PROTESTA ITALIANA per gli incidenti di Chambéry di Concetto Pettinato
PROTESTA ITALIANA per gli incidenti di Chambéry PROTESTA ITALIANA per gli incidenti di Chambéry Una visita di Cerniti al Quai d'Orsay Parigi, 4 notte. Questa mattina l'ambasciatore Corniti ha avuto un colloquio con il segretario generale del Ministero degli Esteri Lecer. Non si nasconde negli ambienti francesi che il colloquio ha avuto per oggettoI gli incidenti di Chambery. Secondo l'istessa fonte l'Italia avrebbe I protestato contro l'aggressione di j cui è stato vittima il suo rappre-1 sentante consolare in quella città, | esprimendo fra l'altro la propria | meraviglia per la precipitazione con cui gli aggressori sono stati rimessi in libertà senza che una regolare inchiesta avesse per lo meno proceduto all'accertamento delle responsabilità, fatto il quale riveste nei confronti del Governo italiano un carattere insolitamente poco riguardoso. Le responsabilità di Cot Il signor Léger avrebbe risposto che 11 Governo francese, spiacevolmente impressionato dell'accaduto, ha già dato ordini per l'apertura immediata di una inchiesta giudiziaria e ha soggiunto che il rilascio degli arrestati di Chambery ha valore puramente condizionale, un giudizio definitivo dovendo intervenire nei loro confronti non appena noti i risultati dell'inchiesta. Il diplomatico francese avrebbe manifestato all'ambasciatore italiano il desiderio della Francia che l'increscioso incidente venga rapidamente ed amichevolmente composto con soddisfazione dell'Italia, tanto più dato il fatto che la località dove esso si è prodotto appartiene ali a regione di frontiera, e che l'attentato riveste un carattere provocatorio nel quale sarebbe difficile non riconoscere la mano di elementi interessati a metter male fra l due Paesi. Sullo stesso argomento non sarà forse superfluo ricordare, sulla scorta di un giornale parigino della sera, che mesi or sono i comunisti di Chambery 3i illustrarono per un assalto alla locale prigione militare nell'intento di liberare uno dei loro che vi era detenuto, perchè colpevole di propaganda antimilitarista svolta In occasione della presentazione delle reclute. Il processo della liberazione in questione sarebbe dunque pressappoco analogo a quello deplorato nel caso dell'aggressione nntiitaliana di domenica, e il giornale cui accenniamo non esita a spiegare tale ripetizione col fatto che il deputato di Chambery è Pierre Cot Ministro dell'Aeronautica e noto campione del frontismo estremo e che il sindaco di Chambery è amico intimo di Pierre Cot. Senonchè, nel caso dell'antimilitarista liberato dalla prigione militare, non soltanto 1 giornali del tempo fecero il silenzio sull'incidente, ma la giustizia si guardò bene dall'intervenire. Le circostanze, essendo oggi, ad onta di tutto, alquanto diverse, vogliamo credere che diversa sarà anche la soluzione adottata. Notiamo intanto che tutto il male non vien forse per nuocere e che non è escluso che l'aggressione di Chambery, additando al Governo di Parigi il pericolo di certa propaganda e provocando urta ripresa di contatti fra le due diplomazie, giovi a rompere il ghiaccio tra i due Governi provocato dall'affare delle credenziali. L'ufficioso Perir Parisien avverte a tale proposito che in gennaio si riunirà il Consiglio della Lega delle Nazioni e che è Indispensabile che da qui ad allora il Governo di Parigi si sia messo d'accordo con quello di Londra per accordare all'Italia il riconoscimento dello stato di cose instaurato in Etiopia e sbloccare l'Ambasciata di Roma dall'incomoda quarantena dove l'ha cacciata l'intempestivo richiamo dell'ambasciatore De Chambrun. Un Consiglio di Gabinetto, riunito questa s'era, ha esaminato le questioni del giorno In rapporto con la riapertura delle Camere ed ha udito fra l'altro una esposizione del Ministro Delbos sulla situazione internazionale. La più grossa preoccupazione del Governo consiste, per il momento, nel trovare ima base di compromesso che gli permetta di far marciare d'accordo radicali e comunisti almeno fino alla riunione