GERMANIA-ITALIA ALLA PARI 2-2 (2-1)

GERMANIA-ITALIA ALLA PARI 2-2 (2-1) Cifre primato allo Stadio Olimpico: 120 mila spettatori, 1 milione e mezzo d'incasso, 64 treni speciali GERMANIA-ITALIA ALLA PARI 2-2 (2-1) In vantaggio al 1° minuto per merito di Colaussi, gli " azzurri „ dominano per mezz'ora, poi i tedeschi capovolgono la situazione segnando con Siffling due punti in quattro minuti (36* e 40') - Alla ripresa Ferrari pareggia (6') e i nostri, arginati rari attacchi, continuano a prevalere, sfiorando più volte il successo Berlino, 16 mattino. Tutti contenti. Quando le rappresentanze di due Paesi uniti da da vincoli di sinceza amicizia e da comunanza di interessi giungono al termine di una dura contesa, ambedue ansimanti, ma. ambedue in piedi, la soddisfazione non può che avere carattere generale. Nessun vincitore, nessun vinto, come se la- prova non fosse stata che un puro confronto tecnico, avente lo scopo di constatare il punto di evoluzione a cui seno giunti negli anni della lontananza i due contendenti, senza preoccupazione alcuna di quel risultato bruto che spesso è la contraddizione con l'andamento del gioco, e che spesso esercita, ansi, una influenza non favorevole sullo spirito dei competitori. Tutti contenti, dunque. Per motivi differenti, però, nell'un campo e nell'altro. Noi possiamo didiiararci soddisfatti per il fatto di avere superato, su, suolo straniero e senza danno, una delle situazioni più difficili in cui si eia mai trovato il nostro « linifici » nazionale, per avere combattuto, con una squadra un po' di fortuna — tre uomini nuovi alla nazionale su undici, di cui uno privo di ogni e qualsiasi tirocinio anche nella squadra dei « cadetti » —, una battaglia che non può non recare ulteriore lustro al calcio italiano; per avere visto i rappresentanti della nostra nuova generazione di calciatori dare prova di una combattività die non ha assolutamente nulla da invidiale a quella delle migliori nostre formazioni di anziani, o del passato in genere. Esperienza personale I germanici possono essere contenti per ben altri motivi. Essenzialmente peiihc le cose siano andate come sono andate. Cu se il risultato doveva e poteva essere differente dn quello che effettivamente fu, ad esclusivo vantaggio degli italiani la cosa doveva, secondo giustizia, avvenire. Chiudere un incontro internazionale dì solenne importanza sul proprio campo alla pari, cioè senza vittoria, è naturalmente cosa che lascia sempre una certa aìtiarezza in bocca, ma l'amarezza stessa va superata, quando si pensa che, in realtà, le cose potevano terminare in modo molto meno soddisfacente ancora. Clio, ritornando ad esaminare l'avvenuto con l'occhio dell'italiano, alla prova pratica l'ostacolo che la giornata contrapponeva agli «azzurri» risultò non essere di levatura insuperabile. Coi calciatori tedeschi noi avevamo disgraziatamente perso contatto da qualche anno a questa parte. L'ultimo riferimento diretto risale a quattro stagioni or sono. Per giudicare, per orizzontarci, noi in Italia, ci si doveva affidare un po' a quello che raccontavano gli altri, gli interessati stessi, ci si doveva- basare sul «sentito dire *. Fra l'altro, questo «sentito dire » riguardava quell'incontro sostenuto contro la Scozia a Glascow, un mesetto fa, che aveva avuto così larga eco e che aveva tanto soddisfatto i tecnici germanici da indurli a confermare in blocco, con entusiasmo, anzi, la formazione varata in quella occasione. Tutte belle considerazioni, ma la visione diretta mancava. Le cose del calcio non si vedono mai così chiare, come coi propri occhi. Il valore dell'avversario appariva, inoltre, ingrandito datile circostanze in cui esso ci affrontava; in casa propria, con cento mila (che risultarono, poi, essere 120 