Il Duce al rito di Corridonia

Il Duce al rito di Corridonia Il Duce al rito di Corridonia L'inaugurazione del monumento all'Eroe della "trincea delle \ frasche „ = La sosta del Capo del Governo a Macerata e a|Loreto tra V ardente entusiasmo della «• • tfmarchigiana I (dal nostro inviato) Macerata, 24 notte. L'inaugurazione del monumento a Filippo Corridoni si e compiuta stamane, sulla piazza solatia del paese che all'eroe ha dato i natali, in una cornice di folla, di fascisti, di bandiere, di drappi, di festoni, fra il crepitio delle mitragliatrici, un fitto volare di colombi, le note del Piave e musiche che suonavano in sordina e parevano l'eco di voci lontane nel tempo e nello spazio. Rito patriottico per l'assertore dei più alti ideali della Patria; rito guerriero per cfrnmtfiprtrc1 msul'intrepido combattente caduto in mnn gesto di sublime eroismo; rito\spopolare e proletario per il tribù-ìsno che della difesa dei lavoratori'. si fece un apostolato e lo esercitò Wcon passione inesausta e infreni-' ngibile coerenza, in ogni ora e in agni istante della sua breve fiammeggiante esistenza. Rito proletario. Il ricordo che noi, testimoni, riporteremo della cerimonia sarà sopratutlo il ricordo di una grande adunata delle forze del lavoro, di una autentica sdzpslfcceZebiasione popolare, di una gc-\Lnuina affermazione della sostati na operaia, contadina, artigiana del nuouo Impero italiano, intorno al monumento, assiepati contro l'arengario sul quale emergeva salda e diritta la figura del Duce. l'Italia aveva adunato, è vero, tutte indistintamente le rupprcscn- DsdirfMtanzedet suoi organismi produU%-\dvi delle sue istituzioni, delle tufi-'. ìmte categorie vi cui si articola la compassa vtta dt un popolo d, W L,.Tj ,„ ^"«""«««Imfoi^e tavolatila erano oJ|„delle posto d'onore, soverchiandone \Ma'.[Lffidrs„Sogni altra c davano il tono e l'im pronta alla celebrazione. Popolo di lavoratori Dalla balaustra elio corona la sommità del palazzo podestarile si sporgevano i gagliardetti dei Sindacati agricoli, delle massaie, rurali, dei fedeli della terra, delle organizzazioni operaie. Gli elmetti dei combattenti incorniciavano volti rugosi scavati dal sole dal vento, dalle fatiche della cani pagna. Braccia nodose di terrazzieri brandivano in alto, come insegar, le zappe e le vanghe. Gruppi di mietitori marchigiani in giubbetto bianco e calzoni azzurri sventolavano in atto festoso i grossi copricapo di paglia dalle larghe tese. Migliaia dì mani di agricoltori agitavano dei granili fazzolettoni di un color verde, pieno di agresti richiami. Alla mamma di Corridoni che sostava, accanto al Duce, il capo ravvolto in una sciarpa nera, umile, commossa, stordita, saliva l'omaggio delle donne del contado, accorse nei costumi tradì-ionali con Ir vaste gonne frusciatiti e i corsetti dai Vivaci colori. Tutto il momlo pe il quale Corridoni si era strenna- mente battuto, riconciimto alia Patria attraverso la. Rivoluzione fascista, era presente alia sua glorificazione assumente le prò- porzioni solenni di una apoteosi popolare. Il Duce, veniva dal vicino cani po di aviazione, dove pochi minti-\ ti prima si crono posate lo ruòte ad'del suo trimotore. Con un piccolo seguito, di cui facevano parte il Segretario del Partito, il Ministro per la Stampa e Propaganda, il Sottosegretario all'Aeronautica e le autorità locali, alla testa delle quoti era il Prefetto Dinaie, avc-\ va raggiunto in automobile la col-' Ima dove sorge, sormontato dalle torri rielle tre chiese, l'abitato di Corridonia. La ralle del Chiatti, verde e oro sotto il sole sfolgorante, aveva doto al Duce la prima immagine della provincia che egli si accingeva a visitare. 