Pace o guerra?

Pace o guerra? LA SITUAZIONE IN PALESTINA Pace o guerra? Gli arabi intensificano il reclutamento di volontari - La morte del podestà di Tel Aviv Gerusalemme, 23 notte ,ti.Ci siamo già fatti eco a più ri- coprese del coro di critiche che si\disleva da ogni parte contro la politica da sfinge seguita in Terrasanta dalla Potenza mandataria nel corso di questi cinque mesi di agitazione. Oggi vogliamo riprodurre largamente un articolo di fondo che rientra in questo campo di rampogne e che è apparso sull'ultimo Trpolegtania diveeba a o l a e a o i o e e a n ù o o i ! o e n o i a e. e si i, a s a a o e a e a al n iali, rni n aia ti ao, io s il s. rD ace i io sè tà pa ni u- numero della rivista Palestine andldaTransJordan, organo personale del\faSegretario del supremo Comitato arabo, « La parte dello sbirro » Prendendo lo spunto dal veto opposto dal Governo alla convocazione di un Congresso nazionale dei vari sottocomitati di Distretto, il cifato settimanale scrive, tra l'altro, quanto segue: « Questo ultimo provvedimento dell'Alto Commissariato britannico è considerato nel nostri ambienti politici come un atto di malafede, che mette a nudo la man canza di ogni vero ed onesto desiderio di trovare un'equa soluzione al doloroso Imbroglio attuale. Questa interpretazione da parte dell'opinione pubblica è resa inevitabile per la semplice ragione che le autorità mandatarie sanno benissimo come soltanto il Congresso nazionale, di cui il supremo Comitato arabo è semplicemente l'organo esecutivo, può pronunciarsi circa la continuazione o meno dello sciopero generale da esso ufficialmente approvato. « Noi non sappiamo chi sia responsabile di questo veto del Governo e ignoriamo per quali motivi si sia giunti a prendere una tale disposizione. Ma non crediamo che la psicologia della paura, la quale sta alla base di tutta la politica mandataria in Palestina, possa arrivare fino a temere una assemblea di un centinaio di persone senza armi, riunite a discutere problemi di gravissima importanza per il loro Paese. « Noi non possiamo più chiudere gli occhi davanti alla falsa situazione a cui il Gabinetto britannico riduce il suo rappresentante in Terra Santa. Negli ultimi sviluppi della crisi, l'Alto Commissario sembrava aver cominciato a dar segni di una certa clemenza ed a guardar bene in faccia le difficoltà della situazione, ed aveva incoraggiato gli sforzi della mediazione di Nuri Pascià Es-Said. Ed ora, per quale « patriottica devozione » è egli disposto a sostenere la nuova politica del Governo di Londra? Ci sembra non esservi altra spiegazione tranne quella di rendere difficilissimo per non dire addirittura impossibile il raggiungimento di ogni soluzione dell'imbroglio attuale. « Ogni via per un eventuale approccio è stata bloccata. L'ostinato rifiuto di ogni gesto di buona volontà sia sul terreno dell'immigrazione che su quello della mediazione pacifica dei re arabi, obbliga tutto il mondo arabo a mettere in dubbio l'integrità e la serietà delle responsabilità man datarie della Gran Bretagna come pure la sua sagacia diplomatica. « E' vero che il fantastico prestito per il riarmo inglese è completamente nelle mani degli ebrei. Ma non è men certo che l'Islam non accetterà mai di fare da sgabello al giudaismo. « Gli «venti degli ultimi mesi hanno, del resto, provato chiaramente che la mentalità araba non cambia sotto le minacele e le intimidazioni, anche quando queste si presentano sotto la forma di migliaia di soldati britannici che partono da Londra alla volta della Palestina. « La Gran Bretagna ata facendo la parte dello sbirro. Essa pensa che la Terra Santa debba essere sacrificata come vittima ad un' imperialismo dominato* dagli ebrei e che ha bisogno di una base militare. « Ciò che noi vogliamo sapere è questo. Porta l'Inghilterra, come essa afferma, la torcia della civiltà tra i paesi stranieri oppure seco soltanto il candelabro dalle .-u'e braccia? ». Si affilano le armi Frattanto, mentre arrivano nuovi rinforzi di truppe britanìiiche, gli insorti intensificano la campagna per il reclutamento di volontari in Palestina, in Transgiordania, in Siria, nel Libano e nell'lrak e raddoppiano le scaramucce dirette contro i dislocamenti militari. Nel corso d'una mischia ingaggiata (ersero tra pattuglie militari c squadre ribelli fra Safed e San Giovanni d'Acri un caporale inglese è rimasto ucciso. A Gerusalemme una bomba è esplosa nel quartiere della città vecchia senza però fare vittime. Un esercente arabo è stato aggredito e percosso per aver osato aprire il negozio benché situato a due passi dal posto di po lizia del rione misto di Gerusalem me. Nelle ultime ventiquattro ore sono state demolite varie case a Kalansura, Lifta, Beitfaggiar e Baladesscheick per ordine mititare. Il coprifuoco è stato anticipato alle ore diciotto nel distretto comunale di Tulkarem. Allo scopo di acquartierare le truppe il governo ha reclamato parecchi caseggiati pubblici e priva¬ laglscpagovetatidedae g15mccominva pgncegsptHpvtgdgtdtsneiigrapclpgrmrdpaellcdDItnctst ,ti. Si assicura che parto dei nuovi contingenti britannici verranno \dislocati nelle guarnigioni della Transgiordania, Negli ambienti politici arabi si conferma che la legge marziale non sarà introdotta e che il governo di Londra fi nirà per capitolare rassegnandosi a prendere atto dell'impossibilità di continuare la sua politica a fa vere' del sionismo. La stampa ebraica è vivamente allarmata ldaìZe voci secondo le quali lbn Saud \farebbe sforzi enormi per indurre a l ò e la Gran Bretagna ad accontentare gli autoctoni di Terra Santa allo scopo di evitare di alienarsi le simpatie del mondo arabo islamico. La notizia del decesso di Dizengoffi podestà di Tel Aviv, sopravvenuto stamane all'alba, ha suscitato largo cordoglio negli ambienti ebraici di tutta la Palestina. Il defunto era stato pioniere e fondatore della metropoli del sionismo e ne resse i destini fino all'utimo giorno. Tel Aviv conta ora circa 150.000 abitanti. Si ricorda l'ultima fiera requisitoria lanciata alcune settimane fa da Dizengoff contro la politica della potenza mandataria accusata di tradire gli interessi del popolo d'israele. Ovunque sono state issate bandiere a lutto. Al defunto si prepara un'apoteosi con funerali civici con larghe rappresentanze di correligionari di ogni parte del paese. P. Alessandri

Persone citate: Alessandri, Palestina Pace, Palestine, Said