LA RIPRESA DELL'INDUSTRIA SERICA di Francesco Argenta

LA RIPRESA DELL'INDUSTRIA SERICA Attualità, corporativo LA RIPRESA DELL'INDUSTRIA SERICA MILANO, settembre. Nell'attuale rinascita dell'industria serica si identifica la risul- e pduzriatante di una delle applicazioni più'no,largamente dimostrative dcll'effl cienza morale ed economica dell'istituto corporativo. Tutti sanno quale declino fosse intervenuto, durante gli anni decorsi, nell'andamento di questa industria italianissima, la quale aveva costituito, per lungo tempo, una delle basi fondamentali dell'economia nazionale. Dai 57 milioni di chili di bozzoli prodotti nel 1924 — e questa punta massima ottenuta negli anni del dopoguerra supera di poco la media annuale del periodo antebellico — si degradò a 34 milioni di chili nel 1931, per|^esscendere a 28 milioni nel 1934 ed a poco più di 17 milioni nel 1935. Inutile riesaminare i fattori che concorsero al prodursi di questa curva inesorabilmente discendente; non inutile, invece, rievocare le condizioni create dal declino all'intero ciclo produttivo e sul cui vasto e complesso terreno si è dispiegato l'intervento corporativo che ha portato all'odierna ripresa. I fattori della ripresa Costante e progressiva, per un quinquennio, la contrazione del numero delle famiglie che hanno allevato bachi da seta (200 mila in meno, all'incirca) ; costante e generale, anche e sopratutto nelle plaghe dove, da principio, più si era resistito all'ondata di pessimismo determinata dal regresso dei prezzi, la diminuzione dell'ondato posto in allevamento, si che, al termine delle decorse campagne, i produttori di seme bachi si sono visti costretti a distruggere il seme prodotto in eccedenza alla capacità di assorbimento del mercato; inattiva la più parte delle filande e in pauroso regresso tutto, le altre attività industriali (torcitura, tessitura ecc.) con un ritmo, nell'estendersi della paralisi, proporzionale, da un lato, alla vertiginosa caduta dei prezzi delle sete (dalle 500 lire al chilo per la seta greggia raggiunte poco prima del 1925 si degradò alle 30 lire nel 1934, vale a dire ad un livello inferiore ai prezzi d'anteguerra non ragguagliati in oro) e, dall'altro, al contrarsi delle esportazioni, le quali, decimate in volume, precipitarono in valore, degli anni precedenti alla crisi a poco più di 194 milioni nel 1934: ecco il quadro delle condizioni nelle quali versava l'attività serica alla fine del 1934 e che portarono nella campagna bacologica successiva, alla più bassa produzione di bozzoli che si ricordi: 17 milioni e mezzo di chilogrammi. Orbene, colla campagna 1936 la situazione è radicalmente mutata ed un nuovo cammino ascensionale ha intrapreso l'industria serica in virtù dell'intervento corporativo. A oltre 32 milioni di chilogrammi è risalita in quest'anno la produzione dei bozzoli, ma più che la misura della percentuale di aumento (e si tratta tuttavia di una produzione raddoppiata rispetto all'anno precedente) conviene sottolineare la genesi di questa ripresa, frutto di chiara disciplina, di intuito siculo, di profonda consapevolezza. Il contrarsi degli allevamenti aveva portato negli anni passati ad una menomazione del patrimonio gel sicolo: indotti dalla non rimune ratività del prezzo dei bozzoli a; volgere le loro fatiche ad altri 49 17 chiCcheripla riatazratparmava meneldo di la intsernegva ziosteconpeletprepreenalldi prboè pedoe pliduso anfilRe40ogti ripfucitdisbilnipecadi tosedai 24 miliardi di lire Inetivrelittounzacagechfanostoricaimrinepreunanpdzim1 enscampi più redditizi, molti agricol-|(tori si erano dati a praticare lalmmanganatura dei gelsi, e in mol-idte piagne ne avevano addirittura ! sointrapreso l'abbattimento. |d. , I dLe garanzie ai bachicultori ! qeCon un patrimonio gelsicolo in,dregresso ed in via di distruzione j csarebbe stato assurdo pensare ad una ripresa sericola, ad una riattivazione dell'industria che era stata secolare datrice di ricchezza, per il nostro paese. Ed ecco zmgspgarsi, del suoi organi, con una vasta c preliminare azione presso le masse rurali intesa ad ottenere, parallelamente, la conservazione ed il potenziamento del patrimonio gelsicolo ed il ritorno agli allevamenti. Anche le masse rurali sono sensibili al processo evolutivo dell'economia in Regime fascista, ma per raggiungere l'efficacia clic si proponeva, l'intervento' corporativo ha dovuto vincere difficoltà, egoismi, contingenze-, incomprensioni ed insofferenze. — Si riduca pure l'ondato a piccole quantità (— si arrivò aj dire là dove gli agricoltori erano più tenaci nel voler seguire cambiamenti di rotta —) ma in ogni| casa si continui a dare ospitalità al baco da seta, come ad un vecchio e fedele amico, come al se-i gno di una consuetudine che è; simbolo, espressione della laddClpcdagilabo- riosità,'della concordia, della coi-, : 7" ', . Z. À„ laborazione che ha da regnare nelle nostre famiglie coloniche. — Ed ecco tosto aggiungersi a questa azione di natura morale, quella più squisitamente corporativa, di natura pratica, economica, fondata, ad un tempo, sulle agevolazioni e le provvidenze emananti dallo Stato c sulle iniziative delle organizzazioni confederali: tutu i mercati pubblici soppressi; tutta la produzione- conferita agli am- 1 massi; le compra-vendite fra pri vati interdette; il prezzo-base mi-! nimo dei bozzo'i a fresco fissato1 prima dell'inizio della campagna. Gli agricoltori, che messi di fronte all'arbitrio dei mercati, delusi dal logorante giuoco della speculazione, resi pavidi e timorosi dall'alterna vicenda dei prezzi, a- 1 vevano finito negli anni scorsi col : ripiegare, diradando o abbando- nando gli allevamenti, han ritro- j vato nelle garanzie offerte da que-j sto sistema di provvidenze di j B-w<JtT*nJiHtn"rhimrativo lo iti-1 schietto spirito corporativo jo su molo per riprendere la bachicol tura. Tutto il seme prodotto e disponibile aU'iniz!'