CALEPINO

CALEPINO CALEPINO a e o a n a a n o o I , a Piccole luci della grande gloria. — Con questo titolo il Generale di Divisione Giulio Franchi pubblica un volume di ricordi della guerra 1915-18 i Edizione dell'Elidano Torino). Il libro è dedicato agli spiriti eroici di S. E. il Maresciallo Giardino, e con .precisa evidenza di particolari rievoca azioni superbe di slancio e d'audacia, rammemora e commemora con sem- RCOPRUnLl'afci piice ™ Mffdi combattenti, ufficiali, soldati, Libche il Generale Franchi, nella sua mobella carriera di comandante, ha avuto modo di conoscere a fondo, ni cose di amare con generosa frater-|unanità, con sentimento ognora vigi-i sorle, e umanissimo. Caratteristico;scein queste pagine è il fare un po- cola lievcupfatti e del ricordo; ma in esse cor- u re poi una vena di sensibilità in-jn0nvano dissimulata, un che di carne- delschematico e spoglio, come di secche annotazioni prese sul vivo dei a si e a ua a. oooa elai dichiarato dagli editori a-I ie, ner a. he lere ra. ale si eIn e el le a, nceodi o, a a e. d l . i l e ratesco e affettuoso che rivela, nella fierezza e rigidità militare, pensosa sollecitudine, delicata attenzione. Come già abbiamo avuto modo d'osservare in altre occasioni, è qui che si manifesta la nobiltà dei combattenti italiani, della guerra italiana; in questa fusione di fermezza, di coraggio, di! aggressività, e di pazienza, genti-1 lezza, umanità. Si vedano nel libro del Generale Franchi certi tratti fuggevoli, certe sfumature. Il comandante, a diretto contatto coi soldati, ne comprende la psicologia, il sentimento segreto, sa aprirsi la via del loro cuore, come in quel dialogo con una vedetta assorta in pensiero lontano, che si legge a pagine 93-94. Nel paese di quella vedetta, al Generale era morto di tifo recentemente un cognato, notaio, lasciando moglie e quattro bimbi. Ed ecco trovato l'argomento: « ... lo disse al soldato, e raffrontò le due famiglie: una alla quale, oscuro e senza gloria era mancato il capo... l'altra che era ancora al completo. Si rassicurasse, che egli poteva tornare vivo e glorioso ai suoi, al loro affetto, essere ancora il sostegno, la provvidenza della casa, egli che poteva vantarsi di essere uno degli eroi del Pasubio ». Umanità, pensosità; nè mancano i momenti arguti, o comunque confortanti e piacevoli; modeste mense rallegrate da un piatto di fortuna, figurine cólte, non senza umorismo, Il Teatrino della Brigata Emilia... Tra i molti, splendidi fatti d'arme ricordati e narrati, Piava, Zagora, Monte Le Mèrle, Val d'Assa, Pasubio, Brigata Forlì, Brigata Volturno, Brigata Rovigo, vivacissimo, nelle molteplici testimonianze, il racconto della leggendaria impresa della Brigata Emilia al Grappa — Porte di Saltòn, 15 giugno 1918 — racconto che non si può leggere senza la più intensa commozione. Libro appassionato nella semplicità, libro di un combattente, che pur negli alti comandi, gravi di responsabilità, condivise ognora l'animo e la passione di tutti i compagni, di tutti 1 gregari, e, ancor oggi, al loro ricordo è legato da uno di quel sentimenti umani che nulla può distruggere, il sentimento dell'eroica fraternità nata in trincea. * Repertorio. — Con questo titolo si è iniziata una collana teatrale diretta da Silvio D'Amico (Edizioni Sud - Roma), che unisce a rigore ed eleganza culturale fini di stretta praticità. Essa —tfom'è vuole offrire alla gente di teatro una serie di testi italiani o tradotti già pronti per la rappresentazione. « Perciò, quelli che appartengono a età o a paesi lontani dai nostri non si propongono nella redazione originale, ma in una riduzione per le scene dei nostri giorni e del nostri paesi; aggiungendovi, se necessario, anche indicazioni per la regia ». Ottima idea. I due primi volumetti — modico il prezzo, maneggevole il formato — sono dedicati l'uno alla Rappresentazione di Santa Uliva, dell'Anonimo Fiorentino, l'altro a Liliom, di Ferenc Molnar. La Santa Uliva non è riprodotta nel testo originale cinquecentesco dato alla luce dal D'Ancona più di settant'anni fa, ma nel rifacimento curato da Corrado d'Errico per la rappresentazione del 1933 — regista Jacques Copeau — nel Chiostro di Santa Croce a Firenze. Si presenta, cioè, al pubblico, ad attori ej dilettanti, non un testo da biblio-1 teca, ma un testo pronto per lo spettacolo. La rappresentazione ; del 1933 fu incantevole: e D'Amico, nell'introduzione, ne descrive i procedimenti e lo stile, mentre ! poi 11 d'Errico suggerisce i modi di una possibile rappresentazione i ■;u un teatro regolare. Non meno| interessante il volumetto dedicato a Liliom, deliziosa leggenda.... ** Il Paradiso delle Signore. — Ferdinando Martini e Guido Mazzoni tradussero, or'è molt'anni (1883), per le appendici del « Popolo Romano » Au Bonheur des dames di Emilio Zola. Il Mazzoni ci narra come andò la cosa. Il Martini, accettato l'incarico dal giornale, s'era rivolto al Mazzoni, professore di liceo a Lodi, di nuova nomina, per averlo come collaboratore; il Mazzoni avrebbe do-' vuto abbozzare la traduzione, il Martini avrebbe corretto e polito; I Mazzoni accolse volentieri l'amichevole offerta, ma la fatica, per; necessità editoriali, fu quanto mai j affannosa e affrettata, compiuta giorno per giorno in gran furia, ej senza possibilità di una pacata revisione. La traduzioni; appariva! contemporaneamente alla prima edizione francese; e i traduttori ebbero sott'occhio le bozze di| | stampa con le correzioni autogra- \ | fe dello Zola. La definitiva edizio| ne Charpentier risultò poi in pari te diversa da quelle bozze. Sicché, 1 sia per riguardo all'ultima volontà dell'autore, sia per correggere le sviste e migliorare la qualità cii quella prima rapidissima versione, quando la Casa Mondadori derise di includere questo Paradiso delle Signore nella sua Biblioteca Romantica, il Mazzoni si accinse a una paziente revisione. Frutto del suo lavoro è il testo che ha visto in questi giorni la luce nella consueta, elegantissima veste della beila collezione. alfaè spergrIDoL'I(Svzertivvacom-lolcogleitapT

Luoghi citati: Firenze, Forlì, Lodi, Roma, Rovigo, Torino