Cento navi da guerra nel porto di Napoli manovrano in parata dinanzi al Re, al Reggente, al Duce

Cento navi da guerra nel porto di Napoli manovrano in parata dinanzi al Re, al Reggente, al Duce Cento navi da guerra nel porto di Napoli manovrano in parata dinanzi al Re, al Reggente, al Duce Tutto il popolo assiste al magnifico spettacolo dalla costa, dalle alture, da innumeri imbarcazioni - La commossa ammirazióne dell9Ammiraglio Horthy per la potenza navale italiana (DAL NOSTRO'lNVIATO) Napoli, 26 notte. Quando questa mattina V incrociatore Zara battente le insegne di S. M. V Imperatore d'Italia e del Reagente d'Ungheria, mollati gli ormeggi, ha lasciato il porto puntando verso l'aperto mare, quali impressioni della lontana giovinezza, quali ricordi della sua lunga fortunosa carriera di marinaio e di soldato sono affiorati nella memoria dell'ammiraglio Horthy? Era la prima volta dalla fine della guerra che S. A. Serenissima respirava il vento salso del mare, era la prima volta che saliva su di una nave da guerra, la prima volta che riudiva il grido degli equipaggi schierati a murata e il rombo dei cannoni tonanti dalle torri d'accaio. ' Dimostrazione di potenza A fianco di S. A. Serenissima: stilla plancia del comando dell'incrociatore Zara erano il Re Imperatore, il Duce e il Principe Umberto di Savoia, cioè gli esponenti più alti di un paese che aveva accolto l'Ospite col grido tempestoso di « giustizia all'Ungheria », un grido che suonava promessa. Tutt'intorno il golfo di Napoli allargava alla carezza di un sole abbagliante la cerchia fatata delle sue braccia, tra l'azzurro del cielo e l'azzurro del mare. A destra e a sinistra della nave ammiraglia, in uno schieramento perfetto, una flotta di incrociatori, di caccia, di esploratori, di sommergibili, allineava in duplice fila i suoi scafi lucenti, le sue prore taglienti, le sue torri slanciate. Dagli alberi di maestra il tricolore sventolava vicino alia bandiera ungherese,da poppa e da prua i marinai saluta vano alla voce lanciando alto e pos sente il triplice gridò di « Viva il Re! ». E ancora sul mare sembra va sospesa un'eco delle formidabili salve che avevano accolto la prima apparizione della nave empiendo l'atmosfera di un cupo rimbombare, il cielo di nubi grigiastre che il vento sfioccava. Cosi è cominciata la rivista navale che l'Italia ha tenuto nel golfo di Napoli in onore della fiera nazione magiara; così ha avuto inizio la grande parata dell'Armata che il Fascismo ha creato in dieci anni nuova, veloce, saldamente articolata, pronta nei mezzi e prontissima nello spirito. Da quel momento, ed erano le dieci e mezza, fino a dopo le sedici, cento /Kivi da guerra hanno svolto le loro evoluzioni nel mare di Napoli eseguendo accostate a un tempo, assumendo formazioni in linea di fila o in linea di fronte o in linea di rilevamento, allargando e stringendo le loro mobili colonne, spiegandosi in assetto di combattimento. A velocità altissima, in superficie ristretta, incrociatori torpediniere e caccia hanno composto e ricomposto mille volte sull'azzurra lavagna del mare la loro elegante e salda geometria. Le manovre più ardue sono state eseguite con perfetta regolarità e meraviglioso sincronismo. Uomini, motori e macchine hanno risposto con docile prontezza ai comandi che il veloce alternarsi dei segnali ottici rimbalzava di nave in nave. Ventimila uomini intenti sopra e sotto coperta alla loro dura fatica, avevano inteso su di sé lo sguardo di un osservatore esercitato che avrebbe notato la più lieve dissonanza, a cut non sarebbe sfuggita la più impercettibile manchevolezza. Ma nel pomeriggio, a manovra ultimata, mentre le ultime salve