Decisiva conferenza notturna nel gabinetto di lavoro di Re Edoardo

Decisiva conferenza notturna nel gabinetto di lavoro di Re Edoardo Decisiva conferenza notturna nel gabinetto di lavoro di Re Edoardo Le Camere dei Lords e dei Comuni si sono riunite per urgente convocazione all'una di questa notte e à e i i a e » Londra, 8 notte. Gli eventi in Inghilterra, avevano nel modo più inatteso assunto un andamento a passo di corsa sulla grande strada della storia di una nazione e di un popolo. Oggi, non si sa per quale motivo, essi hanno rallentato la loro corsa e si sono improvvisamente inoltrati im una modesta viottola che conduce, per ora, soltanto al fatto di cronaca. Tutto quello che vi è infatti da riferire sugli eventi della giornata è un complesso di vistte di personalità importanti, di andate a Fort Belvedere, di aeroplani misteriosamente partenti alla'volta di Cannes e così via. Tutta questa attività, apparentemente disordinata, non fornisce alcun Indizio sulla piega finale che dovranno assumere entro brevissimo tempo gli eventi di questi ultimi giorni. E' opinione generale che se il Re non deve esser posto di fronte all'ultimatum e se gli deve essere lasciato II tempo per meticolosamente pesare II prò e il contro di ogni sua azione, una via d'uscita deve esser trovata il più presto possibile perchè non vi è dubbio di sorta che la situazione presente, per quanto infinitamente migliore di quella che era sino a ieri l'altro, può deteriorare e perchè anche ogni giorno che passa può allargare la crepa che si è fin da ora prodotta nel sontuoso edificio della monarchia, penosamente costruito dai secoli. Atmosfera mutevole In un'atmosfera come questa, tutto è possibile, e lo abbiamo visto ieri quando la folla lungo Wlte Hall e Dotoning Street ha acclamato con un entusiasmo quasi delirante al Primo Ministro, la stessa persona, cioè, die la stessa folla aveva fischiato ventiquattro ore innanzi. Qualche giornale pensa che la crisi è superata e che le dichiarazioni fatte dalla signora Slmpson eliminano quell'incubo che è stato caratteristico della si tuazione inglese degli ultimi giorni. Essa ha'rinv/nciato al matrimo «io; l'incidente, dunque, è finito e si può, come dice il Daily Herald, tornare ad occuparsi delle faccende interne e internazionali. Senonchè un annunzio di sapore ufficioso pubblicato dai giornali della sera fa pensare che la situazione sia ben lungi dall'essere così semplice. Essi dicono, infatti: « Si fa osservare nei circoli governativi di Londra che il Gabinetto ha trattato l'intera situazione confinandosi entro 1 limiti rigorosamente costituzionali. L'iniziativa presa dalla signora Simpson non ha nulla a che fare con le questioni di Stato. E' l'iniziativa di una persona individuale, concernente una questione personale ». Ciò lasclerebbe supporre che se la signora Simpson ha rinunziato al Re, quest'ultimo non ha rinunziato alla signora Simpson. L'ottimismo incontestabilmente diffusosi a Londra potrebbe, per contro, essere causato dalla scn sazione che una delle più inquic tanti possibilità sarebbe eliminata da svolgimenti repentini e ignora ti dal pubblico, e cioè quella che il Re si ostinasse nel suo proposito matrimoniale e, respingendo i consigli o i suggerimenti del Governo, causasse le dimissioni di quest'ultimo e lo scioglimento della Camera. E' inutile cercare, con giri di parole, di menomare o, ma gari alterare del tutto il significato di una mossa come questa. Es sa avrebbe, nè più nè meno coin volto un colpo di Stato e una dit tatura della Corte. Un altro uomo in queste circostanze avrebbe po tuto tentarlo. Non Edoardo Vili, vissuto nell'atmosfera di rigorosissimo rispetto della costituzioneimposta alla Corte da Re Giorgio V. In quanto 'all'abdicazione, si pensa qui che essa possa essere evitata. Se questa è realmente la situazione al momento presente, non si può trarne che una sola conclusione: che il Re abbia rinunciato al matrimonio. Di ciò, però, una prova non esiste, come non è neatiche possibile ottenere la conferma di alcune voci circolanti stasera, secondo le quali un annunzio di soluzione della crisi in un senso o in un altro sarebbe fatto ticl pomerlglgo