mila) persone a gridare l'incitamento dello spirito nazionalista, dopo una preparazione lunga,- metodica e accurata. Tutto quello che i rappresentanti del calcio italiano avevano fatto dal 'momento in cui, a- Bologna, i due avversari si erano trovati di fronte, pareva eseguito appositamente per stuzzicare l'amor proprio degli atleti tedeschi, per incitarli a grandi imprese, proprio contro di noi. Alla prova pratica risultò che la valutazione che gli italiani pi~udenzialmente avevano fatto del valore avversario era non notevolmente, ma di qualche poco esagerato. Può essere che i nazionali della- Germania non abbiano ! riprodotto contro di noi la loro miglior forma; può essere, in altre parole, che essi sappiano giocar meglio e che la loro giornata non sia stata delle migliori. Le considerazioni che si fanno hanno appunto, per la menzionata mancanza di precedenti di riferimento, per base unicamente il comportamento contro di noi tenuto. Ora, dalla prova di ieri, emerge che i tedeschi lianno fatto, in questi ultimi anni, grandi, enormi, progressi in campo tecnico, ma risulta pure che il livello da, essi raggiunto è ancora- a portata della capacità dei rappresentanti nostri. Pasinati-Colaussi: goal! Praticamente avvenne sul campo che i più veloci furono gli italiani, che il giuoco più elastico, più elegante, più piacevole, più fluido 10 svolsero i nostri. In quantità e in qualità le migliori occasioni di segnare le ebbero gli « azzurri » e 11 più- duro lavoro lo dovettero svolgere i componenti l'estrema difesa avversaria. Per citare un solo particolare, nei novanta minuti di giuoco vennero concessi dall'arbitro 10 caict d'angolo: ora, di essi 8 furono a vantaggio dell'Italia e 2 a favore della Germania, nel primo tempo la proporzione fu di 7 a 0 a favore degli « azzurri ». Vi furono due periodi dell'incontro in cui l'Italia avrebbe potuto assicurarsi un netto vantaggio, per poco che i suoi avanti aves scro mostrato calma e precisione al momento culminante dell'azione: nella prima mezz'ora del primo tempo, cioè, e nell'ultimo quarto d'ora della ripresa. Nella prima mezz'ora del primo tempo si presentarono ai nostri «omini di punta occasioni d'oro. Jakob parò miracolosamente un tiro fortissimo di Piala e Colaussi e Pasinati fallirono l'obbiettivo per aver voluto sparare formidabili cannonate dove bastava un tocco '.preciso. Nell'ultima parte dell'in-] , contro, poi, Piota riuscì due volte, 'di seguito a scavalcare la difesa) | tedesca, aprendosi di forza un ] varco sulla destra. Ambedue le] 'volte egli servì Colaussi in modo {eccellente e il triestino, che pure] ialiena fatto e continuava a fare] .cose egregie, non riuscì, solo da-i I vanti alla porta come era, per [pura precipitazione, a battere il I portiere germanico. L'appetito viene mangiando, dice il proverbio. Si era partiti per, • superare una situazione difficile.] Superatala, si ebbe le netta scn-] Unzione di poter vincere. Fatto sta <ed è che non ci si può allontanare) [dall'impressione che a colmare la' piccola differenza- che ieri separò lil risultato pari da una vittoria, nostra fu più la disdetta nostra che, non il merito degli avversari.) Che l'incontro ebbe la- fisionomia] che qui si cercherà di tratteggiarci Le due squadre sono appena en-i I trote in campo che gli italiani già sono all'attacco. I Pasinati, ianriafo da un ottimo] allungo in profondità, fila via ve-, : locissimo, giunge fino alla linea' jdi fondo, inganna con una fìnta ili \ mediano che l'ha- rincorso e, poi,] [centra forte e lungo a mezza al-) | tezza, quasi a fil di palo. Il tersinò sinistro Munkert salta per In-] ' tercettare e non riesce che a sfio-' '■rare con la testa il pallone, ai/nn-j • gandone la traiettoria verso unì [altro lato d-ella porta. Qui