Il padiglione dei poveri di Corrado Alvaro

Il padiglione dei poveri Il padiglione dei poveri La strada, d'estate, era polverosa : si calcinavano di bianco i muriccioli, invecchiavano gli argini erbosi rimasti alla primavera, s'imbiancavano gli olivi che la sera, alla luce dei riflettori delle automobili, parevano coperti di nevischio. In mezzo a questa polvere andavano pazientemente i viandanti a piedi, i contadini sugli asini, gli operai in bicicletta. Una sera, di grande estate, due monache cercatrici, che avevano perduto il treno, tornavano a piedi per questa strada. Suor Rosalinda camminava tranquilla come se non fosse affai- suo; suor Agata dava invece dei consigli per evitare la polvere : mettersi al riparo controvento sul ciglio della strada; o buttarsi pei sentieri che si aprivano qua e là, verso i campi, appena si sentiva sopraggiungere una macchina. Le macchine sembra che aspettino un turno per sbucar fuori ; si potrebbe quasi stabilire una frequenza dei loro passaggi. Coi fari accesi scoprono la strada, gli alberi fatti canuti, il colore rimasto di qualche fiore acceso ancora tra la polvere uniforme, e smaltano di novo i vestiti dei viandanti. Quando parve che ci fosse una sosta nella sera che scendeva più fitta, s'illuminò in fondo a una svolta il pennacchio di polvere che si leva al passaggio delle macchine grandi, si agitava, avanzava, si lacerava buttandosi sui campi attorno. L'automobile si avvicinò, rallentò, parve che avesse un intoppo. Le due suore passarono davanti ai fari chiudendo gli occhi sulla luce d'argento popolata di insetti, di fili vaganti, di farfalle notturne. Traversato quel torrente di luce che dava tuttavia l'idea di qualcosa di fresco e pulito, le due suore si ritrovarono nell'ombra come su una riva, in un buio che le disorientò per un istante. Una voce, dall'automobile che s'era fermata, disse chiaramente e semplicemente: «Se vogliono salire... » La stessa voce aggiunse : « Vado anch'io a R... e le lascio al convento ». L'uomo della macchina aveva abbassato la luce. Un riflesso rosa illuminò la strada; parve che la luce della sera si fosse un poco rianimata come un lume a petrolio prima di spegnersi del tutto. « Non è gentile da parte loro » disse l'uomo della macchina. Alla luce che emanava da un bottone luminoso nel cruscotto, suor Agata vide due mani pelose, nere e pallide e nell'ombra un viso che le fece paura « Che uomo orribile ! Sembra il diavolo », brontolò alla compagna. Questa era andata avanti. 11 grigio della sua veste prendeva un riflesso perlaceo, e il bianco delle sue bende era bianco come in sogno. Le due suore affrettarono il passo. Sentivano alle loro spalle ronfare il motore; la strada era immersa tutta in una luce rosata, come se qualcuno le scortasse con una lampada accesa. Si vedevano i solchi della carreggiata nella polvere molle, i rospi che la traversavano, gli insetti che traghettavano da una sponda all'altra, da un campo all'altro indaffarati ; e anche questo dava l'idea di come è dura la vita. Di nuovo la voce dell'uomo risuonò : « Ehi, dico, non è gentile. Almeno rispondere ». Questa volta suor Rosalinda si fermò voltandosi : « Ci lasci in pace per amor di Dio. Vada per la sua strada tranquillo ». Ella aveva un viso dritto e fermo, due occhi limpidi e quasi senza sguardo, quasi senza espressione, e in quella luce fulgidi come gemme. « Lei è straniera » replicò l'uomo per tutta risposta « del resto, si vede. Ha un pas so sportivo ». E abbassò una le va che fece uno strepito. La macchina le accompagnava con un palpito forte, ma lentamen te, e seguitava a illuminare la strada ammiccando coi due fari, ora più ora meno forte, Le due