annunciavano la partenza del treno che riportava il Serenissimo ospite a Roma, il cuore di quei ventimila uomini si è allargato in un palpito di orgoglio e. di soddisfazione. La più grande manifestazione navale che si sia svolta nel . dopoguerra è riuscita quale doveva essere: un'alta dimostrazione di potenza marinara, una probativa dimostrazione di efficienza, di affiatamento, di tecnica, padronanza. Chi scrive queste affrettate — troppo affrettate — impressioni di una meravigliosa giornata ha potuto assistere all'intero svolgimento della manifestazione da bordo dell'incrociatore Trento. La Regia nave Trento — quella stessa che andò in Estremo Oriente in un momento critico a tutelare I gl'interessi e a difendere il prestigio della Patria — benché non abbia che dieci anni di età è già la decalia tra le unità che si erano date convegno stamane per la solenne circostanza nel golfo di Napoli. La comanda il capitano di vascello Toscano coadiuvato da un erculeo capitano di fregata, piemontese e vecchio squadrista il cui nome figura tra i fondatori del Fascio di Livorno. Su di essa ha *s imbarco l'ammiraglio Pala¬ dsTcDcdlvptddbrtinmlengGlcaèagtd e n l e i — i o a e n o a i n i l a ¬ dini comandante della terza divisione la quale comprende col Trento gl'incrociatori Bolzano, anch'esso di diecimiia tonnellate, il Diaz e il Di Giusaano entrambi di cinquemila. Il trimotore del Duce Dal molo Duca d'Aosta presso il quale era alla fonda, la terza divisione si è staccata per tempo dirigendosi in linea di fila verso la congiungente Capri-Ischia. Navighiamo a velocità moderata passando Innanzi al verde anfiteatro di Posillipo ancora soffuso di nebbie violacee tra le quali si disegnano, come sospesi, i dadi bianchi delle ville coronate dal nero delle folle che gremiscono le terrazze. Nello stesso tempo altri incrociatori si muovono dietro ai nostri sulla nostra destra: è la prima divisione, franile lo Zara, che lascia gli ormeggi, ci raggiunge e si dispone in linea di fila sulla nostra diritta, a circa mille metri di distanza. Coi canocchiali leggiamo sugli scafi i nomi delle navi Gorizia, Fiume, Pola. Proseguiamo sempre a velocità limitata per la nostra rotta. Intanto i binoccoli e più la radio tei consentono di seguire quello che accade a Napoli. Un trimotore si è posato poco fa nello specchio di acqua del Beverello. Il Duce era giunto da Roma dirigendosi subito all'incrociatore Zara ricevuto dal Sottosegretario di Stato alla Marina ammiraglio Cax-agnari e dall'ammiraglio di squadra Bucci comandante in capo della prima squadra. Ora, sono le 10,30, l'annuncio è dato che anche S. M. il Re Imperatore, S. A. Serenissima il Reggente d'Ungheria, e S.A.R. e I. il Principe di Piemonte sono arrivati al piazzale del molo, hanno passato in rivista tra il festoso tumulto del popolo la compagnia d'onore e le organizzazioni del Regime raccolte intorno ai loro gagliardetti e si sono imbarcati sul motoscafo reale, mentre la nave ammiraglia salutava con le ventun salve regolamentari. Sapremo poi più esattamente come sono andate le cose. Il motoscafo reale si è diretto verso il molo San Vincenzo dove erano or meggiati i sommergibili, le torpe diniere della scuola di comando navale, le unità dipartimentali, la regia nave Aurora, tutte con la grande gala di bandiere e con la bandiera nazionale ungherese. Non appena il motoscafo reale è giunto all'altezza dei sommergi bili, gli equipaggi schierati in pa tata hanno eseguito simultanea mente il saluto alla voce, lanciati do a brevi intervalli il triplice grido di « Viva il Re! », e ogni volta stendendo il braccio nel saluto romano. Con uguale manifestazione il motoscafo reale è