IL CORDIALE SALUTO DI all'arrivo dei conti Ciano di Alfredo Signoretti

IL CORDIALE SALUTO DI all'arrivo dei conti Ciano IL CORDIALE SALUTO DI all'arrivo dei conti Ciano Il Cancelliere Schusschnigg porge il benvenuto all'inviato del Duce - Festosa accoglienza di popolo - Oggi nel pomeriggio avrà luogo la prima conversazione politica La nuova Austria Vienna, 9 mattino. La visita del conte Ciano a Vienna corona e suggella un lungo, travagliatissimo periodo, mentre si schiudono nuovi orizzonti e già si affermano nuove concrete possibilità di collaborazione e di intesa. Il quadro finora fosco e involuto da cui sembravano escluse soluzioni durature, esce, quasi a due decenni dall'armistizio, da uno stato di fluidità inafferrabile; si delineano i contorni e si fissano le consistenze valevoli per l'oggi, ancora più importanti per l'avvenire. L'Austria, naturalmente, come il punto nevralgico di massimo tormento, è al centro di queste irradiazioni benefiche. Funzione operante Quale fu il principio direttivo, quale l'aspirazione della politica estera italiana, specie da quando col Regime fascista essa acquistò intera coscienza dei suoi obbiettivi? Avere nell'Austria del dopoguerra un elemento attivo, autonomo, sovrano nel giuoco delle forze vecchie e nuove gravitanti in quel vasto settore europeo che va oltre la stessa definizione danubiana ; insistere, lottare, perchè l'Austria nella sua indipendenza svolgesse la funzione storica che le è assegnata dalla sua posizione geografica e dalla sua tradizione spirituale e culturale, cioè la funzione di avvicinamento e di cooperazione, quasi una piattaforma di scambi economici, politici, culturali fra gli Stati che la circondano. E' questa una funzione viva e anche complessa che, come le funzioni di organismo vivo, non può essere di tutto riposo; bisognerà sempre vigilare, lavorare, perfezionare; ma è certo tuttavia che oggi quella che pareva una mèta ideale, utopistica, ha affondato le sue radici nell'humus della realtà; oggi le difficoltà ritenute insuperabili sono state sormontate; oggi l'Austria non è più un fattore passivo e negativo nella politica danubiana ed europea; potremmo dire con frase un po' volgare ma efficace, l'Austria ha fatto le ossa. Nel campo interno si è arrivati all'instaurazione di un Regime integrale e totalitario, fuori dal turbamento deleterio dei partiti, fuori da mezzadrie di potere; la via fu tracciata nettamente dal compianto Cancelliere Dollfuss quando inferse il colpo decisivo al socialcomunismo imperante nella capitale; poi si ebbero prove dolorose, soste, ondeggiamenti; ma non si poteva rimanere a mezza strada. Ormai che si è giunti alla concezione necessaria della totalitarietà, occorre restarci fedeli a oltranza; c'è molto da fare, ma non nel senso di infirmare il principio unitario, c'è da fare molto nel senso che la piramide si consolidi più alla base con una partecipazione sempre più attiva delle masse popolari. L'Austria sta ricreando un suo esercito; è un compito fondamentale dargli una fisionomia, una struttura, una efficienza tali da renderlo quello che deve essere, l'organo unificatore per eccellenza. La pietra angolare: i Protocolli di Roma Questa opera di chiarificazione e di disciplinamento interno, di cui va il merito maggiore al Cancelliere Schuschnigg, personalità di statista paziente e costruttore, sarebbe stata impossibile qualora l'Austria non avesse trovata una sua individualità internazionale in un programma, in un sistema che la garantissero nei suoi sviluppi di Stato indipendente: i Protocolli di Roma furono e sono la pietra angolare della ricostruzione austriaca. Fu segno dell'alta intelligenza politica del Cancelliere Dollfuss l'aver compreso senza equivoci che la via della salvezza per l'Austria doveva passare per Roma; e merito incontestabile di colui che ne ereditò il testamento esservi rimasto fedele, incrollabile, tetragono