1 un preannunzio rielle accoglienze clic tu popolazione gli riservava. Case coloniche riurcrniriiitv rii fresco gran pavesi di piante, foreste di bandiere, scritte, striscioni, archi di trionfo, saluti appassionati. Lungo la strada folle di contadini che si raccoglievano al passaggio della macchina ne arrestavano la marcia, si stringevano attorno all'ospite atteso, in uno slancio di entusiastica devozione. L'eroe eternato nel bronzo A Corridonia, lungo le vie e nella piazza, più gente, più colori, più animazione. Era il quadro armonioso e ordinato che presentano le città eiwindo giunge il Duce, e il popolo sembra offrirgli, al milione e liti mila nel lOSS.lhQuest'anno, malgrado le avversi-]ptà atmosferiche, il raccolto è statairdi poco inferiore: un milione e ceti- ,tomilu quintali. Prima di lasciarc\la sede, il Duce accettò l'offerta* di sette capi di bestiame selezio-\nato, che gli fu fatta dal presi-\dente della locale Unione agiicol-\tori. Il dono fu senz'altro desìi noto alle aziende agricole di Poti tinta nell'agro romano. Simbolico epilogo IEd eccoci giunti all'epilogo del- la risila. Il Duce, sempre in automobile aperta, si reca in Prefettura. La piazza Vittorio Emanuele II è gremita. Le settantamila persone che egli ha 2'assato in rassegna lungo il percorso vi hanno fatto irruzione, in un festoso tumulto, da tutti gli accessi, come una fiumana che abbia travolto le dighe; e ora invocano la\stio, apparizione a gran voce, agi-\ tando migliaia e migliaia di ban-ìdicline su cui campeggia, bianca ati fondo nero, una grande M. Lospettacolo è grandioso. Il gridu, «Duce! Duce!-» si leva possente t sulla massa entusiasta. E il Duce\ c T^jwfc [cato clic la giornata marchigiana o i e i a x a «0» larda ad apparire: dalla loggia dei Mercanti, fra due enormi fasci littori, egli sì protendo verso il popolo maceratese, saluta romanamente, parla. La sua parola reca un dono inatteso: l'annunzio di una sua nuova visita. La folla l'accoglie con manifestazioni di straripante gratitudine e lo richiama più volte al balcone coll'impcto di chi non ha ancora placato il suo desiderio di vederlo e di acclamarlo. Nell'interno del Palazzo del Governo, al Duce vengono presentate le autorità, i funzionari, i segretari dei Fasci e i podestà della provincia. Questi ultimi gli offrono un regalo simbolico, un mappamondo su cui è segnata in rilievo la superficie del nuovo Impero italiano, sul quale si stende protettrice l'ala di un'aquila ro' matta. Poi il Duce consuma una rapida colazione e riparte, dirci to a Bologna. A Portocivitanova ] breve sosta. Un industriale, Cec • eliciti, antico operaio, gli fa tra [vare schierati in tuta azzurra \ sitai 1100 dipendenti e gli offre centomila lire per la fondazione giornata marchIgiana je conidoniana dei Duce si concluda in mezzo agli operai Ma l'episodio più bello e quello .che accade a Loreto, fuori del ter- i' rilorio della provincia. Il Duce vi 0 V i e a e 4 , si reca per ripartire in volo alla volta di Bologna. Al suo giungere le campane delle chiese chiamano il popolo a raccolta nelle piazze. Dimostrazione indimenticabile. Il Duce passa tra le acclamazioni, salutando romanamente e si dirige al santuario. All'ingresso sonoraccolti i religiosi che lo accolgo- no con commovente manifestazio-nc, e quando egli varca la sogliaimi frate suona l'inno « Giovine?