< T'olia campagna (470 mila once) c ..-Uto assorbito e posto in allevamento, e la produzione dei bozzoli, che, territorialmente, si è ottenuta, quest'an- 'no, in 55 provinole in luogo delle |^estero ù o i i o n a 0 a i e i , a : i a : . a a oerdi a aaa ndi a di na a l e a; ri 49 dell'anno scorso, è balzata da 17 milioni e mezzo a 32.800 mila chilogrammi. Conseguente, e, anzi, sotto qualche aspetto, contemporanea alla ripresa della bachicoltura è stata la ripresa dell'industria serica e la riattivazione delle correnti d'esportazione, Poiché la funzione corporativa non risiede solo nella preparazione di piani di produzione, ma anche nella direzione collettiva della produzione, nel regolamento delle applicazioni tecniche, nella disciplina degli scambi con ecc., lo Stato, intervenendo con piena aderenza alla realtà di questi principii, ha trasformato la sostanza e le modalità del suo intervento in difesa della industria serica (la sovvenzione accordata negli anni passati alla seta poteva richiamare l'idea di un protezionismo incontrollato) in un sistema di provvidenze che tenendo conto dell'interesse singolo hanno per mèta e finalità l'interèsse collettivo e nazionale: non, più un premio alla seta prodotta, ma un premio alla seta esportata e la entità del premio (ragguagliato alla differenza fra il valore fisso di 78 lire al chilo e la media del prezzi delle sete realizzata nelle borse di New York e Jokohama) è maggiorata da due a sette lire per chilo ove si tratti di seta addoppiata o torta, di filati, tessuti e velluti. Problemi antichi e nuovi In virtù di questa nuova disciplina, il panorama dell'attività industriale serica è oggi ben diverso da quello che si presentava due anni or sono. Nel '34, più di 400 filande, sulle 600 che esistono nel Regno, con una disponibilità di 40 mila bacinelle, erano inattive: oggi la più parte degli stabilimenti è in piena attività, mentre la ripresa si estende a 1.350 mila fusi che sono al servizio della torcitura ed ai 24 mila telai di cui dispone la tessitura, e gli 88 stabilimenti bacologici di cui disponiamo attualmente, si accingono, per parte loro, a produrre per la campagna ventura 700 mila once di seme da mettere in allevamento, vale a dire un quantitativo di cipeciimsei 75setiprnicaditrsereniliapnpucaliAztrrismrseme sufficiente per una produzioe Ine di 40 milioni di chili dì bozzoli. Quanto all'esportazione, la riattivazione dei traffici spenti o rarefatti dagli avvenimenti della politica economica mondiale è in atto; è di questi giorni, proprio, un'imponente vendita sulla piazza di New York — il mercato che in passato assorbiva ingenti quantità di seta italiana e che, d'improvviso, qualche anno fa, prese a disinteressarsi della nostra produzione —; sono di que sti giorni, pure, palesi segni di orientamento verso il nostro mercato da parte di organizzazioni importatrici straniere. Chi vaticinava la fine della sericoltura trova dunque smentita nella realtà di questa ripresa ogni pessimistica previsione. Ma la realtà odierna — e che si tratti di una realtà confortante può essere ancora dimostrato dal fatto che.il prezzo base di lire 5,50 per chilo di bozzoli a fresco fissato all'inizio della campagna, è oggi largamente superato negli acquisti che 1 filandieri, attraverso l'apposito ente, compiono presso gli ammassi — pone una serie di problemi l-|(talum' nuovi' invece' anti<*| alma ?h* si Presentano con aspetti l-idel tutto nuovi) dalla cui esatta a ! soluzione dipende il consolidarsi |de a odierna ripresa e l'avvenire I dell industria serica. Allo studio di ! questi problemi, d'indole tecnica ed economica insieme (allo sviluppo in,della produzione agricola ha da ne j corrispondere quello dell'organiz- npavcrndmagflazgasrssbasddsanirg1aldad tra zco zazione industriale; al potenziamento dell'industria quello dell'organizzazione commerciale, in guisa da trarre il maggior beneficio per la nostra bilancia dallo scam- c se al il elaovo ta, lic ola seta, praticamente equivalente all'oro, e da alleggerire lo Stato dagli oneri cui va soggetto in virtù del suo intervento) è rivolto il Convegno serico che si terrà a Milano dal 26 al 29 corr., sotto la presidenza del sen. De Capitani e che sarà inaugurato dal Ministro dell'Agricoltura. S. E. Rossoni. Francesco Argenta Cfmnzs

Persone citate: De Capitani

Luoghi citati: Jokohama, Milano, New York