sta ini agguato Colaussi. Un balzo felino* demofaJareoffe. mentre il portiere sta- allun-iil cgando le mani, quasi brancicando,]brla. palla, colpita dalla testa del triestino, schizza irresistibilmente in rete. Non più di un minuto è trascorso dal fischio d'inizio. Un po' presto, in realtà, perchè si possa- sperare di vivere sul vantaggio fino al termine della partita. Un po' presto a.nche per il contegno che mgli «azzurri» si erano proposti'spdi tenere nel progressivo svolgersi ] padelle ostilità. Le due stoccate di Siffling Stimolata dal successo, proiettata in ovanti dal punto ottenuto, la squadra nostra continua ad attaccare e a dominare. La. difesa germanica, quella difesa, che i tecnici ioctiti definivano come di bemito al sèo armato, scricchiola e si | la hachpusescrepola c/t/a e Id. / terzini cai-1 Siciano a lato, respingono a caso,) soconcedono calci d'angolo su- calci) Brd'angolo. Ecco Piola. che. ad un [deccrto punto, si libera dell''attentaiunsorveglianza di cui lo fa oggettoì ab dell'area di rigore. Tiro fortissi-mo di sinistro. Allungatasi in tut-a la sua lunghezza-, il gigantescoJakob riesce a malapena a dei-ia-e in angolo. Ecco Pasinati rhcoffre al collega Colaussi, con unl centro mediano avversario, Gold-brunner, e avanza fino al limitemo punto. L'ala sinistra, azzurra para, di sinistro, colpisce male la palla e la manda- fuori, bel traversone, una occasione- si-mite a quella che ci diede il pri-Ncl frattempo la Germania nono intervenire per la prima volta al fi" minuto, per una. parata m è semplice, va resa difficile, dala carica di due avanti tedeschi ha condotto se non rare offensive, che hanno portato a due calci di punizione contro di noi. terminatienza risultato. Olivieri ha dovu- Si vede che i calciatori germanici ono stati recentemente in- GranBretagna e che puntano al corpodel portiere con una decisione euna veemenza di cui in Italia non abbiamo idea. che affascina. Di scorrettezze,]però, e di violenze quasi non ne affiorano: al massimo qualche pie-Kcolo battibecco, senza seguito, nèìrimportanza. L'Italia continua atdominare e a presentarsi di tempo' L'incontro è velocissimo, dispu-ifato con una risolutezza di spirito\Hn tempo minacciosa davanti alla porta difesa, da Jakob. Un poco pe* volta la Germania riesce alr , . ,, ... , , , . conferire continuità al lavoro dei] propri avanti e allora è la volta .aell«- "ostia difesa a dover distri- '-'are situazioni difficili. Mirano tal- "IC,,,e sodo, gli avanti tedeschi, che Olivieri, ogni volta che deve toccare la palla, deve lottare come. per uscire da una mischia. IPare, comunque, che l'Italia possa, malgrado il forte ritorno]offensivo degli avversari, portare'' il suo vantaggio fino al riposo di metà tempo, quand'ecco il pareg-\gio giunge in modo inaspettato.',Piolu è appena stato atterrato do \ una dura carica di Muenzcnberg)che i «bianchi» tornano all'uttuc-l desca si sposta verso la sinistra. Szepan di colpo taglia fuori i no- Kit ri terzini con un tocco a mez-z'altessa. Siffling, il centro attac-eo, cambia fulmineamente di posi- -Jone e. libero e senza attendere. co. Due calci di punizione consecutivi contro di noi. L'azione te depone da cinque o sei passi la palla in rete fuori della, portata di unne,;. siamo al 30'. Aron è finito. Dopo(KÌoni alterne, la Germania tor- ,M insistentemente all'attacco. Al 40' Kit.zingcr, il mediano sinistro, avanza e pone in possesso Szepan. Questi, approfittando del fatto che Allcmundi si è spostato in avanti, manovra un istante, attira, su di sé due «azzurri» e poi ripete lu manovra di prima, tornando a ser.vive il compagno di centro. Si/- fling arriva in corsa, prende la mi-ra e spara. Olivieri intuisce il tiro e si getta in tuffo: nossignori. Siffling colpisce male la