Colloquio col maresciallo Badoglio

Colloquio col maresciallo Badoglio Colloquio col maresciallo Badoglio Come abbiamo ottenuto la pagina ri evocativa della guerra d'Africa - Il primo pensiero del Duca di Addis Abeba al Maresciallo De Bono conquistatore di Adua San Marzanojto d'Asti, 2 notte. | A Villa della Vittoria c'è una consegna inflessibile: — Sua Eccellenza è occupato e non può ricevere! La qual risposta al sollecitatore, venuto spesso di lontano, subisce non di rado la variante, in verità assai più spicciativa, che i bravi carabinieri in servizio d'onore al cancello, a tutta prima avevano propinato anche a me. Ma chi non sa il mestiere, dice il vecchio adagio, lo impari o smetta di esercitarlo. Nel salire dalla provinciale che, oltrepassato il Tanaro, da Asti, conduce a Nizza Monferrato e ad Acqui, mi era tornato a mente che la regola, per quanto applicata con rigore, lasciava pure qui aperto il varco alla ! classica eccezione. A nessuno degli abitanti di Grazzano, per esempio, con o senza commendatizia del farmacista Lusona. il vecchio1 e fidato amico del Maresciallo, sarebbe mai preclusa la soglia del grande concittadino. E una volta trovata l'eccezione, il resto è ve-1 nuto da sè. Pensino i lettori quello che vogliono: la realtà è che ventiquattr'ore dopo essere partito da Torino, dopo aver peregrinato con la macchina su una falsa pista per una dozzina di paesi del-: l'Astigiano e dopo una sosta di I soli cinque minuti all'ingresso del viale che conduce alla villa, nono- ; stante la consegna, io avevo l'onore di trovarmi nel gabinetto di lavoro del Duca di Addis Abeba. Una piccola stanza d'angolo, con i due finestre dalle quali si scorgoho gli alberi del parco e al di là di questi l'ampio giro di orizzon- j te punteggiato dalle torri medioe-i vali della città alfieriana e delimitato nel fondo dalla superba visione della terra aleramica. Pareti bianche. Uno scrittoio tra le due finèstre e uno scaffale per libri ad, una delle pareti di fronte. Appog- j giati al muro, in attesa di una sistemazione definitiva, alcuni quadri: un Galliano e un generale na- ! polconico, che forse fu tra gli antenati del Maresciallo. Su un altro ' mobile la spada d'onore offerta al i ! vincitore della guerra d'Africa dal j Federale Vicari a nome del Fasci-'smo astigiano. Due poltrone e una 1 [scranna. Ecco lo studio del primo IViceré d'Etiopia. Semplice cornei l'uomo insigne- al quale sto di-1 nanzi. Saltando ogni preambolo, gli espongo lo scopo della mia visita., — Nel primo anniversario della, guerra per la conquista dcll'ImpeIrò, mentre tutta Italia si stringe più che mai attorno al suo Ducei glorioso che dell'Impero è stato! l'artefice sommo. La Stampa sa-| irebbe fiera di poter offrire agli italliani un Messaggio del Condottie-i |ro che della volontà del Capo è [Stato l'esecutore invitto. Il Maresciallo, la cui accoglien!za aperta c franca ha suscitato in. me le più lusinghiere speranze, ac; coglie- la richiesta con evidente favore. Mi invita a sedere e seduto-1 isi di nuovo egli stosso allo scrit-l itoio, con la consueta voce pacata! i risponde: — Acconsentirci ben volentieri |al desiderio del suo giornale, che' seguo ed apprezzo, ma più che di. me, oggi, si tratta di ricordare il Maresciallo De Bono, a cui il Duce affido l'inizio della campagna e che ne condusse brillantemente a ■ compimento la prima importante ' fase conclusasi con la presa di 'Adua, la cui rivendicazione riemI pi d'orgoglio tutti li italiani. Questo esplicito omaggio reso' |con schiettezza di soldato al Quadrumviro della Rivoluzione che lo. j precedette nel comando delle Ar! mate la