Come è stata preparata e condotta la penetrazione italiana nell'ovest etiopico

Come è stata preparata e condotta la penetrazione italiana nell'ovest etiopico Im' occupazioni: deimI*' uonnisaA Come è stata preparata e condotta la penetrazione italiana nell'ovest etiopico Il contributo dell'aviazione = Contemporanea azione politica e militare » Platino ferro e carbone nel sottosuolo dell'Uollega pcrnmc Addis Abeba, 7 notte, L'occupazione di Gore e di Gimma ha dato alla Nazione la sensazione esatta che l'occupazione dell'ovest e del sud-ovest etiopico è ormai effettiva. Secondo le precise direttive del Duce e le decisioni adottate sul posto dal Ministro delle Colonie, nell'ovest etiopico l'azione militare procede contemporaneamente alla sistemazione politica delle zone occupate. L'intensa abile, tenace, audace, cauta azione politica è svolta sempre in modo che la dignità dell'Italia dominatrice si impone in pieno ad amici e a nemici risponde assieme ad un concetto tattico e strategico. Avanguardia aerea La sintesi degli ultimi avvenimenti nell'ovest etiopico è la seguente: ni novembre, dopo una accurata preparazione politica, il Maresciallo oraziani, memore del precedente di Lekempti, ordinava all'aviazione uno sbarco aeronautico a Sajio, località dell'estremo ovest etiopico, quasi ai confini del Sudan. L'ardita manovra aerea fu eseguita dall'animosa aviazione dell'A. O., sotto il comando personale di S. E. Pinna, che durante l'azione volava sopra la località durante due ore, fino a quando cioè .'a bandiera tricolore non fu issata sul ghebl di Sajio. Quattro appa recchi riuscirono ad atterrare con difficilissima manovra. Altri apparecchi, compreso quello del gen Pinna, erano assolutamente impossibilitati ad atterrare, dati 1 ristretti mezzi del campo. I quattro apparecchi sbarcavano, oltre agli equipaggi ed alla stazione radio, un ufficiale di fanteria e vari graduati ascari, destinati ad inquadrare le bande indigene locali, armi, viveri, munizioni e materiale diverso, anche sanitario. Simultaneamente la colonna del colonnello Malta riceveva l'ordine di iniziare un movimento celerissimo su Ghimbi, in direzione di Sajio, mentre una forte colonna al comando del generale Tessitore sboccava su Lekempti e la colonna Princlvalle marciava diretta su Gimma. Gli equipaggi erano accolti a Sajio, festosamente dalle popolazioni. Al Comando italiano si presentavano quindici bianchi, tra i quali l'Ingegnere della Ditta mineraria italiana Prasso, e trecento indigeni armati, messi a disposizione delle autorità italiane dal fitaurarl Johannes e Osanna Giotte. Il 12 novembre le nostre truppe, appoggiate dall'artiglieria, occupavano Abba Sena. H 16 novembre la bandiera Italiana era issata su Tabor, paese ad ovest di Denbi Dolio. Le autorità britanniche di Gambelà, persuase ormai della inesorabile penetrazione italiana, sospendevano i traffici sulla via di Gambelà, riconoscendo che essi si sarebbero svolti unicamente a vantaggio di ras Immìrù e di ras Desta, contro gli italiani. Il compiacimento del Duce Il 17 novembre, un vibrante telegramma del Duce, che seguiva passo passo lo svolgimento della azione politico-militare, faceva pervenire al Maresciallo Graziarli ed al generale Pinna il suo alto compiacimento per la riuscita delle operazioni. Il 18 novembre i gruppi ribelli, arretrando dinanzi all'avanzata italiana, affluivano su Gimma, che era bombardata dall' aviazione. Frattanto, di fronte alla netta situazione politica determinatasi nell'ovest, Gambelà rimaneva consegnata alla polizia locale. Sempre il 18 novembre, la valorosa colonna Malta superbamente guidata dal suo comandante Malta, raggiungeva Jubdò, e cosi si serrava un'altra maglia della rete militare politica. Nelle giornate del 17 e del 18, durante le quali si dovevano stringere