palla, tanto da aver quasi un gesto di i in direzione opposta a quella in ncui si è gettato il nostro portiere. ' lEcco la nostra, squadra passata,'sìicl volgere di quattro minuti, dai, cvantaggio di 1 a 0 allo svantag-i gio di 2 a 1. Gli ultimi minuti del cprimo tempo vedono attacchi al- ltemi con ancora qualche calcio t ld'angolo a favore nostro, ma la vGermania è diventata cosi aggrcs.] p.siivi e incisiva negli ultimi minti- dii, che da parte italiana il segna-Irle di chiusura, della prima parte gdell'incontro è salutato quasi con sun sospiro di sollievo, s)fFerrari 6,,, tUttO II reStO 0, . _ , \zLungo riposo. Tornano le squa-\sdie in campo. I tedeschi, come se,finsistessero per forza d'inerzia > dsulla propulsione dei minuti fi-\nnoli del primo tempo, continuano] a proiettarsi con derilione sulla, pnostra area di rigore. Non a lun-\Cgo, però, che giunge anche per fewsi la doccia fredda. ! zAl 6', ecco un calcio di punì- sione a nostro vantaggio: Colaus- esi, servito in profondità, fugge e' centra forte e basso a un paio : di metri dalla linea di fondo del- ta porta. Tre uomini si precipita-] ilo per intercettare: il portiere,inii terzino e Verrari. Jakob, im- barazzuto dal compagno e dall'avversario, fa per afferrare la palla e la perde: pronta-, la nostra, mezz'ala sinistra se ne impadronisce e la sospinge in rete. Le sorti sono ora nuovamente' alla pari. Di colpo, cerne elcttriz- zata dal risultato, la nostra squa- '. dra che, dopo la disavventura del primo tempo, era calata alquan- ^ to, risorge. D'un balzo solo, ceco-, la di nuovo all'altezza della 'situa- zione. Mancano 39 minuti al ter- mine della contesa, ma questi 39 minuti- si potrebbero compendia- re tutti nell'impressione che la. Germania è ormai stroncata nelle sue speranze e nelle sue possibi- lità di iHttoria. Effettivamente, essa non passe- rà più, e ad essere pericolosa più non riuscirti, se non in due o tre occasioni: una, su un fuga e relativo centro dell'ala destra Elbern, neutralizzata dal fitto schieramento difensivo dei nostri; l'altra, su un allungo fatto a Siffling men Uva di tono. Ferrari, che fece una ripresa drima dei suoi tempi mi- jf"""' d""l'""ra campo « Pia ' e Colaussi davano \a.^ap su arattac*P* «» tersi, E ,n 1'."!' . . . , :'. ' ,P " ,° - ."nm. f»<"-iuiani, auiac .ut tre questi si trovava piazzato in 1 piena posizione di « fuori di nino- '■ co» a pochi metri da Olivieri. Ci'pensa l'arbitro a fermare il tede- i sco questa volta. A chiudere la via | del successo dei germanici la terza) volta ci pensa Olivieri che, con unì gran volo attraverso la porta, de- ; via in annoio un tiro fortissimo che andava a finire certamente in retc, proprio a fil di palo. I li rimanente della prima parte della ripresa, fu i/iuoco di metà campo. Ma il finale fu di pretta marca italiana. La Germania ca- lava visibilmente di mano in ma- no che i minuti passavano e, vice-]versa, l'azione degli « azzurri » sa- Ui fuori uoii-ione ìl j . "L { ' P'".' P°'™ft ..„"..-• ralnh-at^H», , «"£! " « Medino spara nefie mani del portiere, < Ecco Pasinati che porta via un ' pallone al portiere r, poi, se lo la<xcia sfuggire oltre la linea di fon do. Ecco ancora Piolo che si vede rimbalzare una cannonata dalle; ]gambe di un terzino. Ecco nuova» mente Colaussi che spara a lato' ìsu un bel passaggio di Piola. i ■ . cniiariro \ Le UUc StjUdQlB 1 Nei minuti finali la superiorità-] italiana è marcata ed evidente. fGli «azzurri» hanno un paio di t uomini zoppicanti, parlicolarmcn-. ite Serantoniduramente toccato al |piede destro, ma reggono e ten-I gono il campo con autorità. I mi-1 nitri clic mancano al fischio fina* le sono contati con maggiore ansia in campo tedesco die non in campo italiano, Bclia- squadra, la tedesca. Il ricordo portato