Dal verismo tragico al senso religioso della vita di Amerigo Ruggiero

Dal verismo tragico al senso religioso della vita L'INTIMO DRAMMA DI 0' NEILL Dal verismo tragico al senso religioso della vita NEW YORK, novembre. La personalità di O'Neill, sia come uomo che come scrittore, è stata giudicata in maniera varia, contradittoria, indistinta alla pari di un mito. Gli si venne a creare intorno una specie di leggenda. Si parlava di lui nei circoli letterari e teatrali come del povero Eugenio ». Si amava dipingerlo povero, addetto a una vita disordinata, ricercante nell'alcool e nell'orgia l'oblìo alla sua infelicità. In verità egli non era affatto povero: possedeva case e automobili, aveva ricevuto un'eredità e beveva solo occasionalmente. Ma come tutte le leggende quella formatasi intorno a O'Neill, pur essendo in gran parte falsa, conteneva il suo granellino di vero. E più che nuocere essa giovò alla conoscenza e alla diffusione dei suoi drammi tra un pubblico che, in un'epoca di confusione e di capovolgimento di valori riconosciuti, si attendeva una parola nuova, una tavola di salvataggio a cui aggrapparsi ne! naufragio generale della società qual'era costituita antecedentemente al conflitto mondiale. Si andò man mano ingigantendo la idea che O'Neill fosse lo scrittore drammatico della- rivoluzione sociale, un pensatore audace in lotta contro la morale e le consuetudini vigenti, in rivolta contro l'assetto del mondo capitalistico. « Tra l'uomo e Dio » Lo si ritenne un realista per eccellenza ed anche questa sua pretesa qualità gli gravò non po co in quel periodo che segui alla guerra mondiale in cui gli scrittori più significativi d'America e le classi intellettuali in genere inscenarono una ribellione contro il vittorianismo e l'ottimismo cieco e soddisfatto delle generazioni precedenti. Ma il suo cosiddetto realismo non è che un realismo di superficie. Anche nei drammi che si convenne di chiamare sociali come « The Hairy Ape ». « Dynamo », « Lazarus Loughs » egli è ben lontano dall'attaccare il problema sociale delle classi lavoratrici alla sua base. I dettagli brutali, il dialogo rude, l'uso del vernacolo e perfino le parole sconce non sono che un artificio tecnico. O'Neill non usa le situazioni e i personaggi alla manierai d'Ibsen e di Shaw per prospettare] i problemi delle masse e del sistema sociale. I suoi caratteri non ' sono vittime passive dell'eredita-1 rietà biologica, delle convenzioni o della morale dominante. Per O'Neill il problema non è quello dell'individuo in lotta contro la società o che si arrende alla società e alle sue imposizioni, ma della tragedia spirituale dell'essere singolo di fronte a qualche cosa di superiore e d'immanente ma al di fuori dell'esperienza e; della sfera umana. In questo senso, al parere di uno dei più acuti critici americani, Richard Dana! Skinner, tutt'i drammi di O'Neill non debbono essere considerati nè come orazioni sociali dialogate, nè come satire del mondo contemporaneo, ma piuttosto come pa-j rabole. Questo concetto aiuta a vedere i lo scrittore sotto una nuova luce: quella di un moralista e di un mistico. Lo stesso O'Neill parlando; in linguaggio figurato, ha affer-l mato ch'egli non s'interessa delle relazioni dell'uomo verso gli altri uomini o delle relazioni tra l'uomo e la società ma soprattutto! «delle relazioni tra l'uomo e Dio».| Nei suoi drammi la sua maggiore' prepccupazione non è quella del-1 l'ambiente in cui sono collocati i pi uqgerltagipdtmlèensgdgsripqvcmcnicnstnrgcancdslpèerpcltqtcdctvgantf a a à i a e n r a a e l o i o o i . » e i l ai e] n ' -1 i r o a a e e e; i a! l è , -j e i : o; -l e i o! .| e' -1 i personaggi o della maniera in cui i costumi di un dato tempo e di un dato luogo differiscono da quelli di altri tempi e altri luoghi. Ciò è affatto secondario. In essi sovrastano due idee primarie: il conflitto tra il bene e il male e il desiderio dell'uomo di sen-, tirsi in armonia con qualche cosa al di fuori di se stesso. La maggior parte dei suoi personaggi più importanti sono ossessionati dal problema del peccato e da quello di * appartenere » o « non appartenere » spiritualmente alla forza mistica al di fuori di noi. Fin dall'apparizione di c The Hairy Ape » è apparso chiaro che per O'Neill esistevano solo l'individuo e l'universo. Misticismo tragico Per questa più che per qualsiasi altra ragione mentre alcuni giudicano O'Neill lo scrittore drammatico americano di maggior considerazione, altri che non sono moralisti e non hanno in loro niente di mistico, rimangono irritati e infastiditi da questa suprema arroganza individuale, da questa affermazione di un universo in cui la società non ha alcuna parte. Il disprezzo per l'umanità che pervade « Dynamo » continua e si aggrava in < Mourning becomes Electra » in cui la impotenza dell'uomo e della società di fronte a una tragedia che sconvolge .le anime è assoluta e infonde un senso di vuoto e di gelo da cui ogni speranza è svanita. , ' Quest'ultimo dramma non solo è uno dei migliori di O'Neill, ma' rivela più di qualsiasi altro, ili conflitto, un conflitto forse inconscio, determinatosi nello spirito! dell'autore prima ch'egli