- za» sull'organo della sunla casa, Enrico Mattei. MUSSOLINI CORRI DON IA CON MADRE (Telefoto). con lo schieramento di tutte le siici forze, il proprio passaporto morali, l'indicazione dei propri con-\ notati fisici e spirituali. Il monumento era ricoperto di un gran telone tricolore che la brezza gonfiava come una vela maestra. Ai piedi della scaletta che sale all'a-\ren.nario, mamma Enrichetta at¬ tenterà con Iti figliola signora &ria, che nei lineamenti fini c deli-\cali tanto ricorda Filippo, e coni 1 nipotini Pippo e Valeria. Due mazzi di garofani bianchi e rossi erano nelle mani dei ragazzi. i uno per il Duce, l'altro la veccWa| mamma- dell'eroe l'avrebbe depo\sto più tardi sul basamento della ìstatna in cui il figlio rivive, '. Il Duce abbracciò la signora con Wnffetta che anima di tanta uma' na dolcezza i loro incontri e sali sull'arengario. Egli indossava la divisa di Comandante della Milizia, col cappotto grigioverde apcrto sul petto. L'onda di una vasta acclamazione lo investì d'ogni lato quando apparve, ulto sulla folla. La voce di Achille Starace comando il «saluto al Duce », \L'«u noi» della folla proruppe. Due grandi corone furono deposte ai piedi del monumento; quella di fiori bianchi e rossi era della illumina di Filippo, l'altra, rii alloro con bacche auree, recava una fascia con la scritta: « Benito Mussolini ». Infine, a un gesto d'I Duce, cad- \do f, ,r!o)lc. trìcolore. Crepitarono '. ìc mitragliatrici, fu data libertà , ,m ,.r,,0 dj m colombit risuonu- W lc „oto di um raluonc pa.Im», La figura del tribuno si e-J|„„s„„ dominante, effigiata net\'e bronzo, su quella fitta massa dipopolo. L'arcivescovo di Fermo\Mons. Attuoni. presso il quale era anche l'Arcttiescoro di Osimo e '.Cingoli, crede del nome dei contii[Leopardi, lo asperse rii acqua lu- strale e fu la consacrazione dcllafede religiosa del rito della Patria.e ne. ottanta operai seguaci del tribuno nelle lotte del salano e in quelle dell'intervento. Un quarto d'ora- dopo il Duce giungeva in automobile alle porte di Macerata. Il rombo del cannone dava alla popolazione l'annun- cio ansiosamente atteso. Si ini ra cosi la seconda parte della ri¬ stai Sciolto il voto della Nazione ana memoria dì. Corridoni. egli alQtàdtoladnd rrPlati Vl „,„„■ di Re„ime e 1 Rivoluzione. iniziava la rassegna delle forze della provincia e quella rielle opere in cui sono durevolmente conili votiva dei caduti fascisti della provincia, che furono sci: Badiali, Donati, Gcntilncci. Rossetti. Petti- Sulla soglia della città, presso il monumento ai Caduti, lo attendeva la dimostrazione del largo contributo di sangue dato dalla provincia di Macerata alla guerra liberatrice. Sul monumento, che le truppe del glorioso 15~.o fanteria, medaglia d'oro, recingevano in un quadrato di acciaio, il Duce fece deporre una corona di alloro. Poco lungi, su un grande quadro simbolico, era raffigurata in sintesi la nuova storia d'Italia in un serrato procedere di fiamme nere verso l'Impero. Quindi ti .Once, ritto in piedi sulla, macchina aperta, proseguì fra le linee delle organizzazioni, nell'arco incrociato delle acclamazioni della folla che si assiepava dietro agli schieramenti, sotto il getto di fiori che pioveva dalle finestre gremite. AI piazzale della Vittoria una ovazione tempestosa, lo accolse. Egli entrò nella Casa del Fascio, sostò e depose fiori nella cappella tontilatfnminhscvstdas«srossi e Bonscrvizi. Al primo pia no, nella sala Bonservizi, si fcrmo a considerare in due grandi plastici murali il cammino percorso in 10 anni rial Fascismo ma cera-tese, Nci ryio, a opera di Gorgolini, cr(i jondato il primo Fascio a Camerino con novanta iscritti. Nel '22 i Fasci erano vcnlotto e gli iscritti 1300. Oggi la Federazione 1collega 65 Fasci ripartiti in T.ii settori c raggruppanti 13.760 Ca| micie nere. Alla costruzione del- fas'Tn,0, "!™'rac >" dfl'° nl'° ^attenti, 221, vo lontari, 10 Caduti, 57.075 fedi nu „„„„• V j-V [c 6200 quintali di ferro. Al Prestito | nazionale sono stati sottoscritti 700 milioni e 62S mila lire. L'Etile Opere Assistenziali, attraverso i , ;, ,,,,, jm''ss",c """" J1-1- j Ahhrarp:n a| „ipf>n rf: nMprra iHUUI a^'u «1 wei/U ui yuei 1 <x 1 Mentre il Duce sostava nella ; Casa del Fascio fu insistettiemen «gfimrdlsmpiaGtgpnplpp' mrt] b• e[v\ scjec, , ,. , ., .1°.F™1!."','.' a* „^.!