DIETRO LO SCHERMO

DIETRO LO SCHERMO DIETRO LO SCHERMO Cinema a domicilio -- C'è Sofonisba — Attorno a un premio ~ La Bibbia veduta dai piccoli negri — Matrimonio a richiesta generale Definitivo addio di Pola Come è vista la televisione dai produttori cinematografici? Almeno con diffidenza. E sarebbe questo ancora un termine ottimistico, al ricordare gli umori trapelati nell'aprile dell'anno scorso al primo congresso di televisione, riunitosi a Nizza per iniziativa dell'Istituto Intemazionale per la Cinematografia Educativa e deU'Vniewe Internazionale dì Radiodiffusione. Si temeva, e ancora si teme, che lo spettatore, potendo vedersi e udirsi un film a domicilio, abbia a disertare le sale cinematografiche; che i produttori di film debbano accontentarsi, in tal caso, di piccoli diritti, rinunciare alle larghe percentuali di noleggio; e via dicendo. Questi timori sono almeno in gran pan-te ingiustificati. Ha forse la radio fatto disertare le sale dei teatri lirici e dei conservatori? (Degli altri «spettacoli» radiofonici, meglio non parlare). Ha semplicemente offerto un felice sur- •ogato a chi non aveva mai varcato le soglie di quei teatri e di quei conservatorii, e probabilmente non avrebbe varcato mai. Tutto ciò, si dice, è potuto avvenire perchè gli assidui dell'opera e del concerto sono un'infinitesima minoranza nei confronti dei radioascoltatori; mentre la forza e la fortuna del cinema sono nella sua incredibile diffusione. Ma se la televisione già potesse offrire uno spettacolo cinematografico compiuto ed ineccepibile,, il « colpo » sarebbe certo gravissimo. Per ora, invece, si parla di schermi che hanno le dimensioni d'un grosso quaderno; schermi maggiori costerebbero un patrimonio, a chi volesse possederli. Insomma, la benemerita « galena », che con le sue cuffie tanto contribuì alla diffusione della radio, può già considerare come un altrettanto benemerito collega un piccolissimo schermo attorno al quale pigiarsi per vedere la marionettina d'una Crawford alta nove centimetri, un Barrymore ridotto al lumicino? La tecnica della televisione fa naturalmente progressi ogni giorno; ma anche quella cinematografica non dorme. ■ Il colore e il rilievo sono alle porte; e, ancora, gli schermi amplificabili a volontà, con più diversi formati per le varie inquadrature. Chi, nella sua casa, vorrà accontentarsi d'una risiane sommaria e ridotta, se ne accontenterà; ma è diffìcile che davvero la preferisca al grande boccascena polìcromo e plastico. Piuttosto, il sistema televisivo potrà avere successi immediati non quando si tratti di vedere film già « fatti», ma di vedere in anticipo film « da farsi ». Esempio: il resoconto d'un avvenimento. In sale adatte si potrà assistere a quanto gli operatori dislocati a distanza staranno riprendendo; l'ultimo incontro di calcio ItaliaGermania è stato contemporaneamente veduto da trentamila spettatori accolti in dieci sale berlinesi per televisione. Nei confronti dello spettacolo vero e proprio ammesso che le due tecniche si raggiungano e magari si compie' tino, si presenterà poi per le Compagnie di radiodilfusione il problema: o cercare 'in accordo con i produttori cinematografici, o diventare produttrici esse stesse, con tutte le incognite d'una reciproca concorrenza spietata. E' probabile che, quel tempo, ne voi nè io non lo si veda; altrimenti assisteremmo alla più. formidabile mobilitazione di cifre astronomiche per dare al cliente, atto spettatore, un brivido o un sorriso a domicilio. Intanto, e appunto perchè parecchi dei primitivi timori devono essersi rivelati infondati, proprio a [Los Angeles, nei pressi della d Mecca del cinema, si è iniziato un regolare servizio di trasmissioni radio-cinematografiche; un servizio die dispone di alcune sale, per spettatori che si muovano di casa per pagare il loro biglietto d'ingresso a quel botteghino. Cavallo di Troia introdotto nel campo nemico, pallido