di domani alla Camera dal Primo Ministro Baldwin. La questione del Ducato Ciò cìie appare strano al pubblico e agli osservatori degli ambienti inglesi è la costante presenza in tutti gli scambi di vedute In corso e le trattative fra il Governo e il Re delle personalità che hanno cura del Ducato di Cornovaglia. Il procuratore generale del Ducato, il tesoriere, il consulente legale del Ducato fanno la spola fra Loìidra e Fort Belvedere, rimangono ore intere rinchiusi a discutere con Baldwin a Downlng Street e al calar della sera In automobile corrono alla residenza del Re per rimanere a colloquio con lui sin quasi alle ore piccole del mattino. Nessuno è in grado di comprendere che cosa ormai questo famoso Ducato di Cornovaglia possa avere a che fare coti gli eventi storici di questi giorni. Si pensava fino a ieri che la messa in ballo del Ducato indicasse il proponimento del Sovrano di abdicare per assumere per sè e per la futura consorte il titolo di Duca e di Duchessa di Cornovaglia. Senonchè si ha ragione di credere che gli esperti del Governo, consultati sull'argomento, abbiano concluso che il ducato, sia come titolo, sia come fonte di immensi redditi, sia un appannaggio del Principe di Galles, cioè del Re e della Corona e rimanga suo fin tanto che egli rimane sovrano dell'Impero. L'abdicazione, dunque, di Edoardo Vili lo priverebbe automaticamente di questo titolo, il quale potrebbe o passare al Duca di York, in quanto Re d'Inghilterra, oppure, secondo le opinioni di alcuni giuristi, essere riservato al primo discendente maschio del futuro Re. Entra in scena il " King's. Proctor „ Più misterioso appare il viaggio alla volta di Cannes degli avvocati che difesero la signora Simpson nel processo di divorzio e di un funzionario della Tesoreria. Che cosa si combina dietro le scene? Non è del tutto da escludersi, nel caso di serie complicazioni, che il Governo non giochi la carta finale, cioè non riesca ad Impedire Il divorzio dell'amica del Re. Come è noto, in base alla legge inglese devono trascorrere esattamente sei mesi di una vita di esemplare purezza tra il giorno in cui il divorzio è stato decretato provvisoriamoue e quello in cui diventa definitivo. Vi è qui uno speciale magistrato, il King's Proctor, la cui funzione è quella di sorvegliare la condotta dei divorziandl onde vedere se la condizione fondamenta le è stata oppure no rispettata durante i sei mesi per così dire di prova. E' certo che la posizione del King's Proctor in questa faccenda sarebbe delicatissima ma, mxsso con le spalle al muro e confortato anche dulie più influenti gerarchie della chiesa, egli potrebbe prendere il coraggio a due mani e annunziare in poche e chiare pa¬ rsmmgrBqsldMdpspttsgdrgtpcsJI role alla signora Simpson che lai sua sorte è di rimanere unita ini matrimonio al precedente marito. Giornata movimentata Ecco intanto la cronaca estremamente movimentata di questa giornata. Il duca di York si era recato ieri notte dal Re a Fort Belvedere ed era rimasto con lui quattro ore per far ritorno al castello di Windsor, ove risiede, alle 2 del mattino. Mentre egli era dal Re giungeva colà il signor Monckton procuratore generale del ducato di Cornovaglia, una persona che in questo momento sembra essere-«no dei principali protagonisti del dramma. Monckton è partito stamattina alla volta di Londra in compagnia del tesoriere del Ducato. Nel pomeriggio il Re ha ricevuto la visita del duca di Kent il quale certamente rimarrà a Fort Belvedere tutta la giornata e forse anche la notte dato che ha informato di non poter prendere parte ad un pranzo ufficiale che era stato indetto per itasera. Baldwin aveva ricevuto in mattinata a Downing Street sir John Simon e sir Samuel Hoare. Il primo rimaneva con Baldwin 2 ore a conversare, l'altro 40 minuti. Giungeva poi da Baldwin il lord del Sigillo privato lord Halifax. Al cader della sera si apprendeva alla Camera del Comuni da una risposta di sir John Simon ad una interpellanza che il Primo Ministro l'aveva incaricato di esprimere il suo rammarico di non poter assistere alla seduta. E senza bisogno d'altro subito si capiva che Baldwin era stato chiamato d'urgenza a Fort