cui marcia finale non do' veva arrestarsi clic- ad Addis Abeba, accresce in me l'ammirazione | verso il Condottiero. Tuttavia non ; disarmo. Insisto. Il Maresciallo De Bono e il Maresciallo Badoglio hanno tutti e due benemeritato | della Patria, che oggi li accomuna nel medesimo alfotto. Onorando l'uno. La Stampa, la cui dire! zione mi ha affidato il compito j graditissimo di salire quassù, ambirebbe di esaltare nello stesso j quadro storico dominato dalla figura di Mussolini, anche l'altro. ! Nell'atto di riflettere, il Duca di Addis Abeba allunga il braccio sinistro e posa la mano sopra un : fascio dì bozze. E' il libro che egli |ha scritto sulla guerra d'Africa, iche uscirà fra breve e che comparirà contemporaneamente in aitre jdodici lingue, compreso il giap-, pictdscpcgdcslcumatnbtDspgumvcsvstdsifd . 1 ponese, e le cui prime mille copie 1 in edizione di lusso da cento lire caduna sono già tutte sottoscritte. Guardo il Maresciallo e azzardo un'altra domanda: — Eccellenza, una pagina del suo libro, -allora... Il Maresciallo sorride. — Non è possibile — poi dichiara. Ma vedo che continua a pensare. Alla fine la sua innata cortesia la vince sulla riluttanza. ■— Poiché vedo — egli soggiunge — che lei è deciso a non andarsene a mani vuote, e la tenacia merita premio, le darò un pen siero riassuntivo sulla guerra dal l'inizio alla vittoria. Bisognerebbe ! che tornasse tra qualche ora... j Senonchè al pensiero, in questo uomo straordinario, segue con im-1 mediatezza l'azione. Egli non ha ancora finito di pronunciare le ultime parole, che, afferrata la penna, comincia a scrivere. I fogli bianchi si riempiono di una scrit- tura fitta, lineare, rapidamente. ! Dalla poltrona nella quale sono; sprofondato, osservo con viva tre- pidazione. Al primo foglio ne se-'gue un secondo, poi un terzo, poi'un quarto, poi un quinto. Il Ma-Iresciallo è alla firma. Mi alzo, in| preda a una emozione che non rie-j sco a nasconderà. I fogli sono 11, | sparsi sul tavolo. Sono lindi, co-| me se fossero stati ricopiati. Non v'è traccia della più piccola can-i cellatura. E non ha impiegato a scriverli più di venti minuti. Giù- sto il tempo materiale necessario alla stesura. — Che magnifico giornalista sarebbe. Eccellenza! — gli osservo — Perchè? — Perchè nessuno di noi avrebbe potuto scrivere più in fretta, con maggiore assenza di pentimenti e con più limpido ed efficace pensiero. Badoglio, che ha spìnto la de "nazione sino a leggermi ad alta 6 , ai. . j i ■ voce le cartelle piene dei suoi ca-! rattcri chiari, apre un tiretto dello scrittoio, ne tira fuori la sua fo- ografia più recente che lo prescn- ta in tenuta bianca estiva in pie-, di. la fascia a tracolla, e vi trac¬ cia la dedica seguente: «Al giornale La Stampa con vivissima simpatia per la continua opera di italianità. - Badoglio. - 3 ottobre '36 XIV ». Ciò fatto, mi porge la fotografia e le cartelle. Non mi permette I di ringraziarlo. E quando, poco < prima di risalire in macchina e ri- j pi elidere la strada di Asti e di Torino, sosto in un'osteria del borgo a stendere queste rapide note | per non lasciarmi sfuggire nulla delle impressioni suscitate in me dal colloquio memorabile, ciò chedi lui, del Maresciallo, più mi teina alla memoria sono i suoi occhi miti, è il suo sguardo di fanciullo, è la luce del suo viso che in quest'uomo di volontà e dai nervi d'acciaio, che ha spezzato la compagine di un impero millenario, riflette l'intima, inesausta bontà. Francesco Oddone. s , I IL MARESCIALLO D' ITAX.IA VTETRO nxDOOlIO n K t, SAIIOTINO DUCA DJ ADPIB - ABEBA LE ULTIME RIGHE AUTOGRAFE DELL'ARTICOLO DI S. E. BADOGLIO.