preludio ad alleanze concrete, o un semplicistico «lasciate che si sfoghino »? Probabilmente, di tutto un po'. Mentre, tempo permettendo, si sta girando la battaglia di Zama per Scipione, un'ampia sequenza che nel film si sten'derà concitata e incalzante per una ventina di minuti, in episodi che esigeranno masse enormi, calcolate sul dodicimila uomini; si calma anche l'ultimo interrogativo che fra le quinte del film colossale era diventato sempre più frequente. Per quante ricerche si fossero fatte, ancora non s'era trovata una sod- disfacente Sofonisba. Provini, ten- tativi, altri provini, altri tentati vi: la schiera delle aspiranti deluse s'accresceva quasi ogni giorno, dopo esami che non concedevano neppure la consolazione di pensare a quelli d'ottobre. Il gruppo d'inquadrature riguardanti la « parte » era stato accuratamente stralciato, mentre il restante della Ugrafico di Stato, spira quest'anno lavorazione proseguiva; ora, finalmente, Sofonisba ha un volto: quello di Francesca Lodge Braggiotti. D'origine fiorentina, trasferitasi poi a Boston vi sposò l'avv. John Lodge, diventato poi attore cinematografico (forse lo ricorderete al fianco di Elissa Landi in Koenlgsmark). Affermatasi come pregevole danzatrice, fu lei a creare » le danze per Anna Karenina e per / lancieri del Benga la; ma Scipione sarà il suo primo film; già le offerte giungono, da varie Case editrici; e sono poi i migliori auguri, per la temporanea moglie di Massinissa. — E' stato disposto che con il corrente mese siano riprese le mattinate cinematografiche del G.U.F. A turno, nei cinema di prima visione, sarà ogni domenica proiettato, a prezzi ridottissimi, lo spettacolo della settimana. — Aldebaran è stato presentato con caldo successo a Tallin, in Estonia. **» In Francia, alla vigilia dell'assegnazione del Premio Cinemato- ventò di fronda. Il sintomo più e vidente, oltre alle solite chiacchiere e alle solite congiure, è nella decisione dei maggiori critici cinematografici di istituire un altro premio per... loro conto, il « Louis Delluc ». Si è già avuta una riunione, con una prima scelta d'una trentina di film. Criterio degno di critici: l'opera premianda non sarà scelta in una determinata categoria, ma in tutta la produzione dell'annata. (Il premio di Stato stabilisce infatti di non ammettere film inferiori ai duemila metri. I capolavori di metri millenovecentonovantanove sono avvisati). **# Vedremo Verdi pascoli? Si dice da molte voci che si tratta di uno dei film più interessanti che abbia prodotto il cinematografo; e anche di uno dei più pericolosi, qualora il discernimento dello spettatore non sappia intenderne il vero significato. I « verdi pascoli » sono quelli dell'ai di là, il regno della pace eterna; il tema è tratto da una serie di racconti Il vecchio Adamo e i suoi figliA Girla dormltory sarebbe po'. E-' dello scrittore americano Roarkjsami di maturità: interpre'ato da, Bradford. Un suo più illustre col-1Herbert Marshall, il preside, dal lega, Marc Coonelly, li ridusse a.\Ruth Chatterton, la professores-\' forma scenica; da cinque anni l'al-isa, e da Simone Simon, la piccola* legoria si rappresenta a New York. Lo stesso Coonelly volle poi ridurla a film, con la collaborazione, per la parte tecnica, di William Keighley; altro successone. Si parla d'un altro Alleluia. L'ani ma negra vi svela i suoi pàlpiti in forme elementari e raffinatissime. 