importanti nodi di sistemazione politica territoriale, ventisei apparecchi, comandati dal medesimo Capo di Stato Maggiore dell'Aviazione !n A. o., generale Matricardl, compiendo un percorso di 1300 chilometri in formazione compatta, sorvolavano Gimma, Gore, Gambelà, Sajo e Soddo Uauke, appoggiando col loro impressionante volo nei cieli dell'ovest, tanto le azioni militari in corso che le azioni politiche prossime alla loro conclusione. Il 22 e il 23 novembre, l'instancabile aviazione, col lancio di munizioni, di viveri e di strumenti diversi, assicurava i rifornimenti logistici delle colonne ubicate nelle località più eccentriche. Il 24 novembre si presentavano ai nostri Comandi numerosissimi capi e sottocapi indigeni, fra i quali diver si ballabat dcll'Uollega e otto capi amhara. I capi del Bure face vano comprendere alle autorità italiane le loro buone disposizioni. Incalzante si stringeva l'azione politica intorno al capo di Gambe là, Tede Mariam, e felici tratta tive si svolgevano con 1 capi e notabili di Gore. La situazione po litica sboccava in un pieno succea so, favorendo l'azione militare con economia di sangue e di sacrifici. Il 26 novembre a Sajo, era pub' blicato il primo bando alla popolazione'in nome di Vittorio Emanuele IH. La regione dell'Uollega, sulla quale i nemici d'Italia facevano estremo assegnamento, era completamente pacificata e tran quilla, e i resìdui ribelli, abban donati dalle popolazioni e da numerosi loro seguaci, erano costret ti veziosc<? Gdi nesi gabodigeI nopegizicatomanmsfnuli cotasitediveNdDpaliusdapnddcsrdGdfrmpdnsvdindsblangntilttsdnnFildalgncmtpndme«abagr è o a l l a o l e ti a ritirarsi sempre più indietro verso Caffa. Il Viceré proclamava la liberazione dei Galla dalla schiavitù scioana e la fine del tradizionale <? Ghebbar », autentico strumento di servitù della Gleba. Simultaneamente un'abile azione politica si svolgeva con le popolazioni non galla, Iumer, Aguac, Afmac, Ambo, Abugar, per evitare che i tradizionali rancori contro 1 Galla li gettassero dalla parte dei ribelli. I capi ed i sottocapi indigeni erano i nostri migliori informatori. L' occupazione dell' Uollega ha permesso di constatare che la regione è ricchissima ed è il tradizionale centro di commercio del caffè, del quale circa quattromila tonnellate — per il valore di 200 mila sterline — erano esportate annualmente nel Sudan. Ugualmente si avviavano per 11 Sudan, sfuggendo alla dogana negussita, numerosi altri prodotti, fra i quali solo la cera rappresenta un commercio annuale per cinquantamila sterline. Opportune disposizioni sono state prese per mantenere attive queste vie naturali di commercio, tanto più che il Go zverno dell'Etiopia si propone di| o ù e o a n i . a l a 0 e , a, n i sviluppare i traffici di importazione e d'esportazione con le limitrofe colonie britanniche. L'occupazione e le dichiarazioni dei capi indigeni confermano che il sottosuolo dell'Uollega, chiamato lo scrigno del negus, contiene oro, argento, platino, ferro, carbone e « baflan », minerale eccellente per la produzione di acciai da cannoni. Il giorno 29 novembre, armati indigeni a noi fedeli occupavano la dogana di Gambelà. Il 30 novembre le sottomissioni assumevano forma plebiscitaria. Si sono sottomessi, fra gli altri, il primo giudice dell'Uollega, 11 secondo giudice sovraintendente alla caccia e controllore delle foreste di Sajio, innumerevoli capi la cui autorità durante l'impero negussita si esercitava su paesi, zone e villaggi. Il primo ed il 2 dicembre la situazione continuava a svilupparsi favorevolmente per noi, sia sul terreno militare che su quello politico. L'Uollega è ormai un nostro saldo possesso. L'azione militare, affiancata dall'azione politica, entrambe dirette personalmente dal Viceré ha dato con ce- i|lerità i suoi frutti.