La piccola "Uled Nail,,

La piccola "Uled Nail,, STORIE E LEGGENDE MEDITERRANEE La piccola "Uled Nail,, ' Percorrevo la strada da Ugida ad Orano attraverso un continuo uccedersi di campi, vigne, oliveti, aranceti e la mia opinione sull'Algeria era già fatta: l'Algeria non era che una parte dell'Europa o più esattamente della Francia del Midi trapiantata sulle sponde del'antica Africa barbaresca. A conermare tale opinione, apparve ad un tratto una carovana di malinonici cammelli: era d'un esotismo osì inatteso che sembrava messa i apposta per dare al paesaggio un po' di colore africano. I villaggi e le cittadine, che attraversavo, avevano in maggioranza caratteristiche europee con arghe piazze e strade. I mercati, soltanto, erano pieni di indigeni ndaffarati e chiacchieroni, che ofrivano merci, stoffe, frutta ad alri indigeni, che, seduti per terra, gli occhi assenti, fumavano beatamente in grosse pipe primitive, so. gnando certo il paradiso di Maometto, dove ogni credente è rallegrato da 72 compagne, le eternamente giovani Uri. La topografia dei luoghi era varia come le culture. Rare le pianure ■ senz'alberi e senza vegetazioni, più rare ancora le distese con i grigi e secchi ciuffi d'alfa, la gramigna dell'Africa. Ai tratti piani, alle dolci prominenze sulle quali sì posavano, simili a tartarughe, folti aranceti d'un verde grasso e giallastro, si interseca' vano depressioni, colline, precipizi e creste, mentre, nella lontananza, l'Atlante distendeva senza limiti le prime onde rocciose, splendenti alla sommità di schiuma nevosa. Dopo lunghe e monotone piane la strada, spesso, si lanciava al l'assalto del gebel, t gruppi collinosi del Nord-Africa, contornava depressioni,' si issava sulle creste, correva nei displuvi. E, di lassù si vedevano in fondo alle vallate, solitari villaggi arabi, rannicchiati entro piccoli isolotti di verde. Ma, sul fianco delle collive, sopra le gibbosità, numerose erano le case coloniche con le finestre fiorite, il giardino, il frutteto e la classica palma; e, a distanza pressoché uguali e sempre sulle più alte ere' ste, si elevavano massicce costru zioni con feritoie e torri agli an goli: i vecchi fortini dell'epoca della conquista. « L'allegro soldato » Le strade dell'Algeria sono ottime come quelle del Marocco. Ma l'asfalto in continua ebollizione, fa scoppiare con frequenza i pneumatici. Stavo, appunto, tirando fuori i ferri per cambiare una gomma, quando un militare mi sorse da vanti all'improvvisò come un fan tasma, senza che nulla ne avesse segnalato l'approssimarsi né il ru more dei passi, né il tremito dei ciuffi d'alfa, nò lo scricchiolio dei sassi e della sabbia. Donde spun fava? Da una di quelle piste che, in Africa, seguono sempre ad una certa distanza le autostrade oppure dal ciglio della strada medesima? Non lo so. Comunque, egli mi venne incontro e, molto premuroso: — Posso aiutarvi? — mi chiese — Se credete... Grazie! L'uomo mi tolse di mano la chiave ed incominciò a svitare il cerchione. — Siete italiano, vero? — mi domandò dopo un poco, indicando col mento la targa. — Sì! — Allora, posso essere tranquillo! Lo guardai in silenzio. Aveva una divisa bianca dal taglio grossolano, il kepi con un velo svolazzante sulla nuca. Ma non era un soldato della legione straniera, perchè non portava nè la cintura blu ai fianchi, nè le mostrine verdi, nè la granata rosso-scarlatta a sette punte sul berretto. Questo, con un grosso e semplice numero sul davanti, si prolungava in una visiera interminabile e puntuta come il becco d'un pellicano. — Bono uno joyeux! In italiano, joyeux potrebbe tradursi in « allegro soldato ». Per una crudele ironia, tale espressione serve, invece, ad indicare gli uomini appartenenti ad un triste e disperato reparto dell'esercito francese: il gruppo dei battaglioni d'Africa. Nei Bat' d'aff, come si dice in gergo militare, vengono cdlsmdctstmandati i coscritti che, all'atto della leva, hanno già riportato una j condanna di diritto comune. Può] finire laggiù chi subì dieci oiorniidi gattabuia per aver rubato una, mela, come chi passò 10 anni in galera per rapina, scasso od orni- cidio. Compiuta la pena, invece id'esser rimesso in libertà, lo scar-\ cerato viene imbarcato per Orano onde compiere la ferma regolamentare. Solo colui, che viene mandato alla Guiana, è dispensato dal compiere U servizio militare, la condanna ai lavori forzati essendo considerata infamante. Comunque, gli joyeux, per quanta fiducia si possa avere nel carcere come istituzione rieducativa, sono individui poco raccomandabili. E dvmmnvs\cto, nei movimenti del volto e nello] fsgua rdo, dovetti involontariamen- tte esprimere una certa diffidenza, ! aA il mio benevolo soccomtoie,\rm\ppdche dono una breve pausa, ripetè: — Sono uno joyeux, ma non abbiate paura! II frutto proibito Trasse dalla tasca un foglio e me lo porse. — Ecco la mia fedina penale. Lessi « 12 giorni di reclusione per oltraggio e tentato scrocco ». — I7na « fesseria i> giovanile. scgntscommentò il militare.'—Avevo n\lami ed ero un fanatico del gioco ndel calcio. Una domenica, la mia squadra preferita doveva esibirsi a Saint-Etienne per una partita del- dla Coppa dì Francia. Ma, senza un' soldo, come recarmi a Saint-E-'.qdddstienne? — Viaggiando senza biglietto. — E' quello che io feci e feci molto male. Il treno partì. Pochi minuti dopo, passò il controllore. Minacciò di consegnarmi agli agenti. Persi la testa e lo schiaf-\v[sllcdVdsfepp— Ho capito! — dissi allora —jcsiete partito in bombe? \Partire in bombe vuol dire la-\!sciare l'accampamento senza Z'in-jtenzione di disertare, ma con ;0I semplice idea di ricuperare un po'1, di libertà, libertà che si paga con ; 10, 15, 20 giorni di prigione. — Non così esattamente... Dite pure che ho disertato... Laggiù feggiai... Chiamato alle armi, ini rifilarono nei Bat' d'aff. — E adesso ? — Adesso, se potete darmi qualcosa... Chiacchierando, aveva finito di montarmi la ruota. Con la destra, io mi frugai nella tasca per trovare qualche spicciolo. — Grazie! — mi interruppe. — Non voglio denaro. I denari per il momento non mi servono... Frappose una breve pausa e, fissandomi negli occhi: — Ho fame! — precisò. — Con i denari, potrete sempre comperare qualcosa... Di nuovo, lo joyeux restò a guardarmi in silenzio. non voglio più tornare! — Dove, laggiù? — A Colomb-Bechard. Colomb-Bechard distava meno di mille chilometri. — E siete scappato? non andare di j Nail. ] Spalancai gli occhi. — Per mondo. — Questione metto. | — Precisamente. Ho voluto rac- cogliere un frutto proibito... Ho voluto far l'amore con una Uled'\ Conoscevo'. all'altro', donne, scom-'idi fama erdi vista coteste indige , ne. Sono — come dire? — te pc ripatetiche del deserto. Un'infles- sibila usanza ereditaria sospinga ile Uled Naila su questa via. Barn-' \bine, le madri insegnano loro lei danze e i padri raccontano le favole e le leggende che maggiormente possono solleticare gli uomini. Il rimanente viene da sè. La loro storia rsA 13 anni, le Uled Naila lasciano le tende del proprio duar, il villaggio dei nomadi. Il corredo è\ semplice e leggero, ma composto\come si conviene dalle madri uf.\ fettuose: contempla Z'haich di\ tulle bianco con fogliuzze d'nr-' acuto, che gettano fiamme In se-rrl sótto je lampade dei caffè\mauri; due o tre sciarpe di seta'pallida, che, all'ora della danza,'Ppalpitano sotto le dita, come ali di colomba; uno spesso tappeto e sei minuscole tazze da disporsi in]*cerchio attorno alla teiera di .5ta-|gno. Indi, esse montano sul me-\nari e, sotto il bassur, il rudimen- \tale baldacchino che protegge le\donne arabe dal sole e dagli sguardi indiscreti, raggiungono alente tappe i villaggi presaharia-< ni, le oasi, gli accampamenti dei nomadi onde «razziare» i sed.cn- tari arricchitisi per il raccolto dei] datteri, i pastori che han venduto i montoni, i predoni reduci da 'qualche buon colpo sulle carova-\lie ben fornite. fNei caffè, sotto le palme, fra le'idune «dai fianchi sollevati, al diri della leggenda, come quelli d'una donna prossima a partorire », es- sc suonano, danzano, cantano in \versi 0 ,H prosa le antiche favole [sahariane. Che cosa contengono le loro storie? Un po' di tutto! Si tratta in generale di racconti bel-\lici, celebranti una vittoria o il coraggio di un guerriero; si tratta, di entusiastiche lodi del mchari, Vamico fedele o di strofe inspirate du/i'amzad, a violino che con il suo dolce suono culla e addormen- ,ta nelle lunghe tappe di sole. E, fra l'una e l'altra di simili storie, esse intercalano novelle lascive e procaci. 