stato accolto dagli equipaggi delle torpediniere e poi successivamente delle unità dipartimentali e dei cacciatorpediniere al molo Razza. Il motoscafo reale si è quindi indirizzato verso lo Zara, andando ad attraccare al barcarizzo di sinistra. Ad attendere il Re Imperatore, S. A. Serenissima e il Principe di Piemonte si trovava in cima alla scala, a fianco del Sottosegretario di Stato alla Marina e dell'ammiraglio Bucci, il Duce. Appena il Sovrano e il suo Serenissimo ospite hanno messo piede in coperta, la bandiera ungherese che sventolava all'albero di maestra dello Zara è stata ammainata e sostituita cogli stendardi reali. Lo stendardo del Reggente d'Ungheria è stato alzato « destra di quello dell'Imperatore. Mentre questo VnunsmpmatcAsigcRavveniva, la flottiglia dei caccia ormeggiata al molo Razza ha sal-\pato le ancore e lasciati gli meggi. Appena fuori del porto, essa si dirige verso di noi che intanto in linea di fila su due colonne navighiamo a piccola velocità verso sud-ovest. Ben presto gli agili cacciatorpediniere ci hanno raggiunto disponendosi ai nostri fianchi. A sinistra della Trento vediamo il capo flottiglia Folgore a cui fatmo seguito il Fulmine, Il Lampo, il Baleno, l'Esperò e il Borea. A destra della prima divisione vanno a prendere il loro posto i cacciatorpediniere Freccia, Dardo, Saetta, Strale, Nembo e Ostro. Tutta la prima squadra è così in movimento su quattro colonne distanziate di mille metri; all'inter no le colonne degli incrociatori all'esterno quelle dei caccia. Il quadro delle navi in movimento composto secondo le leggi della simmetria è di quelli che inebria no ed esaltano. E non meno bello è il panorama che ci circonda: Capri qui davanti con le sue pareti strapiombanti sul mare, a sinistra la costa amalfitana disseminata di abitati, poi la mole formidabile del Vesuvio fumante, alle nostre spai-\ele Napoli coi grandi palazzi della ariviera e Castel dell'Ovo La rase più interessante A un tratto ci viene indicata la] nave ammiraglia che è anch'essa uscita dal porto e avanza verso di noi puntando nel centro del nostro schieramento. La sua sagoma prima indistinta s'ingrandisce sempre più. Eccola a quattro chilometri dalla nostra unità di coda, a tre, a 2500 metri, a duemila cento... Ancora un istante e a un comando partito dal Trento l'infera prima squgdra apre il fuoco. A -un tempo rombano le salve di saluto. Sulle tolde, immobili di una immobilità statuaria,, gli equipaggi attendono il passaggio dell'in crociatore che porta il Re, il Duce ddcdsrrdcsspsscpse il Serenissimo ospite, poi lan-icciano con voce formidabile il loro \igrido tre volte ripetuto: ■« Viva ili vRe! ». Lo Zara passa veloce tra le \ rdue file degli incrociatoci rimon-ìatandole a cinquecento metri disdistanza da esse. Vediamo gli equi- tpagg\ in coperta, le insegne sul- \ ul'albero di trinchetto, e sulla plan-\peia sottostante alla prima dire-],zione di tiro nel pentagono di''prua il Re Imperatore, il Reggen-ìnte, il Principe; hanno la mano al-\mla fronte e salutano militarmente. Lo Zara prende il suo posto nella formazione, di prora al Gorizia, e assume il comando della squadra. Comincia la fase più interessati lilzciste della manifestazione. Si va più Zforte seniorei aia for*c viù forte)tone, sempte più forze, pm }one\La velocità delle colonne è ora sulle trenta miglia, l'atmo- p-msfera è violentemente per cassa,\„?SSMtìpti1 ij"acqua mosc e sommerge la poppa degli esili caccia. Senza rallentare questa gagliarda andatura, la squadra compie una difficile accostata a un tempo a sinistra di sessanta giudi; dopo qualche minu to un'identica manovra viene or dinata a diritta ed è eseguita con ] uguale perfezione. Un profano non ì può rendersi conto della bellezza h\di queste evoluzioni. E un pioto- Zet^\nÌLTr,TL?TZe2i L -.!