La morte di Perroncito «padre della parassitologia» di Angelo Viziano

La morte di Perroncito «padre della parassitologia» Un lutto por la scienza La morte di Perroncito «padre della parassitologia» Pavia, 4 notte. E' morto oggi a Pavia, all'età di S9 anni, il prof. Edoardo Perroncito, che era nato a Viale in provincia di Asti. Aveva svolto tutta la sua attività scientifica a Torino ed era celebre per 1 suoi studi di parassitologia. In Torino aveva partecipato attivamente anche alla Aita civica ricoprendo moltissime cariche. Nella sua casa di corso Valentino, a Torino, una galleria di quadri d'eccezione parla del Maestro: attestati di benemerenza di ogni parte del mondo, diplomi di lauree « honoris causa * di Università famose, quali Manchester, Strasburgo, Vienna, Pietroburgo, pergamene di membro corrispondente di numerose società scientifiche straniere, prime fra tutte la Accademia francese di medicina e la Società di Biologia di Parigi, Non certo per piaggeria il grande Blanchard l'aveva chiamato « padre della parassitologia s>. Edoardo Perroncito era assai fiero di questo riconoscimento straniero, ne era fiero soprattutto come italiano. L'enorme suo contributo scientifico allo sviluppo di tale branca ha difatti portato, col suo nome, anche il nome d'Italia alla estimazione, all'ammirazione degli scienziati di ogni Paese. Rivedo l'illustre Vegliardo appunto nel suo gabinetto di lavoro, quando, qualche anno addietro, in occasione del cinquantenario del traforo del Gottardo, La Stampa mi incaricò di raccogliere dalla sua viva voce informazioni inedite sulla scoperta, cui è legato il nome del Perroncito, della causa che provocò una vera ecatombe tra i minatori addetti alla perforazione della grande galleria: l'anchilostorna duodenale; e lo rivedo ancora allorquando, un anno dopo, a Milano, egli partecipava alla glorificazione di un antesignano della stessa patologia da anchilostoma, Angelo Duomi. La camicia nera che indossava metteva ancor più in magnifico risalto la bianca barba fluente dei Vegliardo : scienza e spirituale giovinezza parevano fuse armonio samente in quel volto scultoreo, il «■professore emerito» ed il fasci- sta, podestà di Viale dAsti, auoparnati0H ■ ti , . Lo ricordo in quelle occasioni. perchè allora più che mai vidi 1suoi occhi rilucere, brillare al ri-chiamo di un lontano passato, chedoveva riempire di merito tuttala sua vita, sin quasi ad offusca-re le altre molte sue benemeren-ze. che pure furono assai grandinel campo degli studi della parassitologia, d'ella patologia generale, della zootecnica, dell'igiene. cSSvmSll^ rSs1*Cattedra universitaria di parassi-tologia di Torino, la prima istituita nel mondo, quando si svolgevano i lavori del Gottardo. Mi gliaia di operai erano già rima-ste vittime d. una strana malat-tia, caratterizzata soprattutto daun'anemia profondissima, quandose ne ebbe notizia tra noi. Un me-?pC° ^f^lll»V»d A^roloTu"tese che risiedeva ad Auolo, inu-tumenle a\eva tentalo di argina-re le conseguenze del male mici-diale. Non se ne conosceva la cau-sa; non si poteva perciò istituireuna cura appropriata. Egli, cornealtrl successivamente, dava moltaimportanza alle condizioni amrbi»ntali: difetto di luce, aria vi-ziata. umidità e via dicendo. Negennaio del ISSO tre minatori deGottardo sentendosi in condizionedi grave deperimento, tre canavesani, fuggono a Torino, e ricorrono alla Clinica medica direttadal Coiu-ato. Perroncito ha orcasione di praticare qualche esamedi laboratorio: gli sorge il sospetio che si tratti di una malattia ^stenuta da un parassita. Il 4 f eb-braip il Colomiatti eseguisce l'au-topsia di uno di quegli operai deloro Ciclo evolutivo ni 1879 daPerroncito «ono miei narassiti àmi/t, noi-p ,-ci 1KO ro-/nin r rra q V- i. ■ ,- , «ad* -attribuirono 1 anemia delornaciai. Per Perroncito non v ha dubbiocheouei verm celatoli e solo oueche quei \einumatoli e solo quevermicciatoii siano la-causa dellaanemif: mortale del Gottardo e subito dopo qualche accertamento ^laboratorio non esita ad affermarlo solennemente all'Accademia dmedicina di Torino mentre BozVoir,r r£-t -.n -, recano -ni i,7o-A* iLnoner ,.itBrWì =t,,rti dei la\ou per ultenon studi. Dalla conoscenza dèlia causdella malattia sono scaturite lcure idonee, quali quella del felcmaschio, proposta dallo stess Perroncito, quella del timolo do-vuta al Bozzolo, ed altre successi- vamente ideate. L'anemia profonda che ranchi-lostoma provoca e dovuta al latto che esso aggrappandosi con po-tenti uncini alla mucosa del duo-deno, non solo provoca gemizi disangue, stillicidi continui, ma so- prattutto inietta nel sangue stes- so certi veleni, secreti da dueghiandolette, che hanno la prò- prietà di dissolvere 1 globuli rossi.L'esatta scoperta del ciclo evo-lutivo del parassita non fu natu- ralmente di minor importanza per la prevenzione della malattia; di- fatti avendo il Perroncito bene chiarito che le uova dell'anchilo- stoma espulse dall'uomo nel ter-reno umido danno luogo alle larve pronte nuovamente ad aggredire altri uomini, si è in seguito potuto efficacemente adottare i mezzi profilattici per evitare l'infestazione del terreno. Prova mirabile ne è stato il fatto che nel successivo traforo del Semplone non si ebbe ad annoverare alcuna vittima per anchilostomiasi. La descrizione dell'evoluzione dei nefasto parassita figura per la penna di Edoardo Perroncito in un grande trattato francese: quando il Maestro si compiacque dedicarmene un estratto, scegliendolo tra gli altri suoi sludi sulla tubcrcolosi bovina, sul carbonchio, sulla trichina, ecc. ecc., non mi fu rìiffi elle intravvedere quanto orgoglio di italiano si celasse nel gesto del vegliardo. Con la morte del Perroncito so nn og-gj scomparse tutte le insigni figure (Graziadci, Pagliani e Bozzolo in particolare) che han no collaborato ad accertare la causa, ideare i mezzi di cura, stu diare lo norme profilattiche di una triste malattia, che, se ha mietuto vittime a migliala tra i minatori del Gottardo, non meno grave è stata in altre occasioni, tra fornaciai e contadini. Molte Nazioni debbono a tali scienziati Iitaliani la salvezza di un numero!senza nani la salvezza ci un numero i,„„ i„„„i.. i.vii. m i„-„ìiza dubbio incalcolabile di loroi-oratori. Le testimonianze non mancano; una ve n'ha persino d'un grande esploratore inglese, Governatore dell'Uganda.^ Angelo Viziano.