I MISTERI DI BORGO ANDREINA

I MISTERI DI BORGO ANDREINA La scuderia de " La Stampa „ alla corsa dei milioni I MISTERI DI BORGO ANDREINA Come vivono gli uomini e come signoreggiano i cavalli i a i à a a d e e o l o o a f a li e e. iai nem nel a a n 11 co le tio tlo ndi no aeura ve le k, al te IIiro mno E' alto nite d. si ri e iù di no vo. ile(DAL NOSTRO INVIATO) MERANO, settembre. « Piccolo amore », il cavallo della scuderia de La Stampa, dorme. Mi avvicino sulla punta dei piedi al box che lo ospita e osservo la bellissima bestia attraverso le sbarre di una finestrella. Il mozzo di stalla mi guarda mettendosi un dito sul naso con muto, tenero rimprovero negli occhi; poi, ficcandosi una mano in tasca ne trae sei mosche morte. Le ha acchiappate lui, incaute, che ronzavano attorno alle orecchie inuiete di « Piccolo amore ». Il prezzo signorile di sei mosche morte Per fargli vedere che so benissimo come un padrone di scuderia deve comportarsi davanti alle mosche morte, gli regalo tre lire, valutandole cinquanta centesimi l'urta. Il mio gesto piace molto al pittore Quaglino che mi guarda con ammirazione. Bisogna essere all'altezza dell'ambiente in cui viviamo. A casa, per una mosca, non spenderei neppure un soldo, ma qui si respira aria di milioni. Crepi l'avarizia. Afi allontano dal box di «Piccolo amore » che dorme come un angiolo. Gli hanno fasciato le gambe anteriori, poi, tra il cotone e la pelle, gli hanno colato una solu zione di acqua tiepida e ossido di zinco. Bisogna — dopo il galoppo di ieri — ridistendergli i tendini. Per chi non lo sapesse, i tendini esercitano il massimo sforzo quando il cavallo, superato l'ostacolo, « si ricéve ». « Si riceve » è un termine tecnico turfistico che sarebbe canne dire che il cavallo riceve se stesso, cioè il proprio peso allorché arriva a terra. I posteriori sono, Milo sforzo del salto, come il motore dell'automobile, gli anteriori — per dtrTa alla buona — le molle del materasso o, più elegantemente, due freccie elastiche che si piantano in giù, aprendo nel terreno una rapida ferita dentro la quale tremano e vibrano per un attimo. Non so se ho reso l'idea. Considerate che un cavallo arriva sull'ostacolo alla velocità di oocento metri al minuto e che, sea starci a pensare, lo deve volareon un balzo di sei metri. Il balzo del leone. Ma il leone, allorché insegue una gazzella, ne fa tre di questi salti spettacolosi, e se al terzo non ha raggiunto la preda si arresta, e torna indietro per rimettersi all'agguato. Il re del deserto si risparmia. Il cavallo, uno qualunque dei cavalli che parteciperà alla « corsa dei milioni », inseguendo una preda ben più imponente che non sia quella di una semplice gazzella, dovrà affrontare ventisei ostacoli disseminati su un percorso di cinque chilometri, «riceversi» cioè ventisei volte sugli anteriori il proprio peso di sette od otto quintali. Lasciamo quindi che «Piccolo amore» riposi mentre la soluzione di acqua tiepida e di ossido di zinco gli ridistende i tendini e gli ammorbidisce i nodelli. I nodelli del cavallo sono i nostri pugnetti. siacartSiddLa spedizione del signor Musy e l'iscrizione di Piccolo Amore Il «Borgo Andreina » è immerso nel sonno sul quale vigila tutto intorno la ghirlanda azzurra delle montagne. Non dormono invece i nove cavalli del signor Musy, arrivati or ora e che gli stallieri « passeggiano » davanti alla palazzina che è stata loro designata. Il tenente svizzero, nato da madre italiana, figlio dell'ex-presi- dente della Federazione Elvetica, è sbarcato a Merano con la mo-iglie, due bambini, una fantesca,]un'istitutrice, quattro fantini, un allenatore, sei mozzi