«SJliia fi ,,„ IS.T %™epaZ9Tun esercZ Zem.\piare. Lo spettacolo richiama aìl volte l'idea di una quadriglia per le successive composizioni, scomposizioni e ricomposizioni. Ma, non inganni il paragone; non si' tratta di un virtuosismo estetico. Una flotta tanto vale in un combattimento quanto maggiore è la sua manovrabilità. Sul mare l'agilità è vittoria. Nuoiù comandi, nuove manovre. [Tn fnrma-inne il allaraa a vP»tn !aL Àmia raal^À? fra tot n glw fino a raggiungere ti a le va-\rie colonne una distanzai di '2500 metri, poi si restringe di nuovo Ltornando alle primitive posizioni,'infine viene ordinata la formazio-<ne di combattimento in linea di fi- la, bellissima evoluzione anche\questa e magistralmente eseguita-La terza divisione descrive una li- nea morbidamente sinuosa fino ^che il Trento non si è posto di ,„ ,.- ■ /. j„i,,. : poppa all'ultimo incrociatore della ■ poppa prima che è il Pola; i cacciatorpe-, diniere compiono un largo girol -\esterno per accodarsi a loro volta-ira all'ultimo incrociatore della terza\ra] a i o , n . i a e divisione che è il Di Giussana, sulzdue colonne. Non si forma così óche una sola interminabile teoria sdi navi che navigano una sulla vscia dell'altra. In testa è Vammi- ' traglia, lo Zara, i cacciatorpedinie- ,sre Borea e Ostro sono in coda. La'bdistanza tra le navi è di cingile-lccento metri, la velocità è sul mas- rsimo \e' tpudessitL'incontro delle due squadre In questa formazione e con questa velocità proseguiamo per l'aperto mare incontro - alla seconda squadra che verrà da Gaeta. Pas¬ sano ancora venti minuti ed ecco che il profilo di un incrociatore, poi di un secondo, poi di un terzo,asono avvistati all'orizzonte.- La se-' b-iconda squadra avanza anch'essaipo \in linea di fila a velocità massima'Sli verso di noi. La comanda Vammi- pe \ raglio Bernocchi la cui insegna è i-ìalzata sull'incrociatore'Duca d'Ao-,sista. Quando questa nave è a quat-l- tro chilometri dallo Zara, tutte le ; g- \ unità che la seguono alzano la m-\piccola (/ala delle bandiere ed ese-\ p-],/nono a un tempo una salve di i''ventun colpi. Nulla è più emozio- "-ìnante di questo incontro in altat-\mare tra le due squadre che defi- no a liano di controbordo a una distan-\^lza che per gli incrociatori è di cir- fncauti chilometro e per le colonne, interne de» caccia di cinquecento iM'"'icinqueccnt metri. A mano a mano che senna nave passu al traverso dello „ù Zara nli en,lioailni sn;,,f„,m „u„ "e)' ~ eQi"Pa!l!Ji salutano alla se\..oce Dal Trento assistiamo con .e - Dal Trento assistiamo con tprofondo compiacimento al defila- s-mento dell'intera formazione, con na,\„m teatàVincrociatore Emanuele dcTSUittoì'Z\ vo, lindo, elegantissimo, con (aita poppa svasata, e sopra coperta lo] timpcccabile schieramento dei suoi s1 uomini. I Anche la seconda squadra è co-\sistituita di venti navi. Ne fanno\djparte gl'iiic'rociatori Duca d'Aosta, [c"Montecuccoli, Eugenio di Savoia, Attendolo, Bande Nere, Da Bar-|i n ] n ì biano, Colleoni, eqli esploratori e'a h DaNol£ Pan-; f- £ MaloceUo Maestra- e^ Or^ùòeecio, Scirocco, Da T Recco e Usodimare. Quando l'ul-ì.