dei Consigli provinciali e all'Inizio della discussione sul bilancio. Sin qui non si può dire però che i comunisti gli facilitino il compito uè all'interno nè all'estero. Posizioni statiche All'interno le agitazioni continuano ancorché in forma sporadica. In sede internazionale ì'Humanité non cessa di esigere da Blum e da Delbos una risposta al discorso di Mussolini di Milano dichiarando che il silenzio della Francia dopo l'ultimo discorso di Eden e dopo il discorso di re Leopoldo ha già avuto risultati troppo disastrosi per la politica estera del Fronte popolare perchè sia lecito seguire la stessa tattica anche oggi. L'idea del foglio comunista è che se il governo di Parigi sapesse fare, esso potrebbe approfittare del momento per rientrare nelle buone grazie della riccola Intesa e dell'Inghilterra mettendosi apertamente in antitesi con la posizione assunta da Roma. In caso diverso, secondo gli àuguri aeWHuni'initc. la Francia andrà incontro a brutte sorprese. Non è difficile vedere trasparire attrai verso queste considerazioni di Thorez e compagni la costante preoccupazione della Russia di vedere la Francia, sotto la pressione delle circostanze, entrare nel gioco di un eventuale patto a quattro e la crescente impazienza prodotta a Mosca dalla riluttanza parigina a negoziare accordi militari che dovrebbero precisare il metodo di applicazione del patto Barthou-Litvinof. Ma i timori dei comunisti sono visibilmente esagerati e la cosa che possa spiegarli è l'ansietà determinata nella capi¬ 1i\|i1II||('!j|[idIII I I j 1 | | e tale sovietica dall'andamento della guerra civile spagnuola. Se inclina all'inazione ispirandosi alla, vecchia tattica britannica del wait and scc, nulla fin qui purtroppo giustifica l'ipotesi che il gabinetto Blum voglia riformare la propria politica estera abbandonando la metafisica societaria pel realismo mussoliniano. Crisi nell'« Havas » Una nuova prova ce ne è fornita dall'ingerenza, sempre più vessatoria, che le sfere ufficiali vengono esercitando sul disimpegno dei grandi servizi di informazioni, allo scopo di asservirli alla politica estera e interna del Fronte popolare e neutralizzare cosi nella pubblica opinione le correnti favorevoli e direttive che non siano quelle della democrazia social-comunista. Blum non plglierà la parola per polemizzare direttamente con Mussolini ma il personale preposto alle emissioni radiofoniche delle poste e telegrafi ha già provveduto da sè alla bisogna, commentando, come non è sfuggito all'Ami du peuple, in modo tendenzioso e scortese i discorsi ili Milano e di Pavia. D'altra parte, la lotta impegnata dal Governo per obbligare Gulmier, direttore del Journal, a dare le dimissioni da amministratore àeìVAgenzia Havas illustra in modo eloquente la costanza con la quale Blum persiste nella linea di condotta fin qui seguita tanto nei riguardi dei sovversivi francesi quanto in quelli 1 della Russia e della Terza Interi nazionale. Nessuno si era mai accorto, per verità, che l'ufficiosa Agenzia Ha\vtts facesse una politica contrari? |alle direttive del gabinetto Blum: ima Guimier dirige un organo di 1 opposizione e Blum aveva evidenItemente sperato, minacciando di I togliergli ì'Havas di indurlo a mo|dificare l'atteggiamento del Jotir| nal. Guimier, come risulta dalla lettera di dimissioni da. lui diretta (stasera ai membri del Consiglio di 'amministrazione dell'Agenzia uf! ficiosa ha preferito lasciare quejst'ulttma, dove del resto non ave| va mai fatto opera di opposizione. ! e mantenere il suo giornale nella I linea fin qui seguita. Il risultato dell'operazione si può quindi direnullo; ma non per questo esso ap'pare meno significativo, quale in-'dice dei propositi nutriti dallo stesso gabinetto per venire a capo della stampa avversaria. Nonostante gli avvertimenti del congresso radicale, quello di Blum continua ad essere, Insomma, un ministero di battaglia all'interno e di pericoloso empirismo all'estero. I comunisti avrebbero torto di inquietarsi, Concetto Pettinato.
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