad assicurare questo concorso in condizioni di dignità per tutti che si sta lavorando a Londra e a Parigi ». L'impressione favorevole prodotta dal gesto franco-britannico, il cui risultato si spera debba essere un riawicinamento con l'Italia, induce molti commentatori a preconizzare una ricostituzione di situazioni diplomatiche superate. Ma il corrispondente romano del Temps osserva che sarebbe un errore credere ad una tale ricostruzione, poiché la decisione della Francia e dell'Inghilterra è invece interpretata in Italia non corno un passo verso un ritorno alle « esperienze illusorie », ma verso un unlìgnspatto a quattro redivivo comportante la solidarietà con la Germania e la parità assoluta fr.a le grandi Potenze europee. Secondo i circoli politici italiani, sarebbe quello il solo mezzo di organizzare, fluna vasta e sincera collaborazione I aitaliana, cEd è certamente rendendosi con-1 teto di questo stato d'animo delle ! 5sdeciso a prendere misure energi- ! esfere italiane che Leone Bailby propone sul Jour la formazione tra Inghilterra, Francia e Italia di « un primo consiglio dei popoli » che ad est e a sud per salvare l'avvenire del mondo, ciò che dovrebbe essere possibile quando si è fra grandi nazioni occidentali, riavvìcinate se non da ideali politici per lo meno dallo stesso amore per una civiltà mediterranea. Parecchi giornali esprimono la speranza che il rallentamento della tensione franco-italiana abbia il salutare effetto di attenuare in proporzioni considerevoli la gravità internazionale della guerra civile in Spagna. dmeostsgfnhtll

Persone citate: Leone Bailby