monache seguitavano un discorso che si andavano ri petendo da tempo. Ci sono i poveri, i diseredati, le creature sunza riparo e senza tetto, senza amore e senza pietà. Il cuore sanguina a non poterli soccorrere. Hanno a volte l'aspetto del Signore pellegrino d'amore e di carità; del Signore rinnegato e abbandonato; del Signore offeso e umiliato come appare nelle visioni dei santi e di quelli che gli vogliono bene. Le due suore si ripetevano all'infinito queste cose, con un accento e un intercalare di chi dice le preghiere in comune : ognuna recitava quasi un versetto di questo di scorso, contemplando le piaghile offese umiliazioni dei poveri. Folerli soccorrere questi poveri in una casa che avesse sempre la porta aperta, la tavola apparecchiata, le serve sempre sveglie e pronte a riceverli. Perchè non si poteva costruire questa elsa benedetta? Perchè non ci sono denari. Gli uomini hanno i denari, gli uomini che erigono templi mondani alle loro donne « Sì — disse suor Agata — per le donne gli uomini trovano sempre denan ». Discorrendo così arrivarono alla riorta del convento. Mentre salivano le scale sentirono la macchina che tornava indietro rurutaqlaucutarntoeeaapldsddcnlsleSdzlgtdvfpbegzpzrmmslnnglascnctlcp a o e r i o a i a ù a e e i e e i e i . e e a e a a e o e a o e n a el e ca tni ma il ai. eil nil la ce le cla e, li na o era ln ». si n er la o, za ome ea s e La on n la ano ri ore za re rel di e ele he re te rre va di hiri. eri re avehè ta ci o i no ne per no no tre la ro ruggendo, e dall'androne quel rumore era tutto il chiasso lontano e vuoto del mondo inquieto. L'uomo della macchina quella notte dormì poco e male. Era un uomo molto permaloso oltre che molto ricco; uno di quegli uomini cui la ricchezza raggiunta dà un'insoddisfazione, un'irritazione, quasi una disperazione anch'essa raggiunta; poiché, toccata la potenza, si scopre che esiste una potenza più grande e una più grande ancora, sino alla potenza suprema di chi non aspira a nessun potere, di chi è padrone di se stesso. È intanto la misura è colma, il destino adempiuto, e l'uomo non può spingersi più oltre. Da quella sera cotesto individuo si trovò più volte sulla strada delle povere suore cercatrici. Le quali, pur avendolo appena intravisto quella volta nell'ombra, lo riconoscevano per ufi sentimento di panico indefinibile che le prendeva davanti a lui. Si toccavano col gomito dicendo : « Eccolo, è lui, quel disgraziato ». Difatti era là, senza parlare, col suo viso pallido esangue, triste e brutale sotto la fronte sfuggente. Lo incontravano dappertutto, fisso su loro. Una volta se lo trovarono faccia a faccia, suonando a una porta per chiedere l'elemosina. Sembrò venuto su di sottoterra ; ma esse, abituate alle apparizioni, gli rivolsero come a un'apparizione la parola : « Qualcosa pei poveri afflitti, signore». «Volentieri, egli disse, senza alzare le ciglia, senza stupore, ma pallidissimo e stanco. Ma mie care signore (così disse) mie care signore : io sono offeso di quella sera. Io sono un galantuomo, un gentiluomo ; io so no un signore; io sono... io so no... » Seguitava a gesticolare, guardando"fisso la povera Rosalinda, e dicendo che non aver accettato la sua offerta quella sera era un affronto, un'offesa che non gli aveva fatto ancora nessuno ; che era egli un uomo cercato da tutti, un uomo potente, ricco., un uomo perbene. Si era affacciato sul pianerottolo in veste da camera, di raso viola cosparsa di fiori gialli. «Mi ci vuole una riparazione, e allora sono disposto a tutto. Tutto quello che vogliono. E poi, bisogna guadagnarselo iftdenaro. Io mi sono guadagnato il mio. Io ho molto denaro, sono enormemente ricco ». Gesticolava freneticamente, scosso in ogni fibra, e con un sorriso fisso. Rosalinda lo vedeva ghignare come uno sgorbio enorme sulla parete bianca. L'idea del denaro lo dominava, era la sua potenza e il suo scettro. « Ma non bisogna trattarmi come un bandito. Come un uomo qualunque. Io sono disposto a dare ». Rosalinda disse sottovoce : «Allora faccia un poco di carità ». L'uomo si sporse, si afferrò alla ringhiera delle scale : « A condizione che lei, dico lei, lei proprio (indicò Rosalinda), faccia una passeggiata con me, nella mia automobile, accanto a me, per tutta la città ». Scoppiò a ridere e levò i suoi occhi freddi su Rosalinda. Aggiunse : « Se lei accetta, io pago. Dica, dica quanto ». Smise di ridere. Le guardò afflitte e umiliate, addossate l'una all'altra. Ma con la sua voce semplice e senza colore, Rosalinda, e fece un passo da un lato, disse : « Trecentomila lire. Di tanto hanno bi sogno i nostri poveri ». Il suo accento di straniera dava un senso quasi comico a quella frase, come se l'avesse pronunziata un ragazzo che non sa il valore delle cifre e del denaro « Va bene, disse l'uomo divenendo serio, cupo, e avanzando di un passo verso il gruppo. Quando vuole mi telefoni. Ecco il mio numero. Sono a sua disposizione ». Quando tornò nelle sue stanze, si ricordò di quel viso che gli stava davanti mentre egli parlava, un viso bianco e con un vago riflesso bluastro; due occhi da quel viso lo guardavano, pietosi, distanti, con gratitudine e nello stesso tempo spaventati. Vi pensava come si pensa a un nemico, come pensava a tutte le donne, poiché nella sua vita ave va accumulato un odio senza tregua e senza rimedio verso le donne. E nello stesso tempo si era creato nella fantasia un essere al disopra di tutte le donne, angelico, misericordioso, ed era anch'esso una donna, e un giorno sarebbe arrivato. Una voce senza colore, senza una vibrazione, gli disse un gior no al telefono : che era inteso, che la sorella Rosalinda aveva ottenuto licenza di disporre secondo la sua promessa ; toccava ora a lui di destinare il giorno e l'ora della passeggiata. La voce aggiungeva che sarebbe stato opportuno consegnare prima, alla persona che avrebbe accompagnato la sorella Rosalinda, l'assegno con la somma stabilita, se soltanto a queste condizioni era disposto a donare ai poveri. La voce diceva queste cose con un tono assente, di cosa letta; pareva arrivare di sotterra, levando lentamente un coperchio e togliendosi una benda dalla bocca. Essa non rispose a nessuna domanda, per quante I egli ne facesse ; ripete due o tre plazodapqselalepgsidnlacr«LdvrtonIngpIAaièficpacdrpbuvnpseitzaglgzMKs a e , e e o n è o ò i . volte le stesse parole, ricominciando monotona e uguale daccapo, e senza il minimo segno di impazienza. Così ebbe luogo la famosa passeggiata di cui parla ancora la città di R... e che per un pezzo sarà ricordata dal nuovo padiglione dei poveri costruito da appena un anno appunto con quel denaro. Quanto alla passeggiata, si svolse al passo, nella città affollala, tra le cinque e le sette. L'automobile era scoperta. Tutti vi guardavano e ghignavano. Quando il famoso signore, che passava per un in dividilo rotto a tutte le emozio ni, ebbe percorso in lungo e in largo la città, chiese alla sua vi cina : « Ora, dove vuole arida re? » suor Rosalinda rispose « Al convento, se lei ha finito ». L'uomo fermando la macchina disse con un tremito: «E non vuole rivedermi mai più?» Ella rispose semplice, col suo accento straniero : « Questo non è nel nostro contratto. Vada a casa. Il Signore la benedica per il bene che ha fatto ai poveri. Pregheranno per lei, stia sicuro. E pregherò anch'io ». Corrado Alvaro