La lotta fra i Marescialli cinesi combatte a suon di dollari

La lotta fra i Marescialli cinesi combatte a suon di dollari La lotta fra i Marescialli cinesi combatte a suon di dollari I combattenti, visto che le pallottole forano la pelle, si sono messi con le armi al piede (DAL NOSTRO CORRISPONDENTE) Sciangai, 17 notte. Le ultime notizie affluite a Sciangai dai vari centri presentano la situazione sotto aspetti meno disastrosi di quelli che caratterizzavano il quadro dipinto nelle informazioni di ieri. Si apprende anzi tutto che gli scontri fra ribelli e truppe nanchincsi avvenuti nei dintorni di Sian Fu e che erano stati definiti grandi e sanguinose battaglie si sono ridotti a trascurabili scaramucce e che appena si è sparsa la notizia che qualche soldato era stato colpito da proiettili e era morto, la fucileria ha cessato per incanto da entrambe le parti e queste hanno deciso di rinviare la lotta a quando la situazione sia chiarificata. Il cinese è sempre propenso a confidare nella conciliazione, specie quando ha di fronte a sè dei connazionali; negli eserciti cinesi poi chi comanda non è il generale ma l'uomo dei ranghi, come appare dimostrato dalla ribellione di Sian Fu che non fu ordinata dal Maresciallo Ciang Sue Liang bensì dai soldati stanchi di essere mandati ad ammazzare altri cinesi anziché affrontare l'invasione giapponese. Tutte le informazioni relative all'invio di 150 mila, uomini control Sian Fuarmati di tanks, gas asfissianti e aeroplani non hanno impressionato nè l'una nè l'altra parj te e le asserzioni che il governo di Nanchino aveva rifiutato di discuitere col maresciallo Ciang Sup Liang ed era deciso a risolvere la situazione con una guerra civile hanno impressionato ancor meno in quanto sono apparse contrarie allo spirito tradizionale della dina. Ventiquattro ore sono bastate per confermare questa interpretazione. Si apprende infatti oggi che Nanchino, visto il fallimento delle sue minacce, ha richiamato da Sian Fu il suo ambasciatore non ufficiale Donald, un ex-giornalista australiano che fu in passato consulente politico tanto di Ciang Sue Liang quanto di Ciang Kai Shck, e che intende affidargli una nuova missione da svolgere presso Ciang Sue Liang probabilmente basata su una favorevole sistemazione finanziaria in cambio del rilascio di Ciang Kai Shck. Fautori di questa politica, di fronte ai ribelli sono ora il Ministro delle Finanze Kung e il direttore della Banca di Cina, Sung, cognato di Ciang Kai Shek, il quale ultimo si rifiuta di finanziare operazioni militari che condurrebbero senza dubbio alla uccisione del Primo Ministro e quindi alla perdita da parte della Cina del suo uomo più influente C Mtrario all'uso della diplomazia di fronte ai ribelli è invece il ministro della guerra Ho In Cin a cui si attribuisce l'ambizione di succedere a Cimi Kai Shek quale dittatore nanchinese e che perciò non apprenderebbe con dolore molto profondo la notizia della morte del generale. Ma siccome Kung, ministro delle finanze, e il capo della banca di emissione parteggiano per la conciliazione essi sono destinati a vincere. Senza quattrini nemmeno il bellicoso Ho In c a e n i é ol j Cin è in grado di fare una guerra. Kung e la signora Gian Kai Shek hanno l'appoggio di quasi tutta l'opinione pubblica, e stasera hanno ottenuto inaspettatamente l'approvazione dello stesso Cian Kai Shek. Uno dei prigionieri di Sian Fu, il capo della polizia Ciang Tin Veri, è stato rilasciato perchè recasse a Nanchino un messaggio di Ciang Sue Liang. Egli è giunto a Lojan donde ha telegrafato al governo di Nanchino le richieste di Ciang Sue Liang e contemporaneamente le istruzioni di Ciang Kai Shck. Quest'ultimo ordina al governo di non aprire ostilità bensì di trattare col generale ribelle offrendogli una cospicua somma di denaro. Cian Kai Shek è sempre contrario tuttavia alle concessioni politiche. Si dà per probabile la prossima partenza alla volta di Sian Fu dello stesso direttore della Banca di emissione per trattare con Ciang Sue Liang. Questa notizia conferma, si dice, le previsioni di una sistemazione finanziaria. Nella provincia di Fukicn i comunisti hanno però approfittato della partenza del grosso dell'esercito regolare verso il nord per riprenderc coraggio e hanno occupato le città di Uing Ting, Taspu e Juping. Il governo allo scopo di impe¬ dpueCtmtnOscvmpaGUpmtcld dire l'estendersi del movimento ha proclamato lo stato d'assedio in una serie di centri delle Provincie e cioè a Kuellin, Liuciau e Uciau. C. Galimberti CldeBPvc DI STACCA IVI ENTI DI CAVALLERIA DEL GOVERNO DI NANCHINO percorrono le vie della capitale dì ritorno da un'incursione contro le bande di briganti che Infestano la campagna.

Luoghi citati: Cina, Nanchino, Sciangai