Hoare propugna una politica di equilibrio

Hoare propugna una politica di equilibrio Discussioni britanniche Hoare propugna una politica di equilibrio Londra, 17 notte. | scK' stato sempre giustamente, nipensato e detto che non vi è po-i delitica di riarmo indipenc'entc da feuna ben definita politica estera. Il plgoverno britannico si era fin qui sforzato di persuadere il paese che da questa parte della Manica in vista degli incerti del futuro si intendeva praticare una politica di riarmo per il riarmo. Questa formula doveva permettere al governo di mantenere allo stato fluì munqunocr■ boI vesedo la sua politica estera o me- j deglio sorvegliare il gioco delle for- I coza sul continente europeo e in E- restremo Oriente. Ma non è possi- ! t°bile mantenersi su una posizione \ diassuròa. Gli eventi dimostrano : tiche piano piano questo governo '■visi vede costretto ad elaborare un ) tHpiano militare in vista di precisi jè impegni e di fini determinati in P°linrrtoquganticipo. Un discorso di Hoare In un banchetto offertogli oggi SwÙCÌav°rne flt>«alisti,tistranieri cu Londra air Samuel ViHoare ha tangenzialmente toccato ; pquesto punto ammettendo che sul | pcontinente si critica la presente ; mposizione dell'Inghilterra riluttan- ; stte a impegnarsi con altre Poten- j ze distribuendo simpatie a destra jae a sinistra senza fare distinzioni jalìtrodurre trattamenti diffe- (frinrenziali. g«Noi ci rendiamo conto — ha ;ndetto il primo lord dell'Ammira- ' gliato — del pericolo di molti problemi del momento, ma non vogliamo accettare la pericolosa e patologica profezia della inevita- j bilità di una guerra; a causa del- l'la sua posizione di Potenza mon- cdiale e al tempo stesso di Poten- ! mza europea, l'Inghilterra deve ibspesso apparire staccata e remo- è ta dai problemi che all'Europa ap- gpaiono urgenti e imminenti. Ma °considerandoci staccati, possiamo ! con più agio prendere una deci- ,„stone Non desidero avanzare os- ! servazioni partigiane, ma deside- urerei offrire questa parola di avrò che 'Europ XPrtSirnSrln (g,io-i d! dividere rFuronf"n o,?;iacampi che si tra tf di queUi che Uhanno o di òuelli che nonhanno |an di aiiclH dì roto^ o ai queiii ai i unirò cne preien- sscono i regimi opposti. Per ciò che gci concerne io spero che noi man- dterremo.quella che e stata la l>o- rquel] o di quelli di coloro che pr-eferi- is« ^ho nni man I"spero che noi man- |dlitica stradizionale di tutti ì go- !pyerni britannici e cioè che non|ptenteremo di imporre le nostre ve-'gdute ad altri paesi e. che ci terre- flmo pronti ad essere amici con Go- hverni i cui sistemi possiamo con-j csiderare totalmente inapplicabili | lall'Inghilterra ». gMalgrado questa politica di (vequilibrio perfetto che a lungo an-1Cdare potrebbe trasformarsi da | tpolitica in puro e semplice acro batismo, Hoare ha creduto di do- jdver aggiungere che deficenze gra- ncdvi si erano manifestate nella dif e- : tsa del paese e che tali deficenze i cstanno per essere interamente ri (a'jdmosse. Aia u monco non ae\ e m-, nquietarsi del riarmo inglese dato rche, ha detto Hoare, la rinnovata ' ppotenza dell'Inghilterra non è di- ■ staretta contro nessun altro paese. Rimane comunque il punto fon damentale delle importanti dichia razioni o, meglio, .. bro così influente, ammette la dconsigliabilità di una politica di!dne cene importano aicnia- »di Hoare che l'Inghilterra ; so, il governo di cui è mem- odistacco dalle vicende europee non otanto per l'idea di potersene isola re quanto per avere quel maigine di tranquillità che sembra indispensabile a ogni cittadino britannico per prendere una decisione. Il problema del riarmo in questo paese è all'ordine del giorno ed è attraverso il processo di rinnovamento della potenza militare inglese che questo pubblico ormai contempla gli inesorabili sviluppi della situazione europea e mondiale. Si comincia fin da ora a vedere, a mano a mano che il riarmo si attua, un lento abbandono delle posizioni isolazionistiche che questo pubblico si illudeva di poter occupare indisturbato negli anni avvenire. Da certe prese di posizione degli organi più rappresentativi della pubblica opinione inglese si può dedurre il delinearsi di uno sforzo a vedere chi possa essere il nemico di domani. Questa ricerca può avere aspetti pericolosi ma ne ha anche un altro utilissimo in quanto che demolisce idoli (inora rispettati e introduce nella politica inglese un eie-j mento di realismo che le è molto: mancato. La sincera diffusa