La politica del rinvio è ormai quella di Ginevra

La politica del rinvio è ormai quella di Ginevra Ima Spagna e fa Mmcga. La politica del rinvio è ormai quella di Ginevra Ginevra, 3 notte. , L'abituale politica del rinvio ! rsembra destinata nuovamente a ! ispirare l'azione societaria e una volta tanto sarà tanto di guada- gnato per Ginevra e per il mondo, La dichiarazione relativa al raf- forzamento del concetto di non intervento, dichiarazione che do- vrebbe costituire l'elemento fon-Rdamentale del piano predisposto dalle Cancellerie e dal Segretaria- to per una rapida conclusione del-1 la riunione straordinaria del Con-1 siglio, si può infatti senz'altro as-1 similare a un puro e semplice rin-1 vio al Comitato londinese del noni intervento delle accuse mosse dai fuggiaschi di Valenza contro l'I-[tala e la Germania. Nello stesso ,ordine di idee si ammette senz'ai-1 tro che il Comitato di giuristi a i cui si vorrebbe demandato l'esa- \ me della questione generale del- j l'atteggiamento della Lega e dei!suoi membri di fronte alla guerra \ civile, non dovrà riferire al Con. siglio se non prima della sessione ordinaria del mese di gennaio. In altre parole anche in questo caso si tratta quindi di un rinvio. Fuori del quadro societario Le notizie di fonte londinese circa le intenzioni che hanno indotto talune Cancellerie e più particolarmente il Governo inglese ad elaborare un progetto di mediazione e di armistizio tra le due parti in conflitto in Spagna, hanno fatto ritenere ad alcuni che la presentazione di un tale progetto dovrebbe già aver luogo in occasione dell'imminente riunione societaria. Si tratta però di una deduzione assolutamente errata, dato che Ginevra, nella fase attuale, non è per nulla investita del conflitto interno spagnuolo come tale, ma unicamente di taluni aspetti del problema di non intervento; nè si vede come i rossi di Spagna e sovietici, i quali siedono al tavolo del Consiglio con diritto di voto all'esame di un problema per loro pericoloso, possano consentire a che la Lega faccia suo un progetto che, ammettendo il concetto di negoziato con la parte avversa sotto auspici internazionali,t comporta implicitamente il riconoscimento dell'esistenza di un Governo nel generale Franco. Il conflitto spagnuolo rimane dunque sottratto alla competenza della Lega, nè si vede, per il momento, in base a che procedura esso possa essere evocato di fronte al Consiglio societario. Per quel che si sa, le intenzioni di Londra sono d'altronde ben diverse, dato che l'ardua impresa di una mediazione dovrebbe se mai essere tentata in una fase ulteriore, assolutamente al di fuori del quadro societario. Germania e Italia Un problema delicato, che deve invece essere risolto direttamente da Ginevra, è quello dell'invito alla Germania che è stata chiamata in causa dai fuggiaschi di Valenza, e che come tale, in base al patto e alla consuetudine societaria, anche se non è più membro della Società delle Nazioni, dovrebbe essere invitata a farsi rappresentare al tavolo del Consiglio in occasione delle prossime discussioni. Se praticamente la questione può apparire di importanza ridotta, dato che la Germania farà in ogni caso come ha fatto l'Italia, che pur essendo stata invitata non ha degnato di alcuna risposta la comunicazione leghista, ciò non toglie che la questione stessa debba comunque essere affrontata o dal Segretariato nella fase preparatoria della prossima sessione, o direttamente dal Consiglio al momento dell'inizio dei suoi lavori. Circa l'Italia, riferiamo come un vago tentativo di sbarazzare il terreno dagli ostacoli insorti nei rapporti tra il nostro Paese e la organizzazione societaria, sia da rintracciarsi nella notizia posta in circolazione oggi di una eventuale assemblea straordinaria della Le ga da tenersi nel prossimo gen naio per ammettere l'Egitto. La riunione dovrebbe avere in realtà lo scopo essenziale di permettere all'assemblea di fare onorevole ammenda degli errori passati, escludendo i rappresentanti di Ta fari come conseguenza dell'awe nuta occupazione di Gore da par te delle truppe italiane e della constatata inesistenza di un go verno etiopico. Ci si affanna in fatti a spiegare, in questi am bienti, come in base alla prnee[dura societaria, la situazione creata dal voto dell'assemblea gine vrina dello scorso settembre, non possa essere sanata se non verifi candosi una nuova riunione del suddetto organismo, dato che soltanto allora si presenterebbe l'oc\ casione di mettere alla porta i ta fariani. In altre parole, ci si vir rebbe convincere che la buona vo lontà esiste e ohe per il momento, per fare il bene, mancano soltanto le occasioni... G T.