Belvedere. L'Interpellanza era stata presentata dal capo dell'opposizione laburista al Comuni Attlee il quale interrogava appunto il Governo sullo stato della crisi costituzionale. Sir John Simon rispondeva testualmente: « Baldwin mi ha pregato di esprimere alla Camera il dispiacere che prova di non poter rispondere in persona alla vostra questione. Baldwin, non ha tuttavia nulla da aggiungere alla dichiarazione fatta ieri ». Pregato d'indicare se poteva prevedere in che momento Baldwin sarà in grado d'informare la assemblea, sir John Simon rispondeva infine di non poterlo fare. Esilio dal trono e dal paese? Molto notato è stato l'arrivo verso le 15 a Downing Street di una automobile nella quale si trovavano il segretario privato del duca di York e il signor Monckton. Secondo notizie della sera il Primo Ministro si è recato a Fort Belvedere accompagnato da quest'ultimo in risposta ad un urgente appello del Sovrano. Alcuni giornali, forse per impedire che troppa importanza sia attribuita al Ducato di Cornovaglia, affermano che in questo complesso episodio della storia britannica, il signor Monckton agisce non nella sua qualità di alto funzionario del Ducato, bensì in quella di segretario e amico di Re Edoardo. I giornali Intanto si man tengono sulle posizioni adottate nel giorni scorsi e non vi è quindi ragione di dedicare molto spazio alle loro opinioni odierne. Non si può tuttavia ignorare l'articolo editoriale lungo due colonne che a questa crisi dedica la Morning Post in quanto per la prima volta in un giornale si è accennato non solo alla possibilità ma alla necessità che il Re, abdicando, abbia anche ad abbandonare l'Inghilterra. Il giornale si chiede che cosa penserà un giorno il Re quando, maturo d'anni, rifletterà a questo periodo del suo Regno e alla decisione di abbandonar il Trono e sarà colto da rimorsi! « Quando gli anni avranno calmato la passione, senza lavoro di molta Importanza con cui occupare il vuoto delle ore, dove questo esiliato dal Trono e dal suo paese natio riposerà il suo capo? ». Risparmiamo ai lettori le lettere che a questi giornali inviano i loro abbonati, alcune delle quali di un tono così critico, così amaro, che mai sarebbe stato possibile concepirle una settimana fa. Lo stesso Times che ne pubblica alcune, ammette che certe lettere da esso ricevute sono concepite « in termini tali da renderne impossibile la pubblicazione ». Alcuni amici del Sovrano poi, e precisamente quei consiglieri che la Morning Post attacca, pensano che . un grave errore sia stato compiuto dal Re chiedendo al Governo di pronunciarsi in merito al matrimonio morganatico in quanto che se non avesse esplicitamente ammesso l'inferiorità o l'incapacità della propria futura consorte, ad occupare l'altissima posizione di Regina, egli sarebbe molto meglio armato di quanto lo sia oggi per far valere la propria volontà. Conferenza a Fort Belvedere A notte tarda vengono comunicate al pubblico notizie recanti che uno sforzo di buona volontà, forse decisivo, è fatto in vista della sistemazione della crisi. Nel Gabinetto di lavoro del Re a Fort Belvedere sono tuttora, radunati mentre telefoniamo, oltre a Re Edoardo VIII, il duca di York, il duca di Kent, il Primo Ministro Baldwin, Monckton, Melville segretario privato del duca di York, Alien legale del Re. Baldwin era giunto alla residenza del Sovrano alle 19,30. La conferenza è già durata oltre sei ore. Verso le 20 usciva dalla villa il maggiore Alessandro Hardinge, segretario privato del Re, Il quale si recava di corsa al palazzo di Lambeth per visitare l'arcivescovo di Canterbury. Informazioni importanti devono essere state telefonate in serata a Downing Street, perchè dopo le 21 sir John Simon si è alzato dal suo posto alla Camera dei Comuni ed è partito alla volta della residenza del Primo Ministro. Si accentua in base a queste informazioni il convincimento che la giornata di domani potrà esssere risolutiva. Data la gravità della situazione Eden ha deciso di non andare a Ginevra ma di farsi sostituire dal sottosegretario agli Esteri lord Cranborne. Renato Pareace mm. Un'ultima fotografia a cavallo della Principessa Elisabetta e del Duca di York.