Maresciallo Graziani presenzia alle pittoresche cerimonie

Maresciallo Graziani presenzia alle pittoresche cerimonie JL,e feste elei ]Mascal Maresciallo Graziani presenzia alle pittoresche cerimonie ] i 1 ],, ,,- r, ,. , r. .. . lAì guerra - Il Duca di Ancona fra gli spettatori La superba sfilata degli indigeni inquadrati nelle ! formazioni fasciste-La liberazione dei prigionieri *ddis Abeba, 28 mattino, 'tIen' nella ricorrenza dei Da- lmora nt-i a ne-i io rnnmnn: p rìol- >00™?*^*. a decldcre della le-( gtttimità di essere rappresentata r*™!0, la S' d' N' da «serto- tt-o Tafor c, a inoliti, Ta in una ~ una delle cerimonie del- zre feste del Mascal — tutta la Cpopolazione di Addis Abeba e dei territori circostanti, unica vera tre Tafari' s\ è costituita in una t™ra eJ™P?an"fe^£.S!^k calorosamente la ricorrala, >n- quadrata nelle formazioni fasci-L^ spiegando l'imponenza dello rsue forze al Beguito dei capi fe- AM ha plebiscitariamente ricac-1 Ciat0 nell'ombra, nel silenzio, nel disprezzo Tafari, il quale ha vilmente abbandonato la città alla strage, al saccheggio, all'incendio La massa del diplomatici e de-i gli spettatori stranieri non ba,nascosta la sua ammirazione e lo stupore durante questa festa 'le! Damerà, cosi ordinata, entusi.t- i sta, gioconda, r.enza esplosioni selvagge, senza vittime, come in- j vece accadeva gli anni scorsi. Parola di clemenza Soprattutto notevole è la lar- ; ghezza della partecipazione della folla indigena, ammontante ad ol- ,tre 50.000 persone. La giornata del '.Damerà, ha debuttato ie- . ri mattina con lo spettacolo sug- , festivo della liberazione dei pri- gionieri. Il primo scaglione di ; 120 prigionieri politici, schierato : ^i piazza del mercato, entro : la cornice della folla festiva, è : stato arringato dal generale Oli-:vieri, il quale nel nome del Vice- rè, ha pronunciata la parola del- la clemenza e r.ello stesso tempo dl ammonimento per la futura fe- deità. Quindi, nel nome dell'Au- , gusto Imperatore li ha liberati, mentre essi applaudivano viva- 'mente e salutavano romar.arnen- te. Prima che fosse liberato, un: prigioniero, vestito del caratteri stico mantello brune foderato di marocchino rosso, proprio dei ca- PU ha domandato di parlare e !m espresso la gratitudine di tutti per il grande Governo di Musso- lini, che ha promesso di servire con fedeltà. , Quindi il delegato del Viceré, Governatore di Addis Abeba Si- niscalchi, si è recato al campo di concentramento dei prigionieri di guerra e ha proceduto alla libe-1 razione anhe di questi. Circa 200 soldati, dispersi dopo le nostro vittorie e catturati dai nostri re- parti di rastrellamento. Vi era tra questi il grasmacc Uoldie. sfuggito dalla conquista di Ne- ghelli. Egli rimase alcun tempo latitante con i cuoi uomini, aven-. dogli un messaggio del negus commesso l'incarico di punire al-1 eune popolazioni sottemessesi ,i' Governo d'Italia. e annunciato che i soldati italiani gli avevano distrutto la famiglia, per esaspe- rare il suo istinto guerriero, in- vece. dopo qualche settimana, Uoidie ebbe notizie della sua fa- miglia, tutta sana e salva; anzi un figlioletto era stato curato da un medico italiano. Allora si arre- le», e ancora ha parole cocenti' contro il sinistro inganno di Ta- fari. IJna foresta in marria v"a luIcola Le colonne della folla, intanto, si adunavano nei vari quartieri d6,la città; le carovane affluiva- no dai territori circostanti. Lai fornata solare favoriva il godi- mento spettacolare .Ogni colonna: aveva alla testa un gruppo di capi a cavallo, che sfoggiavano bardature preziose e sfarzose; e- normi bandieroni tricolori syen- telavano alla testa di ogni | gruppo. Secondo quanto vuole il costu- me, ogni indigeno aveva un gio- vane tronco di eucalipto .pulito deUa corteccia, e fiorito sulla ci- fa "ri de, «damerà,, i famo ) 1 d or? Che sbocc!ano so"ant° que,stl glornl- . \ ,9uando le c1°'°"ne conJ tron" fh' d albero alti fin quattro «ne- tn' 51 s°n° incamminate verso la Plazza d> San Giorgio, pareva che un enorme foresta marciasse Slamo and3-t\ in,mei;zo a!la £ol,a Pittoresca: il sole filtrava attra- verso 1 Petah doratl' e sembrava veramente di essere nel folto di un bosco fatato, e che un miraco- 10 avesse dato radici umane agli| alberi. Gli uomini cantavano e danzavano ;le donne incitavano la velocità del ritmo con acute gri- da; i bambini formavano speciali- raggruppamenti, imitanti quelli dei grandi. Un'opportuna propaganda ha'contribuito a temperare, questan- no, le libazioni di tee, per evita- : re manifestazioni incivili, mentre dal programma è stato bandito ogni particolare di sensualità e le esibizioni orgiastiche. ;Anche le monodie delle orche- stre di arpe a unica corda erano Ucostruite con un certo senso mu- sicale. La voce profonda dei tam- buri e i canti dei grandi corni di | ebù lanciavano piattaforme di ^i"lenZÌoy &ulìe qualf si alzava im- I provvisa la dolcezza delle arpe, sulla tribuna, tutta verde di Ifronde, ha preso posto il Vicere' Maresciallo Graziani, accolto cn-; tusiasticamente da tutta la ! olla, il Duca d'Ancona, il Vice-Cover-: natore Petretti, generali e depu-j tati presenti in Addis Abeba. Sulla tribuna erano anche alti fun- rlnna«; :,.....;:.