DIZIONARIO DELLA MODA

DIZIONARIO DELLA MODA DIZIONARIO DELLA MODA |^odfÌ, (EntB. Nazionale della Mo oa. Concessionaria Casa Editrice \Gi e Gambino ' . i.LFl" l Ripeteremo anche noi che la lettura del dizionario è una delle più piacevoli? Ci limitiamo ad additare questo nuovo Commentario-Dizionario Italiano della Torino), che aduna assai, ed è tutto fiorito di leggiadria. Qui si entra in un regno quanto mai fragile e gentile, per abitudine antica detto anche capriccioso: il \*%n„°à*]}* , LEnte della Moda ha affidato a c \ t £ l0 scopo è :„>,,„„. j:„„:„iì ' - - , e "delle donne o — chiaro: disciplinare l'uso della parola, liberando il linguaggio di , grandi e piccole sarte, e di illu- , M Q modesle atKnore dai domi\nlo stranl„0. «Mezzo ausiliare di ; propaganda e di azione nel]a lot. lU per remanc'ipazione delle atti. viu italiane operanU ne] settore». si tratta, insomma, di parlare, os sia pensarei italiano, anche qui, e u ]ibro eS5ere prima gui. |da ed esempio alle doMe e agli \uomini di buona volontà. Compi\to non facilei prova compIessa e ;intricata perchè senza preceden,]tl e in argomento cosi mobile e ! allusivo, tra gente e cose così dei i licate e suscettibili. Suscettibile n\e fuggevole è di per sè la moda; -jsi tratta di sostituire alla monel.i leria di una parola, di un motto, |di un gergo magari insensato, ma -\ che ha fatto Dresa sulla sensi bii e n e o - o n . » i e e o o a e e n n e n i o e , n . che ha fatto presa sulla sensibilità e sul gusto, altre parole, altre espressioni, magari infinitamente più belle e nobili, ma che alla bellezza e opportunità debbono unire quel non so che, di malizioso e civettuolo, e talvolta di leggermente assurdo, che è spesso il profumo, il richiamo, la futile malia di un'acconciatura o di una veste. Meano se n'è districato assai bene, con quella sua curiosità accorta e cortese, cui non va disgiunta una vena di discretissima galanteria sentimentale. Egli non ha perso di vista l'insigne modello del Panzini, ed ha variato le pagine di citazioni, arguzie, considerazioni, che le possono rendere gradevoli, e ricercate non solo da tecnici e dame, ma da qualsiasi lettore di gusto. Che, tra le « voci » infiorettate e amabili, si delinea un'amena meditazione — senza troppo impegno —, e appaiono immagini di una femminilità che estende il suo vago fascino sul mondo, ch'è troppo facile ironizzare, della crinolina e del sellino (vedi p. 347: sellino, tournure, puf, rotondità) come su quello degli stadi e dello sport invernale. Molti autori — e classici e gravi — sono chiamati a raccolta con la probante forza del loro esempio. Ma nessuno stupirà se fra i più frequenti e citati sia Gabriele D'Annunzio. Quante ne sa, e quante ne ha dette! E le sue donne, quelle fatalone? capaci di mettervi in imbarazzo ancora. Anche quando si tolgono le scarpette avviene un finimondo, o un mezzo miracolo: «Ella lasciò le babbucce all'orlo del tappeto, che vi - stettero come una coppia di tor- a e e a. i m a é o a l di n i o, e o a a a ; a o o o a re e di i, mnve a e n a e, e o ro e al a ca a nle a. nle o a ale el a a. oa rso-I o) — e. aa- jiotore col capo sotto l'ascella... ». Anche Fogazzaro appare, con quella sua aria provocantuccia e intimidita, cogli occhi nè alti nè bassi: «Un fiore azzurro in seno, un altro nei capelli... ». Questo è lui, romantico e già un po' irrequieto. Ed ecco D'Annunzio: «Tra la pelliccia cinerea le violette morivano squisitamente... ». Si sa, sono sempre fiori, ma c'è modo e modo di farli vivere e morire. Fogazzaro: «Battè con il ventaglio di madreperla e pizzo una scranna vicina ». E' nervoso, ma casto. D'Annunzio: Agitava un gran ventaglio di piume rosse, con gesti repentini... ». E' ancora nervoso: ma le piume rosse non vi fanno lo stesso effetto di quella madreperla. Si fa per dire: non è solo letteratura questa, è sensibilità, ossia è moda. Sulla moda, complesso fenomeno estetico e sociale, influiscono sottili suggestioni non solo del gusto, ma morali e del sentimento; le donne si abbigliano e si atteggiano volentieri secondo certi modelli che non escono sempre dai laboratori dei grandi sarti, ma, spesso, dalla fantasia dei poeti. Del resto il Meano, dopo aver dimostrato, con opportuni esempi, la varietà di questi influssi, dice assai bene che « la vera creazione della moda è dovuta esclusivamente alla vita... ». Non per nulla i moralisti hanno sempre avuto tanto da spigolare in questo campo; e in questo stesso dizionario all'entusiasmo ottimistico e galante del Firenzuola, a quella sua mirabilissima, prosa, tutta fragranza e armonia, si accompagna e s'alterna la ragionante mestizia di Giacomo Leopardi. Ed ecco, a proposito del Leopardi, il suo tratto quanto mai opportuno e soccorrevole, là ove dice che « la lingua italiana non s'è mai tolto il potere di adoperar quelle parole, frasi, modi, che, sebbene antichi e non usati, sieno però intesi da tutti senza difficoltà e possano cadere nel discorso senza affettazione ». Tra l'antico e il moderno, tra il forestiero e il nostrano, al linguista tocca dunque destreggiarsi con gusto sicuro alla ricerca di quello ch'è italianamente e praticamente acconcio. Invece di boncié dire inanellato; invece di ò ramages dire a ramaglia, come propone il Meano (già si diceva a fiorami, fiorato): semplice vero? e dopo parrà di essersi spiegati e intesi meglio. E « rosa » — invece del ridicolissimo chou — non è infinitamente più gentile? «Un « cavolo » di nastro sul petto, signora? ». Ohibò! Nel Dizionario del Meano si trova di tutto un po': storia, psicologia, fantasia, vi si parla di stoffe e di quadri, di costume e d'arte, del Rinascimento e del Razionalismo, delle < maschiette * e di quelle altre — cara immagini famigliari — cui allude il proverbio veneto: «La dona de bon uso — tende a la rocca e al fuso ». I tecnici vi scopriranno un sacco di cose che fanno per loro, le signore anche, e i signori uomini non meno, se è vero che, in sostanza, in cima ai pensieri di ogni uomo sta una donna, e quindi un abito da donna. i. h<