'Accoccolati attorno, i ricchi [mercanti più gonfi di otri, i noma- di più secchi di sambuchi le ascoi- tano e le seguono con lo sguardo pieno di desiderio, il cuore in tu- multo, il sangue che brucia. A po- jco ° P°co, si creano così atmos/e-| \re liriche, che i canti e le danze \!>Pinaono aìla P'li alta tensione e\jc'le' Piil tardi, la pace del deserto I acqueta nella sua vastità. 1, p nariila Al raìnin ; * er una Parula CalClO . Tale il miserando destino delle Uled Natia. Nei loro occhi, occhi . ingranditi dal koheul — il rimmel j | monete. E le sposerà. Da tale mo mento, esse dimenticheranno la passata vita avventurosa, le favo'ie equivoche, le danze concupi- \ scenti. Spose perfette e fedeli, at'. tenderanno pazientemente, ringra delle belle africane — passa a vol-'te una luce di speranza e di no-\stalgia. Esse sanno che nel duar, I provvisoriamente abbandonato, ri- troveranno un fidanzato, che, sen- za curarsi del passato, le riceverà ', con gioia sotto la tenda, soprattut- to se le piccole cassette rosa e ver-\'di sono piene di vestiti, gioielli e ziando Allah dei suoi benefizi, il giorno in cui, madri alla loro vol- ta, potranno continuare nelle figlie' la triste e singolare usanza della ' loro tribù. i Bisogna condannarle? Bisognai rimpiangerle? A guardarle con i nostri occhi di cristiani, si. In paese islamico, invece, esse sono ve nerate, come un tempo, le sacerdotesse dell'amore. Vn rispetto sacro le circonda e una barriera di superstizione le separa dagli usi europei. Guai al ladrone che osa allungare la mano sui loro beni Gluli al bianco che si permette di avvicinarle e corteggiarle! Per autiehissima tradizione, le Uled Nai'a non debbono mai lasciare'il Sa^ara> cn^ altrimenti perderebbero- ìa voce e le 9<tmbe si irrigi- direbber0- Come? Come? Non apPena arriva ad Al!'cri 0 nd Orano falche piroscafo di turisti, i va rl locali di Pecore non s'affretta *? ad gioire spettacoli di Uled Na?la? Trucchi! Le donne che si vedono n> nelìa maggior parte dei cns,> sono state prelevate dal quartìereriservato. Le Uled Naila non vanno nelle orandi città della costa: la Panra della tradizione è tant° grande che vince d loro stesso d^siderì0 dcl lucro che non è P'ccoio. Ma non capita che qualcuna di queste ragazze s'innamori di un bianco ? Qualche volta, poiché, dice a proverbio, al cuore non si cofilanda. Così dev'essere successo al nostro joyeux. — Tornavo a Colomb-Bechard da un posto avanzato verso Rio de Oro — egli mi raccontò — quando incontrai una piccola Uled Nai- a. S'era sperduta e moriva dì se te. Distesa sul tappeto, sembrava dormire: ì'haich con fogliuzze di argento sul volto, la sciarpa di seta pallida in mano e, attorno alla teiera rovesciata, le tazzine piene di sabbia. Le diedi da bere e la feci salire sul mio mehari. A guisa di riconoscenza, mi promise di »on danzare e di non cantare più: forse, mi amava. Io l'amavo sul serio. Il suo nome Um el Rebia significava «colei che fa nascere la primavera». Ma la nostra prima- vera fu breve. Un giorno, ella scomparve ed io, mentre stavo cercandola, sentii fischiare a pochi centimetri dal capo una pallottola di fucile. Capii. Non mi restava che scappare... — Come? Perchè non farvi cambiare guarnigione o avvertire i superiori... — Li ho avvertiti, _ e non hanno provveduto? — No! «storie! Storie!» — mi dissero. — Per un mese non uscii più dall'accampamento. Quando, credendo che tutto fosse dimenticaio, m'azzardai di farlo, un pu- gnale lanciato da una ma no ignota mi sfiorò al fianco, qui... — Afa, adesso, se le autorità vi prendono? — Mi manderanno per qualche tempo a Biribl. In prigione, spero, sarò al sicuro. Se non mi prendono, andrò alla ventura per il mon do... Bella prospettiva! Scrollò il capo, esclamando: — E tutto questo, perchè? Frappose una lunga pausa i poi: — Per aver voluto vedere una partita di calcio! Disse amaro e sconsolato, riassumendo in queste parole tutta la sua vita di uomo condannato dal destino. Paolo Zappa «ULED NAIL FRONTIERE ORO.

Persone citate: Colomb, Paolo Zappa, Piil