Bologna, Torino, Roma pareggiano e la Juventus perde
Bologna, Torino, Roma pareggiano e la Juventus perde ORMAI E' CERTO CHE LO SCUDETTO CAMBIERA' TITOLARE Bologna, Torino, Roma pareggiano e la Juventus perde Milan Juventus 21 (10) L'intraprendenza dà ai « rosso mri » la vittoria in una gara tecnicamente mediocre e solo a tratti emozionante Arcarl (M) 41' Spinola (M) 37' ripr. Gabetto (J) 42' MILAN: Zorzan; Perversi, Bnnizzoli; Rigottl, Bortoletti. Gianosello; Arcari, Moretti, Romani, Spinola, Anioni. ■JUVENTUS: Valinasso; Foni, llava ; "Oepctilnl, Monti, Varglicn I; Prondnto, Scrantoni, Gabetto, Borei I, Menti. Arbitro: Scarpi, (li Dolo. Milano, 20 mattino. SI succedono 1 giorni tristi per la Juventus. La squadra di tutte le vittorie e di tutti i primati lotta, arranca, si difende, ma non riesce più ad imporsi. Troppe incertezze affiorano nel suo giuoco: troppe debolezze si accusano nei suoi reparti. Manca ormai all'unità il chiaro segno della classe dominante e manca anche, a più di un giuocatore, l'orgoglio di non cedere. La compagine è in declino e segue la parabola discendente che gli eventi le segnano. L'ultima carta La Juventus ha giuocato all'Arena l'ultima carta. L'ha sciupata. Il Milan, sempre impetuoso nel 3Uo caratteristico disordine, ha prevalso e, per quanto i punti della sua vittoria non siano stati limpidi ed entusiasmanti, pure non si può dire che i rosso-neri non abbiano meritato il successo. I primi quaranta minuti di giuoco furono stucchevoli. Inizio a grande velocità da parte dei milanesi, con una corona di calci d'angolo a loro favore, ma nessuna azione ben congegnata. L'assalto alla rete difesa da Valinasso venne condotto con insistenza, ma la Juventus fu in condizione di arginarlo e potè anche contrattaccare con frequenza, pur senza riuscire ad essere veramente minacciosa. L'attacco del Milan faceva pressione, ma 1 troppi indugi di Romani, l'incertezza di Moretti, l'imprecisione di Spinola ed il lavoro non sempre utile delle due estreme, non riuscivano a forzare la retroguardia bianco-nera, tutta dedita ad uno spietato lavoro di distruzione. Nè sapevan far meglio i campioni, che le offensive venivano condotte per opera di Serantoni, attivissimo, ma con una collaborazione deficiente da parte dei compagni di linea. Sbagli evidenti nei passaggi, scarsa mobilità, scarsa precisione nel tiro furono altrettante palle di piombo ai piedi degli avanti juventini. In tanto grigiore di giuoco il primo tempo stava per chiudersi senza emozioni e senza punti quando al Milan riuscì, bene o male, di portarsi in vantaggio. Questa prima azione decisiva si sviluppò al 41', ed ebbe inizio da un lungo rimando eseguito quasi da metà campo da Bonizzoni. La palla andò a cadere in arca juventina e rimbalzò due volte in un groviglio di uomini. Rava tentò il rinvio; ma venne nettamente spostato al momento dell'intervento e cosi fu possibile ad Arcari di arrivare in corsa e di mettere in rete non già calciando, ma accompagnando la sfera con il carpo. L'arbitro — tot capita tot sententiae — non credette punire l'intervento falloso del milanista che impedi irregolarmente l'azione di Rava e convalidò il punto. Passato a comandare la gara, '' Milan ebbe subito un'altra occa¬ sione propizia, ma Arcari, servito magnificamente da un centro di Arnoni che lo trovò libero e ben piazzato in piena area, mancò netta la palla in un coro di urla di disappunto. Ancora Arcari, e poi Spinola, impegnarono Valinasso e, proprio al 45', la Juventus produsse un attacco serrato che Gabetto per poco non potè render utile. Il tiro venne scoccato da Borei I, ma con mira troppo alta. L'iniziativa fu del Milan anche nella ripresa, mentre i bianco-neri davano segni di stanchezza e di sconforto. Il piccolo Spinola piazzò, al lO.o, un tiro che la traversa neutralizzò e che il portiere aveva evidentemente calcolato fuori bersaglio, dato che neppure s'era mosso per la parata. Intanto Borei accusava forti dolori allo stomaco c si cambiava di posto con Menti. Il rimedio si rivelò peggiore del male e dopo dieci minuti lo schieramento tornò ad essere quello iniziale, ma per poco, però, che lo stesso Borei passò per qualche tempo fra i mediani, essendosi azzoppato Varglien I, e tornò poi all'attacco, un po' all'estrema ed un po' nel ruolo di interno, lottando contro l'indisposizione che lo paralizzava. Nonostante questa confusione, la Juventus inscenò, alla mezz'ora, una magnifica-azione, la migliore di tutto l'incontro. Allungo di Menti a Borei (all'ala), centro a Gabetto che raccoglie e spara. Zorzan si produce in una gran parata. Ed ecco una punizione contro il Milan dal limitare dell'area. Stangata di Monti e tuffo prodigioso del portiere, che devia di fondo. Pare che la Juventus possa pareggiare, ma al 37.o, su calcio d'angolo, dopo che Monti ha rinviato corto di testa, si ha un nuovo sballottamento dei difensori bianco-neri ed un tiro improvviso di Spinola. La palla batte sotto la traversa e ricade in rete. Due a zero. Il punto di Gabetto Ci vuole una prodezza di Gabetto per ridare incertezza al finale. Mancano tre minuti alla chiusura quando il centroavanti juventino intercetta di sinistro un passaggio di Serantoni. Egli ha di contro Bonizzoni, ma lo inganna con una finta rapidissima. Con mossa felina si rovescia la palla sul piede destro e, girando appena a lato dell'avversario, la calcia violente, mente in rete. Un punto superbo, realizzato da campione; un punto fra i più belli che un avanti possa costruire, ma che, purtroppo, non può modificare 11 risultato. La vittoria del Milan non corre altri pericoli. Questa la gara. Episodi appassionanti in un grigiore troppo I marcato. Niente di nuovo da dire [ sul conto del Milan che è quello I che tutti conosciamo. Poco da ! commentare per la Juventus. Il j suo attacco è estremamente debole, dato che due uomini non basta| no per dar vita all'azione di tutto i un reparto. Anche la mediana ha | avuto le sue incertezze. Rava s'è [battuto bene. Ma l'esame dei sin|goli non conta: è la squadra che non ingrana: ha uomini stanchi e ragazzi immaturi e la responsabilità del titolo le pesa come non mai. Luigi Cavaliere»
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