di stalla e un'automobile. La scuderia de La Stampa è un po' meno imponente di quella svizzera. Essa è composta dal sottoscritto, dal pittore Quaglino al quale per la circostanza ho comperato un tubino color grigio perla, dal fantino Ezio Vergari, da un mozzo, e da — scusate se è poco — « Piccolo amore », il cavallo sul quale e si converge l'attenzione del mondo ippico meranesè, e degli aspiranti ai milioni. Diciamo pure che l'iscrizione del cavallo de La Stampa, avvenuta, all'ultimo momento, un po' misteriosamente, ha gettato l'allarme tra le scuderie concorrenti. Questa mattina, nei locali della S.I.C., Società Incremento Corse, i tur/isti che vi bazzicano a caccia di informazioni e notizie, guardando nelle cassette postali hanno veduto lettere e cartoline indirizzate* ari una scuderia che fino a ieri'uszcbdctnon esisteva. « .Scuderia de La Stampa ». Saluti e auguri. dIl colonnello Polli che rappre-; psenta qui S. E. Starace, l'ornanti-* statare, l'animatore appassionato non soltanto della corsa dei milioni ma della rinascita dell'ippica italiana, è stufo costretto a ricevere — con tutto quel lavoro che ha — una. commissione di padroni di scuderie. CTie novità è questa? Perchè ci ha tenuta nascosta l'iscrizione di «Piccolo amore»f Che piattino ci state preparando? Sorrisetti, nervosismi, perplessità. La vitamine e il segreto del professor Lorenzini e Mentre alla S.I.C. succedevano queste scenette, Quaglino e io, accompagnati dal cav. Farina, l'allevatore salernitano, continuavamo il nostro giro obbligatorio per le strade di « Borgo Andreina », il villaggio dei cavalli, situato a qualche centinaio di metri dal campo delle corse e collegato a questo da una siradicciuola coperta di finissima sabbia. Alberi fruttiferi ombreggiano questo passaggio romantico. «Che in terra non si trovi un ctslmsscfce è sasso grosso quanto una noce », ha | detto il colonnello Pollio; e i cavalli camminano sul velluto con la bella testa tra le migliaia e migliaia di mele che piegano i rami degli alberi. Con gli occhi umidi, svagati nel morbido verde della campagna circostante, con le narici aperte a respirare l'aria viva e frizzante delle montagne. Pagatn la tassa di iscrizione —! una bazzeccota, cinquemila lire, più altre cinque per essere arri- , vato con un giorno di ritardo — iprendiamo ,] residenza, n e n e n e e possesso della nuova Attraversiamo le cucine nitide di mattonelle e splendenti di acciaio cromato, facciamo una breve sosta per sorbire un caffè nel bar, passiamo fra le tavole imbandite nel refettorio dei fantini e ot- traverso i tre saloni dell'inferme-1 ria dove anche il nostro cavallo hai dovuto «ostare per essere visitato ; prima di venire accolto nel box'che adesso lo ospita, entriamo nel] magazzino deposito a. comperare jfieno, crusca, seme di lino e biadaJ un sorrisetto un po' ironico. — C7ie biada, desiderano, Grossetana o della Piata ? Quaglino ed io ci guardiamo senza rispondere subito. Chi sapeva che esistessero due qualità di biada? — Faccia lei. Ci danno naturalmente un sacco di biada Grossetana, quella che costa di più. Non è il caso di farci vedere taccagni. Aria, di milioni. Un bel signore ci osserva con — Chi è 1 — Il commendatore Lorenzini, dottore in medicina, Notissimo professionista milanese. Tutti i suoi cavalli sono stati battezzati col nome di ingredienti farmaceutici: Fluoro, Bromitina, Etile, Fosforo... — E che biada adopera? — Non lo sappiamo, se la porta lui da Milano, e mantiene, generalmente l suoi cavalli con vitamine speciali, trovate e composte in un suo ermetico laboratorio. I suoi cavalli così nutriti, hanno al confronto degli altri un