agli adescamenti, alle insidie, alle minaccie. Quante ironie, quante manovre, quante tempeste intorno ai Protocolli ! Ma tutte le prove su tutti i campi, da quello politico a quello economico, furono vinte; il giorno in cui a Ginevra i rUbtztlamsmntttdlndnènctaddceaimsvpdgvDrrflsactcddeccsdlmdlnpm i a è a a e e a , l n e o o a r a a rappresentanti d'Austria e di Ungheria coraggiosamente si ribellarono all'imposizione societaria e votarono contro le sanzioni, ,i Protocolli apparvero in tutta la loro vitalità, in tutta la loro capacità di funzionamento e di sviluppo. Vennero gli sviluppi successivi nei Protocolli addizionali, mentre nel nuovo clima internazionale, determinato dalla trionfale impresa etiopica, maturava un avvenimento importantissimo, a cui l'Italia aveva dato il suo assenso pieno e caloroso, l'accordo tra la Germania e l'Austria dell'll luglio. Il problema dell'indipendenza dell'Austria non si pone più, non si deve più porre ; l'Austria è una individualità statale che non deve essere più considerata come oggetto ma come soggetto; la dimostrazione l'abbiamo avuta nei colloqui di Berlino e di Berchtesgaden in cui il dato di fatto della sovranità austriaca, concordemente riconosciuta e accettata, non ha sollevato alcun dissidio, come era nelle intenzioni e nei desideri apertamente manifestati da chi vuole speculare su una insanàbile rivalità fra Italia e Germania a proposito dell'Austria. Adeguamento degli accordi commerciali E' in questo quadro che bisogna fissare e comprendere la visita a Vienna dell'inviato del Duce ; il cammino percorso è veramente grande; ma è caratteristica essenziale della politica fascista non dormire sugli al lori; essa è volontà operante in senso eontinuativo. Protocolli, accòrdi, non hanno virtù magi che; devono èssere perennemente controllati, alimentati, vivifi cati nell'esame e nella soluzione dei problemi che la vita, si può dire quotidianamente, crea. Un esempio recentissimo: la conclusione degli accordi commerciali fra l'Italia e l'Austria che saranno seguiti al più presto dalla firma degli accordi con l'Ungheria; in essi gli adeguamenti tariffari diretti a impedire che l'adeguamento della lira influisse su una diminuzione di scambi, sono stati compiuti con uno spirito perfettamente aderente allo spirito dei Protocolli; i traffici non solo non ne soffriranno, ma si prevede, in seguito a tali accordi, una loro intensificazione. A Vienna ci si incontra e ci si riunisce per trattare di questioni concrete che possono aver bisogno di essere chiarite e, qualora sia il caso, risolte; senza attenderci avvenimenti sensazionali, non siamo però di fronte a visite e a colloqui semplicemente di pura cortesia. Così il miglior coordinamento fra i Protocolli e l'accordo dell'll lu glio costituirà una traccia dei lavori, specie alla luce del viaggio del Ministro Ciano a Berlino e dei suoi risultati. Non c'è dubbio che tanto in Austria quanto in Ungheria l'avvicinamento italo-tedesco sia stato seguito con soddisfazione e con simpatia; sarebbe quindi nel l'ordine naturale e logico se su certi problemi discussi e con cordati a Berlino gli incontri di Vienna dimostrassero e fissassero identiche concordanze, L'Austria e l'Ungheria, ad esempio, non sono seconde ad alcuno nella loro volontà di tu tela delle istituzioni civili contro gli assalti del bolscevismo, Inoltre sono venute in primo piano, il discorso di Milano vi ha fatto chiaro accenno, le relazioni con gli altri Stati dami biani. E' noto che i Protocolli non formano un sistema chiuso, pur non prospettando che eventualità di intese bilaterali; sono possibilità che vanno studiate attentamente. A Vienna si guarda con simpatia ogni possibilità di allargare la zona di collaborazione; a Vienna non si è guidati da esclusivismi e da pregiudizi. Alfredo Signoretti tsnotVmICtptcmlngmrsnsnsmriftcls1ipZ

Persone citate: Ciano, Duce