titilla partita di Bo lagna è nettamente cancellato det l'impressione lasciata dalla pro va, di ieri. La padronanza della palla, lo stile di corsa, la facilità di manovrare con la palla a ferra, sono in lutti gli uomini in ma glia bianca di pretto stile ingle se. Emergono in essa la mezz'ala sinistra Szepan. un tecnico raf- finato c un distributore del giuo 00 accortissimo, e il mediano Kitzinger, l'uomo che deve la sua as- sunzione in nazionale alla prova fatta contro i nostri studenti re duci dalle Olimpiadi a Kasssl, nello scorso mese di agosto, La difesa, che costituisce il re parto di miglior fiducia di tutta la Compagi)ie, non ebbe una giornata felice, per quanto riguarda, i ter zitti, n solo portiere, pur commet- tendo qualche er'rore, si mostrò in essa all'altezza della fama crea tale. La squadra è sullo stile bri tannico: tutto stile, tutto metodo; troppo stile, troppo metodo accor re, anzi, dire, che i nostri, una volta presa la chiave del giuoco acca demico dell'avversano, ebbero la situazione nelle mani. Non c'è che da essere contenti della prova fatta dalla squadra nostra, se si considerano le conditimi di forma e di formazione in cui essa affrontò questo incontro, pieno di incognite e denso di re sponsabilità. Olivieri fu più che al tro sfortunato nei due tiri che lo batterono. I suoi interventi, fra un nugolo di uomini, nel primo tempo e la sua parata nella ripre sa vanno classificati fra le cose migliori di tutto l'incontro. Difesa e seconda linea vanno accomunate in una parola di lode per il lavoro di arginamento fatto nei periodi critici della gara. Monzeglio ebbe un ottimo finale; Serantoni fu il migliore dei mediani nostri. Egli fece tutto il secondo tempo in condizioni disastrose per una ferita al piede destro, la cui vera gravità non è stata ancora accertata, ma resse fino all'ultimo. Di Ferrari si è detto. Colaussi non era ieri centrato come tiro in porta; Pasinati 1 /" pericoloso ogni volta che toccò '■ '" *>""" 0 Piazzalo lavorò da cima '" fondo dell incontro con una con i tinnita e una abnegazione senza | ) Ritmo lina vittoria ì UUII,B m° "l,U,ld ; PMa fece, in condizioni diffi ciU, P'" bc"a partita della sua carriera internazionale. Fatto og I (fatto di una- marcatura che do¬ vc vn im mobilizzarlo e stroncarlo, e'Ju lotto di forza e' l'asta vol ta> ancht> di a**™" co» nli u° addetti alla sua guardia e, aUa f""''fI' Per nver»c ragio]"0- Fu uno dei ™''«'lori "om"» *n camPa La squadra tutta mostrò una forza di volontà e una combattlvità degne in tutto delle tradizioni azzurre. Ragionando col senno del poi. essa avrebbe anche potuto vincere. Nessuna colpa, se non potè spingere le cose fino a questo punto. Il suo dovere essa l'° fece P'e,1amen^c: lo fece il suo dovere in modo tale che un gran rispetto per il calcio italiano ri¬ muse come impressione definitiva nell'anima delle 120 mila persone che erano accorse allo Stadio, convinte, sicure di assistere a "»« esibitone di superiorità e a una vittoria tedesca. La prova di ieri va annoverata fra i successi del calcio italiano. Vittorio Pozzo. ; ' 1 italia: Olivieri; Monzeglio e Al- ] lemandi'; Serantoni Anctreolo e VargUen II; Pasinati, Perazzolo, Piola, Ferrari e Colaussi. . Germania: Jakob; Munkert e Muenzenbergr; Kitzinger, GoldIbrunner e Ja'nes; Urban. Szepan, 1 Siffling, Gellesch e Elbern. ! r LE DUE SQUADRE SCHIERATE DINANZI ALLE AUTORITÀ' PRIMA DELLA PARTITA, SALUTANO 1 120.000 SPETTATORI SERRATA AZIONE SOTTO LA PORTA TEDESCA SERIAMENTE MINACCIATA DA FERRARI (Telefoto). IL GOAL DI COLAUSSI. La fotografia a sinistra riproduce Jakob che balza !n avanti per togliere il pallone a Colaussi; In quella a destra, presa dal lato epposìo, si vede il portiere tedesco caduto a vuoto e la palla filare in rete, (Telefoto);