Il viaggio di Horthy

Il viaggio di Horthy Il viaggio di Horthy . a . è i a a a Il mondo attende - dicono gli ungheresi -■ la pax romana » Budapest, 23 mattino. Alla vigilia della partenza del Reggente Horthy per l'Italia la stampa di Budapest dedica al•lf avvenimento il massimo interesse. Il viaggio del Capo dello Stato, che, per là prima volta da quando ha assunto il supremo incarico si reca all'estero, ed il fatto che lo accompagneranno il Presidente del Consiglio ed il Ministro degli Esteri, costituiscono per l'opinione pubblica ungherese motivo di grande gioia: l'Italia nel dopo guerra è stata l'unica Potenza che ha offerto la mano amica all'Ungheria e che ha ridato all'Ungheria, coi Protocolli romani, un posto nella vita politica ed economica europea. La visita a Roma dell'ammiraglio Horthy e dei dirigenti del Governo magiaro' è considerata, quindi, con opinione unanime, come atta a rafforzare sempre più i legami di una amicizia, che, essendo felicemente basata su sentimenti sinceri e su interessi concordi, costituisce il massimo valore reale per la politica ungherese. Tutti gli editoriali dei giornali sono ispirati all'avvenimento. Il Fueggetlenseg scrive: «I cuori ungheresi sentono che questo viaggio sarà più di una semplice visita di cortesia. Roma eterna, la potente amica, ha stesa la sua mano che ha già portato alle massime altezze le aquile delle sue eroiche legioni e che ora solleva a «è l'Ungheria mutilata ed offesa. Il mondo tormentato attende la « Pax Romana che è eterna come il desiderio umano Immortale, come l'anima cristiana che da duemila anni proclama dall'Urbe pace e giustizia ». « Non è un caso — nota il Buda-pesti Hirlap — che la prima visita ufficiale del Reggente all'estero sia dedicata all'Italia. L'amicizia italo-magiara ha antichissime tradizioni storiche, ma specialmente la Nazione ungherese non dimenticherà mai la magnanimità colla quale l'Italia volle offrirci alla fine della guerra le più cavalleresche e generose tradizioni di armistizio. L'Italia può contare sulla nostra eterna gratitudine per il fatto che nell'atmosfera di abbandono e di odio che nell' immediato dopo guerra aveva circondato il nostro Paese minacciando di distruggerlo, gli amici italiani sono stati i primi ad avvicinarsi a noi, a rompere il cerchio di isolamento in cui eravamo stretti non con la elemosima dettata dall' umana pietà, ma con tutto il calore dell'umana comprensione ». Il giornale rileva, quindi, che nelle relazioni italo-ungheresi non esistono retroscena fini segreti e confuta le congetture in buonr. o in mala fede formulate all'estero a proposito della visita del Reggente Horthy in Italia. Il Pesti Hirlap scrive: « Tra poco Benito Mussolini e Nicola De Horthy si guarderan no negli occhi e si stringeranno la mano: sarà questo un momento storico. La Nazione ungherese nella sua via tormentata per la prima volta dopo mille anni ha trovato una Nazione amica. Nei dieci secoli della nostra storia, disseminata di pericoli e di sangue, abbiamo avuto innumerevoli alleati ma erano sempre legami di occasione. Nell'Italia abbiamo trovato l'unica sincera amicizia. L'isolamento dell'Ungheria è finito. L'incontro fra U Duce e Horthy esprimerà il sentimento e la volontà di due popoli compatti. Alle grida di < Evviva » lanciato da 45 milioni di italiani e da otto milioni di ungheresi fa eco la commossa esultanza di quattro milioni di ungheresi strappati alla Patria ». cttrfdpmBmzrod

Persone citate: Benito Mussolini, Duce, Horthy, Nicola De Horthy