-Z!".(> .*i' suo aiuto morale e materiale a 30 mila persone nel solo Anno XIV e ha alimentato 30 colonie di figli del popolo. Ed ecco infine alcune cifre sullo sviluppo raggiunto da alcune organizzazioni, quelle che meglio riflettono la fisonomia dei!'" provincia: agricoltori 7154 \U>criM, lavoratori agricoli 12SJ,2, [te evocato al balcone dall'immenI .in. folla ™ folla raccoltasi nella piazza; acconsenti, apparve, saluto roma- 'namente e pronunziò brevi parole che riannodarono alla realtà del; l'Impero gli eventi lontani della \ Guerra e della Rivoluzione. Poi i passò a inaugurare la Casa del , Mutilato, severa e imponente costraziane dalle pilastrate robuste, \dominatà da un'alta torre; qui il L,UCfi abbraBctò „„ cirrn di J1C)Ta \rhc fu soprallatto dalla cornino- \zjoìlf, e j commilitoni dovettero [sorreggerlo perche non cadesse, <,ifcglì eleganti saloni dei vicino 'circolo Filarmonico volle fermar |5j « visitare ima Mostra delle atti vita economiche della provìncia, sinlclligenlemiale allestita con efIficacc senso dilla sintesi, su ispl razione del Prefetto Dittale. \ La Mostra può dirsi lo specchio [fedele e obbiettivo ili quello che e ila provincia di Macerala nel cani po delle, attività produttive. Visi \trovano raccolti esemplari della ì sempre più complessa produzioni, [industriale c artigiana del luogo ì 'che va dagli strumenti musicai \ alle calzature, dai tessuti all', o macchine agricole, dai profun alle pelli conciate. Nella sala Val , tenzione del Duce fu fermata dai . magnifici aratri offerti da ditte -focali per l'AO.I.; e poco oltre il 'suo occhio indugiò nei grafici del- la granicultura. Da un raccolto di -|6Tj j»ita quintali nel 1021 si arrivò Nel silenzio più assoluto risilo-1larono poi le parole del Duce, E- gli disse: | Camerati! dopo il sacro rito della religione e quello guer>riero delle armi, non è neces La parola del Capol sario aggiungere n^pa^ „„„„_»,,f,,• i„,„,,,i,.T; „ii.,SOpratUttO (ilV(il»(Mi(losi nlla ini (Ire (li Filippo Corridoni ) |- ■ •■ '-" ••->. ardente di quella più alta giu-Stizia SOCÌale Che è Vangelo del Fascismo, soldato della Patria, ecoe della Vittoria, il SUO Sa-orificio rappresenta la Sintesi -, ,, p„-,„ „ o„t„;, nftJIllWIMIblI . POMlO Ora faro l'appello del suo nome. Ed il nostro ed il vostro grido sarà cosi potente che il suo spirito sarà evocato dagli spazi dell'immortalità. Carne- alla vostra presenza, madre non meno eroica dei vostri figli. Il nome di Filippo Corridoni è consegnato alla storia. Esso brilla di una luce purissima nel cielo della Patria. Il nome durerà più eterno ancora del bronzo che lo effigia nella piazza del suo paese na» tale. Filippo Corridoni, tribù-no dell'intervento, apostolo\ raf.a Filippo Corridoni! perfetta di questi due elemen li che quando si ritrovano so- ■ ' - - • ! ,„di popolo prula con una-ola vote: « Lresemel ». Terminato il discorso, il Capodiscese, entrò nella sede del Co- mune, che inaugurò, sostò diluititi-■:i al monumento ai Caduti: sitrattenne con la mamma e la so-rella di Corridoni cuti familiari naturalezza; uccellò il dono di min medaglia rnmmcmoriitiva dilla cerimonia ; si contornò dei compagni di trincea dell'eroe e rfrj superstiti del gruppo corridamano. C'erano Malusanti, Mor- ganti, Funi. Cardinali. Bozzoni, Travaglia, Giussani, Caccia, I.a-giti intorno alla tela stinta di unvecchio gagliardetto glorioso; fu notata anche la presenza di unaventina di operai milanesi gassi- sti e metallurgici, che già fecero parte dell'Unione sindacale corri- doniaiia; e da Parma, la città che C più .legata al nome dt Corridoni quella dove il seme del suo inse-gnamento dette più frutti di prò-selitismo, erano venuti, col vice- podestà e il gonfalone del C'o»tu-