11 film s'inizia in una picco Uà città del Sud degli Stati Uniti; un pastore negro espone la Bibbia ai suoi piccoli allievi di colore. Man mano che egli parla, la fantasia dei bimbi s'accende. Bisogna qui premettere ancora che, quasi a consolazione della sua vita durissima, 1 simboli più altamente religiosi sono per il negro elementi familiari con i quali ancor più familiarmente si trattiene: in un'ingenuità che sarebbe Irriverenza se non rasentasse talvolta il sublime. Allora, quei bimbi, s'immaginano la Bibbia cosi come le loro anime infantili possono intuirla, e anche come le abitudini familiari l'hanno preparata. Quell'ingenuità s'accompagna allora a ogni inquadratura; e si svolge sullo schermo tutto l'Antico Testamento, immaginato da un piccolo negro di si e no dieci anni. E' da questa visuale che bisogna giudicare il film, esclusivamente da questa; altrimenti potrebbe apparire senz'altro opera blasfema. Citare non è facile, data l'altissima materia; per prendere un esempio dei più... arren I devoU' basterà dire che, per U di luvio universale, gli animali che scampano sull'Arca non sono quelli della tradizione, ma quelli che un piccolo negro può immaginare, presi dai cartelloni dei cir chi e del serragli. Si può facilmente comprendere come tutto ciò, quando si spinga più da vicino alle sfere celesti,- possa an che indignare; è però unanime il coro della critica che giudica 11 film come uno dei più poetici, innegabile il favore delle più diver se accoglienze; e sul non facile argomento non saremmo ora tornati se non giungesse la notizia che il film .presentato in vi sione privatissima a Parigi, è sta to incondizionatamente lodato da Padre Roguet. Consigliere Eccìe siastico della Stampa e della Radio Cattolica in Francia; mentre in Inghilterra l'intervento dell'arcivescovo di Canterbury, del capo della Chiesa Anglicana e di Lord Tyrrell, presidente della cen sura cattolica cinematografica, ha fatto togliere il divieto per la pub blica presentazione. l o a i i i e e o e , o e è Una delle ultime fotografie di Pirandello, a una ripresa di 'Pensaci Giacomino). A sinistra ia scena del film con Musco. allieva. Originariamente il film si concludeva, come la commedia, con il commosso saluto della discepola a tanti maestri: in realtà la Simon (quella di Occhi neri) a Hollywood era, prima di questo film, considerata ancora una scolara. Ma il suo personale succes so fu così uiuido e pronto, che, dopo le prime rappresentazioni; cominciarono a piovere ai produttori lettere su lettere nelle quali molti spettatori deploravano che la « francesina » non sposasse il suo preside. Insomma, per metterli in pace, bisognò girare in fretta e in furia una mezza dozzina d'inquadrature; e un'altra volta Ve terna — cinematoora/icamenfe — « ifarcia nuziale » di Mendelssonn intonò dagli altoparlanti i suoi concenti. Minime. — Willy Forst ha di chiarato che un regista « serio » non dovrebbe girare più di tre film ogni due anni; la misura ideale sarebbe di un solo film all'anno. (Molti registi « seri » non fanno nemmeno quello). Ora il Forst, seguendo la via che lode\'olmente si 6 prefissa, girerà Burgtheater: vita e atmosfera del noto teatro austriaco, protagonista Werner Krauss. Medita poi un maupassantiano Bel Ami. — Si è Iniziato il secondo film, JSeiniion, delle cinque gemelle Dionne. — Anche la Carmen avrà una riduzione cinematografica; pare che la bella sigaraia avrà il volto e la voce di Gladys Swarthout, del Metropolitan. — L'ombra di Basilio Zaharoff dovrebbe riapparire in una biografia assai romanzata (ma lo sarà come la sua vera vita ? ) : /I re senza corona. — Nicola Farkas, il regista de La battaglia, ha finito Port Arthur: guerra russo-giapponese del 1904, spionaggio, drammetto d'amore. Danielle Darrieux, Adolpe Wolhbruck, Charles Vanel. — Anche Wodehouse, il noto umorista Inglese, è stato accalappiato dal cinema. Sorveglierà la sceneggiatura del suo Jim di Piccadilly per Robert Montgomery e Magde Evans; poi farà parte dell'ufficio-soggetti della Metro. — Laemmle Junior, dopo un giro in Europa, passerebbe come produttore indipendente agli Artisti Associati. — Pola Negri annuncia il suo definitivo irrevocabile assoluto Irrimediabile ritiro dagli schermi. Dichiara che ciò avverrà fra quattro anni. Prima però, vuol interpretare ancora almeno mezza«dozzina di film: tra l'altro l'ibseniano Casa di bambole e / contadini, dal romanzo del Reymont. RI. g