\«™ ""itàf «f" seconda squadralaìha ise,jmto ,l saluto' lo Zara da,er ma, si' o. ma ae. ordine alle proprie unità di acco[stare per contromarcia e cioè ese- ! guendo nella scia i movimenti {nave ammiraglia. In tal mo-,do la priìtia squadra avvolge la coda della formazione della seconda squadra e passando sulla sinistra di questa viene ad assumere una rotta parallèla e nella stessa direzione. A manovra ultimata, lai n !ro'°"H<I dcUu incrociatori della !n pr,mo S«HttÌra Ha""° 0 distanm • a-\dj milJe mem ia ella d n inJ 0 croc.iatori deUa secollda squadra. o L cioe ìa manovra é stat„ condotta i,'in modo da non aumentare di un o-<soìo metro la distanza iniziale tra i- je duc squadre. Allorchè lo Zara he\g{un,,e all'altezza del Duca di|a-Aosta, le due squadre risultano inìi- n—" «t~ ■>•■- —i 'iitnea di fila su due colonne col] ^naviglio sottile di poppa disposto^di su quattro colonne. ,,. : Tr- • j . ..la ■ Viviamo uno dei mementi pm e-, movimentati e più coloriti di que-\ rolsta indimenticabile mattinata Mr-J pm ! irenica. Lo spettacolo delle qua\ranta unità procedenti in forma- lzione serrata supera in bellezza ógni altro episodio della mani/e stazione. Contro mare e contro vento, sotto il sole che splende al' to sull'orizzonte e accende su que ,st° Uri<Jio metallico fiamme e 'barba"li> trn le ondate tempestose lcfte sommovono la superficie ma ri*°; la scena è di una grandiosità \e di una potenza senza preceden- ' ti. Lo Zara intanto ha reso indipendente la sua manovra ed è uscito dalla formazione. Lo vediamo girare al largo e intorno ad esso si dispongono di scorta tre squadriglie di torpediniere della scuola, comando, in tutto quindici itavi sulle seicento tonnellate del tipo La Masa e Nievo, che finora ,avevano incrociato lontano. A ' bordo dell'ammiraglia, il Re Imiperatore offre in onore dell'ospite 'Serenissimo una colazione a cui partecipano il Principe ereditario, il Duce e le poche personalità del ,sèguito. Noi invece proseguiamo la nostra rotta verso Napoli dove ; giungiamo nelle- prime ore del po meriggio fermando le macchine ai \ puntici fonda prestabiliti a circa chilometro dalla costa. Le ma "ovre scno regolate in modo che tu"e le Hmta Possono dar fondo nell° sfess° ìstante a ponente e a \^««*« porto.. CH'incroeMori feKo seconda squadra, si allinea- no da Castel dell'Ovo fino a Mer- , m „, drf, iMer(J(n^a ,„ poi verSQ PosilUpo. 'i caccia si dispongono di fronte incrociatori della „„,: "!,h '«ciociatori della rispettiva squadra verso terra; gli esplora .i..: . i_ ,..._^J;..:-... J . * tori e lc torpediniere vanno a schierarsi verso i comuni vesu ninni " „ .„ \ L* folla acclamante ] Siamo agli ultimi episodi di que sta eccezionale giornata, alle ulti I me scene di questo allucinante \spettacolo di potenza. Dalle vie, \dalle piazze, dalle finestre, dai bai [coni, dalle terrazze tutta Napoli « guarda, Il panorama dell'abita|fo è segnato dalle liste nere della 'folla, una folla il cui alito giunge; fino a noi con un brusio indistin- fo. Affendiamo lo Zara reduce dat suo giro al largo. .Alle 15,30 esso ìentra nel porto proveniente da Calo Misena e s'incunea tra gli ,schieramenti contrapposti degli incrociatori e dei caccia. Lo vedia! mo avvicinarci contro sole in un {pulviscolo dorato: rombano iiuo,vamente le salve nell'aria squassata dalle detonazioni sale il grido degli equipaggi: « Viva ii Re! Viva il Re! Viva il Re! ». Lo Zara ci passa dinanzi a meno di trecento metri: procede len- ai tornente. Questa volta il Re,'l'am- !mirayu0 Horthy il Principe e il Du- • ™ sono sulla piattaforma di poppa J . n a a i|„,.ÌHe„„.c).,0 Come in un canale nìnà^è^aiunà^no a ràmchele 'i0n tetra, giungono a raffiche te all'estremo limite, vicino al tricolore, in pieno sole. In piedi, la mano alla fronte, rispondono col saluto militare al grido degli equipaggi. La nave avanza nello spec- c;.io d'acqua segnati dal duplice ... , . „„' - l] o^^ttmanlf^^Z e • accompa-qnera tra poco gli Ospiti m . , „„ *„ „,,„ „»„,;„„_ -\ -J m ! dai porto alla stazione. Enrico Mattei V HORTHY COL RE E IL PRINCIPE UMBERTO ALLA RASSEGNA NAVALE (Telefoto).