si lasciasse completamente dominare dall'idea dell'infinito e dell'assoluta impotenza delle forze sociali e umane. Egli ha voluto ridirei in termini moderni una grande leggenda tragica del passato. E questo non per abbandonarsi al un dilettantistico e inutile gesto' di bravura letteraria. La sua in-' tenzione fu di mettere a confronto la potenza spirituale e passio- j naie di due civilizzazioni. Le sto-i rie degli Atridi possono essere raccontate nel linguaggio del j giornalismo giallo. Sordidi e atroci intrecci del genere sono stati, anzi, vengono tuttora svolti dinanzi ai tribunali. Ma la convinzione di O'Neill è che simili tempeste di passioni e di delitti non debbono essere esclusivamente abbassate al Uvei-; lo delle stazioni di polizia e dei | penitenziari criminali. Che in esse è insita una forza una profondità: e una dignità tale da elevarle nei j reami dell'arte sempre che si sap-i pia far uso di tali elementi. Più; che una fuga nel misticismo re-i ligioso « Mourning becomes Elee-' tra » è una risposta a coloro i ' quali ritengono che il senso di terrore fatalistico annesso a! pec-i cato e quello della grandiosità della passione siano spariti dalla coscienza umana assieme all'intensità della fede religiosa e alla; minaccia delle pene dell'ai di là che lo manteneva. Il dramma vuol dimostrare che. con o senza' l'orrore sacro delle sanzioni religiose, l'intensità e la potenza della passione servono per se stesse a mettere in evidenza come la capacità della sublimità emotiva' non si sia completamente dipar-[ tita dalla società moderna. Ma la: tendenza verso il mistico asso-! luto che aveva già preso O'Neill fa la sua comparsa verso la fine! del dramma. Nei tragici greci do-, po che i fatti sanguinosi si sono compiuti e le furie hanno incal-' zbszsnEcpp , a e e i o a' li o! e ei e E al o' -' - j -i e l j , è e -; i | e à: i j -i ù; -i -' i ' i -i à a a; à a a' e a' -[ a: -! l e! -, o -' zato i colpevoli con le loro terribili punizioni, la società stende sul passato un velo di riconciliazione e di perdono. Ma nel dramma di O'Neill non esiste alcuna società per punire o perdonare: solo una disprezzabile canèa di provinciali pettegoli e maligni. '■■ Non c'è rimasto alcuno per punirmi — dice Lavinia — resta a me di punire me stessa ». E quando venne «Days Without End » i critici, e specialmente i critici cattolici, accettarono il dramma quasi come una confessione di fede e come un segno della conversione dell'autore al cattolicismo. Si andò tanto in là da prevedere come segnato per sempre il corso che l'autore avrebbe seguito per il futuro. I dubbi, le lotte, i tormenti di O'Neill trovavano la loro risoluzione e si acquietavano nell'ortodossia religiosa. La méta o una sosta? Si posero « Days Without End » e « Strau », drammi deboli e poco importanti dal punto di vista artistico e drammatico, al disopra di « Desére under the Elms \ ■< Strange Interlude » e « Mourning becomes Electra» che furono classificati sotto la qualifica generica di « regresso ». L'eroe di « Day Without End », il dramma su cui si fa tanto fondamento, è vissuto per anni in una torturante lotta col razionalismo per passare dalla religiosità all'ateismo e di qui al socialismo per finire nella deboscia e in un tentativo di assassinare la moglie. Trova pace solo quando s'è umiliato ai piedi della Croce ed ha dissipato i dubbi della sua mente, ragione prima d'ogni male. Ma con l'annichilazione degl'interrogativi vien distrutta la vita stessa nel dramma di O'Neill. Esso è freddo desolato e la visione di un mistico futuro non lascia vedere la realtà del presente. Il significato religioso del dramma non è tanto espresso da uno zio prete tollerante saggio fornito di un senso di umorismo che gli fa accettare con senso di equanimità anche i lati ripugnanti della vita, ma dalla moglie del protagonista, una donna dura, rigida, senza riso e senza sorriso. Nel suo puritanismo privo di compromessi ella vive dell'amore tra il pietistico e il romantico che porta al marito tutta tesa verso l'ideale, contrario alla logica e alla natura, della castità assoluta. Essa è l'incarnazione di quell'idealismo opprimente e tiranniso contro cui O'Neill aveva sempre combattuto. Ma qui per la prima volta egli ne accetta il valore perchè per lui rappresenta la vita spirituale nelle sue aspirazioni supreme. E per la prima volta egli rigetta esplicitamente la difesa puramente umana contro i dolori, le perplessità e i dubbi spirituali dell'esistenza. Noi non crediamo che « Days Without End » segni un punto fermo nella carriera di scrittore drammatico di O'Neilì. Il dramma non è probabilmente che una sosta per orizzontarsi, una parentesi di ricerca e d'indagine nella 3ua evoluzione spirituale. La posizione di passività, d'impotenza e di futilità d'ogni forza umana di fronte all'infinito sarebbe la fine della sua arte. S'egli si rifugiasse in un misticismo assoluto si chiuderebbe ogni porta sul mondo e questo rimarrebbe per lui incomprensibile. La pace del nirvana può essere acquistata solo a patto di rinunziare a vedere quanto si svolge nella vita che ci circonda. Amerigo Ruggiero '[i!

Luoghi citati: America, New York