prò-1 fonda volontà di un Ravvicinamento all'Italia può dirsi uno dei I primi effetti di questa suaccennata ricerca. nStmmts| ìinquietudini diffuse Alcuni importanti articoli che :pubblicava giorni or sono il Times\sulla organizzazione futura delle forze dell'aria e del mare eranoun altro segno di questo scrutinio delia situazione e !'inquietudine or-mai diffusa in tutti gli ambienti ai Paese sul modo col quale « progetto è messo in esecuzione dai piani riarmistici del Governo,è un fatto di immensa importanza perchè dimostra che l'inquietudine sull'avvenire dell'impero stacristallizzandosi e che è più larpamente condivisa di quanto si ere-da l'opinione espressa og£;i stesso alla Camera dei Lordi da lord Lnthian che «l'impero britannico è in una posizione più pericolosa oggi di quello che sia stata negli ultimi 200 anni ». Ammesso questo pericolo, il pubblico si chiede donde esso venga. Il dibattito alla Camera alta e «•tato oggi estremamente intere? ut perché mentre l'ultima di- scussione alla Camera dei Comuni si era svolta sul solo terreno degli armamenti senza alcun riferimento alla loro possibile applicazione futura, quella alla Ca- mera dei Lordi si è mantenuta su un terreno di politica estera e quindi, per ciò che concerne almeno l'Europa, su un terreno di concretezza. L'ha aperta lord Strabolgi il quale ha chiesto al Governo di dire che rapporto vi fosse tra questo intensivo riarmo della nazione c la sua politica nei confronti della Lega, della sicurezza collettiva e cosi via. L'ora t°re ha parlato della Germania dicendo che se essa è animata da timori di aggressione spirituale sovietica «il solo mezzo di affrontH1'e questo genere di aggressione è di migliorare le condizioni del P°P°'o tedesco »; se per contro teine una aggressione militare « dorremmo invitare la Germania a tornare nella Lega chiedendole a quali condizioni e anche quali lagnanze essa desideri vedere in an ticl soddisfatte5. L'oratore ha Vivamente attaccato l'incoerenza profonda tra le manifestazioni di politica estera del Governo e i mezzi di attuare i propositi di que st'ultimo. Egli ha criticato, per esempio, ja politica del governo riguardo al conflitto italo-abissino dicendo fra l'altro che mentre si andava incontro ai pericoli di una guerra gore Malta; La Lega e la guerra nulla era stato fatto per proteg L oratore ha pure parlato de l'incidente Hoare-Laval dicendo che le dichiarazioni fatte dall'ex ministro degli Esteri nel settembre 1035 sono state un bluff che è costato all'Inghilterra la più grave umiliazione che essa abbia ° , b-t _ '. ,„? Se Westa ri«>ane la nostra po non soI° soffriremo un'altra umihazlone ma C1 troveremo ine! • !V\Xb&m\o?»^erir ^i(guerra. Siamo ìorse Spegnati ad iandare in guerra per mantenere! Una ?Ur"°pa di 26 Stati sovrani |armatl fino ai denti e per mante- questa situazione in qualsia-' sl circostanza? Prima di impe- gnarci dovremmo avere una idea dl quanle delIe piCcoie nazioni sa- rebbero disposte ad aiutare noi. La isi circostanza? Prima di' impe-I" "° una idea |di quante delle Piccole nazioni sa-!poiiUca della Lega significa che |presto o tardi dovremo fare la'guerra contro il Giappone, l'Ita- fla e la Germania. Ma quale sarà ha parte vittoriosa? Invece di idee j chiare si discute di sicurezza col | lettiva. Il vero problema per l'In ghilterra secondo l'oratore è di (vedere se si possa mantenere il 1Commonwealth della nazione on | tanmc a._Gh Stati Unitisono de jdifendere un sistema equivalente noto sotto il nome di Impero bri- cìsl a mantenere il loro sistemadi governo; siamo noi in grado d\ : tannico? Noi lo potremo se ci oc i cuperemp di^mantenere^ ja jjpace(attraverso l'intera Europa divisa jdal nazionalsocialismo, dal conni-, nism0 P dal fascismo. Se non fa- remo questo distruggeremo Vimr ' pero ». ■ L'oratore ha poi sostenuto la strana tesi che se la Germania si trovasse come nel 1914 di fronte alla possibilità di essere attaccata ha poi direbbe !da fare- colpire »«» «■ — ; simultaneamente a oriente e ad occidente il suo Stato Maggioreoccidente : N°n VSn C^"«"LC°min ouezione wL oratore ha termi-nato dicendo: « Tutti gli event, Stendono a dimostrare che dovrem-mo avere in Europa un sistema.. moventesi intorno alle grandi Po-tenze armate. Se otterremo que-sto sistema avremo pace per unagenerazione. In ogni caso abbiamo dinnanzi a noi 12 o 18 mesi pericolosissimi e il governo dovrà osservare questa situazione ». Renato Paresce

Persone citate: Hoare, Laval, Renato Paresce