pelo magnifico, serico, splendente. Se riuscissi a carpire al commendatore Lorenzini il segreto delle vitamine! Sussurro all'orecchio del mio fantino Vergari questo mio cocente desiderio ma questi invece di rispondermi si stringe nelle spaile allungando il mento pienotto verso un suo collega, il fantino Emery, che ha una bocca a salvadanaio e dalla quale è impossibile strappare una parola. Consegnato allo stalliere il sacco di biada e data un'occhiata alle sale delle doccie ove, appena si sveglierà, porteremo «Piccolo amore» per rinfrescarlo, passiamo, in fureria ove Vergari, senza spe-j sa alcuna, riceve in dotazione un spmlcirsgnclodrstrblndzdi | letto, un materasso, un guanciale e tutto l'arredamento per la camera. Noi e le bestie: facciamo cambio? In una delle strade di « Borgo Andreina », incontriamo il torine! se comm. Forno al quale appunto ho rubato per la corsa dei milio »' Ezio Vergari. L'allevatore tori- ue.se arerà ingaggiato Carangio per montare Mahatma, ottima cavalla che ha affrontato cinquantntto corse in due anni e il padre della quale, superbo riproduttore, fa lo stallone, in campagna; ma ora il comm. Forno annuncia che Mahatma non correrà. Comincia a girarmi un poco la 1 testa. i Tutte queste informazioni che ; frettolosamente mi comunica il 'cavaliere Farina e che io debbo ] accogliere col sussiego di chi la jsa lunga mentre viceversa mi torJ nano assolutamente nuove, mi P,e£, scombussolano. Il gentile accompagnatore non mi dà tregua. Co m'è complicata la città dei cavai i! A vederla così nitida, così bianca, così apparentemente ingenua, mmersa nel verde, la diresti veramente una placida borgata costruita da un arcimilinnario bisognevole di silenzio e di solitudine. Da un arcimilionario un po' maniaco che ha sparpagliato una decina di palazzine sui prati di velluto di Maia Bassa lasciando, in ogni palazzina un piccolo alloggio di quattro camere per gli ospiti e regalando, viceversa, tutto il resto del fabbricato ai centosettantasei cavalli che spadroneggiano, riveriti, nutriti, cullati, lavati, nel borgo attraversato da strade sulle quali non sono ammessi i pedoni, disegnato da « tondini» di candida arena sui quali soltanto gli zoccoli e non le scarpe hanno il diritto di stampare le loro nobili impronte. — Quaglino, fatti in là, non vedi che calpesti il sentierino dei cavalli. TI pittore, svagato, eoi tubino grigio perla sulla nuca, le mani in tasca, la cartella dei disegni sot to al braccio, aveva deviato il cammino e, scansando le pietre, affondava beatamente i piedi nella sabbia morbida. — Ti piacerebbe essere un ca vallo e nutrirti delle vitamine del dottor Lorenzini, e farti dar la doccia, e dormire nell'ombra azzurra di una camera tutta occu paia da un grande letto limitato dalle quattro pareti e magari ave re un mozzo di stalla che ti oc chiappi le mosche sul naso. Ho l'impressione di penetrare a poco a poco in uno dei paesaggi di Swift e di essere arrivato con Gulliwer nell'isola dei cavalli sa- E tendo l'orecchio. Che «Piccolo Amore» si sia svegliato, che abbia « suonato lo scudiere » per il tè delle quattro ! Ernesto Quadrone. Il nostro inviato speciale ci prega di avvertire i signori Romana Mantovani di Parma, Remo Guatteri di Reggio Emilia, Angelo Dalla Via di Perosa Argentina, dottor Ernesto Citano di San Mariano Oliveta di avere loro comperato ed (nuirjri i biglietti della Lotteria di Merano. N □ A dsrgModcvcsgc2rtepdpa2pllu Nelle scuderie e sui viali, lisci come velluto, 1 purosangue, sotto le cure più attente aspettano l'ora del cimento e della gloria. (Disegni di Massimo Quaglino).

Luoghi citati: Merano, Milano, Reggio Emilia