-..-_; _„„ Attorno allo scheletro di rogo che sarà alimentato da ti i tronchi di eucalipti, è rac :i „1 -li a . sita esplodente della folla. I fiori del sole zionari indigeni, ras Seium. ras Chebbedè, ras Teclaimanot assieme ai maggiori capi e a quasi tutti gli ex-ministri. un tutraccol- to il clero copto di Addis Abeba, "Rg. ,f.Plendenti costumi, sotto °mbreU? vanoPlntl' 1 Preti Pre" gano alzando le loro croci d'oro L d'argento, capolavoro di oref.eeria araoa. accennano un lieve pass0 di danza, cantano cori suserrati, contrastanti con la testo Ecco i'Abuna Cirillo staccarsi clal clero, muovere verso la tri ouna vicsreale, porgere la croce preziosa al bacio del Vicere e del Duca d'Ancona, ossequiare i rappresentanti della Casa Sabauda e del Governo d'Italia e benedire sidi- e ]a presenza sulla tribuna del sultano Abba Giofer, del Gimma- e dei capi della comunità mussulmana. La sfilata comincia; la terra &a un tappeto biondo di fiori del «damerà.»: dei fiori d oro dei fion solari, annunciatori della lunga primavera etiopica, ce n'e- rano siepi, selve, cespi; la loro soffocante fragranza si confondeva allo stesso profumo dell'in censo turibolato dai sacerdoti, La sfilata fascista rende gli o n°ri al Vicere e al Principe sa baudo. Applauditissimi passano i piccolissimi, rimessi in salute con cinque mesi di assidue cure: erano creature trovate morenti di fame, abbandonate sulla strada, molte rimaste vittime delle fu- largamente la folla. Significativa prova . della distensione degli animi e della cancellazione dei vecchi acerbi dis- cilate sulla folla durante il sac cheggio. Adesso il sorriso è fio- rito sulle loro labbra e il loro braccio sventola bandierine tri¬ colon. Uno spettacolo entusiasmante e 'a «filata delle centurie dei ra -=azzi etiopici delle scuole del Lit¬ tono, i quali hanno tutti il mo- sonetto « Balilla r> spal-arm, e marciano impeccabilmente. Que- sta sfilata e particolarmente ara mirata da Ras Sejum, il quale non si stanca di battere le mani, Quindi in nuclei ordinati e palpi tanti di candide bandierine tri colori ecco gli adulti delle scuole fasciste. Il Vicere si compiace vi vamente col Federale Cortese di questa eccezionale prova di gran de e lieta efficienza delle forma zioni fasciste. ti J.1I- £.__: " responso Clelia fiamma Ecco gli ascari che sfilano a passo di corsa, quella loro corsa felpata, facendo una fantasia vor necsa. Poi la folla interminabile. fittissima .assordante di altìssimi canti. Ogni colonna butta sul ro- go migliaia di questi snelli tron ehi .quasi che un ordine falciasse la foresta che cammina. Molti lanciano il tronco come un gia vellotto, compiendo prodezze e a crobazie. La nudità del legno è ingentilita dai fasci dei fiori, i quali sono in molti casi strappati c lanciati vers0 la tribuna vice- reale. Quando la catasta è divenuta immane, quando il tappeto di fio- ri è folto e alto, e l'acuta fra- granza pare vivacizzare tutti, la prima parte della festa finisce, mentre altissime grida di evviva ai Sovrano e Mussolini si eleva- no, Il Vicere e il Duca d'Ancona, prima saiutati dagli squilli del preseittat'arm e poi dall'omaggio acclamante della -olla immensa, lasciano la piazza, seguiti dalie altre autorità e dal pubblico e norme degli stranieri e degli ita liani. I preti fanno tre volte il giro del ro&°- e benedicono la catasta; rlulndi 'e ?randi torcie appiccano » fu°co. Sono le lercie cosl dette telegrafo, perhè e con esse che le popolazioni abissine si trasmetto no velocemente le notizie, accen dondole e abbassandole dalle som mita delle alture. La fiamma si leva allegra e di strugge prima :1 velluto dei fio ri, Intacca quindi i cumuli di le gno bianco. Il rogo arde altissimo, mentre i canti esaltano la bellissima, inimitabile fiamma de gii eucalipti, di un colore tutto speciale. La tradizione vuole che la di rezione verso la quale la catasta si abbatte, segni la sconfitta del nemico. Un gruppo di cavalleg gerì eritrei volteggia le sciabole dalla larga lama, e canta una acuta marcia guerresca. La fol ia accompagna la fantasia, bat tendo le mani con senso preciso e perfetto del ritmo. Ed ecco la catasta vacilla .11 canto di feUta è sospeso; la fantasia si smor za rapidamente. Lentamente, de cisamente, il rogo piega verso ovest, crolla di schianto a ter ra, segnando come un'immensa freccla^fUocaTteriS^^erap la piana di Gore ,dove, con la vemita del sole, la civiltà marcerà sulle ali delle legioni, e irrime diabilmente le ultime bande ri belli saranno sconfitte. L'augu rio è iato, Attilio Crepas

Persone citate: Abba, Attilio Crepas, Graziani, Mussolini, Petretti, Plazza

Luoghi citati: Addis Abeba, Ancona, Italia